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Biblioteca Ariostea

Incontro con l’autoreLunedì 8 gennaio 2024, ore 17

The game of possession. Le pedine del gioco

Presentazione del libro di Annalisa Mirizzi, vol. 1, parte prima

Ascoli Piceno, Capponi Editore, 2023
Dialogano con l’autrice Elisabetta Friggi e Rossella Marino (G. A. Z. Book) 
 
«So che tutti siamo luce e ombra, ma lui è il caos».
I giochi mortali sono tanti, ma quanti sono i modi per uscirne? Cosa può succedere se due ragazzi con un passato difficile si ritrovano nello stesso gioco perverso? E se si innamorano? Bugie, segreti, vendette e pericolo circondano la storia di Ivan e Ludovica. Forse, era meglio non incontrarsi, ma ora è troppo tardi, il gioco del possesso è iniziato in questo dark romance ricco di suspense e colpi di scena, che sfiora e corteggia il thriller e il romanzo d’azione, pur lasciando ampio spazio a vette di romanticismo e a una sottesa o esplicita tensione erotica. Nessuna sfumatura di grigio, qui o si ama o si odia.
 
Annalisa Mirizzi, classe 2002, nasce e vive in provincia di Ferrara. Forse, per le debilitanti esperienze subite in adolescenza di bullismo e cyber-bullismo, inizia a scrivere creando un nuovo mondo, nella fantasia, dove la sua carica emotiva può esplodere in un altro universo, oltre la realtà. A sedici anni, scrive su Wattpad The game of possession dando sfogo al primo embrionale episodio della saga omonima. Il successo è immediato nella piattaforma digitale, dove trova fan e seguaci che la gratificano e la esortano e a continuare. Oggi, al suo esordio, Annalisa realizza un sogno durato anni, la saga di The game of possession che avrà lunga vita nei futuri sequel.

Incontro con l’autoreMartedì 9 gennaio 2024, ore 17

Mi voleva Platone

Presentazione del romanzo di Giorgio Astolfi

Padova, Edizioni La Gru, 2023
Dialoga con l’autore Mara Guerra

Il professor di Filosofia Alvise Zamboni va a trascorrere la pensione nel paese natio, Ponte sul Maggio (nome di fantasia), sulle colline bolognesi, con il progetto di costruirsi una serra e dedicarsi ai fiori. In paese vivono centododici anime compresa una decina di extracomunitari. I primi mesi lo tengono impegnato nel progetto e nella costruzione della serra. Il vecchio professore ha giurato di escludere definitivamente dalla sua vita ciò che gliene aveva dato il senso e che lo aveva accompagnato sino alla pensione: la politica. Ma non ci riesce e decide che lì, a Ponte sul Maggio, può essere possibile realizzare il grande sogno: una repubblica indipendente, libera e liberale che bandisca il danaro e si basi sul baratto.
 
Bolognese di nascita, Giorgio Astolfi vive a Ferrara, dove è stato docente di Lettere in diversi Istituti di Istruzione Superiore. Tra le sue principali pubblicazioni, si distinguono Cronaca di una retrocessione (Firenze libri, 1977), Maria della canicola (ArpaNet, 2009), Estadio magia do gol (Aletti, 2012), Sussurri dal tempo (Spunto edizioni, 2014), Coincidenze plurime (Spunto edizioni, 2017) e Testa in su (L’Erudita, 2017). Tra i riconoscimenti letterari, si distinguono il Premio speciale Giuria (Premio Internazionale di Letteratura “Città della Spezia, 2006”) e il Premio Nabokov 2012 per le poesie edite in e-book con la raccolta … ogni giorno le emozioni …, EEE, Torino 2012).

Conferenze e ConvegniMercoledì 10 gennaio 2024, ore 17

LA CULTURA DELLA SCUOLA. FACCIAMO UN PATTO

Conferenza di Giovanni Fioravanti

In apertura, presentazione del ciclo di incontri “I colori della conoscenza. Linguaggi, Arti, Scienze” a cura di Daniela Cappagli (Direttivo Istituto Gramsci)

Mentre in tutto il mondo si stanno sperimentando modi nuovi di fare scuola andando oltre l’organizzazione tradizionale dell’insegnamento, il nostro Paese e i suoi intellettuali soffrono ancora di una cultura scolastica vecchia. Si potrebbe iniziare a cambiare passando dalla scuola dell’insegnare alla scuola dell’imparare, restituendo centralità e riconoscimento alla singolarità di ogni bambina e bambino, di ogni ragazza e ragazzo.
Accoglienza e conoscenza di ciascuno come premessa all’ ingresso nella scuola da cui far discendere un “patto formativo” singolarizzato. Non più una scuola organizzata come progressione verticale, per età anagrafica, ma per progressione orizzontale lungo un curricolo percorso da ciascuno secondo i propri tempi e bisogni formativi che nessuna classe e bocciatura possono imbrigliare.

Docente, formatore, saggista e dirigente scolastico a riposo, Giovanni Fioravanti è esperto di istruzione e formazione. Ha ricoperto diversi incarichi nel mondo della scuola a livello provinciale, regionale e nazionale. Suoi scritti sono pubblicati in diverse riviste specializzate del settore.

