fantascienza

Libra Fantastica

FINO A DOMENICA 1 PER TUTTI I LETTORI vale la possibilità che riguarda esclusivamente Libra Fantastica.

Questa opportunità dà la possibilità, per ogni volume che acquisterete con Paypal fino al 1° dicembre, di ottenere anche un secondo volume a vostra scelta che vi verrà inviato insieme al primo.

Un’occasione da non perdere per chi manca ancora di qualche titolo di Libra Fantastica, o addirittura non conosce questa collana che alterna i più grandi inediti con i più grandi e imperdibili classici della fantascienza, del fantastico e dell’horror.

Aderire è semplicissimo.

Basta scegliere uno o più titoli tra quelli elencati più sotto (fino a un massimo di 5) e ordinarli tramite Paypal utilizzando il carrello.

Fatto questo, inviateci una e-mail segnalando l’ordine effettuato e indicandoci quali volumi avete scelto come omaggio, anch’essi tra quelli elencati qui sotto.

Per ogni volume ordinato, un volume in omaggio fino a un massimo di cinque (con relativi cinque omaggi).

Vi ricordiamo che non possono essere ordinati i tre titoli esauritissimi, e cioè Storie della Frontiera di Howard, Cogli una stella cadente di Brunner e Viaggiatore nella notte di C. J. Cherryh.

Potete approfittare dell’imperdibile offerta da adesso alla mezzanotte di domenica 1° dicembre.

 

Ecco l’elenco dei libri tra i quali scegliere l’ordine e l’omaggio:

 

Isaac Asimov:                        PARIA DEI CIELI

Edmond Hamilton:                   OMBRE SULLE STELLE

Thomas Ligotti:                       I CANTI DI UN SOGNATORE MORTO

Robert E. Howard:                   DARK AGNES, DONNA DI SPADA

Frederik Pohl:                         POMPEI 2079

Edmond Hamilton:                  I SOVRANI DELLE STELLE

Robert E. Howard:                   GLI AVVENTURIERI DEL MARE

Paul Di Filippo:                       BABYLON SISTERS

Robert Silverberg:                   ROMA ETERNA

A cura di Jeff e Ann Vandermeer:

                                             STEAMPUNK!

Thomas Ligotti:                       LO SCRIBA MACABRO

Henry Kuttner:                        IL MONDO OSCURO

Jeff Vandermeer:                    LA CITTA’ DEI SANTI E DEI FOLLI

Charles Henneberg:                 LA NASCITA DEGLI DEI

  1. E. van Vogt: LA CITTA’ DEGLI INVISIBILI

Robert E. Howard:                  IL SIGNORE DI SAMARCANDA

Jeff Vandermeer:                   VENISS UNDERGROUND

Robert E. Howard:                  EL BORAK, AVVENTURIERO DEL DESERTO

Raymond F. Jones:                CITTADINO DELLO SPAZIO

  1. E. van Vogt: IL LIBRO DI PTATH

Francis Carsac:                     GALASSIA MALEDETTA

 

 

Elara s.r.l.

 

politica, Primo piano

Alexander Dugin

….Siamo attualmente immersi nella terza forma totalitaria, quella della dittatura liberale. Questa forma tirannica postmodernista considera nemici tutti coloro che mettono in discussione il suo potere. Bisogna agire con coloro che sono liberi dalla soggezione del potere. Per questo siamo considerati pericolosi: perché non siamo inquadrabili”.

Il Soggetto Radicale è colui che sa per cosa vivere e per cosa combattere. Che ha coscienza di sé e della comunità di appartenenza. Che non cerca un centro di gravità, ma che è lui centro e signore di sé. Che non cerca una entità superiore, ma che ha il divino dentro di sé. È un uomo che appartiene a un passato, che combatte nel presente e che ha un destino in cui credere e da costruire”.

Sabato 7 Dicembre, presso il Circolo “La Terra dei Padri di Modena”, alle 17,00, ci sarà la presentazione dell’Ultimo libro di Alexander Dugin, “Soggetto Radicale”, presenta Maurizio Murelli, l’editore ed è previsto l’intervento dello stesso autore, Alexander Dugin.

Sarà possibile acquistare il libro in sala.

N.B. Gradita la Prenotazione

biblioteca

Bibbiano e dintorni

lunedì 25 novembre 2019 ore 17

Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara

Intervengono Alessandro Scarsella e Claudio Pasi

L’incontro intende ricordare la figura di Filippo Secchieri nel periodo della sua formazione universitaria. Il corso di laurea in Materie letterarie presso l’Università di Ferrara offriva occasione di scambi di scritti che lo studioso non mancava di offrire ad amici e conoscenti. Si vuol ricordare e far conoscere lo spessore letterario che traspariva attraverso la lettura di lettere e poesie rimaste private. L’intento è la condivisione della testimonianza, un invito a tutti coloro che lo hanno apprezzato ad intervenire e farlo conoscere.
Le letture saranno accompagnate da brani musicali a cura di Luca De Angelis.

