concorsi

Concorso Guido Gozzano

Sperando di fare cosa gradita segnaliamo la pubblicazione del bando della diciottesima edizione del Concorso nazionale di poesia e narrativa “Guido Gozzano”.

Scadenza bando: 10 Luglio 2017

 

Per informazioni : concorsogozzano@gmail.com

Sperando di fare cosa gradita segnaliamo la pubblicazione del bando della diciottesima edizione del Concorso nazionale di poesia e narrativa “Guido Gozzano”.

Scadenza bando: 10 Luglio 2017

Per informazioni : concorsogozzano@gmail.com

Sezioni A-B-C-D dedicate a Guido Gozzano :

poesia edita, silloge inedita, poesia inedita, racconto inedito

Sezione E-F dedicate ad Augusto Monti:

saggi, romanzi o raccolta di racconti su storie, leggende, fiabe e tradizioni popolari di ambito piemontese

Solo per le sezioni inedite B-C-D-F è possibile inviare le opere via e-mail

PREMI

SEZIONE A :

Primo classificato: 600 euro e diploma di merito con motivazione

Secondo classificato: 400 euro e diploma di merito con motivazione

Terzo classificato: 300 euro e diploma di merito con motivazione

SEZIONI B, C, D :

Primo classificato: 500 euro e diploma di merito con motivazione

Secondo classificato: 300 euro e diploma di merito con motivazione

Terzo classificato: 200 euro e diploma di merito con motivazione

SEZIONE E :

Primo classificato: 500 euro e diploma di merito con motivazione.

SEZIONE F:

Primo classificato: 300 euro e diploma di merito con motivazione.

PREMI SPECIALI

Sezione A : Premio speciale alla carriera – farfalla in filigrana e diploma con motivazione

Sezione A : Premio speciale per la migliore opera prima – farfalla in filigrana e diploma di merito con motivazione.

La Giuria ha la facoltà di attribuire altri Premi Speciali o Segnalazioni.

Cordiali saluti

Segreteria Concorso nazionale di poesia e narrativa “Guido Gozzano”

Biblioteca Poetica di Terzo (Al)

Scarica bando dal blog

https://concorsoguidogozzano.wordpress.com/bando/bando-2017/

Fai clic per accedere a bando-concorso-guido-gozzano-2017.pdf

 