Per il ciclo “I colori della conoscenza. Linguaggi, Arti, Scienze”, a cura dell’Istituto Gramsci di Ferrara
Gli incontri hanno valore legale di corso di formazione-aggiornamento ai sensi del DM prot. n. 802 del 19/6/2001, DM prot. n. 10962 dell’8/6/2005. Ai docenti iscritti verrà rilasciato attestato di frequenza e agli studenti iscritti attestato per accedere al credito formativo (info: gramsciferrara@gmail.com).
Scarica locandina: incontri gennaio-maggio 2024

Incontro con l’autoreGiovedì 11 gennaio 2024, ore 17

Prodi e l’Italia dell’Ulivo: cronaca di un’idea di buona politica. Dal taccuino del viaggio una ricetta ancora attuale per rilanciare il nostro Paese

Presentazione del libro di Sergio Gessi

Ferrara, Edizioni La Carmelina, 2023
 
Questo volume raccoglie le pagine del diario di viaggio della pri­mavera 1995, quella che vide la genesi dell’Ulivo. Rappresentano una significativa e rivelatrice chiave di compren­sione dell’autentico pensiero di Romano Prodi e della sua idea di politica e di convivenza civile.
 
Sergio Gessi, ferrarese, è giornalista e docente. Ha lavorato con Gian Pietro Testa, Michele Serra, Claudio Fracassi, Angelo Agosti­ni, Paolo Pagliaro e molti altri eccellenti cronisti. Per venticinque anni ha insegnato Etica della comunicazione e Teorie e tecniche del linguaggio giornalistico nelle Università di Bologna, Milano (Iulm) e Ferrara. È stato inoltre capo ufficio stampa al Policlinico di Modena e al Comune di Ferrara. Ha diretto una decina di giornali ed è autore di vari libri, fra i quali Spirito libero: un giornalismo senza padrini né padroni (2018), Responsabilmente li­beri. Per un’etica della comunicazione e dell’informazione (2019) e Giornalismo e verità (2020). Nella primavera 1995 è stato diarista del viaggio di Romano Prodi durante il tour Per l’Italia che vogliamo.
 
A cura del Consorzio Eventi Editoriali

Conferenze e ConvegniVenerdì 12 gennaio 2024, ore 17

LA TERRA DEL RIMORSO di Ernesto De Martino

Conferenza di Corrado Bologna

Per il ciclo di incontri “Tempo di riletture”

Pubblicato nel 1961, La Terra del rimorso di Ernesto De Martino, è diventato un classico del pensiero etnologico e storico religioso contemporaneo. Il libro raccoglie l’esito della ricerca etnografica finalizzata a studiare il tarantismo condotto in Salento nel giugno 1959 da un’équipe guidata da Ernesto De Martino e formata da uno psichiatra, uno psicologo, un musicologo e un sociologo. L’obiettivo era verificare se il tarantismo fosse una malattia specifica o, piuttosto, la manifestazione di un rito di passaggio. Il gruppo di De Martino raccolse diversi materiali tra cui alcune interviste a donne e uomini morsi dalla taranta, o che avevano avuto un parente a sua volta colpito, e assistette in prima persona al rito dei tarantati. L’analisi e il confronto dei dati ha consentito di individuare alcuni elementi simbolici ricorrenti (la pubertà, la recrudescenza ciclica, l’esorcismo e la visione di san Paolo, che annunc iava l’imminente guarigione).

Corrado Bologna ha insegnato Filologia romanza in diverse università italiane e straniere, e Letterature romanze medioevali e moderne alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Ha pubblicato numerosi saggi sui principali autori delle letterature europee; fra le sue pubblicazioni Tradizione e fortuna dei classici italiani (Torino, Einaudi 1992), La macchina del Furioso (Torino, Einaudi 1998), e Flatus vocis. Metafisica e antropologia della voce (nuova edizione Luca Sossella, Roma 2022).

A cura dell’Associazione Amici della Biblioteca Ariostea

Conferenze e ConvegniSabato 13 gennaio 2024, ore 10.30

CAINO e ABELE nella Bibbia e nel Corano

Conferenza di Piero Stefani

Presentazione a cura di don Andrea Zerbini

L’uccisione di Abele da parte di Caino sul piano etico è segno che ogni omicidio rappresenta, nella sua radice, un fratricidio; letta in chiave di antropologia culturale indica la contesa tra i diversi, conflittuali modi di spartirsi beni e risorse (Caino è un agricoltore, Abele un pastore); colta in chiave simbolica attesta la fragilità della condizione umana (Abele da hevel, soffio, vacuità). Nella Genesi si afferma per sette volte che Caino è fratello di Abele, mai il contrario: la fratellanza è luogo di responsabilità. Abele tace sempre, a gridare è solo la voce del suo sangue. A proposito dei motivi che spinsero Caino a uccidere il fratello sono significativi anche alcuni esempi iconografici. Nel Corano il fratello che sta per essere ucciso dichiara invece all’altro che egli non alzerà mai la mano su di lui, passo molto valutato dagli esponenti musulmani della nonviolenza.

Piero Stefani è presidente di Biblia e studioso dei rapporti tra ebraismo, cristianesimo e islam.
 