Filippo Secchieri (1958-2011) si è laureato a Ferrara con tesi su Clemente Rebora. Studioso di letteratura e poesia lavorava presso la Biblioteca di lettere e filosofia e collaborava come docente e correlatore di letteratura contemporanea presso l’Università di Ferrara. Oltre agli studi di critica letteraria ha pubblicato saggi su: Giorgio Bassani, Thomas Bernhard, Maurice Blanchot, Italo Calvino, Cristina Campo, Aldo Capasso, Luciano Cecchinel, Marina Cvetaeva, Tommaso Landolfi, Alda Merini, Marino Moretti, Anna Maria Ortese, Cesare Pavese, David Maria Turoldo e Michele Vincieri. Principali pubblicazioni: Schifanoia / Corrado Antonietti, Lorenza Meletti, Filippo Secchieri, Marco Tani, Piovan, 1982; Con leggerezza apparente: etica e ironia nelle Operette morali, Mucchi, 1992, Leggere la finzione : percorsi dell’ermeneutica letteraria, Università di Ferrara, 1994; Interpretare la finzione: aspetti dell’ermeneutica letteraria, Edizioni dell’Arco, 1997; Dove comincia la realtà e dove finisce: studi su Alberto Savinio, Le lettere 1998; L’artificio naturale: Landolfi e i teatri della scrittura, Bulzoni, 2006; Configurazioni : frammenti per l’interpretazione, Milella, 2012; Scintillazioni: tutte le poesie, a cura di Jean Robaey, Al.Ce., 2015
A cura del Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara

martedì 26 novembre 2019 ore 17

Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara

Conferenza di Patrizia Castelli

In occasione dello spettacolo di danza “Gentle Unicorn”, in scena al Teatro Comunale il 26 novembre 2019.
Pochi animali favolosi come l’unicorno o liocorno hanno riscosso, ab antiquo, una grande fortuna nell’ambito filosofico, letterario, araldico, emblematico, scientifico e iconografico. L’ambiguità del suo corpo equino, contrassegnato da un lungo corno conservato nelle Wunderkammern, in realtà un dente di narvalo, è immagine ben nota non solo nell’àmbito della tradizione occidentale. I diversi significati attribuiti durante i secoli a questo fabuloso animale sono indispensabili per comprendere la tradizione culturale che lo ha recepito e trasformato fino a farlo salire, con una sua collocazione scientifica, nei cieli.
Per il ciclo “Libri in scena” a cura dell’Associazione Amici della Biblioteca Ariostea

mercoledì 27 novembre 2019 ore 17

Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara

Lectio Magistralis di Pierluigi Montanari

Introduce Federica Graziadei
Non si può parlare d fenomeni culturali tra la fine del XVI e tutto secolo il XVII senza fare riferimento al Concilio di Trento (1545 – 1563): gran parte dei parametri artistici, religiosi e culturali che avevano caratterizzato la vita del Cinquecento rinascimentale furono sovvertiti. Questa “metanoia”, se si diffuse in gran parte dell’Europa, fu particolarmente evidente a Ferrara che dal 1598 era governata direttamente dalla Chiesa; la pittura di Carlo Bononi fu una delle testimonianze più interessanti di questa mutazione perché riusciva a conciliare una profonda e sentita religiosità con le esigenze della “nuova” pittura. Bononi lavorò indefessamente in tutta l’Italia centro-settentrionale conseguendo ovunque grande fama per la novità della sua tecnica, del suo sentire e della sapienza cromatica. Ne è prova un giudizio di Tito Prisciani, priore della basilica di Santa Maria in Vado che, presentando il pittore ad un amico, scriveva nel 1622: “I colori che il signor Carlo  adopera sono impastati di cuore liquefatto”. Godette della stima dei grandi pittori del suo tempo: del Guercino, dello Scarsellino; il “divino” Guido Reni, per rispetto, rifiutò di ultimare un lavoro che la morte aveva impedito al Bononi di ultimare.
Per “I mercoledì de l’Ippogrifo” a cura del Gruppo Scrittori Ferraresi

giovedì 28 novembre 2019 ore 17

Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara

Presentazione del libro di Maurizio Tortorella

Bambini strappati alle famiglie: uno scandalo annunciato, un business da fermare
Saluto dell’Assessore Andrea Maggi
Dialogano con l’autore Patrizia Micai, Stefania Gallini e Elisabetta Fabbri
Modera Federico Di Bisceglie                
Il libro prende le mosse dall’inchiesta “Angeli e demoni” della Procura di Reggio Emilia, dove amministratori locali del Comune di Bibbiano, assistenti sociali e psicologi sono stati indagati e/o arrestati in base a gravissime ipotesi di reato. Ma “Bibbiano e dintorni” vuole soprattutto essere un grido d’allarme sul sospetto che gli affidi facili possano nascondere un business vergognoso sulla pelle degli innocenti. A ricostruire la vicenda è un giornalista che da molto tempo si occupa di giustizia minorile e più volte ha denunciato gli eccessi dei servizi sociali e la faciloneria con cui troppo spesso procedono agli allontanamenti.
Maurizio Tortorella, già inviato speciale e vicedirettore di Panorama, con Caterina Guarnieri ha scritto Rapita dalla giustizia: il libro (Rizzoli) racconta la vera storia di Angela Lucanto, una bimba che per colpa di un assurdo errore giudiziario è stata sottratta alla sua famiglia per 11 anni. A quel libro si è ispirata la fiction Mediaset L’amore strappato, con Sabrina Ferilli ed Enzo Decaro, che Canale 5 ha trasmesso nella primavera del 2019.