libri

Obiettivo sugli UFO

E il “fenomeno UFO” è un fenomeno eminentemente visivo. Certo, innumerevoli testimonianze, un certo numero di tracce e di reperti attribuibili, ma soprattutto un numero sterminato di fotografie e filmati, e non disponendo di un UFO integro o a pezzi a disposizione, o di loro piloti vivi o morti, le immagini sono la “prova regina”. Sicché, partendo da questo presupposto venne in mente a me e a Sebastiano Fusco di mettere su un libro che presentasse in sequenza logico-cronologica e con relativo commento critico le più note, famose e controverse fotografie su questo enigma dei tempi moderni. Si intitolava Obiettivo sugli UFO: Fotostoria dei dischi volanti, lo pubblicò le Edizioni Mediterranee nel 1975, con una seconda edizione riveduta e ampliata nel 1978: fu il primo libro in Italia e il secondo al mondo di questo genere (cinque anni prima era apparso un libro spagnolo ma di assai più limitata prospettiva, Platillos volantes ante la camara di Antonio Ribera), nonché il primo che pubblicammo a doppia firma, ormai reperto storico e introvabile, tanto che nemmeno il sottoscritto è riuscito a rintracciare la propria copia! L’introduzione era dell’amico Roberto Pinotti, uno dei fondatori del CUN, il Centro Ufologico Nazionale, e già allora uno dei maggiori esperti italiani.
Dopo 42 anni le parti s’invertono. Roberto è oggi il massimo esperto italiano e internazionale di UFO con alle spalle un numero non calcolabile di libri, noi abbiamo preso strade diverse e ci siamo occupati di molti altri argomenti, tutti comunque eterodossi (qualcuno direbbe stravaganti), letterari o saggistici, ma lui mi ha richiamato in servizio per questa sua ultima fatica, UFO fra occhio e obiettivo. E non potevo certo esimermi dal farlo, memore dei nostri antichi interessi e della vecchia amicizia. In fondo, quando 50 anni fa il CUN nacque e decise di indire il primo congresso ufologico in Italia, il 24 e 25 giugno 1967 a Riccione, fra i giornalisti presenti all’evento c’ero anch’io, insieme al compianto amico Cesare Falessi.
Obiettivo sugli UFO conteneva 282 immagini. In seguito, fra il 1976 e il 1998, sono apparsi soltanto tre altri volumi fotografici, e tutti tedeschi (uno è stato pubblicato anche in italiano, Il segreto degli UFO di Adolf Schneider e Hubert Malthaner, mentre i due di Michael Hesemann, Geheimsache UFO e Die Kontakte sono inediti nel nostro Paese), con circa 150 immagini ognuno. Rispetto al nostro, questo libro di Roberto Pinotti ne contiene quasi il doppio, più di 500. Nel nostro libro prendevano in considerazione un periodo di 93 anni, dal 1883 al 1976, questo si riferisce a 134 anni, dal 1883 al 2017.
La storia si allunga, gli enigmi restano, la produzione di immagini si è moltiplicata grazie alla disponibilità da parte di tutti di marchingegni digitali che abbiano regolarmente in tasca (e che non si dovevano avere appresso per scelta e programma come le vecchie macchine fotografiche) che riprendono tutto il riproducibile in qualunque momento e non in specifiche occasioni, e lo riversano direttamente nella Rete senza passare al voglio di alcuna autorità o esperto. Mentre un tempo ci si rivolgeva a polizia, carabinieri, Aeronautica e agli ufologi del CUN o di altre associazioni, oggi chi ritiene di aver immortalato un “disco volante” non ci pensa troppo su e si precipita a “condividerlo” pavoneggiandosi sul profilo Facebook o su Youtube. Mandarlo a quotidiani e riviste quasi non ci si pensa più.
La moltiplicazione è stata così esponenziale con effetti positivi e negativi. Si calcola che nei primi cinquant’anni del “fenomeno UFO” 1947-1997 le immagini accreditate siano circa 2000, mentre nei successivi vent’anni 1997-2017 ve ne siano a disposizione almeno 8000. E come si fa a controllare se il risultato del materiale su Internet sia vero o un falso deliberato o un equivoco in buona fede? Il problema di oggi, che Pinotti affronta, è proprio questo anche se il rapporto vero/falso, in base alle statistiche, è praticamente sempre rimasto sulla base di un 10 per cento (tante infatti anche le foto presenti nel nostro libro del 1975 che nell’arco del tempo sono risultate tali in base a nuove indagini e tecniche di analisi). Insomma, delle circa 10.000 immagini oggi a disposizione, per le 2000 iniziali il lavoro di esame è relativamente semplice, mentre per le 8000 emerse in massima parte dalla Rete l’esame è complesso a causa del sistema digitale, ma si può dire che di esse almeno un migliaio sono state deliberatamente manipolate.
In UFO fra occhio e obiettivo Roberto Pinotti si districa in questo ginepraio basandosi sulla propria esperienza ed acume critico e con il suo catalogo dimostra come questo fenomeno persista dal 1947 (l’avvistamento Arnold) e continua ad essere regolarmente documentato da 70 anni. E da storico del fenomeno offre a chi ci crede e a chi non ci crede materiale visivo a iosa su cui ragionare, discutere, speculare e, perché no?, anche fantasticare, aspetto ancora non proibito dalle Autorità Costituite. Con l’aria che tira potrebbe anche succedere che la Commissione Europea decida di classificare gli UFO come balla, bufale, disinformazione bella e buona, una di quelle fake news dei giornalisti e dei politici conformisti e ignoranti insomma; e quindi di proibirne la diffusione di notizie e immagini in Rete…
E infatti c’è chi crede che gli UFO giungano dallo spazio e chi magari dal centro della Terra, o che siano più banalmente armi segrete americane o russe o di un IV Reich in attesa di rivincita. V’è chi crede che provengano da altre dimensioni accanto alla nostra o da un tempo diverso, passato o futuro.
Ma basterebbe che una sola di queste 500 foto presentate da Roberto Pinotti (così come una sola delle 282 di 42 anni fa) fosse incontrovertibilmente vera e non raffigurasse un evento astronomico o un pallone sonda o simili che gli “oggetti volanti non identificati£” diverrebbero realtà, ancorché per adesso ancora inspiegabile e soprattutto sempre visiva.
Insomma, siamo tuttora a confrontarci con quelle “cose che si vedono in cielo” come diceva Carl Gustav Jung nel 1958, quel “mito moderno” che abbiano collocato sopra le nostre teste. E che fotografiamo…

http://www.barbadillo.it/66851-il-caso-quando-il-24-luglio-del-1947-kenneth-arnold-avvisto-gli-ufo/

fantascienza

Elara comunica

Un’altra cosa: domenica scriverò il mio ultimo Punto di Ugo Malaguti che sarà spedito a tutte le centinaia e centinaia di ricettori della Newsletter. Successivamente, mi rivolgerò solo a chi sarà entrato nella mailing list. Per lavorare bene ho bisogno di interlocutori che almeno leggano quello che scrivo. Ci sono centinaia di persone che ricevono la Newsletter, e neanche la leggono, oppure seguono solo gli eventi che vi si descrivono e gli venga la rogna nera se mai acquisteranno o hanno acquistato un libro. Mia moglie si arrabbiava molto quando, ai tempi nei quali c’era ancora una linea telefonica riservata al pubblico, qualcuno chiamava chiedendo qualcosa d’impossibile e dichiarando di essere un vecchio e affezionato lettore delle nostre collane. Lei andava a controllare la scheda e, invariabilmente, quando questa c’era, risultava che in vent’anni l’individuo abietto aveva acquistato un volume, dicasi uno, per dimostrare la sua affezione e la sua voracità di lettore. Be’, io scrivo sia per quelli che mi criticano, sia per quelli che mi vogliono bene. Ma per quanto inutile e prolisso possa sembrare il mio eloquio, vi assicuro che in quello che scrivo ci metto impegno, passione, tempo e lavoro. Bene, desidero di avere interlocutori che meritino questo sforzo. Una lista di veri amici del fantastico risolve tutti i problemi: toglie la mia ingombrante presenza a chi se ne frega altamente di ciò che scrivo, mi permette di fare di più e di rivolgermi a interlocutori non necessariamente concordi, ma almeno non ectoplasmatici.

Bene. PayPal è lì, trecento e passa titoli tra i quali scegliere ci sono, io sono a disposizione per ogni chiarimento, soprattutto in questi giorni nei quali l’obiettivo non è astronomico, si tratta di trovare qualche altra decina di amici concreti per dare inizio a un lavoro che magari sarà un buco nell’acqua, ma che a mio parere vale la pena tentare.