A cura di Biblia associazione laica di cultura biblica di Firenze, Istituto Gramsci e Gruppo SAE di Ferrara

Conferenze e ConvegniLunedì 15 gennaio 2024, ore 17

Disputa sulle indulgenze. Una sfida accademico-teologica dal 1517 a oggi

Conferenza a cura di Guido Dall’Olio e Marco Pellegrini

Introduce Marcello Girone Daloli
  
La pubblicazione delle Novantacinque Tesi di Lutero nel 1517 gettò tutta la Germania in un subbuglio di cui sono ben afferrabili gli echi ancor oggi. Ecco perché è possibile a un gruppetto di storici di qualificata competenza provare a rievocare l’atmosfera di infuocato dibattito che si scatenò fra avversari e difensori della Chiesa tradizionale, quando a Wittenberg il frate contestatore osò esporre con lucida nettezza tutte le ragioni per cui le indulgenze dovevano essere considerate una truffa da rispedire al mittente. Crollò di colpo tutta l’impalcatura pastorale e teologica della vecchia Chiesa medievale, mentre si fece largo un nuovo modo di concepire il rapporto uomo-Dio, specialmente nella sua connessione con il problema della salvezza.
 
Guido Dall’Olio insegna storia moderna all’Università di Urbino Carlo Bo; è autore di studi su eresia e inquisizione nell’Italia del Cinquecento, oltre che su esorcistica e caccia alle streghe. Con Carocci editore ha pubblicato Martin Lutero (2017) e Nella valle di Giosafat. Giustizia di Dio e giustizia degli uomini nella prima età moderna (2021).
Marco Pellegrini è professore ordinario di Storia rinascimentale e moderna all’Università di Bergamo. Specialista di Umanesimo e di Rinascimento, è autore di numerosi studi tra cui: Religione e umanesimo nel primo Rinascimento (Firenze, Le Lettere, 2012); Umanesimo. Il lato incompiuto della modernità (Brescia, Morcelliana, 2015); Nella terra del genio. Il Rinascimento, un fenomeno italiano (Roma, Salerno Editrice, 2021). Si è occupato anche di storia della Chiesa, pubblicando Savonarola (Roma, Salerno Editrice, 2020) e Il papato nel Rinascimento (Bologna, Il Mulino, 2023).
 
Per il ciclo “Incontri con la Spiritualità Applicata”
Scarica locandina incontri primo trimestre 2024: gennaio, febbraio, marzo 2024
 

Conferenze e ConvegniMartedì 16 gennaio 2024, ore 17

I Romani nel Delta del Po

“Vico Aventino”, “Vinco haventia”, Voghenza: un antico “vicus” lungo il Sandalo

Conferenza di Alberto Andreoli, per il ciclo “Archeologia in Biblioteca” (decima edizione)

La zona rivierasca del basso Po, interessata in età classica dalle esperienze urbane di Adria e Spina, dopo un certo ma insufficientemente documentato periodo gallico, tra la fine del III e l’inizio del II secolo a.C. entrò a far parte del dominio di Roma. Il processo di “romanizzazione” seguito alla conquista fu condizionato dall’instabilità del quadro ambientale. Nel territorio corrispondente all’attuale pianura ferrarese si attestò un popolamento sparso, costituito da realtà insediative di ridotte dimensioni (villae, vici, pagi), ancorate sulle emergenze naturali più stabili (dossi, gronde fluviali, cordoni dunosi litoranei).
Probabilmente il principale centro vicano dell’areale è stato individuato a una quindicina di chilometri a sud-est di Ferrara, presso Voghenza, frazione nel Comune di Voghiera. In tale località, ignorata dalle fonti antiche, agli sporadici e casuali rinvenimenti del passato, che sollecitarono l’interesse antiquario non solo locale, sono succedute a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso programmate e accurate esplorazioni archeologiche. Puntuali studi interdisciplinari hanno reso possibile la ricostruzione del quadro ambientale antico e comprensibile il carattere dell’insediamento, posto sulle rive del paleoalveo di un’antica divagazione padana, frequentato almeno dal IV-III secolo a.C. La ricca documentazione epigrafica disponibile ha consentito di valutare la composizione sociale, lo status economico e le ascendenze culturali della popolazione.
A quello che forse è stato “l’unico centro amministrativo divenuto autonomo nella tarda età imperiale tra i rami dell’antico Po” (N. Alfieri) e in cui si sono riconosciute le “radici cristiane di Ferrara” è dedicato il ciclo di tre incontri mensili (16 gennaio, 27 febbraio, 25 marzo) della decima edizione di Archeologia in Biblioteca.

A cura della Società Dante Alighieri – Comitato di Ferrara APS

Incontro con l’autoreMercoledì 17 gennaio 2024, ore 17

1842

Presentazione del romanzo di Moreno Po

Ferrara, Faust Edizioni, 2023 (collana di narrativa ‘I nidi’)
Presenziano Daniela Fratti e Fausto Bassini

Nel settembre ancora tiepido dell’anno 1842 il viaggio di un giovane «cannarino», dal ducato di Modena al Lombardo-Veneto asburgico, viene fermato da un imprevisto intoppo burocratico alla dogana pontificia di un minuscolo paese sperduto tra le Valli del Burana, in quel lembo di pianura fra Po, Secchia, Reno e Panaro ancora indeciso se essere terra o acqua, ma dove acqua e terra si contendono, da sempre, il destino degli uomini. Sarà per lui l’occasione di incontrare nuove storie, strane e differenti; storie che non avranno mai posto nella Storia; vicende simili a molte altre, senza le quali la storia di molti di noi sarebbe stata forse diversa. O, semplicemente, non sarebbe stata.

