fantascienza

Urgente!

Si conclude domani la prima delle occasioni che Elara propone ai lettori nell’ambito di Estate Elara, che ogni settimana darà, per uno o due giorni prefissati, la possibilità di procurarsi libri altrimenti introvabili, edizioni speciali, ultime copie in via di esaurimento, e altre varie iniziative.

Per essere aggiornati, vi chiediamo di consultare regolarmente il sito www.elaralibri.it.

Ogni settimana apparirà un Flash con la proposta della settimana e l’indicazione del giorno, o dei giorni, in cui sarà valida.

La prima proposta è la possibilità, mai concessa né mai più ripetibile, anche per i non iscritti alla Contrada delle Stelle di acquistare le residue copie dei titoli ancora disponibili, e prenotare quelli in uscita.

Non è una semplice iniziativa promozionale, perché i volumi della Contrada vengono stampati in 300 esemplari numerati, non saranno mai ristampati, e dei quattro volumi già pronti e non ancora esauriti (i numeri 1, 3, 4 e 6) restano solo tra le 25 e le 40 copie. L’intento è quello di premiare i lettori più intelligenti e attenti, dando loro una possibilità unica di procurarsi libri di assoluto valore contenutistico e collezionistico, avendo anche la possibilità di studiarli e decidere se alla riapertura delle iscrizioni, prevista per settembre, saranno interessati a iscriversi per poter seguire quella che diventerà la collana più continuativa di Elara nei prossimi mesi.

Ricordiamo solo che la possibilità finisce alle ore 24 di mercoledì 27 giugno, che non potrà mai più essere riproposta, e che questi libri non saranno mai ristampati.

Pensateci, e state attenti da domenica in poi al sito, per la nuova proposta di Estate Elara. 

 

Van Vogt

e la Città degli invisibili

 

È uscito il nuovo Fuori Collana di Libra Fantastica, dedicato a uno degli autori più grandi e più amati della storia della fantascienza, A. E. Van Vogt, con uno dei romanzi che l’autore considerava il più importante della sua carriera, la storia di Slade, imprenditore di successo che dopo un incidente stradale scopre di essere dotato di tre occhi, e grazie a questa anomalia viene proiettato in un universo parallelo dove una città antica e decadente, protetta da una invalicabile barriera di energia, è in guerra con una grande astronave per il possesso del pianeta e la sopravvivenza stessa del genere umano.

Un grande romanzo, completato da due racconti fondamentali per la storia della sf, La nave delle tenebre e La barriera della luce. Imperdibile per chi ama la grande sf.

 

Libra Fantastica fuori collana no. 4 – FCT 004

Alfred E. van Vogt

LA CITTA’ DEGLI INVISIBILI

224 pagine

Eur 16,50

Traduzione e introduzione di UGO MALAGUTI 

 

 

Ristampe e uscite

 

Si sono concluse le spedizioni de Il Perdigiorno 1, la nuova collana letteraria inaugurata da Il mercatino dei sogni del grande scrittore e poeta Michael Ende.

Abbiamo terminato anche le spedizioni de La città degli invisibili di A. E. van Vogt (chi non l’ha ancora ordinato è pregato di affrettarsi)

A questo proposito, sono di nuovo disponibili

– La seconda edizione di STEAMPUNK a cura di Ann e Jeff Vandermeer (Libra Fantastica 10)

La seconda edizione di IL SIGNORE DI SAMARCANDA di Robert E. Howard (Libra Fantastic a 14)

Le ristampe di

– VENISS UNDERGROUND di Jeff Vandermeer (Libra Fantastica 15)

– LA CITTA’ DEI SANTI E DEI FOLLI di Jeff Vandermeer (Libra Fantastica 15)

– OPERAZIONE EUROPA a cura di Pier Luigi Manieri (Speciali Elara 8)

Potete ordinare tutti questi volumi con Paypal.

Per concentrare risorse all’uscita delle novità, tutte in fase avanzata di produzione, le tirature sono state rigorosamente limitate. Perciò chi desidera acquistare dopo una lunga attesa uno o più di questi volumi è invitato ad affrettarsi.

 

A luglio una inattesa novità

GIROTONDO. L’ULTIMO CASO DELL’ISPETTORE JORGENSEN

di Alessandro Fambrini

 

Una sorpresa di metà luglio per chi ama la migliore fantascienza non angloamericana, e in particolare l’arte e la qualità della prosa incantevole di Alessandro Fambrini, cattedratico germanista di grande prestigio ma anche autore di splendide opere di science fiction, compreso il capolavoro Le strade che non esistono che tanto successo ha riscosso tra i lettori.

Questo suo nuovo libro è certo il suo più affascinante e magico. Vi ritroviamo il suo personaggio più famoso, l’ispettore e poi commissario della Reale Polizia Danese, Johannes Jorgensen, un uomo solido, riflessivo, dotato di una capacità investigativa straordinaria, e di una profonda umanità, nella cui lunga carriera, iniziata nel lontano 1929, sembra destinato a confrontarsi con misteri quasi soprannaturali, mostri, alieni, e storie al limite dell’impossibile.

Siamo nel 1986. Jorgensen è ormai in pensione, ottantunenne, e vive solo, dopo la perdita dell’amata Magda. Ma il suo spirito irrequieto e indagatore è ancora vivo. Così, in un inverno particolarmente rigido, decide di rompere la monotonia delle sue giornate per visitare una mostra di pittura di grande interesse. Ma mentre si aggira per la galleria, qualcosa gli succede… uno smarrimento, un vortice, la sensazione di morire.

Ma non è la sua ultima ora. Invece, l’inizio di una prodigiosa avventura della memoria. In un luogo misterioso egli rivive molti dei casi della sua prestigiosa carriera, percorrendo quasi sessant’anni di storia e di misteri, nell’incantato mondo del Nord della Danimarca, con le sue isole e i suoi villaggi, le sue tradizioni e i suoi misteri, la sottile crudeltà che si rispecchia nelle inquiete acque del mare, e la frequentazione di esseri a volte umani, a volte appartenenti a mondi sconosciuti e misteriosi…

Un capolavoro autentico di quello che è oggi il maggiore scrittore italiano de fantastico, un libro che non dimenticherete facilmente.