Un abbraccio a chi mi vuole bene, la consueta linguaccia a chi non me ne vuole, arrivederci per tutti a domenica e da domenica solo nella mia mailing list.

Ugo Malaguti

Argomenti vari, libri

Il fondamentalismo Hollywoodista

Inside Job (2010)
Inside job è un documentario sulla crisi finanziaria del 2008 che ebbe uno straordinario successo, giungendo a vincere anche l’Oscar per miglior documentario. Si tratta tuttavia di un prodotto hollywoodista assegnabile al filone delle liturgie di catarsi di giustizia onirica, poiché denunciando le malefatte dei grandi banchieri fornisce al pubblico l’illusione onirica che giustizia sia fatta. In realtà, nessuna, ma proprio nessuna giustizia è fatta, I cittadini sono le grandi vittime finali dell’artefatta crisi finanziaria del 2008 e la loro rabbia e frustrazione vengono vendicate solo virtualmente da questo film che altro non fa che raccontare al pubblico ciò che esso già sapeva — e cioè come si è sviluppata la crisi del 2008, più o meno. A causa dei soliti meccanismi di proiezione psico-logica il pubblico che fu gabbato nel mondo reale trae qualche sollievo virtuale nell’esperienza onirica della visione del film. Insidejob finge di essere un documentario “di denuncia” ed antisistema, ma non si è mai visto a Hollywood un film antisistema vincere l’Oscar e se si è visto vuoi dire che non era antisistema. Il successo del film, ovvero la soddisfazione del pubblico gabbato a sentirsi spiegare come è stato gabbato, ricorda quel detto popolare italiano: “È vero, le ho prese di brutto, ma quante gliene ho dette!” Il titolo del film, infine, è un’altra furbata hollywoodista mica male. Il termine “inside job” è infatti divenuto popolare in riferi-mento agli attentati dell111 settembre 2001, per esprimere il concetto che quegli attentati erano stati organizzati dall’interno del sistema di potere americano. Gli autori del film se ne sono appropriati per esprimere un significato diverso, a tal modo scollegandolo nella mente del grande pubblico dagli imbarazzanti eventi dell’11 settembre. Provate oggi a “googhelare” il termine “inside job”: pagine e pagine di risultati con soli riferimenti a questo film, nessuna più traccia dell’uso che ha reso il termine popolare. Espressione idiomatica sequestrata con successo, il suo significato convertito in qualcosa di innocuo per il sistema.
Strategie di manipolazione prevalenti:
• Catarsi di giustìzia onirica e rivalsa fittizia
• Assunzione di controllo della narrativa del dissenso
• Intercettazione e ridefinizione semantica di un espressione idiomatica scomoda
Roberto Quaglia


Reperibile su Amazon al link: http://amzn.to/2rMjTQq

Viaggi

Palazzo Pallavicini

L’estate bolognese apre le sue danze annunciando al grande pubblico la prossima apertura dell’incantevole Palazzo Pallavicini, dimora settecentesca di proprietà privata, ubicata in via San Felice 24 a pochi passi dalle Due Torri e da Piazza Maggiore, allo scopo di ospitare prestigiosi eventi culturali: un tesoro nascosto rimasto chiuso per lungo tempo e in via di restituzione alla città, quale vero e proprio contenitore di arte e cultura al pari dei più illustri palazzi bolognesi.

Il progetto, a cura della Pallavicini S.r.l, composta da Chiara Campagnoli, Deborah Petroni e Rubens Fogacci, è stato presentato nella conferenza stampa del 14 giugno. Un processo di eccezionale restauro parziale, che vedrà il celebre fumettista Milo Manara protagonista della prima grande mostra di Palazzo Pallavicini, a partire da venerdì 22 settembre 2017.

 

 

·               Le origini

 

La ristrutturazione in corso degli interni non può che ridestare l’architettura mozzafiato del palazzo che, come riferisce la storica dell’arte Elisabetta Landi nel suo studio “Gianluca e Giuseppe Pallavicini: la cultura e le committenze artistiche e musicali”, fu attribuita da Giuseppe Guidicini (1763 – 1837) agli architetti Paolo Canali e Luigi Casali, commissionati dalla famiglia Isolani nel 1557, giunti a Palazzo dopo i Sala (1493), al tempo della dominazione dei Bentivoglio, e di alcune nobili famiglie bolognesi come i Villa, i Volta e i Marsili.

La folgorante e monumentale scalinata di benvenuto e il salone con soffitto a lanterna, che è il più alto della città insieme a quello di Palazzo Ranuzzi, furono opera di Paolo Canali, mentre le sale vennero fastosamente decorate dai dipinti di Giovanni Antonio Burrini nel 1690.

 

 

·               L’arrivo del Maresciallo Conte Pallavicini

 

Il palazzo fu poi scelto come abitazione per il suo prestigio dal maresciallo Gian Luca Pallavicini (Genova, 1697-1773), condottiero e ministro dell’impero di Carlo VI d’Asburgo e di sua figlia, l’imperatrice Maria Teresa d’Austria e madre della Maria Antonietta regina di Francia decapitata durante la Rivoluzione Francese.

Col Pallavicini, l’edificio divenne la sede di una corte europea dagli scenari di una vera e propria reggia. Vì s’intrecciarono rapporti con la diplomazia internazionale sullo sfondo di feste, banchetti, concerti e il passaggio di teste coronate.  Memorabile fu il corteo che si svolse nel 1764 per celebrare l’“Entrata del Gonfalonierato” – il senator Davia, “Pari di Scozia” e Gentiluomo di Camera del Duca di Modena -, quando i più notabili del tempo ascesero la scala monumentale del Palazzo tra fiaccole e musiche, offrendo alla città uno spettacolo senza pari.