Moreno Po è nato a Pilastri di Bondeno nel settembre del 1953, la domenica del patrono. Vive a Bondeno. Nella sua più che quarantennale vita professionale di architetto ha pubblicato numerosi saggi e articoli sulla protezione e valorizzazione del paesaggio, sulla pianificazione territoriale strategica, sull’utilizzo delle risorse UE per lo sviluppo dell’economia locale. Suoi brevi racconti sono già comparsi su due antologie dedicate al Po (inteso come fiume). Per i tipi di Faust Edizioni hanno visto la luce due romanzi con protagonista la giornalista-detective padana Claire Fordiani: L’Ortolano del Gamberone (2021) e L’enigma di corso Riviera (2022).

A cura di Faust Edizioni

Conferenze e ConvegniGiovedì 18 gennaio 2024, ore 17

Jules Verne fra sogni e profezie. Ma chi era davvero il Capitano Nemo?

Conferenze dei Giovedì di Psicologia – Anno XVII, Secondo Giovedì

A cura di Stefano Caracciolo, Professore Ordinario di Psicologia Clinica, Università di Ferrara

Nelle fasi iniziali e più primitive della sua storia, il genere Homo Sapiens ha elaborato teorie cosmogoniche sull’origine dell’universo e sulla nascita dell’umanità: la narrazione del mito delle origini dal Chaos, come nel libro della Genesi, nella Teogonia del poeta greco Esiodo o nella leggenda induista di Brahma come demiurgo. Ma il pensiero primitivo, alla base delle credenze magiche e superstiziose, ha un posto preciso nello sviluppo psicologico, collocandosi nelle fasi infantili dello sviluppo cognitivo. Solo con la adolescenza l’uscita dal pensiero concreto e primitivo apre gli orizzonti alle ipotesi logico-deduttive, organizzate a partire dalle acquisite capacità di astrazione: “E se fosse possibile viaggiare a velocità della luce?”; “E se fosse possibile comunicare con civiltà extraterrestri?”; “E se fosse possibile viaggiare nel tempo?”. Lo spazio del l’ipotesi fantascientifica, tipicamente adolescenziale, esce a questo punto dalle dimensioni infantili della fiaba e si proietta nei tentativi di immaginare altre realtà, altre civiltà, altri mondi, in un impeto di creatività immaginativa che spesso confina con la realtà e, quasi prodigiosamente, la anticipa. Queste sono dunque le radici psicologiche delle prime storie di fantascienza in ambito letterario, dai Viaggi Straordinari di Jules Verne, che si può a ben diritto considerare uno dei ‘padri’ della fantascienza, ai racconti e romanzi di Herbert G.Wells, ad alcuni scritti di E.A.Poe e di Jack London. La cosiddetta ‘science-fiction’, nata negli USA, ha successivamente promosso innumerevoli sviluppi delle ‘amazing stories’ (storie che stupiscono), passate poi sugli schermi del cinema e su quelli televisivi. La caratteristica fondamentale dell’impatto emotivo della fantascienza, infa tti, è proprio quella dello ‘stupore’, certamente la meno nota e studiata delle otto emozioni fondamentali secondo le classificazioni delle emozioni di Plutchik.
E lo stupore caratterizza infatti tutte le opere di Jules Verne (1828-1905), dai viaggi in aerostato (Cinque Settimane in Pallone) alla esplorazione degli abissi oceanici (20.000 Leghe sotto i Mari) o delle viscere della terra (Viaggio al Centro della Terra) o alle esplorazioni spaziali (Dalla Terra alla Luna), avventure condotte spesso con metodi e veicoli ancora di là da venire, come sottomarini, motori elettrici o collegate comunque ad una visione del futuro e del progresso trionfante, tipico del positivismo ottocentesco. Ma come si intersecano i suoi viaggi meravigliosi con la sua vita, quasi del tutto confinata nella Francia di Napoleone III e nella provincia francese? Quali riflessi troviamo nella sua opera delle sue vicende personali? Chi o che cosa si nasconde dietro la figura più enigmatica fra i suoi personaggi, il Capitano Nemo, che unico compare in tre dei suoi romanzi in una epopea tanto incompiuta quanto affascin ante? Le risposte a questi ed altri interrogativi, che appartengono al campo affascinante della psicobiografia, ci consentiranno di riesplorare le sue opere, e non solo quelle più famose, alla luce della sua vita e della sua personalità.

