politica

Solidarietà e civiltà

In tempi in cui è sferrato un massiccio attacco al nostro paese non è inutile proporre una delle prime opere di Ardigò che ne recupera le dimenticate origini cristiano sociali

Gramsci ha scritto che « il cattolicesimo democratico… amalgama, ordina,vivifica e si suicida». Secondo l’autore di questo libro tale opinione ri­schia. dopo quasi un sessantennio, di avere valore predittivo se i cat­tolici non riscoprono, oltre la mediazione politica per lo Stato democra­tico. il senso del loro impegno iniziale, ma non integristico né difensivo, nella società civile e nella cultura.

In questa chiave, il pensiero e l’opera di Giuseppe Toniolo, con speciale attenzione al periodo della « grande depressione economica » della fine dell’Ottocento, vengono « rivisitati ». La teoria del primato della ri­forma sociale, e della società civile, sulla politica, in vista di una nuo­va cristianità, esposta dal maggiore interprete del pontificato di Leone XIII. viene messa a confronto, dall’Ardigò, con le principali posizioni contemporanee dei cattolici circa il rapporto fede-politica. E ciò proprio mentre da parte marxista si è scoperto il primato della politica.

Un antologia di saggi programmatici, e una scelta di dieci lettere del Tomolo, il riconosciuto teorico dei cristiano sociali italiani, nonché la ‘ stampa di un dimenticato saggio di Alcide De Gasperi, sul Toniolo e il suo tempo, completano il volume.

ACHILLE ARDIGO’: opere sociologiche da lui composte e curate : « Introduzione alla a sociologia del ’welfare state’» (1977), ■ Classi e strati nel mutamento culturale» (1976). «Famiglia e industrializza­zione» ;1976). «La stratificazione sociale» (1975).È stato tra : promotori e relatori del convegno nazionale ecclesiale su • Evangelizzazione e promozione umana» (1976).

editoria

Fatti loro

Dalla gestione della famiglia De Benedetti (ex Cir) e della presenza dei giornalisti fondatori Eugenio Scalfari e Ezio Mauro al passaggio al gruppo Gedi controllato dalla Exor della famiglia Agnelli-Elkann (e cioè dal 2017 al 2020) è stata registrata una perdita di 450 milioni, di cui 166 nell’ultima fase.

Non se la passano bene in contabilità neppure il gruppo Caltagirone (Il Messaggero, Il Mattino, Il Gazzettino di Venezia, Il Centro), il gruppo Monrif del presidente degli editori Andrea Riffeser Monti (che pubblica Il Resto del Carlino, La Nazione e Il Quotidiano Nazionale), la concentrazione editoriale economica del “Sole 24 Ore” della Confindustria e il gruppo milanese Class che edita Milano Finanza

C’è stata una svolta invece nel corso del quadriennio 2016-20 nel gruppo Rcs (che pubblica Il Corriere della Sera, La Gazzetta dello Sport e vari settimanali) con l’arrivo dell’editore Urbano Cairo che ne è diventato il maggiore azionista e presidente della società. Rcs, dopo anni di perdite colossali, è tornato a registrare un utile di 260 milioni di euro mentre il bilancio 2021 dovrebbe chiudersi con un fatturato di circa 880 milioni, non lontano dai livelli della fase pre-Covid.

Bene i conti del Fatto Quotidiano di Marco Travaglio i cui ricavi non superano 38 milioni e l’Avvenire, il quotidiano della Conferenza dei Vescovi.

http://www.opinione.it/societa/2021/08/24/sergio-menicucci_crollo-editoria-lettori-giornali-bilanci-stampa/

storia

La vera storia della Lega Lombarda

Quello della Lega Lombarda è un mito recente, creato dal Risorgimento romantico. Ma quale è stata la sua “vera” storia? Fu un moto patriottico? Una precoce manifestazione di nazionalismo avant la lettre? O piuttosto un patto nato dalla volontà di proteggere il benessere economico e le libertà politiche conquistati a spese dell’autorità imperiale? In questo saggio uno dei più autorevoli medievisti italiani ricostruisce quella vicenda grazie a un paziente e minuzioso lavoro di documentazione storica. La penna di Cardini restituisce gli avvenimenti, i personaggi, lo scenario sociale ed economico che fu sfondo e motore dei fatti