 

 

·               Mozart a Palazzo

 

Ma fu la sera del 26 marzo 1770 che Palazzo Pallavicini visse un momento di preminente importanza storica, che vide il quattordicenne Wolfgang Amadeus Mozart esibirsi nel salone del Burrini alla presenza dell’alta aristocrazia europea e di settanta dame cittadine. Con grande orgoglio, il 28 marzo il conte scrisse al ministro Firmian: “Si tenne a questo fine Lunedì sera in mia casa una conversazione di 70 dame alla quale intervennero il Sig.e Cardinale Legato, i Sig.ri Principi di Holstein, e quasi tutta la nobiltà, e il giovane professore vi diede prove così ammirabili del suo sapere, che nella tenera sua età sembrerebbero incredibili a chi non le vede…”.

Il bambino prodigio era arrivato a Bologna con il padre Leopold il 24 marzo e Gian Luca, che era un fine intenditore, non se lo fece scappare. I Mozart, infatti, furono ospiti del maresciallo a più riprese, anche nella Villa della Croce del Biacco durante l’estate e al palazzo in città nell’autunno seguente, dove videro luce le celebri antifone Cibavit eos, Quaerite primum regnum Dei e con ogni probabilità il minuetto in Mi Bemolle Maggiore K 94.

A Palazzo Pallavicini, Mozart incontrò i grandi protagonisti della musica europea, come Misliveček, Vanhalle, Farinelli, il musicologo Charles Burney (“Incontrai il celebre piccolo tedesco… nel palazzo del principe Pallavicini”) e padre Martini, e con le sue visite rinnovò il gusto musicale in città: “Dal Pallavicino… nel terrazzo c’erano molti suonatori che facevano deliziose sinfonie” (M. Oretti).

 

 

·               Una corte europea nel cuore di Bologna

 

Nelle sale della residenza si avvicendarono altri e importanti episodi di storia internazionale, che videro passare i protagonisti della politica del tempo: dalla giovane principessa Maria Carolina d’Asburgo, che nel 1768 fu scortata a Napoli dal maresciallo Pallavicini per incontrare Ferdinando di Borbone, suo futuro sposo, al granduca di Toscana Pietro Leopoldo di Lorena, con la moglie Maria Luisa di Borbone Spagna, e l’imperatore d’Austria Giuseppe II nel 1769. Il tutto accompagnato da teatrali festeggiamenti, come la memorabile corsa dei “cavalli barbari”, organizzata nel 1775 lungo via San Felice per l’arrivo dell’arciduca Massimiliano.

 

 

·               Gli anni di Giuseppe Pallavicini

 

La magnificenza del Palazzo s’incrementò negli anni a seguire con il conte Giuseppe Pallavicini (1756-1818), che raggiunta la maggiore età e divenuto proprietario dell’edificio, indisse nuovi cantieri, documentati nel dettaglio grazie alle numerose carte dell’archivio di famiglia. Cresciuto con la formazione degna di un sovrano, egli decise di trasformare il palazzo in uno stabilmento neoclassico d’avanguardia di altissimo livello e, in vista delle sue nozze (1776), interpellò grandi protagonisti della civiltà artistica del tempo, tra cui l’architetto Raimondo Compagnini, lo scultore Giacomo Rossi, il quadraturista David Zanotti, e i figuristi Filippo Pedrini e Giuseppe Antonio Valliani.

Ne sono tutt’oggi testimoni le affascinanti decorazioni interne al palazzo. Si pensi all’affresco de L’imperatrice Maria Teresa d’Asburgo come Cibele Madre di tutti i popoli, dipinto tra il 1791 e il 1792 dal bolognese Pietro Fabbri sul soffitto di una sala al piano nobile: un’opera straordinaria e unico esempio al mondo, realizzato non a caso nell’anno in cui la figlia Maria Antonietta languiva nella prigione del Tempio a Parigi. Oppure alle decorazioni in stucco realizzate da Giacomo Rossi sulle pareti delle grandi sale del “Camerone” e dei “Conviti”, con un repertorio di candelabre à la greque impareggiabile per estensione. Lo stesso splendore si ravvisa nella decorazione pittorica realizzata dalla squadra di artisti composta da Giuseppe Antonio Valliani e i figuristi Emilio Manfredi e Francesco Sardelli, i cui lavori testimoniano il gusto per l’antico che si ripete nelle varie sale. Rilevante fu la collaborazione del pittore bolognese Filippo Pedrini, autore di due soffitti ambientati nei paesaggi di Vincenzo Martinelli, in omaggio alle origini mercantili dei Pallavicini, e quella di Serafino Barozzi, autore delle ghirlande fiorite dipinte lungo le pareti della sala dei “Conviti” (motivo ornamentamentale che egli eseguì allo stesso modo nella reggia estiva dell’Oranienbaum per Caterina di Russia).

Il percorso nei cantieri neoclassici di Palazzo Pallavicini ha il suo coronamento nella biblioteca, destinata ai diciottomila volumi del conte Gian Luca, dove si assiste a un altro unicum della pittura bolognese, che vede la data “1792” e la firma del quadraturista, nonché autore della biblioteca, Flaminio Minozzi sulla cupola della sala, quale evento raro per un affresco nella storia dell’arte.