Quando i mondi si scontrano

in uscita il 6 luglio

 

Per gli amici della Contrada che lo hanno già prenotato, e anche per chi ha voluto approfittare delle Cinque Giornate della Contrada per possedere e conoscere uno dei più grandi classici della storia della fantascienza, informiamo che le spedizioni di Quando i mondi si scontrano inizieranno il 6 luglio. 

Calendario aggiornato delle uscite

 

Un anno di lavoro del direttore Ugo Malaguti e soprattutto degli amici che hanno aderito alla lista della Fenice, mostrando amore per la fantascienza e vera passione, stanno cominciando a dare i loro frutti.

Dopo l’uscita dei primi tre titoli in attesa, che trovate indicata qui sopra, seguiranno

Biblioteca 47   C’era una volta il futuro di Renato Pestriniero

Contrada 8 Il   Clandestino dell’astronave di Lester del Rey

Biblioteca 45   Dumarest ai confini del nulla di E. C. Tubb

Contrada 9      I signori dell’infinito di Cordwainer Smith

Biblioteca 48   Dumarest: Ritorno alla Terra di E. C. Tubb

 

Per la necessità di tenere conto delle ferie della varie tipografie, non siamo ancora oggi in grado di indicare l’esatta data di uscita di ciascun volume, potendo solo avere finalmente la certezza che tutti usciranno entro l’estate. Nella prossima Newslettter contiamo di fornire dati più precisi. Chiediamo in particolare agli amici che attendono gli ultimi due volumi del monumentale ciclo di Dumarest di avere ancora un attimo di pazienza. Il grosso della lavorazione è stato concluso, ora si tratta solo di completare il lavoro tecnico, ma possiamo assicurare con certezza che ormai a breve anche questa impresa (che nessuno aveva mai tentato, vista l’imponenza e la lunghezza del ciclo) riusciremo a completarla.

Se poi nel corso dell’estate riusciremo con Estate Elara a risvegliare l’attenzione e l’interesse di un buon numero di lettori da troppo tempo in “sonno”, allora sì che non ci sarebbero limiti a quello che potremo fare per voi.

Buona lettura e buona estate a tutti. Noi ci saremo ogni settimana, per premiare i lettori più attenti e vivi.

Elara s.r.l.

Cinema

Bologna, piazza Re Enzo

OTTO LIBRI SOTTO LE STELLE

In collaborazione con Librerie Coop. Ambasciatori e La Linea
Ingresso libero

 

Anche quest’anno presentiamo alcuni libri selezionati tra le uscite editoriali recenti e introdotti da autori, curatori e ospiti. Ogni sera, nella suggestiva cornice di piazza Re Enzo, critici, studiosi, registi e professionisti del settore dialogheranno attorno ai temi e ai personaggi a cui sono dedicati i volumi: da Michelangelo Antonioni a Sergio Leone (raccontati da prospettive nuove e inedite), dallo sceneggiatore felliniano Tonino Guerra al grande direttore della fotografia Tonino Delli Colli. Luciano Tovoli svelerà i segreti degli inquietanti colori di Suspiria e Giuseppe Tornatore i retroscena del suo mai realizzato Leningrado. Si parlerà delle ultime evoluzioni di critica e cinefilia e dell’arte perduta dei ‘pittori di cinema’. Otto libri e otto incontri da non perdere.

 

PROGRAMMA

libri, storia

Mani pulite

E tuttavia, d’altra parte, ciò che bisogna dire, e che tutti sanno del resto, è che buona parte del finanziamento politico è irregolare o illegale. […] Se gran parte di questa materia deve essere considerata materia puramente criminale, allora gran parte del sistema sarebbe un sistema criminale.” Queste parole risuonarono alla Camera dei Deputati il 3 luglio 1992. A pronunciarle fu Bettino Craxi, segretario del Partito Socialista Italiano. Nei primi mesi dell’inchiesta Mani Pulite spettò al politico milanese, il principale indagato, spiegare la verità: tutti i partiti erano a conoscenza del sistema di tangenti per l’assegnazione degli appalti pubblici.

L’unica ricostruzione possibile

A ventitré anni di distanza da Tangentopoli, Mattia Feltri – firma della Stampa e nonché giornalista di coraggiosa fede garantista – ha deciso di raccontare Mani pulite, l’inchiesta condotta da un pool di magistrati milanesi a partire dal 1992. I pubblici ministeri Piercamillo Davigo, Gherardo Colombo e Antonio Di Pietro scavarono nelle intricate e fosche relazioni tra i partiti della Prima Repubblica e l’imprenditoria italiana, denunciando un vasto giro di tangenti. Per Mattia Feltri ci sono ancora troppi dubbi da risolvere: dai metodi, giudicati eccessivamente coercitivi, ai sospettati, con tanti nomi celebri sfuggiti alle indagini. In Novantatré: l’anno del terrore di Mani pulite (Marsilio, 2016) il giornalista ricostruisce giorno per giorno il 1993, evidenziando le notizie più rilevanti. Feltri lo confessa: anche lui ha tifato, come molti, per Di Pietro e i suoi colleghi, ma adesso, a distanza di anni, ha dovuto ammettere i tanti aspetti poco chiari della vicenda giudiziaria.