venerdì 29 novembre 2019 ore 17

Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara

A cura di Associazione Evangelica CERBI di Ferrara

Tavola rotonda con Nazareno Ulfo (Insegnante ed editore), Paolo Gioachin (Insegnante di religione cattolica) e Mauro Presini (Insegnante e giornalista).

Introduce Lidia Goldoni (Associazione Evangelica CERBI di Ferrara)
È più che mai necessario affrontare una grande sfida, la cui soluzione sarà decisiva per la causa della civiltà e della prosperità delle future generazioni, una sfida che si gioca soprattutto nel campo dell’educazione, e in particolare della scuola. La sfida è quella di vivere con le più profonde differenze personali, in un’era in cui tali differenze implicano convinzioni fondamentali, visioni del mondo e stili di vita diversi, presenti all’interno delle singole comunità. Un aspetto fondamentale dell’esistenza è la ricerca del significato e del senso di appartenenza. Per la maggior parte delle persone questa ricerca è soddisfatta attraverso le credenze e le visioni del mondo, siano esse soprannaturali o secolari, trascendenti o naturalistiche, che hanno ispirato alcuni dei migliori e alcuni dei peggiori atteggiamenti e comportamenti umani nel corso della storia. Nella moderna era globale, a causa del flusso di persone e idee, le diverse convinzioni e visioni del mondo sono in costante contatto e interdipendenti e, considerato che le forme di interconnessione globale raggiungono velocità, dimensioni e portata senza precedenti, si affacciano problemi urgenti, come quelli della libertà di coscienza, dei diritti, delle responsabilità e del rispetto che costituiscono il fondamento di una “piazza pubblica”, cosmopolita e civile, e delle attitudini di coloro che vorremmo formare come “cittadini del mondo” ed al contempo patrioti nei loro paesi, allo scopo di promuovere la causa di un “mondo migliore” e quindi della civiltà mondiale, contro le forze disgregative e distruttive all’opera anche nel microcosmo quotidiano.
A cura di Associazione Evangelica CERBI di Ferrara

 