 

Tanta maestosità e prestigio, dunque, in un luogo le cui pareti traspirano le memorie di un tempo e dove, fra storia e stili epocali, rivivono ancora i personaggi del passato. Tutto questo, finalmente, in via di rinascita e rigenerazione di un edificio di grande pregio, il quale si prepara a riservare grandi sorprese alla città di Bologna con un programma culturale straordinario, a partire da settembre 2017.

 

 

INFORMAZIONI UTILI

 

DOVE: PALAZZO PALLAVICINI

INDIRIZZO: Bologna, via San Felice 24

PRIMA APERTURA PUBBLICA: “Nel segno di Manara. Antologica di Milo Manara”, 22 settembre 2017 – 21 gennaio 2018

Contatti: info@palazzopallavicini.com, tel. 3313471504

 

Sito: http://www.palazzopallavicini.com

Facebook: https://www.facebook.com/palazzopallavicini

Tripadvisor: https://www.tripadvisor.it/Attraction_Review-g187801-d10826052-Reviews-Palazzo_Pallavicini-Bologna_Province_of_Bologna_Emilia_Romagna.html

Instagram: https://www.instagram.com/palazzopallavicini

Google Plus: https://plus.google.com/108959819237157607620

biblioteca, conferenza

Psicologia della fantascienza

Incontro con l’autore Lunedì 12 giugno 2017 ore 17

La capanna del naufrago

Poema epico, di e con Francesco Benozzo (arpa celtica, voce recitante e canto)

Performance-concerto per la presentazione del libro La capanna del naufrago/The Castaway’s Shack (Edizioni Kolibris, Ferrrara 2017).
Introducono Chiara De Luca e Giuseppe Ferrara.
La capanna del naufrago è un poema epico, iniziatico, mitologico, sulla parte selvaggia della nostra esistenza. Una celebrazione della solitudine come risorsa incondivisa ed eretica e una visione salvifica del poeta, scaraventato di continuo in luoghi preclusi dal naufragio e dai fallimenti della specie umana.
Francesco Benozzo. Candidato al Nobel per la letteratura dal 2015, è poeta, musicista, filologo e ricercatore in Filologia Romanza presso l’Università di Bologna. Come musicista è stato finalista al Premio Tenco del 2009 e ha vinto due volte il “Premio nazionale Giovanna Daffini” per la musica (2013 e 2015). Tra i suoi nove album ricordiamo: Terracqueo (2009), Libertà l’è morta (2013) e L’inverno necessario(2016), usciti per l’etichetta danese Tutl. Tra le opere poetiche i poemi Onirico geologico (Kolibris, Ferrara 2014), Felci in rivolta / Ferns in Revolt, Kolibris, Ferrara 2015, traduzione di Gray Sutherland), La capanna del naufrago / The Castaway’s Shack, (Kolibris, Ferrara 2017, traduzione di Gray Sutherland).

 

Incontro con l’autore Martedì 13 giugno 2017 ore 17

Tre uomini in barca a fumetti (per tacer del cane)

Presentazione del libro di Biaz (Biagio Panzani), Jerome K. Jerome

(Festina Lente Edizioni, Collana Piccola Biblioteca del Sorriso, 2017)
Dialoga con l’Autore l’editore Marco Mari
Letture di Teresa Fregola
Prendete tre amici scanzonati con caratteri molto diversi. Uno pacato, uno pasticcione, l’altro irascibile, e conditeli con un pizzico di ipocondria a piacere. Un bel giorno decidono di concedersi due settimane di “ferie”, in barca sul Tamigi, così, giusto per rilassarsi un po’, evadere da pensieri ricorrenti e consolidare la loro vecchia amicizia. No, non su un battello turistico con tutti i servizi a bordo, troppo facile… su una barca a remi! Aggiungete poi le acque chete del Tamigi, il bucolico paesaggio della campagna inglese, una buona scorta di cibo per gratificare il palato, il piacere di cucinare qualcosa all’aperto in totale condivisione, qualche coperta, una tenda per coprire la barca in caso di pioggia, tante chiacchiere e la fresca compagnia del cane Montmorency, un simpatico terrier a cui manca solo la parola. Il risultato? Beh, se di mezzo ci si mettono i piccoli inciampi della vita quotidiana, quelle bagatelle che nascono per un nonnulla e si ingigantiscono fino a diventare questioni di vita o di morte, il risultato sono una serie di rocambolesche quanto disastrose avventure tutte da ridere. A fumetti la più famosa gita in barca della letteratura.

Invito alla lettura Mercoledì 14 giugno 2017 ore 17

Mari letterari

Un’emozionante crociera nelle pagine della più suggestiva prosa blu insieme alla Compagnia del Libro

Analisi e letture di Alberto Amorelli, Silvia Lambertini, Linda Morini, Elisa Orlandini, Matteo Pazzi e Eleonora Pescarolo
C’è un’isola in me, dove il vento soffia di terra, e quando il mare urla la sabbia impazzisce. E c’è sempre luce, ma non è mai giorno” scriveva Fernando Pessoa. La Compagnia del Libro, progetto dell’associazione culturale Il Gruppo del Tasso, dà appuntamento ai lettori per una crociera stravagante nei “mari letterari”: romanzi e racconti che rappresentano il mare in diverse forme e declinazioni, da Neil Gaiman a Pier Vittorio Tondelli, passando per la Marsiglia di Izzo. Al termine della presentazione non mancheranno le sorprese per gli spettatori tra biglie e pinne. Un appuntamento davvero imperdibile prima della consueta pausa estiva.
A cura dell’Associazione Culturale Gruppo del Tasso di Ferrara