Per il ciclo “Anatomie della mente”, anno XVII

Conferenze e ConvegniVenerdì 19 gennaio 2024, ore 17

Mafie e territorio

Lectio magistralis di Federico Varese

Introduce Nicola Alessandrini (Istituto Gramsci di Ferrara), con presentazione del ciclo di incontri “Riflessioni sull’ambiente. Più lento, più profondo, più dolce”

“In questa lezione, non mi soffermerò tanto sui reati ambientali commessi dalle mafie, ma sul rapporto imprescindibile delle mafie con un territorio. Argomenterò che queste organizzazioni criminali sono sui generis, in quanto sono forme di governo di comunità e di mercati e nascono in relazione alla transizione al capitalismo. Si farà riferimento a casi tradizionali, come la Sicilia, e a territori nel Nord del mondo, come alcune città del Regno Unito e dell’Italia del Nord, e all’America Latina, per finire con la breve disanima di come la lotta alla mafia per lo più non intacca le sua capacità di governo locale.
La lezione si basa su ricerche in corso del mio progetto europeo (advanced Grant) CRIMGOV, finanziato da European Research Council”
.

Nato a Ferrara, Federico Varese è professore di Criminologia e Direttore del Dipartimento di Sociologia dell’Università di Oxford, e Senior Research Fellow del Nuffield College, Oxford. Ha diretto la rivista «Global Crime» e scritto per il «New York Times» e il «Times» di Londra. Collabora con il «Times Literary Supplement» e «la Repubblica». Tra le sue principali opere spiccano The Russian Mafia (2001), Mafie in movimento (Einaudi 2011), Vita di mafia (Einaudi 2017) e La Russia in quattro criminali (Einaudi 2022).

Per il ciclo “Riflessioni sull’ambiente”, a cura dell’Istituto Gramsci di Ferrara
Locandina: ciclo_riflessioni_sull_ambiente_2024_in_ariostea.pdf

Conferenze e ConvegniSabato 20 gennaio 2024, ore 9

I dieci anni di ApertaMente: l’officina del sapere

Decima edizione della rassegna di incontri su attualità, letteratura e storia

Interventi di Oscar Ghesini, Claudia Cavicchi, Carmen Giarratana, Alessandro Moretti e Michele Ronchi Stefanati

L’Istituto di Istruzione Superiore “Luigi Einaudi” di Ferrara organizza da dieci anni un ciclo di conferenze e incontri, aperti a studenti e cittadinanza, con prestigiose personalità di vari ambiti del sapere e del lavoro, culturale e non: giornalisti, scrittori, poeti, critici cinematografici, medici, musicisti, divulgatori scientifici, imprenditori. In occasione del Decennale, che ricorre quest’anno, ripercorriamo con i docenti curatori le tappe fondamentali di questo straordinario percorso, dalle origini a oggi e svelando i progetti futuri.

Oscar Ghesini, ferrarese, insegna Lingua, Letteratura italiana e Storia nella scuola pubblica di istruzione secondaria superiore. Si è laureato in Materie letterarie e in Lettere moderne presso l’Università degli Studi di Ferrara. Ha un diploma di specializzazione biennale in Didattica, programmazione e valutazione scolastica. Dal 2011 è in cattedra presso l’Istituto “Luigi Einaudi” di Ferrara. Prima di dedicarsi all’insegnamento ha lavorato come giornalista sportivo, collaborando con giornali, radio e tv locali. Ha pubblicato racconti e saggi brevi di ambito storico e letterario su riviste cittadine e i volumi La Gazzetta ferrarese: percorsi critico-letterari (1848-1899) (Liberty house, 1999), Le identità sospese (Arsstudio C., 2003) e La S.P.A.L. dalla nascita al campionato 1924-1925” (Lulu.com, 2023), il primo di una collana intitolata “La S.P.A.L. dalle ori gini al secondo dopoguerra” prevista in quattro volumi.

Claudia Cavicchi, nata a Ferrara. Dopo il conseguimento della laurea in Lettere Classiche presso l’Università di Bologna, ha insegnato per alcuni anni latino e greco presso il liceo classico L. Ariosto di Ferrara. Dal 1987 è stata docente di Lettere presso l’Istituto Professionale “L. Einaudi” di Ferrara, dove è stata responsabile di vari progetti di arricchimento dell’offerta formativa (Premio 8 marzo, Cinema e teatro, Progetto Apertamente, Eventi culturali vari).

Carmen Ada Giarratana si laurea in Lettere Moderne presso l’Università degli studi di Catania. Frequenta la scuola di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario a Ferrara, conseguendo l’abilitazione per le scuole secondarie di primo grado e gli istituti professionali e tecnici. Ha insegnato in provincia di Padova in diverse scuole secondarie di primo grado e conseguito il ruolo. Nel 2015 ha ottenuto il passaggio di ruolo negli istituti tecnici. Attualmente è docente di italiano e storia presso l’IIS “L. Einaudi” di Ferrara.

Alessandro Moretti è docente di ruolo di lettere presso un Istituto d’Istruzione Superiore di Ferrara. È stato collaboratore di vari quotidiani locali. Negli anni passati si è dedicato non solo alla poesia, ottenendo numerosi riconoscimenti in concorsi nazionali e internazionali, ma anche agli studi storici, alla prosa e alla saggistica. I suoi studi e i suoi lavori sono pubblicati in diversi volumi e in riviste del settore. È stato membro della Giuria letteraria sia della IV edizione nazionale 2008 del “Premio Gianfranco Rossi per la giovane letteratura”, sia della VII edizione 2009 del premio “San Maurelio”. È stato tra i fondatori nel 1999 del “Gruppo Scrittori Ferraresi”. Da alcuni anni si occupa di vari progetti letterari all’interno delle scuole.