storia

Microeditoria

Spie, attentati, intrighi: quando a Ginevra si progettava la nuova Italia
Domenica 10 novembre alle ore 16 al festival della microeditoria di Chiari (Brescia) sarà presentato il volume Se avessi qui Mussolini di Fabio Mortella
Crocevia di intrighi e spie, di complotti e attentati, di antifascisti in fuga ma anche delle trame di influenti esponenti legati al consolato italiano, la città di Ginevra negli anni Trenta del Novecento fa da sfondo al libro “Se avessi qui Mussolini” dello storico e giornalista Fabio Mortella (MnM Print edizioni, 2018).
Al centro ci sono le vicende della vivace comunità italiana che, dopo l’assalto al potere di Mussolini, fuggì dall’Italia con direzione Ginevra e la confinante Alta Savoia. In questa permeabile regione di frontiera franco-svizzera, sotto l’occhiuta vigilanza delle spie del regime, vissero per periodi più o meno lunghi alcune delle più influenti personalità dell’antifascismo, da Emilio Lussu a Giuseppe Chiostergi, da Aldo Garosci a Egidio Reale, da Randolfo Pacciardi a Cipriano Facchinetti, fino ad arrivare a Carlo Rosselli, che nel novembre del 1935 tenne a battesimo una sezione di Giustizia e Libertà proprio nella cittadina di Annemasse. Oltre a queste figure di spicco dell’opposizione a Mussolini (e vere e proprie “colonne” della costruzione dell’Italia repubblicana), sono ricordati centinaia di personaggi meno noti, perseguitati dal regime, arrivati da ogni parte d’Italia, non soltanto in cerca di un lavoro, ma anche per continuare l’attività politica negata in Patria. Nel volume sono ricordati, tra gli altri, gli antifascisti mode-
nesi Torindo Amaranti. Luigi Martinelli e Ugo Pellacani di San Possidonio, Domenico Pavesi, Umberto Ferrari, Natale Bratti, Fernando Costa e Alfredo Gavazza di Concordia, Ivano Borellini di Mirandola, la famiglia Righi, originaria di San Martino in Rio e Campogalliano, Canzio Zoldi e Ugo Crespi di Novi, Venturino Sacchi di Soliera, Pilade Borsari e i quattro fratelli Bonfiglio, Crosveto, Domenico e Francesco Veronesi di Medolla.
Repubblicani, socialisti, liberali, cattolici, comunisti, anarchici e giellisti si aiutarono reciprocamente, contribuirono a rendere meno dura la condizione di emigrato dei loro connazionali, cercarono di contrastare, con ogni mezzo, i tentativi degli emissari del regime di “fascistizzare” anche le colonie. In sintesi coltivarono per anni, all’estero, l’idea che fosse possibile un’altra Italia, democratica e aperta all’Europa, ben lontana da quella oppressiva, provinciale e pacchiana imposta dal Duce.
Teatro di questa epopea di passione e lotta politica sono i caffè, i ritrovi, le adunanze pubbliche, i negozi e le case di una città, Ginevra, al centro di una fitta rete di rapporti internazionali, e di una miriade di centri satelliti del vicino territorio francese (come Annecy, Annemasse, Ambilly). Questa emigrazione antifascista italiana, che si organizzò soprattutto a partire dalla stretta dittatoriale imposta dal Duce alla fine degli anni Venti, si inseriva in un esodo di più lunga data. Il volume racconta, infatti, del passaggio a Ginevra del giovane rivoluzionario socialista Mussolini all’inizio del Novecento, intorno alle cui tracce, durante il regime, si consumò un’oscura vicenda di spionaggio; ma è narrata anche la strana storia del fratello dell’attentatore bolognese del Duce, espatriato come anarchico e divenuto confidente dell’OVRA grazie all’attrice della quale si era innamorato, ella stessa infiltrata tra gli antifascisti in esilio per screditarne la reputazione.
Una comunità variegata e spesso litigiosa quella dei fuoru-sciti, ma anche in grado di erigere e gestire per anni la co-ionia estiva di Saint-Cergues, in Alta Savoia, vero e proprio ‘monumento” dell’antifascismo all’estero e rifugio di esuli provenienti da tutta Europa. La colonia, costruita agli inizi degli anni Trenta per permettere ai figli degli antifascisti di jascorrere qualche giorno di vacanza al riparo dalle istituzioni del regime, rappresentò un momento di riscatto per ;>li italiani all’estero e un seme di solidarietà gettato in un :erreno fertile. Questo seme diede i propri frutti più maturi quando la stessa colonia, durante la Seconda guerra mondiale, divenne asilo sicuro per molti bambini ebrei in fuga dai nazisti, in attesa di trovare la salvezza oltre il confine con la Svizzera.
La ricerca di Mortella, collaboratore dell’Istituto Storico di Modena, è stata condotta principalmente sui fascicoli della polizia segreta e del Casellario politico centrale, consertati presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma, e su documenti degli Archivi di Giustizia e Libertà e del Fondo :ernando Schiavetti, entrambi depositati presso l’Istituto Storico dlla Resistenza in Toscana

SCHEDA

SE AVESSI QUI MUSSOLINI

Antifascist,fascisti e spie del regime tra Ginevra e Alta Savoia

Autore: Fabio Montella;  18euro, pagg.326

geopolitica, libri

Anschluss

Non mi pento, ovviamente, della riunificazione tedesca, che è andata di pari passo con la riunificazione europea. Ma mi pento del modo in cui è stato fatta. La riunificazione avrebbe potuto essere l’occasione per un sorpasso simultaneo dei sistemi occidentali e orientali, mantenendo il meglio di ciascuno di essi e respingendo il peggio. Invece, abbiamo assistito alla totale annessione dell’ex DDR da parte della Germania federale. Approfittando delle circostanze, la Repubblica federale, per mezzo di Treuhand, alla fine acquistò la Repubblica democratica per sottoporla a una terapia di shock liberale-liberista, vale a dire a un regime di sfruttamento capitalistico di cui non aveva finito pagare il prezzo. Trenta anni dopo la riunificazione, la maggior parte delle persone in Sassonia, Brandeburgo e Turingia si sente ancora come cittadini di seconda classe”.

Alain d Benoist

giacché

 

biblioteca

Nuovo calendario

lunedì 18 novembre 2019 ore 17

Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara

Insegnamenti di Padmasambhava sui sei bardo

Un completamento al Libro tibetano dei Morti
Presentazione di Patrizia Baldieri
Introduce Marcello Girone Daloli
Padmasambhava fu un maestro tantrico di elevate realizzazioni, vissuto nell’ottavo secolo. In Tibet egli nascose molti preziosi insegnamenti da rivelare alle generazioni future solo quando fosse giunto il tempo giusto per la loro comprensione. Questa tradizione del tesoro nascosto o terma è una peculiarità degli insegnamenti della scuola Nyingma. Il Libro tibetano dei morti è uno di questi terma di Padmasambhava. Arriva ora nella traduzione italiana un altro terma che riguarda non solo il bardo della morte ma tutti i bardo o fasi transizionali della coscienza. La straordinarietà del testo è di mostrare come ognuna di queste fasi sia un’occasione di risveglio spirituale.
Patrizia Baldieri è un’analista junghiana impegnata da anni a studiare il confronto e la possibile integrazione tra i modelli della psicologia occidentale e gli insegnamenti del Dharma. È membro del Cipa e della Laap. Svolge attività didattiche, di supervisione e docenza nella Scuola di specializzazione in psicoterapia. Ha portato il suo contributo su Dharma e psicoterapia in convegni, seminari e conferenze. Allieva di Corrado Pensa e Alan Wallace e di alcuni Maestri tibetani , ha curato la traduzione italiana di un terma di Padmasambhava, considerato un gioiello della letteratura tibetana: La liberazione spontanea, insegnamenti sui sei bardo. Altre traduzioni di insegnamenti sono in via di pubblicazione.