Dubbi e retroscena

Cosa fu l’inchiesta Mani pulite? C’è chi la definì una congiura dei partiti o un complotto orchestrato da potenti lobby straniere. Feltri nega qualsiasi ipotesi cospirazionista, ma riconosce l’esistenza di interessi politici ed economici che in alcuni casi incentivarono il clima inquisitorio di Mani pulite. È innegabile che il 2 giugno 1992, sul panfilo della casa regnante inglese, Britannia, a poche miglia dal porto di Civitavecchia, si svolse un incontro riservato sulle privatizzazioni delle aziende pubbliche italiane. Verosimilmente la confusione politica interna agevolò la speculazione finanziaria. Nel racconto di Feltri emerge l’eccessiva mediatizzazione dell’inchiesta, costantemente sotto i riflettori dei telegiornali e di programmi televisivi confezionati ad hoc. Da casa si tifava per Di Pietro e si invocava la repressione per i corrotti. Bastava un avviso di garanzia, che non è sinonimo di colpevolezza, per essere condannato in direttissima dai media e dall’opinione pubblica. Non tutti riuscirono a sopportare questo stato di cose. Politici e servitori della giustizia, come il magistrato Domenico Signorino, o imprenditori, ricordando, per esempio, Raul Gardini, preferirono suicidarsi per sfuggire alla calunnia. Le notizie trapelavano con troppa facilità dai tribunali e i maggiori quotidiani erano propensi a pubblicare anche i verbali degli interrogatori, accentuando lo sdegno degli italiani.

Finta rivoluzione

Mani pulite fu una rivoluzione? Così la presentarono i media e alcuni partiti politici, ma essa naufragò negli anni. Il libro di Feltri ci aiuta a ricostruire con lucidità quanto avvenne nel 1993, con una disamina lontana dai fumi forcaioli che hanno segnato l’immaginario italiano di quel periodo.

http://www.barbadillo.it/75269-libri-novantatre-di-mattia-feltri-la-foto-autentica-della-falsa-rivoluzione-di-tangentopoli/

Argomenti vari, libri

Storia d’Italia

Una delle ragioni per le quali il nostro Paese non riesce ad uscire dal pantano politico-istituzionale, va individuata nella scarsa propensione delle nostre classi dirigenti all’autocritica. Tale capacità, che connota sempre le élite, può essere indotta solo da un serio confronto con la storia nazionale. Alcuni, tra i politologi più noti, stanno elaborando un approccio critico alla nostra contemporaneità. Tra essi, uno ruolo di rilievo è svolto, da anni, da Giorgio Galli, studioso di vaglia, già ordinario all’Università di Milano.

Lo si evince dalla sua ultima pubblicazione, La stagnazione d’Italia. Dalla ricostruzione alla corruzione in dieci nodi della storia italiana dal 1945 al 2017, fresco di stampa per i tipi dalla OAKS editrice (euro 12,00). Il libro raccoglie gli esiti di una serie di conversazioni intrattenute dall’autore con Luca Gallesi e Gian Guido Oliva. Dalle pagine del volume emerge una esegesi delle vicende italiane che, da un lato, colloca il Bel Paese lungo la traiettoria storico-politica seguita dalle democrazie d’Occidente, segnate, dapprima, dalla conquista dei diritti e del welfare nel “Trentennio glorioso” fino agli anni Settanta, e in seguito connotate da una netta inversione di tendenza, amplificatasi con la crisi del 2007. Nonostante ciò, le pagine di Galli fanno emergere, in modo altrettanto chiaro, l’ambiguità del caso Italia, stretto attorno a dieci nodi irrisolti e drammatici.

Il primo di essi è colto nel ‘golpe invisibile’, evocato da Ferruccio Parri, messo in atto ai suoi danni nel 1945. Quanto accadde in occasione della caduta del governo presieduto dal leader partigiano, fu magistralmente registrato in una pagina di Carlo Levi,  nel romanzo L’Orologio. Levi qui descrive, servendosi di pseudonimi, l’azione politicamente ‘stabilizzatrice’, messa in atto, dopo l’effimera parentesi resistenziale, dal segretario liberale Cattani, da De Gasperi e da Togliatti. In una parola “le forze della continuità e della restaurazione […] presero il sopravvento sulle forze della trasformazione e della rivoluzione democratica” (p. 11). L’accordo tra il leader DC e Togliatti prefigurava la futura polarizzazione del bipartitismo imperfetto, che bloccherà la dialettica politica per lungo tempo. IL PCI, con la defenestrazione di Parri e l’accantonamento delle sue riforme economico-fiscali, accettò le imposizione moderate della DC, favorendo il riemergere della classe dirigente prefascista. Il Paese reale tornò ad opporsi al Paese legale.

L’egemonia moderata venne confermata con il plebiscito elettorale pro DC del 18 aprile del 1948. La reazione comunista alla marginalizzazione politica delle masse fu teatralmente inscenata subito dopo l’attentato di Pallante al ‘Migliore’, il 14 luglio di quell’anno mirabile. Le piazze non potevano capovolgere il risultato del voto, e la classe dirigente comunista mostrò il suo velleitarismo, non riuscendo né a guidare, né, tantomeno, a sconfessare le manifestazioni violente esplose nelle nostre città. Non fu la vittoria di Bartali al Tour a placare le folle inneggianti alla Rivoluzione, ma l’azione dei vertici ‘normalizzatori’ del PCI e quella del governo. Le elezioni successive mostrarono un tratto che resterà invariato nella vita contrastata della Prima Repubblica “un costante travaso di voti dai socialisti ai comunisti fino all’implosione dell’URSS […] e, a destra, un costante ammonimento alla DC perché non si discostasse da posizioni conservatrici” (p. 27). Ma paradossalmente, proprio l’apertura di Tambroni al MSI di Michelini, che si apprestava, con il Congresso di Genova del 1960, a storicizzare l’esperienza fascista, fu l’espediente con il quale si chiuse definitivamente la parentesi centrista e si inaugurò l’apertura ai socialisti. La lunga e discussa stagione del centro-sinistra. L’operazione Tambroni-Gronchi ebbe un seguito nel 1976, con la scissione di Democrazia nazionale dal MSI, che avrebbe dovuto offrire un appoggio a destra alla DC, per impedire il compromesso storico. A dire di Galli tale tentativo sarebbe fallito: i DC,   Moro in particolare, erano fermamente contrari all’ingresso dei comunisti nella stanza dei bottoni.