Michele Ronchi Stefanati, PhD, è insegnante e studioso di letteratura. Ha studiato letteratura italiana, letteratura latina e cinema nelle università di Bologna, Londra (UCL) e Cork (UCC). Nel 2013 si è laureato in filologia italiana con una tesi sulle intertestualità ariostesche nelle tre edizioni dell’Orlando furioso. Ha pubblicato diversi saggi, in italiano e in inglese, su riviste scientifiche e curato il volume Gianni Celati. Traduzione, tradizione e riscrittura (Aracne, 2019). Ha organizzato il convegno internazionale “Gianni Celati. Translation, Tradition, Rewriting”, tenutosi a Dublino e a Cork nel 2016, a cui ha partecipato lo stesso Celati. Dal 2013 al 2016 ha insegnato lingua e letteratura italiana all’Università di Cork. È intervenuto in diversi convegni internazionali, nelle università di Oxford, Cambridge, Trinity College Dublin, Zurigo, Innsbruck, e ha tenuto lezioni nelle università di Bergamo e Innsbruck, collaborando inoltre con l’Istituto italiano di cultura di Dublino. Insegna oggi lingua e letteratura italiana e storia negli istituti professionali di Ferrara.

A cura dell’Istituto di Istruzione Superiore “Luigi Einaudi” di Ferrara, in collaborazione con il Servizio Biblioteche e Archivi

Conferenze e ConvegniLunedì 22 gennaio 2024, ore 17

LE AMICHE INQUIETE

Conversazione sulle figure femminili nel cinema di Michelangelo Antonioni degli anni cinquanta

Conferenza di Andrea Malaguti (University of Massachusetts), in dialogo con Alessandra Calanchi (Università di Urbino)

A pochi anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, mentre l’Italia cerca una sua rifondazione culturale e il suo cinema propone quindi una serie di figure femminili positive e coerenti, Michelangelo Antonioni, coi suoi primi film, ritrae invece dei personaggi femminili più sfaccettati e complessi, che mettono in discussione la percezione sociale delle donne e la loro immagine cinematografica. Paola in “Cronaca di un amore” (1950), Clara Manni ne “La signora senza camelie” (1953) e le cinque torinesi de “Le amiche” (1955) sono “la faccia attiva della crisi” (Giorgio Tinazzi), una crisi che, anche dopo anni di trasformazioni cruciali, riverbera in qualche modo anche nella società italiana di oggi.

Andrea Malaguti insegna Italian and Film Studies alla University of Massachusetts ad Amherst, negli Stati Uniti. Si è occupato molto di narrativa e di poesia del Novecento, soprattutto di Giorgio Caproni, e di Michelangelo Antonioni, con un volume che dà un po’ origine alla conversazione: Straniere a se stesse: figure femminili e stilistica visuale nel cinema di Michelangelo Antonioni degli anni cinquanta (Galaad, 2018).

Alessandra Calanchi (PhD) è stata per oltre vent’anni docente di Letteratura e Cultura Angloamericana presso l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. Studiosa di crime fiction e di sound studies, ha pubblicato diversi saggi e volumi e partecipato a numerosi convegni internazionali. Si è occupata di cinema in American Movies Mon Amour (Oakmond, 2020, con Postfazione di Andrea Malaguti) e di romanzo utopico in Trent’anni su Marte. Contro-narrazioni dell’invasione aliena (Mimesis, 2023). Attualmente lavora come traduttrice e ricercatrice indipendente, affidando i suoi pensieri e progetti alla rivista online “Giro di vite. Segnali dalle città invisibili” e al canale youtube https://www.youtube.com/@donnechevengonodamarte.

A cura del Servizio Biblioteche e Archivi

Incontro con l’autoreMartedì 23 gennaio 2024, ore 17

Alida Valli, da Pola ad Hollywood e oltre

Conversazione sul libro curato da Alessandro Cuk

Venezia, Alcione Editore, 2016
Ne parla con il curatore Paolo Micalizzi, critico e storico del Cinema
 
Il libro racconta il percorso artistico di Alida Valli, nata a Pola nel 1921. La sua prima partecipazione cinematografica è avvenuta nel 1936, l’ultima nel 2002, attraversando gran parte del Novecento. Nell’arco di più sessant’anni ha partecipato a 109 film, una quindicina di sceneggiati e serie Tv e un notevole numero di spettacoli teatrali. Un’attrice versatile e internazionale che ha lavorato, tra l’altro, con registi come Alfred Hitchcock, Carol Reed, Mario Soldati, Luchino Visconti, Michelangelo Antonioni, Claude Chabrol, Pier Paolo Pasolini, Bernardo Bertolucci, Valerio Zurlini, Dario Argento, Giuseppe Bertolucci, Margarethe von Trotta.
 