martedì 19 novembre 2019 ore 17

Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara

Il caso dell’antico villaggio egizio di Deir El-Medina

Proseguono gli incontri di SLOW READING dell’Associazione culturale Olimpia Morata con la presentazione del libro di Andrea Trevisani, “Deir el-Medina: nascita, sviluppo e declino di un villaggio di artigiani nell’Antico Egitto“, Edizioni Saecula.
L’autore sarà intervistato da Francesca Mariotti con la partecipazione dell’editrice, Gabriella Gavioli.
Un incontro in cui Andrea Trevisani, egittologo, ci porterà nella storia del sito di Deir el-Medina, che ospitava la comunità operaia addetta alla costruzione delle sepolture regali nella Valle dei Re, dalla fondazione al suo declino (XVI-XI sec. a.C.). Il rinvenimento, in un pozzo del villaggio, di numerose iscrizioni di nomi, affiliazioni familiari, retribuzioni e mansioni, accanto ad altri documenti ritrovati nelle case e nella necropoli, hanno reso questa piccola ma duratura comunità di artigiani uno dei casi d’eccellenza nelle ricerche sul Vicino Oriente antico ed Egitto. Tuttavia, al di fuori della cerchia degli specialisti, di questo villaggio si è scritto pochissimo. Motivo che ha spinto l’autore a stilare questa vera e propria “biografia”, attraverso le diverse fasi di crescita e declino dell’abitato. Il sito archeologico di Deir el-Medina rappresenta un unicum per quantità e importanza dei reperti rinvenuti: iscrizioni, documenti, templi, sepolture, decorazioni e arredi domestici tornano a vivere, raccontandoci il quotidiano di questo villaggio. Rapporti di parentela e sociali, mansioni, attività economiche e artistiche, aspetti culturali e religiosi narrati con intensità e vicinanza tali da farci credere di essere ancora là.
Andrea Trevisani (Udine, 1961) è laureato in Conservazione dei Beni Culturali e si occupa di Egittologia dal 1989. In collaborazione con l’egittologo Mario Tosi, ha affrontato lo studio approfondito del villaggio e della necropoli di Deir elMedina.
A cura dell’Associazione culturale Olimpia Morata

mercoledì 20 novembre 2019 ore 17

Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara

Presentazione del libro di Edoardo Penoncini

Puntoacapo, Pasturana (AL), 2019
Introduce e dialoga con l’autore Zena Roncada
Letture di Cristina Rossi.
«Il desiderio nasce come aspirazione ed intercetta il senso di una mancanza… Si tende a raggiungere ciò che è indispensabile alla vita, ciò che la profuma e le dà colore. In questo modo prende forma e s’addensa il desiderio di poesia di Edoardo Penoncini: come un’urgenza interiore che nasce dal sentirla una sorta di parallela concorrenza alla vita, una sua concomitanza, perché agìta e riscoperta come risorsa del vivere… Non è lingua per strofette e cantilene, il dialetto di Penoncini, neppure litania consolatoria di ninne nanne… Per questo sa trovare le parole anche per la “mufa”, per la rabbia che diventa insofferenza, da non leggersi solo come fastidio ma come insofferenza, permanenza del/nel soffrire». (Dalla Prefazione di Zena Roncada)
Edoardo Penoncini, laureato in storia medievale all’Università di Bologna, ha collaborato con l’Istituto per la Storia di Bologna, con la Rivista di studi bizantini e slavi e con la rivista Scuola e didattica. Ha insegnato Lettere nella Scuola secondaria fino al 2011. Suoi lavori di storia medievale e di didattica della storia sono apparsi su riviste e in volumi collettanei. In versi ha pubblicato: L’argine dei silenzi; Un anno senza pretese; La spesa del giorno; Qui non si arriva di passaggio. Ferrara, musa pentagona; Poesie scelte e dodici inediti; Lungo è stato il giorno; Quell’aria; Vicus felix et nunc infelix. La luce dell’ultima casa; L’occhio profondo; le raccolte dialettali Al fil źrudlà e Scartablàr int i casìt

giovedì 21 novembre 2019 ore 17

Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara

A cura di Associazione Evangelica CERBI di Ferrara

Tavola rotonda con Giacomo Ciccone (Presidente dell’Alleanza Evangelica Italiana), Chiara Mantovani (Scienza & vita Ferrara) e Paola Bastianoni (Università di Ferrara)