Nodo cruciale della storia della prima Repubblica è da individuarsi nell’omicidio di Enrico Mattei “La morte di Mattei consegna l’Eni a Cefis, uno dei protagonisti del’golpe invisibile’ di ceti senza capacità imprenditoriali” (p. 39). L’ascesa politica di questo personaggio, rappresentante del capitalismo parassitario, indusse il socialista di sinistra Riccardo Lombardi, a rifiutare l’incarico ministeriale che gli era stato proposto nel primo governo Moro. Il “tintinnare di sciabole” prodotto dal presunto golpe del generale De Lorenzo, servì in verità a coprire la responsabilità di politici in combutta con l’emergente capitalismo affaristico-burocratico. Si affermò, in tal modo, la “strategia della tensione” o, per dirla con Galli della Loggia,  la stagione delle “tensioni con varie strategie”, di cui furono protagonisti servizi segreti, fascisti, anarchici, mafia e massoneria (P2). Le stragi, e Piazza Fontana in particolare, per Galli dovevano servire a bloccare l’avanzata delle sinistre. Sotto il profilo elettorale, il risultato non fu conseguito. In realtà, il vero golpe lo preparava l’Italia ‘sotterranea’ “né fascista né antifascista […] e avente come protagonista un ceto finanziario speculativo del quale è emblematico proprio Michele Sindona” (p. 56). Si trattò di un golpe bianco, che utilizzò i soggetti politici disponibili su piazza, forte di protezioni internazionali, soprattutto nord-atlantiche.

Il nodo essenziale della storia italiana, quindi, è da individuarsi nella lotta intestina che contrappose la borghesia tradizionale, incarnata dalla famiglia reale dell’imprenditoria italiana, gli Agnelli, alla nuova ‘borghesia di Stato’, affaristica in senso greve e parassitaria. La sua azione sulla scena politica nazionale sarebbe stata impersonata da politici, all’interno della sequela che da Cefis passa per Craxi ed, infine, giunge a Berlusconi e Renzi “personalità politiche con forti analogie” (p. 58). Un segno del cambio delle consegne, a favore del nuovo ceto borghese, sarebbe da individuarsi nella indegna liquidazione che fu realizzata a danno di un’industria prestigiosa, l’Olivetti. A differenza di Galli, siamo convinti che tale disputa sia stata una guerra per bande. Quella che lo studioso milanese definisce la borghesia tradizionale, in realtà non fu mai tale. La FIAT è  un’industria della ‘borghesia di Stato’ che, proprio come le imprese dei paladini dell’ultimo capitalismo nostrano, forse con minore evidenza e clamore, ha cercato comunque di profittare di governi e regimi diversi, fascismo incluso. I nodi della storia italiana si scioglieranno solo quando tornerà al centro della scena nazionale  l’obliato, a destra e a manca, bene comune.

Un libro che discutendo il nostro passato recente, consente di pensare a scenari futuri che non  sembrano promettere grandi cambiamenti.

http://www.barbadillo.it/75408-libri-la-stagnazione-ditalia-di-galli-la-storia-del-nostro-paese-in-dieci-nodi/

editoria

Elara informa

Informiamo i nostri lettori che domani iniziano le spedizioni de La città degli invisibili di A. E. van Vogt, mentre per i Contradaioli avvertiamo che la settimana prossima verrà spedito Quando i mondi si scontrano.

Visto il notevole numero di prenotazioni del volume di van Vogt, invitiamo tutti i lettori interessati ad affrettarsi a inviare la prenotazione, per evitare lunghe attese di una ristampa.

Ricordiamo altresì che sono ancora disponibili alcune copie del volume Il Perdigiorno 1, la nuova collana letteraria inaugurata da Il mercatino dei sogni del grande scrittore e poeta Michael Ende.

A questo proposito, da domani saranno di nuovo disponibili

– La seconda edizione di STEAMPUNK a cura di Ann e Jeff Vandermeer

– La seconda edizione di IL SIGNORE DI SAMARCANDA di Robert E. Howard

Le ristampe di

– VENISS UNDERGROUND di Jeff Vandermeer

– LA CITTA’ DEI SANTI E DEI FOLLI di Jeff Vandermeer

– OPERAZIONE EUROPA a cura di Pier Luigi Manieri

Potete da domani ordinare tutti questi volumi con Paypal.

In questo modo abbiamo ripristinato la disponibilità di volumi molto richiesti, soddisfacendo i desideri di tanti lettori rimasti in attesa di ristampe per molto tempo, e sgomberando il passo all’uscita delle novità che si succederanno, da questo mese, al ritmo di due/tre al mese.

Prima di effettuare il vostro ordine controllate nel catalogo del sito www.elaralibri.it la disponibilità di quanto richiesto. Si avvicina l’estate, è il periodo di procurarsi le scorte di libri per le letture sotto il solleone, affrettatevi.

                                             Elara s.r.l.

autori

Televisione

Carlo Freccero, in quota M5S nel CDA della RAI, pubblica un articolo sul Manifesto che riportiamo sotto al suo libro più famoso (che trovate su Amazon)

La sinistra è oggi in crisi e si chiede come potrebbe parlare ai nuovi populismi per ricondurli nei binari di una democrazia elitaria che assomiglia più ad un’oligarchia che ad una democrazia in senso proprio.

Viceversa, anche quando dice di voler ascoltare il malessere di cui i populismi sono espressione, la sinistra si trincera nei luoghi comuni del politicamente corretto. Mentre, secondo me, basterebbe un’autoanalisi oggettiva per capire le cose da un’altra angolazione. La domanda è cos’è oggi la sinistra e cos’era una volta la sinistra? Perché c’è stato un così radicale cambiamento? So già la risposta. Ci sbagliavamo. E se ci sbagliassimo adesso?