Conferenze e Convegni Giovedì 15 giugno 2017 ore 17

Altri mondi

Psicologia della Fantascienza da Jules Verne e H.G.Wells fino al cinema contemporaneo

A cura di Stefano Caracciolo
Continuano gli appuntamenti con il prof. Caracciolo, ordinario di Psicologia Clinica all’Università di Ferrara, e le sue Anatomie della mente, nelle quali propone di esplorare paesaggi straordinari come la Storia, la Follia, la Musica, la Malattia, l’Anima, il Cinema, la Poesia, la Morte e la Vita attraverso la lente della psicologia. Sesto e ultimo incontro del 2017 per un ciclo di conferenze “itinerante” (introduzione in Teatro Anatomico e conferenza in Sala Agnelli) nel quale la psicologia si presenta come strumento di lettura della realtà contemporanea.
Per il ciclo Anatomie della mente – Conferenze dei Giovedì di Psicologia – Anno Decimo, in collaborazione con la Sezione di Psicologia Generale e Clinica della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Ferrara

Invito alla lettura Venerdì 16 giugno 2017 ore 17

Archeologia e storia della bassa valle del Po dalla preistoria all’età romana

Presentazione del volume curato da Daniele Biancardi

Dialogano con il curatore Margherita Pirani e Lara Dal Fiume del Gruppo Archeologico di Bondeno.
Il libro tratta le vicende archeologiche del bondesano inquadrate in una spazialità e temporalità di largo respiro (la bassa Pianura Padana dal Neolitico al Medioevo) con un riferimento particolare agli scavi archeologici in corso presso la Terramara di Pilastri. “Il volume, curato da Daniele Biancardi, attento conoscitore della storia dell’antico ferrarese, è la palese dimostrazione della notevole stratificazione archeologica e storica del territorio, i cui estremi cronologici in questa pubblicazione vanno dal Wurmiano medio – all0incirca 50.000 anni fa – all’età romana (tratto dall’introduzione di Livio Zerbini”.

 

libri

La vita che si ama

Autore:

Roberto Vecchioni

Casa editrice:

Einaudi

Il libro:

E’ questo il suo libro più intimo e autobiografico. Il libro in cui l’idea stessa della vita e della felicità, il senso del rotolare dei giorni, trova forma di racconto.
Perché i momenti più belli o più intensi della nostra esistenza brillano nella memoria: sono luci che abbiamo dentro e che a un tratto sentiamo il bisogno di portare fuori. Magari per i nostri figli, e per tutti quelli che hanno voglia di ascoltare.
“Non si è felici nell’imperturbabilità, ma nell’attraversamento del vento e della tempesta”.
E’ inutile chiedersi cosa sia la felicità o come fare a raggiungerla scrive Roberto ai figli nella lettera che apre questo libro: la felicità non è una questione d’istanti, ma una presenza costante, che corre parallela a noi. Il problema è saperla intravvedere, imparando a non farci abbagliare.
Roberto Vecchioni ci conduce in un viaggio personale lungo quello che chiama il tempo verticale, uno spazio che tiene uniti tra loro passato presente e futuro, dove nulla si perde. D’altronde “la felicità non è un angolo acuto della vita o un logaritmo incalcolabile o la quadratura del cerchio: la felicità è la geometria stessa”.
Troviamo nel libro episodi bizzarri vissuti insieme ai suoi figli, episodi comici e drammatici della sua carriera di insegnante; dagli amori perduti o ritrovati fino a un ritratto vivo e passionale di suo padre Aldo. Ma ci sono anche le canzoni , squarci letterari, miti e un frammento di Saffo e la Casa sul Lago testimone di tanti momenti .
Roberto Vecchioni attinge alla propria biografia per costruire un vero e proprio manuale su come imbrigliare la felicità, senza farla scivolare via finché non diventa soltanto un ricordo.

Compra il libro su mondadoristore.it

fantascienza

Il campo dei santi

Steve Bannon, consigliere strategico di Donald Trump, ha dichiarato di essere un lettore appassionato di Raspail e ha fatto più volte riferimento al suo libro più celebre: «L’Europa centrale e poi quella occidentale e settentrionale sono quasi sottoposte a un’invasione del tipo Campo dei Santi» (ottobre 2015), «In Europa tutta la questione ruota intorno all’immigrazione, ed è un problema mondiale ormai, questa specie di Campo dei Santi globale» (gennaio 2016); «Quella a cui assistiamo non è una migrazione, è davvero un’invasione. Per me è il Campo dei Santi» (sempre gennaio 2016).

https://it.wikipedia.org/wiki/Il_campo_dei_santi

Arte

Servizio civile al MART

MART TRA MARKETING CULTURALE E NUOVE TECNOLOGIE

Progetto di Servizio Civile Nazionale 2017

SCADENZA BANDO
LUNEDì 26 GIUGNO ORE 14.00

Il Mart partecipa al bando per la selezione di volontari da impiegare nei progetti di Servizio Civile Nazionale con un programma dedicato al marketing culturale e all’utilizzo delle tecnologie per la promozione museale.
Tre giovani di età compresa tra i 18 e i 28 anni potranno vivere un’esperienza professionale dedicata all’organizzazione e alla gestione dei progetti, offrendo il proprio apporto allo sviluppo delle attività del museo.
La domanda di partecipazione, scaricabile a questo link, dovrà pervenire al Mart in formato cartaceo entro e non oltre le ore 14.00 del 26 giugno 2017.