Archeologia

La Fenice

FENICE

  1. La fenice, secondo quanto dicono Erodoto e Plutarco, è un uccello mitico di origine etiopica, di bellezza senza pari, dotato di straordinaria longevità e che ha il potere, dopo essersi consumato nel fuoco, di rinascere dalle proprie ceneri. Quando si avvicina l’ora della morte, la fenice si costruisce un nido di ramicelli profumati nel quale si consuma con il proprio calore. Gli aspetti del simbolismo sono chiari: risurrezione e immortalità, rinascita ciclica. Per questo motivo, tutto il Medioevo considerò la fenice il simbolo della Risurrezione del Cristo e talvolta quello della Natura divina, mentre la natura umana era rappresentata dal pellicano*.
    Nell’antico Egitto la fenice è un simbolo delle rivoluzioni solari ed è associata alla città di Eliopoli; tuttavia la città del sole originariamente potrebbe essere non quella d’Egitto, ma la Terra solare primordiale, la Siria di Omero. La fenice, secondo gli Arabi, può posarsi solo sulla montagna di Qàf, che è il polo, il centro del mondo. Comunque sia la fenice egiziana, o Bennu, era associata al ciclo quotidiano del sole e al ciclo an-
    la fenice. Dalla tomba di Irinefer. Arte egizia, XIX-XX dinastia.
    nuale delle piene del Nilo; da qui l’associazione con la rigenerazione e la vita. Trattandosi dell’airone purpureo, si collega a\V opera al rosso dell’alchimia, altro simbolo di rigenerazione. I taoi-sti designano la fenice con il nome di uccello di cinabro (tan-niao), che è il solfuro rosso di mercurio; del resto, quest’uccello corrisponde emblematicamente al sud, all’estate, al fuoco, al rosso e il suo simbolismo è anche collegato al sole, alla vita e ail’immortalità: la fenice è, infatti, una cavalcatura degli Immortali.
    È l’emblema di Niii-kua che inventò il sheng, strumento musicale a forma di fenice, che ne imita il canto sovrannaturale.
    La fenice cinese è androgina, maschio e femmina ( (fung-huang): la fenice maschio è simbolo di felicità, la femmina è l’emblema della regina, in contrapposizione al drago imperiale. Fenice maschio e fenice femmina sono insieme simboli di unione, di matrimonio felice. Inoltre, le fenici di Hsiao-chih e Lung-yii, che esprimono la felicità coniugale, conducono gli sposi al paradiso degli Immortali. Una fenice rivelò a Pien-ho la presenza della giada dinastica dei Chou, simbolo dell’immortalità, e il fung-hoang, manifestazione del puro yang, appare durante i regni felici.

Al- Jill considera fenice simbolo di ciò che trae esistenza unicamente dal proprio nome; significa «ciò che sfugge all’intelligenza e ai pensieri» e, come l’idea di fenice può essere colta solo tramite il nome che la designa, così Dio può essere colto solo attraverso la mediazione dei suoi Nomi e delle sue Qualità (CORM, DEVA, DURV, GUES, JILH, KALLA, SOUN).
P.G.

NOTA: ne trovate l’immagine proprio in questo blog che è nato proprio per recuperare testi inediti e riportarli a nuova vita afenice.com

la fenice. Dalla tomba di Irinefer. Arte egizia, XIX-XX dinastia.
editoria

Ferrarotti

Questo libro si occupa di una rivista, La Voce, che, fondata e diretta da Giuseppe Prezzolini, ha avuto una notevole funzione intellettuale, ma anche politica, nella cultura italiana del Novecento. La scomparsa delle riviste personali è un segnale non trascurabile del fatto che, dopo la «società aperta» di Karl Popper, la «società liquida» di Zygmunt Bauman e la società come effetto inintenzionale delle iniziative individuali della Scuola Austriaca (von Hayek, von Mises, K. Popper), si afferma ormai, inevitabilmente, la «società irretita», tecnicizzata, disorientata e quindi ansiogena. “OSSERVAZIONI SU LA VOCE” di Franco Ferrarotti Franco Ferrarotti è professore emerito di sociologia all’Università di Roma “La Sapienza”; vincitore del primo concorso bandito in Italia per questa materia; già responsabile della divisione “Facteurs sociaux” all’OECE, ora OCSE, a Parigi; fondatore con Nicola Abbagnano dei Quaderni di sociologia nel 1951; dal 1967 dirige La Critica sociologica; nel 1978 nominato “directeur d’études” alla Maison des Sciences de l’Homme a Parigi; insignito del premio per la carriera dall’Accademia nazionale dei Lincei il 20 giugno 2001; nominato Cavaliere di Gran Croce l’11 novembre 2005 dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
     Numerose sue pubblicazioni sono state tradotte all’estero. Ha insegnato e condotto ricerche presso molte università straniere.
     Per le Edizioni Solfanelli ha pubblicato: L’arte nella società (2005), Fondi di bottiglia (2008), Il senso della sociologia (2008), Lettere al Presidente (2009) L’immaginario collettivo americano (2010), Musica e Società. Il caso Puccini (2011), Il paradosso italiano (2012), Un popolo di frenetici informatissimi idioti (2012), L’Europa al bivio (2013), La parola e l’immagine (2014), Idee e Società (2015), Il primo centro-sinistra. Le ragioni di una sconfitta (2015), La bipolarità tendenziale nelle società industrializzate (2015), Futurismo come prefascismo (2016), I miei anni con Adriano Olivetti (2016), La conoscenza partecipata (2016), Oltre le sabbie immobili (2016), Osservazioni sul lavoro intellettuale (2016), Per l’autonomia operaia (2016), Thorstein Bunde Veblen. L’ultimo dei «muckrakers» (2016), Gli spaghettanti dello spirito (2017), Lo sviluppo (2017), The Hypnotic Power of Violence (2017), Theory and Field-Work (2017), Centralità del mondo periferico (2018), Emarginazione e creatività (2018), Filosofia e ricerca sociale (2018), History and Everyday Life (2018), Italy. An unauthorized Portrait (2018), La vocazione del Mediterraneo (2018), New Historicism and the Lived Experience (2018), Notes towards the Theory of dynastic Capitalism (2018), Report on the Mafia (2018), Self-Identity and Cultural Co-Traditions (2018), Toward The End of Constantinian Christendom (2019), Note di viaggio e pagine sparse. Vol. I: Dall’egolatria alla dissoluzione dell’individuo (2019), Note di viaggio e pagine sparse. Vol. II: Soggettività etica e senso del limite (2019), Note di viaggio e pagine sparse. Vol. III: La sociologia come teologia umanizzata (2019), Science – For what? (2019), Note di viaggio e pagine sparse. Vol. IV: La povertà di un paese ricco (2019).