In ogni caso riflettere su cosa sia stata la sinistra alle sue origini, contiene già la risposta al problema del populismo oggi.

Prima il populismo di destra non c’era perché molte delle istanze del populismo di oggi erano a sinistra. E la crescita dei diritti del popolo non era considerata reazionaria, ma progressista.

La grande frattura a sinistra inizia con la cosiddetta terza via e la resa completa dai progressisti nei confronti del neoliberismo. Da allora siamo immersi nel pensiero unico tanto da aver perso la memoria di noi stessi.

Nel 1968 avevo vent’anni ed ero di sinistra. Cosa significava allora essere di sinistra? Credere nella lotta di classe e nella coscienza di classe. Nessuno pensava allora che nel popolo ci fosse qualcosa di sbagliato che le élites dovevano “raddrizzare” per il bene del popolo stesso. Era il popolo che, assumendo coscienza, poteva e doveva guidare la società. E questo concetto, prima che di sinistra, è democratico.

Cos’è oggi essere di sinistra?

Essere politicamente corretti. Accettare il pensiero unico in maniera acritica e credere, presuntuosamente che, in quanto detentrici del pensiero unico, le élites devono guidare un popolo ignorante e rozzo, irritante per la sua mancanza di educazione.

È vero, questo popolo, il popolo che si raccoglie sotto l’etichetta di “populismo” non ha nulla a che fare con il concetto di “coscienza di classe” sulla base della quale, invece il proletariato marxista era considerato in grado di fare le scelte migliori per la società tutta. Ma è comunque un popolo che esprime un malessere, che coglie delle contraddizioni che sono reali e drammatiche, nella narrazione idilliaca del pensiero unico che vede nel neoliberismo e nei suoi diktat “il migliore dei mondi possibili”.

In quanto poi all’educazione al “politicamente corretto” che distingue le élites del popolo e che dovrebbe costituire la ragione della loro superiorità rispetto al popolo, siamo sicuri che sia “vera” e non sia piuttosto frutto di propaganda?

Da quando studio la propaganda non credo più al politicamente corretto. I diritti umani a cui abbiamo sacrificato i diritti sociali, mi sembrano usciti direttamente dalla Finestra di Overton, una metodologia per condizionare l’opinione pubblica con un graduale e progressivo lavaggio del cervello.

Cosa resta di sinistra a sinistra?

L’apparente solidarietà per gli ultimi. Oggi l’attenzione che ieri si tributava al proletariato, viene tributata ai migranti. È evidente che usare un linguaggio come quello della Lega e negare ogni forma di solidarietà è disturbante, scandaloso.

Ma almeno attrae l’attenzione su un fenomeno su cui, come altri considerati “naturali” dal pensiero unico, non ci poniamo alcun interrogativo. Per le élites i migranti non costituiscono problema perché risiedono in altri quartieri e insidiano posti di lavoro e salari che sono appannaggio delle classi più impreparate alla competizione neoliberista. Ma proprio ponendoci dal lato dei migranti e dei loro diritti, quale maggior diritto dovremmo riconoscere loro, se non il diritto a non emigrare, a non rischiare la vita su barconi improvvisati, a non subire violenze ed abusi, a non conoscere il disprezzo e il razzismo delle società che non vorrebbero accoglierli?

Sono stupefatto di vedere che il buonismo di sinistra si limita all’accoglienza ma non si pone mai il problema delle cause. Perché ci sono oggi tanti migranti? Perché siriani e libici che fino all’intervento dell’Occidente godevano di un tenore di vita elevato, sono oggi profughi in terra straniera? Non sono forse vittime di quel “politicamente corretto” che ci obbliga, come occidentali a continue missioni di pace e di solidarietà per restituire la democrazia ai paesi ancora al di fuori delle regole del neoliberismo? Non si tratta di “aiutarli a casa loro” ma di lasciarli in pace a casa loro.

L’ottusa opposizione populista all’immigrazione, segnala comunque un problema che alle sinistre tradizionali sfugge, perché, nell’ordine del discorso del pensiero unico dove tutto è “naturale”, e tutto è “irriformabile” e l’unica risposta possibile non è la coscienza, ma la carità.

Ma essere di sinistra non può ridursi ad un atteggiamento caritatevole, richiede piuttosto una visione diversa della società, rispetto all’ordine vigente. (da Il manifesto)

http://www.barbadillo.it/75292-il-punto-di-c-freccero-perche-la-sinistra-del-politicamente-corretto-e-perdente/

biblioteca

Libri all’ Ariostea

Incontro con l’autore lunedì 11 giugno 2018 ore 17
Porfirio. Vita di Pitagora – Lettera a Marcello

A cura di Marco Vannini

Lorenzo de Medici Press, 2017
Dialoga con il curatore Marcello Girone Daloli
Alle origini della filosofia occidentale sta, circonfusa di leggenda, l’affascinante figura del sapiente cui si deve il conio stesso della parola “filosofia”: Pitagora. Verso di lui anche Platone esprime la più profonda venerazione, per cui non meraviglia che il platonico Porfirio scriva questa “Vita di Pitagora”, nella quale l’amore per il Maestro non è però disgiunto dal rigore storiografico. Siamo al tramonto del mondo antico, quando ormai il cristianesimo sta soppiantando l’antica religione, per cui il pagano Porfirio (234-305 ca.) presenta in Pitagora la filosofia come genere di vita ascetico e religioso, in grado non solo di contrapporsi a quello cristiano, ma, anzi, di superarlo in verità.
Il libro presenta anche la splendida “Lettera a Marcella” in una nuova traduzione, con introduzione e note di Marco Vannini.
Marco Vannini ha insegnato Storia della Filosofia antica all’ Università di Firenze e Storia della mistica all’ Istituto di Scienze Religiose di Trento. Da mezzo secolo si dedica allo studio della tradizione spirituale dell’ Occidente, curando la prima edizione italiana di numerosi autori, antichi, medievali e moderni. Ha pubblicato, tra l’altro, una Storia della mistica occidentale e un volume sulla Mistica delle grandi religioni

Incontro con l’autore martedì 12 giugno 2018 ore 17
Cancro. La linea di partenza per la tua Rinascita

Presentazione del libro di Mara Mussoni

Verdechiaro editore, 2018
Prefazione di Ivano Hammarberg Ferri, medico chirurgo, specialista in oncologia, omeopata e omotossicologo.
L’esperienza del mio primo cancro in giovane età – a soli 18 anni – mi ha insegnato che nei momenti difficili della vita, anche se spesso siamo circondati da tante persone, in realtà siamo soli. Mi ha insegnato che se si vuole ottenere qualcosa o anche “solo” vivere meglio, bisogna rimboccarsi le maniche e darsi da fare. Il mio secondo cancro – esattamente 20 anni dopo – inoltre mi ha insegnato che non si finisce mai di imparare e che a volte bisogna arrivare al fondo, per poter risalire e rinascere nuovamente. Il mio percorso di crescita personale mi ha portata alla consapevolezza che cambiare, o anche semplicemente migliorare, si può, partendo da piccoli passi quotidiani, che porteranno inevitabilmente a grandi conquiste future. Questo libro è il frutto dei miei studi e della mia conoscenza in campo olistico/umano, parla dei 23 punti di forza, che ogni essere umano, senza distinzione di età, sesso o razza, ha e invita con semplici ma efficaci esercizi pratici a prendersi la responsabilità della propria vita, soprattutto in un momento difficile, come quello della malattia. Un libro pratico-teorico, in realtà, utile a tutti coloro che credono che il cambiamento non è solo una fase naturale dell’esistenza, ma un atteggiamento costruttivo della propria evoluzione. Perché il cancro non è un punto di arrivo, ma la linea di partenza per la tua rinascita!
Mara Mussoni mamma di due bellissime gemelle, ha affrontato due cancri a testa alta, con la consapevolezza che la forza l’avrebbe trovata e generata dentro se stessa. Sognatrice, ma al tempo stesso molto pragmatica, ha trovato nel coaching la sua strada. Si è formata in Cancer Coaching presso la scuola IAPCC in Canada (International Association of Professional Cancer Coaches). L’Associazione Internazionale di Cancer Coach Professionisti conta già molti coach “survivor”, ovvero liberi professionisti che supportano e aiutano altri pazienti. Da oltre un anno collabora con il dottor Ivano Hammarberg Ferri, affiancando le donne in un percorso a 360 gradi.
Invito alla lettura mercoledì 13 giugno 2018 ore 17
Viaggi e miraggi

Consigli di lettura (e di viaggio) della Compagnia del libro

Letture e analisi di Sabina Zanquoghi, Davide Tonioli, Stefano Poledrelli, Elisa Orlandini e Alberto Amorelli
Con la partecipazione straordinaria di Davide Tonioli, autore de “La Via degli dei a fumetti”
“Il viaggio non soltanto allarga la mente: le dà forma” (Bruce Chatwin, Anatomia dell’irrequietezza)
Che valore ha assunto il viaggio in una società in cui spostarsi (da casa all’ufficio o dalla propria città al polo opposto del globo) è genericamente divenuta un’attività che non richiede alcuno sforzo se non quello di comprare un biglietto tanto più costoso quanto più è lontana la meta da raggiungere? Ormai si può arrivare pressoché ovunque. Così serviranno un altro atteggiamento e un’altra curiosità per trovare forme di “scoperta” anche in ciò che è noto.
La Compagnia del Libro si occupa questo mese di letteratura di viaggio. Viaggi lenti e alternativi, viaggi ribelli in cui riappropriarsi dello spazio diviene una vera e propria avventura. In Vespa, a piedi, in bici e facendo l’autostop, attraverseremo valichi e frontiere in continenti lontani o, magari, giusto a pochi passi da casa.
A cura della Compagnia del libro – Gruppo del Tasso di Ferrara
Invito alla lettura giovedì 14 giugno 2018 ore 17
Vos dal mié paés (Voci del mio paese)

Presentazione del libro di Turiddo Zanzi

A cura di Roberta Zanzi e Floriana Guidetti
Dialogano con le curatrici Ivano Guidetti e Fabrizio Oppi
Questa, di Turi, è una raccolta di emozioni, di ricordi narrati con la poesia del cuore, più che delle rime, con il candore e la genuinità delle persone semplici e spontanee, di quella gente di antico stampo, schietta e sempre pronta a dimostrare agli altri una concreta solidarietà. Ci sono scritti scherzosi, dedicati agli amici in qualche occasione conviviale, ma ci sono anche ricordi di un’infanzia segnata da momenti difficili, riflessioni su piccoli e pur grandiosi aspetti naturali, che dalle fasi briose della primavera si fanno compagni nel cammino fino all’autunno della vita, pensieri struggenti e accorati, legati all’amore contrastato per una bella ragazza, ma con il dolce epilogo, dopo tante vicissitudini, che porta i due giovani ad una lunga vita insieme. Turi e Ornella, con tanti altri comprimari, sono i protagonisti di queste storie, come lo sono stati con la loro attività nella storia del paese, in un’epoca nella q uale era usuale conoscersi tutti quanti e condividere, nel bene e nel male, le vicende dell’esistenza, talvolta complicate e non di facile soluzione. È per questa atmosfera che tanti marraresi si riconoscono in questi scritti e si può ben comprendere il perché di quel senso di rispetto e di stima che Turi si è meritato, nell’arco di una vita lunga e laboriosa, da parte di tutta la gente del suo paese, che gli ha sempre voluto bene.
Turiddo Zanzi, nato a Ferrara nel 1925, ha vissuto tutta la vita a Marrara, lavorando prima come operaio agricolo e poi meccanico fino agli anni ’60. Poi, insieme alla moglie Ornella, ha gestito un’attività commerciale, sostenendo nel contempo il gruppo sportivo locale, la “Polisportiva Marrarese”, della quale è stato presidente fino alla pensione e alla quale ha dedicato passione e impegno per molti anni, incoraggiando anche i più piccoli a dedicarsi al calcio. Tutto questo lo ha reso molto conosciuto e stimato nella piccola comunità locale. Ritiratosi dall’attività lavorativa, ha lasciato anche la presidenza del gruppo ai più giovani, per dedicarsi ai suoi hobby preferiti: la costruzione di miniature degli edifici caratteristici del territorio, degli attrezzi agricoli che usava per il lavoro in gioventù e la scrittura di poesie in dialetto ferrarese. E’ mancato nel novembre 2017, esattamente sessant’anni dopo il suo matrimonio con Ornella.
Con il patrocinio del MAF (Centro di Documentazione del Mondo Agricolo Ferrarese)
Biblioteca Giorgio Bassani

libri

Italia in frantumi

Un’azione dannosa di tale e plateale entità, che non basta a spiegarla l’incapacità del governatore: col senno di poi, vi si deve vedere una concertata, coerente e prolungata operazione di deliberato depauperamento dello Stato italiano, di dequalificazione dei lavoratori, di deprivazione di industrie avanzate o di alta tecnologia via “privatizzazioni” (aviazione, elettronica, difesa) per farlo “entrare in Europa” (Il trattato di Maastricht era stato appena firmato, nel febbraio 1992) in condizioni di inferiorità e di autonomia economica degradata.

Altrimenti non si spiega come, dopo l’insensato e costosissimo fallimento nella pretesa difesa della lira, Ciampi venga messo a capo del governo da Scalfaro, come venerato “tecnico”: Si noti, dopo che il governo Amato si dimette (aprile 1993) senza aver ricevuto il voto di sfiducia in parlamento, e Ciampi passa da Bankitalia al governo solo quattro giorni dopo. E’ praticamente un putsch: è la seconda volta nella storia d’Italia che un capo del governo viene scelto fuori dal parlamento – il primo essendo stato, il 25 luglio ’43, il generale Badoglio. Sono i mesi in cui infuria Mani Pulite, che annichila i partiti, specie il PSI di Craxi, si sbattono in galera il presidente dell’ENI Cagliari (suicida), si “suicida” Gardini della Ferruzzi… Nel giugno 1992, lo yacht della regina di Inghilterra, il Britannia, appare al largo di Civitavecchia e – in territorio britannico – salgono dirigenti italiani dell’IRI che discutono le privatizzazioni con banchieri americani e inglesi. Il discorso viene introdotto da Mario Draghi, allora funzionario del Tesoro. Ciampi accelera le privatizzazioni, coadiuvato da Romano Prodi rimesso alla presidenza dell’IRI per smantellarla.

E tutto ciò – privatizzazioni e il resto – non avvengono affatto come operazioni “di mercato”, ma al contrario: come imposizioni di Stato. Di uno Stato, s’intende, il cui centro è stato occupato da una centrale di potere auto-distruttiva.

Le vendite-svendite a stranieri hanno anche un altro effetto: “Attraverso il trasferimento all’estero dei profitti e dei risparmi, all’esterno dunque del sistema produttivo nazionale in luogo del loro sviluppo interno, si innesca a nostro danno un potente meccanismo di sottosviluppo” (Antonio Venier, Disastro di una nazione, Ar, 1997).

Così ci hanno fatto entrare nella UE. “Il patto di stabilità”, approvato dai nostri politici nel ’97, “provoca conseguenze gravemente dannose perché impedisce le politiche economiche espansionistiche in periodo di recessione e disoccupazione”. Il divieto di superare l’arbitrario 3% del Pil come deficit annuo,”condanna il nostro paese alla recessione permanente. E’ infatti noto, e confermato dall’esperienza di questo secolo, che il solo mezzo possibile di rilancio dell’attività economica in un paese industriale consiste nella spesa da parte dello Stato”, non finanziata da pressione fiscale aggiuntiva ma dal debito pubblico.

https://www.maurizioblondet.it/ricordo-il-fosforo-di-crotone-penso-allilva-di-taranto/

libri

Slow reading

Incontro con l’autore lunedì 4 giugno 2018 ore 17

Il tempo interiore. L’arte della visione di Andrej Tarkovskij

Presentazione del libro di Filippo Schillaci

Edizioni Lindau, 2017
Introduce Francesca Mariotti, presidente dell’Associazione Olimpia Morata di Ferrara
Intervengono Paolo Micalizzi (critico e storico del cinema) e Alberto Squarcia (Presidente Ferrara Film Commission)
La presentazione sarà arricchita da immagini e frame cinematografici. L’autore, che si occupa da oltre un ventennio di fotografia e cinema d’autore, esamina l’opera del maestro russo da un punto di vista fino a oggi inesplorato dalla critica, ovvero come forma d’arte innanzi tutto visiva. Dalla sua indagine emerge un Tarkovskij nuovo e sotto molti aspetti ancora sconosciuto a trent’anni dalla sua scomparsa. Per Andrej Tarkovskij fare cinema non consiste nel raccontare «piccole “storie”». I suoi film si presentano allo spettatore come opere di un’arte più vicina alla musica e alla poesia che alla letteratura. Rappresentazioni della vita che scorre nel fluire del tempo, essi ci immergono in un narrare in cui l’azione si è ineffabilmente rarefatta lasciando il posto a meditazioni che si fanno pura immagine, immerse nel silenzio e nel tempo. Un altro tempo.
Nell’ambito del progetto di SLOW READING, a cura dell’Associazione Olimpia Morata di Ferrara in collaborazione con Ferrara Film Commission