Introduce Alfonso Sciasci (Associazione Evangelica CERBI di Ferrara)
Quale famiglia nella società italiana? E’ necessario usare il plurale “famiglie”, o c’è un solo modello di riferimento? La famiglia è oggi al centro di particolare interesse nel dibattito pubblico.
Pur non scadendo nella retorica della famiglia sotto attacco, bisogna però sottolineare e sostenere le peculiarità di questa formazione sociale, basilare al vivere collettivo e civile, dando voce al nostro pensiero e confrontandoci con quello altrui. La famiglia costituisce, più ancora di un mero nucleo giuridico, sociale ed economico, una comunità di affetti e di solidarietà in grado di insegnare e trasmettere valori culturali, etici, sociali, spirituali e religiosi, essenziali per lo sviluppo e il benessere dei propri membri e della società. La famiglia è altresì il luogo dove diverse generazioni si incontrano e si aiutano vicendevolmente a crescere nella sapienza umana e ad armonizzare i diritti degli individui con le altre istanze della vita sociale. Ma è anche il luogo in cui si vive spesso una profonda e segreta sofferenza, abusi, violenze, situazioni che precedono e accompagnano i disorientamenti dell’identità personale, con tutte le loro ricadute sulla società. La scuola, gli ambiti di lavoro, la vita tutta intera risente nel bene e nel male dello stato di salute delle famiglie. È responsabilità comune promuovere iniziative volte al confronto e alla condivisione di buoni vissuti ed esperienze costruttive.
A cura di Associazione Evangelica CERBI di Ferrara

 

fantascienza

Lettera aperta da Ugo Malaguti

Amiche lettrici e amici lettori,

l’evento che inaugura la pioggia di novità che, settimana per settimana, alimenteranno i vostri sogni e il vostro gusto per l’avventura e la poesia cosmica fino alla fine dell’anno, è così eccezionale che merita una breve Newsletter dedicata solo a esso: perché siamo di fronte all’uscita di un romanzo che, insieme a La legione dello spazio di Jack Williamson e I sovrani delle stelle di Edmond Hamilton, costituisce la triade di capolavori che segnano i momenti più affascinanti e grandiosi della fantascienza epico-avventurosa, quella che dipinge l’immensità degli spazi siderali e alla poesia della visione di mondi senza fine unisce l’azione, personaggi indimenticabili, inventiva grandiosa che sfida i limiti dell’immaginazione.

Questa è la fantascienza migliore: quella che accende i sogni di chi sa contemplare la volta celeste sognando mondi infinitamente diversi tra loro, uniti da grandi astronavi capaci di penetrare l’iperspazio e navigare nel buio che separa le galassie.

Galassia maledetta di Francis Carsac, grande scienziato francese noto in tutto il mondo ma anche narratore caldo e avvincente, è l’unica delle grandi opere della sf epico-avventurosa nate nella vecchia Europa: ma è forse la più vicina a noi, la più calda, la più emozionante, un libro che, letto una volta, si rilegge poi per tutta la vita.

 

 

 

Galassia maledetta

di Francis Carsac

 

Quattro anni dopo il loro ultimo incontro, il giovane e brillante fisico nucleare Frank Borie viene invitato dal suo vecchio compagno di scuola, il dottor Blair, a fargli visita nella vecchia casa di campagna vicina a Rouffignac, dove Blair, giovane e brillante medico, ha deciso di ritirarsi per diventare uno stimato medico di campagna e proseguire nelle ricerche biologiche che sono lo scopo della sua vita.

Il paese, con i suoi boschi e i suoi campi, sembra sempre lo stesso… anche se nell’unica osteria del centro ancora si scambiano racconti sull’apparizione, pochi mesi or sono, di diavoli verdi nella più inaccessibile radura del bosco. Ma a parte queste strane storie, sulle quali il sindaco e il curato affermano che non c’è alcun fondo di verità, tutto sembra normale a Borie: la grande, vecchia casa è sempre immersa nei suoi silenzi ospitali, la vecchia Madeleine ne è sempre la governante, e impareggiabile cuoca, ma c’è qualcosa di strano in Clair, qualcosa che il suo vecchio amico registra con crescente disagio. Prima di tutto, Borie si è sposato… con una bellissima ragazza nordica che conosce solo poche parole di francese, l’alta, flessuosa e misteriosa Ulna. E anche il laboratorio è diverso… con macchinari di straordinaria complessità, che Borie non aveva mai visto e sfidano la sua comprensione. E Clair sembra dubbioso sulla possibilità di aprirsi e raccontare la verità al suo vecchio amico.

A cena, dopo le squisite portate cucinate da Madeleine, e i preziosi vini della cantina di Blair, davanti al fuoco, però, il dottore comincia a raccontare al suo vecchio amico la sua storia… una storia che si dispiega narrando di un panorama grandioso e apparentemente incredibile, una storia che inizia nel giorno in cui il giovane medico, in una radura, scopre un disco volante precipitato dopo uno scontro con gli aerei terrestri, un disco volante dove si trovano esseri apparentemente umani, ma dalla pelle e dal sangue verdi, alcuni dei quali gravemente feriti.

Blair è un medico, e cerca di dare il suo aiuto ai sofferenti, da qualsiasi cielo provengano. E questo sarà l’inizio di un’epopea fantastica… che lo porterà in una lontana nebulosa, fino alla capitale galattica di Ella, dove gli Hiss riuniscono tutti i popoli umanoidi dell’universo per combattere la minaccia più spaventosa che da milioni di anni incombe su tutte le creature di carne e sangue… i Mislik, esseri di silicio, rocce intelligenti capaci di viaggiare nello spazio e di costruire con i loro corpi macchinari potenti e sofisticati che hanno lo scopo di spegnere i soli, in modo che i loro pianeti diventino di tenebra e di ghiaccio, fino a quando l’universo non si trasformerà in un oscuro regno del buio e del terrore.

Narra un’antichissima leggenda degli Hiss che solo quando si incontreranno esseri il cui sangue sia rosso la battaglia sarà perduta. E Blair è proprio una di quelle creature dal sangue rosso preconizzate dalle profezie, l’unica razza finora trovata nell’universo a parte gli orgogliosi abitanti di Andromeda.

Comincerà un’epopea di battaglie per combattere gli spegnitori di soli, e addirittura riaccendere le stelle spente, una battaglia disperata come disperazione crea l’implacabile avanzata dei Mislik, con i quali è impossibile trovare alcun terreno d’intesa…

Uno dei romanzi più visionari, emozionanti, avvincenti, di tutta la storia della science fiction, scritto da un grande scienziato che, come i migliori scienziati, è baciato dal dono incomparabile della poesia, e ci narra un’epopea grandiosa, profonda come le distese dell’universo, variegata come le tante razze che popolano i mondi delle stelle…

UN EVENTO IRRIPETIBILE. LA TIRATURA È LIMITATA, ORDINATELO OGGI STESSO SE VOLETE ASSAPORARE IL GUSTO DI UN AUTENTICO CAPOLAVORO DELL’IMMAGINAZIONE.

 

Libra Fantastica vol. 19 – FAN 019

Francis Carsac

GALASSIA MALEDETTA

Traduzione e introduzione di UGO MALAGUTI

Un volume di 280 pagine

Brossurato

Prezzo Eur 19,50

 

conferenza, poesia

Letture ariostesche

martedì 12 novembre 2019 ore 17

Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara

Presentazione del volume di Federica Panzera

Edizioni La Carmelina, 2019
Ne parla con l’autrice Federico Felloni
Letture ariostesche a cura di Paolo Catani e Ilaria Zeri
Ludovico Ariosto ci ha lasciato diverse opere. Quella che più è riuscita ad esaltare la sua vena creativa e a sdoganare il suo linguaggio contemporaneamente antico e moderno, è sicuramente il suo poema epico-cavalleresco “Orlando Furioso”. Tutti i critici che negli anni e nei secoli successivi alla sua morte lo hanno studiato e ammirato, sono rimasti affascinati da quel mondo sospeso fra realtà ed immaginazione poetica che l’artista più talentuoso che sia cresciuto in seno alla Corte Estense è riuscito a creare, senza mai abbandonare del tutto quell’approccio tipicamente rinascimentale che il poeta doveva avere. Atto provocatorio – e motivo centrale del romanzo – è stato ipotizzare che, ben prima della sua dipartita avvenuta nel Luglio del 1533, l’Ariosto avesse perduto momentaneamente questo invidiabile contatto con la sua opera più rappresentativa, ovviamente non per un suo capriccio o per un suo improbabile disamore per essa ma per le risultanze di una burla dalle conseguenze inaspettatamente drammatiche, posta in essere da due personaggi illustrissimi vicini a lui, la cui identità non voglio rivelare, poiché ritengo opportuno lasciare un alone di mistero anche nelle prime pagine del romanzo.
In collaborazione con la Contrada di San Giacomo

mercoledì 13 novembre 2019 ore 17

Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara

Presentazione del libro di Manuele Zambardi

Faust Edizioni, collana umoristica ‘I Giocondi’, 2019
Ne parleranno con l’autore Vera Vartanian e Micaela Zambardi.
Sarà presente l’editore Fausto Bassini
Ogni donna è un’isola meravigliosa, tutta da scoprire. La curiosità dell’autore verso questa creatura è nata dall’ammirazione: non ha mai pensato fosse il cosiddetto ‘sesso debole’, anzi l’ha sempre considerata almeno tre gradini sopra l’uomo. Vivere in una famiglia con tante donne lo ha portato a capire – o almeno a cercare di farlo – il loro modo di comportarsi e ragionare. Ha descritto, in questo libro, comportamenti e ragionamenti che osserviamo tutti i giorni, ma di cui non prendiamo atto: percorsi imperscrutabili, nelle loro labirintiche menti, e sentimenti variabili, nei loro morbidi cuori, camminano a braccetto. Fanciulle (ed ex fanciulle) arrivano ad amare e odiare, in simultanea, anche la stessa persona. Dolcemente complicate, come dice una famosa canzone, riescono sempre a stupire i comuni maschi mortali. Adorano primeggiare tra loro, ma in caso di bisogno sono sempre pronte a darsi una mano. Ma, quando si tratta di figli, qualsiasi ‘priorità’ verrà subito messa da parte. E, se vi avvicinerete troppo al loro nucleo o se tradirete la loro fiducia, le vedrete scappare via come scoiattoli inseguiti dal fuoco… Avventuratevi con Manuele in questo conflittuale ed entusiasmante universo cinico-romantico, e scoprirete il motivo per cui non si può fare a meno di amarle per ciò che sono.
Manuele Zambardi è nato nel 1962 a Ferrara, dove vive da sempre. Ha scritto racconti fantasy, poesie, un thriller, una favola e ha pubblicato, nel 2018, il romanzo “Infinito. Un amore oltre i confini del tempo”. «Quello che vorrei riuscire a trasmettere nei miei scritti sono le emozioni» ha detto di sé «Mi piace descrivere luoghi e sensazioni disegnandoli nella mente del lettore, ma lasciando a lui l’opportunità di sceglierne i colori».