Alessandro Cuk, nato a Venezia, è giornalista e critico cinematografico. Vicepresidente nazionale del CINIT-Cineforum Italiano collabora all’attività dell’associazione attraverso l’organizzazione di incontri e rassegne sul cinema, la conduzione di dibattiti, gli incontri con le scuole, la collaborazione alle riviste e alle attività dei festival. È anche vicepresidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia con la quale segue attività di carattere storico e culturale, in particolare sui temi del cinema e del teatro.
Tra le numerose pubblicazioni realizzate si possono segnalare: Guida agli attori giuliano dalmati (2012)Cuori senza frontiere: il cinema del confine orientale (2016), La città dolente (2020), La trilogia istriana nel cinema di Franco Giraldi (2021) e Italo Svevo tra cinema e letteratura (2022).

Invito alla letturaMercoledì 24 gennaio 2024, ore 17

Jo March e le sue sorelle: perché “Piccole donne” ci piace ancora?

Conferenza di Anna Scacchi (Università di Padova)

Per il ciclo di incontri “Testo e contesto”

A più di centocinquanta anni dalla sua prima pubblicazione, Piccole donne, della scrittrice americana Louisa May Alcott, continua ad attrarre l’attenzione del pubblico, come dimostrano le numerose nuove edizioni del volume, le frequenti ritraduzioni e gli adattamenti cinematografici e televisivi. Vero e proprio long-seller come solo i grandi classici della letteratura riescono a essere, Piccole donne, ambientato nella Nuova Inghilterra della Guerra civile e profondamente influenzato dai valori democratici della élite intellettuale trascendentalista, riesce a parlare alle giovani donne del mondo occidentale contemporaneo come se fosse stato appena scritto.

Anna Scacchi insegna Letteratura americana all’Università di Padova. Si occupa di ideologia della lingua nazionale negli Stati Uniti, ideologia domestica e letteratura nell’Ottocento americano, maternità e femminismo (in particolare Margaret Fuller e Charlotte Perkins Gilman), autobiografia, letteratura afroamericana e letteratura per l’infanzia, memoria contemporanea della schiavitù. è autrice del volume A una voce sola. Il racconto della storia in “Benito Cereno” di Herman Melville (2000) e curatrice di diversi volumi collettanei dedicati alla letteratura per l’infanzia negli Stati Uniti, ai rapporti madre-figlia nella letteratura americana e alle questioni razziali negli Stati Uniti e in Italia.

A cura dell’Associazione Amici della Biblioteca Ariostea

Conferenze e ConvegniGiovedì 25 gennaio 2024, ore 17

LE ‘MACCHIE’ DI GIOVANNI FATTORI

Conferenza di Daniela Cappagli (Direttivo Istituto Gramsci di Ferrara)

Giovanni Fattori è uno straordinario artista, protagonista della famosa stagione pittorica cosiddetta della ‘macchia’ e dei ‘Macchiaioli’. È anche un importante interprete del naturalismo verista che ha caratterizzato la pittura della seconda metà dell’‘800 sino alle soglie del ventesimo secolo. Il contributo di Fattori nella stagione macchiaiola si è rivelato fondamentale come espressione di un nuovo modo di rappresentare la storia, quella legata alla nascita della nazione italiana. Fattori ha la capacità rara di far sentire la vastità degli spazi e la solennità dei tempi anche in quadri di piccole dimensioni: accanto ai suoi bellissimi soldati a cavallo e ai suoi intensi ritratti dipinge soggetti naturalistici e campestri: cavalli, bovi, contadini particolarmente espressivi, figure imperturbabili incorporate al cielo e alla terra. Così l’artistica visione del Fattori assume un tono morale significativo e austero, profondamente umano.Per il ciclo “I colori della conoscenza. Linguaggi, Arti, Scienze”, a cura dell’Istituto Gramsci di Ferrara
Gli incontri hanno valore legale di corso di formazione-aggiornamento ai sensi del DM prot. n. 802 del 19/6/2001, DM prot. n. 10962 dell’8/6/2005. Ai docenti iscritti verrà rilasciato attestato di frequenza e agli studenti iscritti attestato per accedere al credito formativo (info: gramsciferrara@gmail.com)
Scarica locandina: incontri gennaio-maggio 2024

Incontro con l’autoreLunedì 29 gennaio 2024, ore 17

Primo Levi

Presentazione del libro curato da Alberto Cavaglion

Roma, Carocci Editore, 2023
Dialogano con il curatore il Rav. Luciano Meir Caro, Martina Mengoni e Luca De Angelis
 
Orientarsi nella vastissima bibliografia su Primo Levi è un’impresa impossibile. Il volume indica una possibile sintesi, avvalendosi del contributo di studiosi già affermati che, insieme a giovani esordienti, offrono un primo bilancio su quanto è stato fatto e quanto ancora resta da fare per illuminare un prisma complesso. Accanto all’analisi di singole opere, sono stati enucleati i nodi problematici intorno ai quali persistono interpretazioni contrastanti fra loro: dal rapporto con l’ebraismo e lo Stato d’Israele alla funzione di Dante; dal ruolo del testimone – cioè la figura del superstite esaminata nell’arco di un mezzo secolo di scritture, da Se questo è un uomo a I sommersi e i salvati –, fino all’uso delle fonti classiche, della Bibbia e dei miti.
 