Conferenze e Convegni martedì 5 giugno 2018 ore 17

Cambiamenti climatici e loro previsioni

Conferenza di Gian Battista Vai

Si possono prevedere e chi o che cosa ne è responsabile?
Alluvioni, frane, terremoti, eruzioni vulcaniche scrivono una storia d’Italia in cui si succedono disastri, perdite di vite umane, danni economici, sconvolgimenti sociali. Di questa storia non si vede la fine, e mentre nuovi rischi incombono non abbiamo evitato i disastri che già furono delle società antiche. Ci hanno ormai convinti che i disastri naturali siano imprevedibili, escluse le catastrofi antropiche-climatiche ‘da fermare’. Cosa pensano gli studiosi della previsione? C’è una strada per pensare al futuro?
Testo consigliato: E. Guidoboni, F. Mulargia, V. Teti, Prevedibile Imprevedibile: eventi estremi nel prossimo futuro, Rubbettino, Soveria Manelli 2015, in cui sono sviluppati alcuni temi che verranno introdotti dal professor G.B. Vai.
Didascalia dell’immagine allegata: Colonia del corallo Cladocora caespitosa che 125 mila anni fa, nel Pleistocene superiore, formava scogliere costiere nel Golfo di Taranto e lungo l’intero bordo del Mediterraneo (foto prof. G.B. Vai).
A cura dell’Accademia delle Scienze di Ferrara

Incontro con l’autore mercoledì 6 giugno 2018 ore 17

L’occhio profondo

Presentazione del libro di Edoardo Penoncini

Al.Ce. Editore, 2018
Introduce e dialoga con l’autore Roberto Dall’Olio.
«Il poeta “nascosto” nel senso epicureo del “vivi nascostamente”… un poeta tuttavia che è visibile, quindi è nascosto, ma non appartato, chiuso, anzi, il suo occhio profondo è sempre aperto sul mondo, o sui mondi, che molteplici si intersecano nelle nostre vite come nella sua poesia…» (dalla Prefazione di Roberto Dall’Olio).
A tre anni dall’ultima raccolta in italiano (Vicus felix et nunc infelix. La luce dell’ultima casa, Al.Ce. 2015) torna con la sua «penna arguta, sottile, massiccia, paziente, meditata, scattante» (Prefazione) dopo aver «sistemato tutto/ sciolto l’ingorgo/ liberato l’amore della città/ sublimato il nostos del borgo/ e ammansito thanatos» con una raccolta che si potrebbe dire polisemica, dove l’esistenza con i suoi interrogativi non è solo quella del vissuto quotidiano tra l’esistenziale e lo spirituale, ma anche ciò attraverso cui veicoliamo il nostro vissuto, la parola e il sistema che la sorregge.
Edoardo Penoncini nasce nel 1951 ad Ambrogio di Copparo (Fe); dopo la laurea a Bologna, collabora per alcuni anni con le cattedre di Storia bizantina della Facoltà di Lettere e Filosofia e di Storia medievale della Facoltà di Magistero dell’Università degli Studi di Bologna; per tre anni è borsista presso l’Istituto per la storia di Bologna e redattore della “Rivista di studi bizantini e slavi”. Ha insegnato Lettere nella scuola secondaria fino al 2011 e collaborato per venticinque anni con la rivista “Scuola e didattica”: suoi lavori sono apparsi su riviste di storia e di didattica della storia e in volumi collettanei. In versi ha pubblicato otto raccolte ed è presente in diverse antologie. Tra i riconoscimenti più recenti mel 2017 il premio Pasini, il premio Gozzano e il premio il Bottaccio.
Con il patrocinio del Gruppo Scrittori Ferraresi

Incontro con l’autore giovedì 7 giugno 2018 ore 17

Le mille verità

Presentazione del libro di Francesco Casoni

Apogeo Editore, 2017
Due misteriose esplosioni hanno colpito il Comune di Porto Tolle. È una notizia clamorosa, quella capitata per le mani di Paolo, svogliato e disilluso giornalista di provincia, che si trova precipitato in una vicenda destinata a buttare all’aria il suo tran tran quotidiano. Un attentato terroristico? Un drammatico incidente? Un complotto politico? Giorno dopo giorno, si affastellano mille verità sull’accaduto. Ma cos’è successo veramente? E Paolo è sicuro di volerlo sapere davvero? Una commedia grottesca ambientata tra il Delta del Po e la città più noiosa d’Italia.
Francesco Casoni è nato a Rovigo nel 1980, è attualmente uno dei responsabili del Centro Servizi per il Volontariato della provincia di Rovigo. Giornalista, ha lavorato per il “Corriere del Veneto” e collabora all’emittente radiofonica Radio Kolbe di Rovigo. E’ anche disegnatore di fumetti e ha pubblicato con un amico, con lo pseudonimo Herschel & Svarion, il libro “Scarafaggi”. E’ tra i principali collaboratori della rivista REM e responsabile del blog www.remweb.it.

Incontro con l’autore venerdì 8 giugno 2018 ore 17

A cosa pensi?

Presentazione del libro di Chiara Cerigato

Parteciperà all’evento e parlerà direttamente della propria malattia Simona Anedda, alla cui storia si ispira il volume.
Greta è tante cose: un’amante della libertà, una donna indipendente, sempre abituata a cavarsela da sola, un’appassionata di viaggi in solitaria per il mondo. Adesso è anche una disabile. Improvvisamente l’indipendenza viene sostituita nella lista delle priorità, cacciata a forza dalla malattia. A sostituirla è la ricerca di una felicità nuova e della sensazione di essere in un viaggio, nonostante tutto. Proprio un viaggio, sebbene non più in solitaria, porta Greta nella desiderata Islanda a incontrare persone, che formano un puzzle fondamentale per la riscoperta di una libertà diversa, ma vera.
Chiara Cerigato, classe 1992, dottoressa magistrale in Ingegneria Civile, da gennaio 2014 cura il blog di racconti “UnaOrdinataConfusione”. Instancabile viaggiatrice, ha girato il mondo in solitaria sempre con un quaderno e una penna a portata di mano