Informazioni
marketing@mart.tn.it

T +39 0464 454169

MART ROVERETO

Corso Bettini 43, 38068
Rovereto (TN)

T 0464 438887
Numero verde 800 397760
info@mart.trento.i

festival

Filosofi lungo l’Oglio 2017

Festival Filosofi lungo l’Oglio: al via stasera la
XII edizione con Silvia Vegetti Finzi

Parlerà della sua vita partendo da uno dei suoi molti libri: Una bambina senza stella, la nota scrittrice, a lungo docente universitaria e psicologa clinica Silvia Vegetti Finzi, che aprirà in gran stile la dodicesima edizione del Festival Filosofi lungo l’Oglio a Orzinuovi, oggi, lunedì 5 giugno. Lo spettatore-lettore ritroverà così, per consonanza, tratti perduti della propria infanzia, perché le sofferenze dei bambini colpiti dai traumi non cadono mai in prescrizione, ma possono fare leva su grandi risorse interiori. L’appuntamento con Vegetti Finzi è, alle ore 21.15, in piazza Vittorio Emanuele II (in caso di maltempo, nella chiesa di S. Maria Assunta, nella medesima piazza). Il titolo della sua lectio magistralis: Una memoria toccante è ispirato al tema e filo conduttore dell’intera Kermesse: «Toccare». La lezione sarà accompagnata (solo in caso di bel tempo) dalla performance artistica: «Toccare il fuoco», di e con Nicola Pignoli (giocoliere) e Lorenzo Samanni (attore). Lo spettacolo di Pignoli e Samanni è il primo dei molti eventi-cornice che fanno da punteggiatura alle parole, ai concetti, agli approfondimenti e ai viaggi nella psiche e nello spirito, dove gli ospiti sono condotti dai filosofi ed esperti del linguaggio e della mente, in una manifestazione culturale felicemente cresciuta nel corso di molti anni.

Mercoledì 7 giugno il direttore del Centro di Ateneo per la Dottrina sociale della Chiesa dell’Università Cattolica, Evandro Botto, non sarà presente per cause di forza maggiore. Al suo posto, interverrà il filosofo Massimo Donà, ordinario di filosofia Teoretica all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, che raddoppia e terrà una relazione dal titolo: Toccare a distanza. L’appuntamento è a Ludriano di Roccafranca, alle ore 21.15, nella splendida cornice di Villa Suardi, in via Camozzi (in caso di pioggia, l’incontro si sposta nella chiesa parrocchiale in Piazza Vittoria 4).

Mentre il giorno successivo, giovedì 8 giugno, alla stessa ora, a Rovato, nella chiesa S. Maria Assunta in via Castello 32, è atteso Stefano Zamagni, uno dei maggiori economisti contemporanei, per declinare il tema conduttore del Festival nel sistema economico attuale con il contributo: In quale senso e in quale modo la IV dimensione industriale ci sta toccando?.

Sabato 10 giugno è una giornata speciale, con l’inaugurazione del percorso tattile – e annesso laboratorio per bambini – «Vietato non toccare», secondo evento-cornice in programma. L’appuntamento è alle ore 16 alla Collezione di arte contemporanea Paolo VI in via Marconi 15, a Concesio: si tratta di un percorso tattile per il pubblico adulto, con un laboratorio didattico per bambini e giovani. Mente, cuore e corpo del fruitore, di fronte all’opera, vanno ad attivare riflessioni che oltrepassano i confini interpretativi dell’oggetto. È un’occasione che ispira e spinge a «vivere il museo in tutti i sensi». Il percorso è fruibile: sabato 10 e 17 giugno, dalle 16 alle 18; martedì 13 e giovedì 15 giugno, dalle 15 alle 17. Info e iscrizioni: www.collezionepaolovi.it.

SILVIA VEGETTI FINZI

Silvia Vegetti Finzi è nata a Brescia in una famiglia mantovana perseguitata e fortemente colpita dalle leggi razziali. Dal 1953 abita a Milano dove ha studiato presso l’Università cattolica del Sacro Cuore, specializzandosi in Psicologia clinica. Psicologa clinica, scrittrice e giornalista, è stata a lungo professoressa di Psicologia dinamica presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università di Pavia. I suoi interessi si rivolgono alla storia e alla teoria della psicoanalisi, con particolare riguardo all’identità femminile e al ruolo delle passioni nella costruzione dell’ordine simbolico. Si è inoltre interessata allo studio dei rapporti familiari e allo sviluppo psicologico dall’infanzia all’adolescenza. È stata vincitrice, nel 2010, del “Premio della Brescianità” quale bresciana di origine e di elezione che, attraverso il lavoro, le iniziative e le opere, si è resa ambasciatrice in Italia e nel mondo, nell’esercizio della promozione sociale e nella crescita civile. Tra i suoi libri recenti ricordiamo: Storia della psicanalisi, Mondadori, Milano 1990; Volere un figlio, Mondadori, Milano 1997; L’età incerta. I nuovi adolescenti Mondadori, Milano 2001; Parlar d’amore. Le donne e le stagioni della vita Mondadori, Milano 2003; Quando i genitori si dividono. Le emozioni dei figli, Mondadori, Milano 2005; Nuovi nonni per nuovi nipoti. La gioia di un incontro Mondadori, Milano 2008); Nuovi nonni per nuovi nipoti, Mondadori, Milano 2010; A piccoli passi: La psicologia dei bambini dall’attesa ai cinque anni, Mondadori, Milano 2013; Si può ancora essere felici?, Corriere della Sera, Milano 2013; Una bambina senza stella, Rizzoli, Milano 2015; A piccoli passi. La psicologia dei bambini dall’attesa ai cinque anni (Milano, 2017). L’ospite più atteso. Vivere e rivivere le emozioni della maternità, Einaudi, Torino 2017; L’ospite più atteso. Vivere e rivivere le emozioni della maternità, Einaudi, Torino 2017.