giovedì 14 novembre 2019 ore 17

Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara

Conversazione di Monica Longobardi e Paolo Lago

In occasione dell’uscita del volume Apuleio, Le Metamorfosi, a cura di Monica Longobardi
Se, come asseriva Italo Calvino, “Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”, Petronio ed Apuleio continuano a parlarci anche oggi. Paolo Lago illustra la fortuna del Satyricon di Petronio nel XX secolo, specie nel teatro (Maderna), nel cinema (Fellini e Polidoro) e in letteratura (Pasolini, Arbasino, Sanguineti). Monica Longobardi, già editrice del Satyricon, conversa con l’ospite parlando della sua nuova traduzione delle Metamorfosi di Apuleio (Rusconi 2019), toccandone le riletture teatrali (Paolo Poli), nel fumetto (Milo Manara), e in letteratura (Savinio, Tabucchi).
A cura dell’Associazione Amici della Biblioteca Ariostea

venerdì 15 novembre 2019 ore 17

Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara

Presentazione della raccolta poetica di Antonio Prete

Einaudi, 2019
Dialogherà con l’autore Angelo Andreotti
Studioso e letterato estremamente eclettico, aperto con curiosità a tutte le forme del sentire, Antonio Prete ha insegnato Letteratura comparata all’Università di Siena ed è considerato tra i massimi esperti di Leopardi (tra i suoi numerosi libri dedicati al poeta di Recanati si menziona il recentissimo La poesia del vivente. Leopardi con noi – Bollati Boringhieri 2019) e di Baudelaire che ha tradotto e al quale ha dedicato numerosi saggi. Pur parlando della sua poesia (al suo attivo ha due precedenti raccolte edite da Donzelli: Menhir, 2007, e Se la pietra fiorisce, 2011), non potranno mancare cenni al mestiere del traduttore e ai poeti da lui tradotti, come Jabès, Bonnefoy, Rimbaud, Mallarmé, Verlaine, Valéry, ma anche Celan, Rilke, Dickinson, Machado… Non mancheranno accenni alla Nostalgia, sulla quale ha curato un volume preziosissimo; così come al sentimento della Compassione, alla Lontananza, all’Interiorità ha dedicato monografie imprescindibili e di rara sensibilità. Tutto è sempre ora è quasi una summa delle sue meditazioni in forma poetica: “Fin dal titolo (da Eliot) i versi di Antonio Prete indagano lo statuto di realtà che si mostra oltre l’ordine visibile del tempo. In ogni istante c’è compresenza di passato, presente e futuro. Ma la compresenza è anche ulteriore e contempla il non accaduto, il non vissuto” recita la quarta di copertina della “Bianca” di Einaudi.
A cura del Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara

Argomenti vari

La Germania del XXI secolo

In Europa, il primo scorcio del XXI secolo è stato segnato dal protrarsi della crisi economica dell’Occidente e dallo scoppio delle tensioni interne all’Unione Europea. Una crisi duplice, prodromo del parto – stentato – della nuova fase geopolitica del multipolarismo, un lungo periodo di transizione nel quale il nostro continente è chiamato – come già cento anni or sono – a dare risposte importanti sulla soglia di mutamenti epocali, di fronte alla debolezza di un sistema egemonico in declino.
Dalla svolta del 1871, la Germania è al centro della cosiddetta questione europea, e tutti gli ultimi grandi eventi della storia continentale sono stati segnati dalle scelte compiute da questo Paese, la cui percezione è ancora inflluenzata da luoghi comuni e stereotipi che rimandano a noti trascorsi politici. Stretta tra gli attuali rigurgiti neo-egemonici e lo spettro dell’eterno Sonderweg, la Germania ha assunto nell’immaginario il ruolo di Sfinge politica, immagine un po’ enfatica, e di certo lacunosa nel descrivere, all’insegna della complessità, il tormentato rapporto di un popolo con la propria storia e le responsabilità delle sue classi dirigenti, incapaci di scegliere – come ammoniva Thomas Mann nel 1953 – tra un’ “Europa tedesca” e una “Germania europea”.