Alberto Cavaglion insegna Storia dell’ebraismo all’Università degli Studi di Firenze. Tra le sue pubblicazioni, Decontaminare le memorie. Luoghi, libri, sogni (Add editore, 2021); La misura dell’inatteso. Ebraismo e cultura italiana 1815-1988 (Viella, 2022); “L’astuto imbecille” e altri scritti su Italo Svevo (Edizioni di Storia e Letteratura, 2023) e, con Carocci editore, Verso la Terra promessa. Scrittori italiani a Gerusalemme da Matilde Serao a Pier Paolo Pasolini (2016); Primo Levi: guida a Se questo è un uomo (2020)
 
A cura dell’Associazione Bondeno Cultura

Incontro con l’autoreMartedì 30 gennaio 2024, ore 17

GIARDINI. L’arte della natura da Babilonia all’ecologia urbana

Presentazione del libro di Mariella Zoppi

Roma, Carocci editore, 2023
Dialoga con l’autrice Gianni Venturi, con introduzione di Paola Roncarati
 
Un viaggio, nel tempo e nello spazio, attraverso l’affascinante storia del giardino, nella inesausta ricerca di un ideale di bellezza dell’abitare. Un viaggio che oggi travalica tutte le tradizionali linee identitarie, in un’epoca di spostamenti di massa, nell’auspicata necessità di nuove basi armoniche del vivere comune e verso il ritorno ad un sacrale dialogo con la natura. L’hortus conclusus, oggi, deve apparire definitivamente permeabile.
 
Mariella Zoppi è architetta e professoressa emerita di Architettura del paesaggio all’Università degli Studi di Firenze. Ha progettato piani urbanistici, parchi e giardini in Italia e all’estero e ha insegnato alla Berkeley University (CA) e alla Zhejiang Normal University. Fra le sue pubblicazioni si ricordano: Progettare con il verde (3 voll., Alinea, 1989-92), Storia del giardino europeo (Laterza, 1995), Le voci del giardino storico (Pontecorboli, 2015), Paesaggi d’autore in Toscana (Aska, 2018), Zhejiang: il tempo e le acque (Aska, 2019) e I giardini di Boboli. Una passeggiata nella storia (Pontecorboli, 2020).
 
A cura del Garden Club di Ferrara

Incontro con l’autoreMercoledì 31 gennaio 2024, ore 17

Il profilo criminologico dei gerarchi nazisti

Presentazione del libro di Antonio Leggiero

Milano, Mursia Editore, 2023
 
«Non mi difendo contro accusatori ai quali nego il diritto di accusarmi e di accusare i miei compatrioti. Non mi difendo contro colpe che interessano gli affari interni della Germania, che non devono riguardare gli stranieri. Non protesto contro dichiarazioni che toccano il mio onore e l’onore dell’intero popolo tedesco, considero anzi tali rimproveri, da parte dell’avversario, come titolo d’onore. Ho avuto la fortuna di vivere molti anni della mia vita a fianco di uno degli uomini più grandi che il mio popolo abbia espresso nel corso della sua storia millenaria. Anche se lo potessi, non vorrei cancellare questo periodo della mia esistenza. Sono felice e orgoglioso di aver fatto il mio dovere come tedesco, come nazionalsocialista, come fedele del Führer. Non rimpiango niente. Se dovessi ricominciare, agirei nello stesso modo: anche sapendo che alla fine della mia vita mi aspetta il rogo. Poco mi importa di ciò che possono farmi gli uomini. Comparirò davanti all’Onnipotente. È a lui che debbo rendere conto, e so che mi assolverà»:  si apre con queste farneticanti parole pronunciate da Rudolf Hess, l’ex delfino del Führer, la prefazione dell’opera di Antonio Leggiero, parole che fanno sorgere spontanea la domanda se si tratti dell’ultima, definitiva dimostrazione di una lucida follia o dell’estremo escamotage di un uomo che ha perso tutto e sta cercando disperatamente soltanto di salvarsi la vita.
Partendo da un minuzioso lavoro di ricerca, il libro ci fornisce un’analisi tecnica, approfondita e particolareggiata della personalità criminale dei più importanti gerarchi nazisti (Rudolf Hess, Hermann Göring, Heinrich Himmler, Joseph Goebbels, Martin Bormann, Albert Speer, Reinhard Heydrich, Alfred Rosenberg, Hans Frank e Julius Streicher), grazie a una metodologia di indagine che consente di arrivare all’elaborazione del profilo socio-psico-criminologico di ognuno di loro.
Come dice l’autore «Si cerca di capire quali esseri umani abbiano potuto compiere e perpetrare – in modo lucido e pianificato – lo sterminio di milioni di altri individui, predisponendo e organizzando la più terrificante e spietata macchina di morte mai realizzata nella storia dell’uomo».
 
Antonio Leggiero (Tufo, Avellino 1967), criminologo, avvocato e docente in Criminologia presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Pegaso, è ricercatore storico e collabora con svariati quotidiani, riviste scientifiche, giuridiche, storiche e culturali in genere.

A cura del Servizio Biblioteche e Archivi

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