MASSIMO DONÀ

Laureatosi nel 1981 con Emanuele Severino, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Venezia, Massimo Donà inizia a pubblicare diversi saggi per riviste e volumi collettanei. A partire dalla fine degli anni ’80, collabora con Massimo Cacciari presso la Cattedra di Estetica dello IUAV (Venezia) e coordina per alcuni anni i Seminari dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Venezia. Sempre a partire dalla fine degli anni ’80, inizia la sua collaborazione con la rivista di Architettura «Anfione-Zeto», della quale dirige ancora oggi la rubrica «Theorein». In quegli stessi anni, fonda, con Massimo Cacciari e Romano Gasparotti, la rivista «Paradosso». Negli anni ’90, invece, insegna Estetica presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia; sino a quando diventa professore ordinario di Teoretica presso la Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano. È inoltre curatore, sempre con Romano Gasparotti e Massimo Cacciari, dell’opera postuma di Andrea Emo. Collabora con numerose Riviste, Settimanali e Quotidiani. Tra le sue opere recenti ricordiamo: Santificare la festa (Con S. Levi Della Torre), Il Mulino, Bologna 2010; Vita compiuta. Alla ricerca del senso perduto, in Felicità, a cura di F. Nodari, Massetti Rodella, Roccafranca 2011; Pensare la Trinità. Filosofia europea e orizzonte trinitario (con P. Coda), Città Nuova, Roma 2013; Misterio grande. Filosofia di Giacomo Leopardi, Bompiani, Milano 2013; Parole sonanti. Filosofia e forme dell’immaginazione, Moretti & Vitali, Bergamo 2014; Teomorfica. Sistema di estetica, Bompiani, Milano 2015; Sovranità del bene. Dalla fiducia alla fede, tra misura e dismisura, Orthotes, Salerno 2015; Senso e origine della domanda filosofica, Mimesis, Milano-Udine 2015; La filosofia di Miles Davis. Inno all’irrisolutezza, Mimesis, Milano 2015; Dire l’anima. Sulla natura della conoscenza, Rosenberg & Sellier, Torino 2016; Tutto per nulla. La filosofia di William Shakespeare, Bompiani, Milano 2016; La logica non è tutto. Rileggendo Giovanni Gentile (con V. Vitiello e F. Valagussa), Inschibboleth, Roma 2016; Pensieri bacchici, Saletta dell’uva, Caserta 2016

STEFANO ZAMAGNI

Stefano Zamagni è uno dei maggiori economisti contemporanei. Si è laureato nel 1966 in economia e commercio presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e si è specializzato nel 1973 presso il Linacre College dell’Università di Oxford. Tornato in Italia, iniziò ad insegnare presso l’Università di Parma, ottenendo poi nel 1979 l’ordinariato di economia politica all’Università di Bologna.

Nel 1991 divenne consultore del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, e successivamente membro della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Fra il 2007 ed il 2009 è tra principali collaboratori di Papa Benedetto XVI per la stesura del testo dell’Enciclica Caritas in veritate.

Il 9 novembre 2013 è stato nominato da Papa Francesco membro ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze. È membro del Comitato scientifico di numerose riviste economiche nazionali e internazionali e ha partecipato, in qualità di membro o di coordinatore, ai comitati organizzatori di convegni scientifici nazionali ed internazionali È autore inoltre di numerose pubblicazioni – libri, volumi editati, saggi – di carattere scientifico, così come di contributi al dibattito culturale e scientifico. Fra le prime, si segnalano: Economia Civile (in coll. Con L. Bruni), Città Nuova, Bologna 2007; La cooperazione (con V. Negri), Il Mulino, Bologna 2008; Impresa responsabile e mercato civile, Il Mulino, Bologna 2013; Handbook on the Economics of Reciprocity and Social Enterprise (con L. Bruni), Cheltenham, Elgar 2013.

Fra i secondi, e solo per rimanere agli anni più recenti: Teoria economica e relazioni interpersonali (in coll. con P. Sacco), Il Mulino, Bologna 2006; Dizionario di Economia Civile (con L. Bruni), Città Nuova, Roma 2009; Laicità nella società post-secolare, Il Mulino, Bologna 2009; Avarizia. La passione dell’avere, Il Mulino, Bologna 2009; Famiglia e lavoro (con V. Zamagni), San Paolo, Cinisello Balsamo 2012; Microeconomia. Un testo di economia civile (con. L. Becchetti, L. Bruni), Il Mulino, Bologna 2014; Taccuino di economia civile (con. L. Becchetti, L. Bruni), Ecra 2016; Prudenza, Il Mulino, Bologna 2015; L’economia civile (con L. Bruni), Il Mulino, Bologna 2015.

Il programma completo e le informazioni sui relatori dell’edizione 2017 sono disponibili sul sito: www.filosofilungologlio.it
Gli aggiornamenti sul Festival Filosofi lungo l’Oglio sono disponibili anche sui canali social della Fondazione Filosofi lungo l’Oglio: