Il vero titolo di questa raccolta avrebbe dovuto essere il suo sottotitolo, ovvero “scritti occasionali”. Solo la giusta preoccupazione dell’editore, che un titolo così pomposamente modesto potesse non attirare l’attenzione del lettore, mentre quello del primo saggio presenta qualche motivo di curiosità, ha fatto propendere per la scelta finale. La virtù di uno scritto occasionale è data dal fatto che di solito l’autore non pensava affatto di doversi occupare di un certo argomento ma vi è stato spinto dall’invito a una serie di conversazioni o saggi a tema, che lo hanno indotto a riflettere su qualcosa che avrebbe altrimenti trascurato. Ed ecco qui una serie di variazioni talora impegnate e talora divertite su temi come l’Assoluto, il Fuoco, il perché piangiamo sulla sorte di Anna Karenina, le astronomie immaginarie, i tesori delle cattedrali, le Isole Perdute, Victor Hugo e i suoi eccessi, le veline, il meccanismo dell’agnizione nel romanzo d’appendice, la fortuna o sfortuna di Joyce nell’epoca fascista eccetera. Tuttavia, che il titolo dell’insieme sia stato desunto dal primo scritto non è casuale, perché alla costruzione del Nemico l’autore si è appena dedicato nel suo ultimo romanzo, “Il cimitero di Praga”, né questo meccanismo perverso si è ancora arrestato perché, per tenere i popoli a freno, di Nemici bisogna sempre inventarne, e dipingerli in modo che suscitino paura e ripugnanza.
Mese: marzo 2021
La genesi
All’inizio avevamo un sito di testi inediti su web e fondammo l’associazione Araba Fenice per ridare loro nuova vita : http://uac.bondeno.com/afenice/
Così abbiamo permesso a molti di pubblicare la loro opera.
Per questo mi è particolarmente gradito pubblicare qui la recensione di questa, di cui ho corretto le bozze

RICAVATO DAL PIENO di Davide Formenti |
Valuta questo libro: 1 2 3 4 5 Informazioni editoriali Titolo: RICAVATO DAL PIENOAutore: Davide Formenti Data di uscita:2021 Pagine: 312Copertina: morbida Editore: Youcanprint ISBN: 9791220326780 CARTACEO €16,00 |
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Il racconto è ambientato in una piccola azienda di automazione della tranquilla provincia di Ferrara ai bordi esterni della ben nota Packaging Valley in un futuro prossimo a venire. Le quotidiane vicissitudini della dura convivenza aziendale vengono stravolte da una bizzarra richiesta da parte di un ente governativo di costruire la macchina di tutte le macchine. Al signor Lonicera, proprietario dell’azienda, l’ardua decisione di accettare o meno la proposta che potrebbe cambiare per sempre le sorti della Lonicera Enterprise S.p.A. e… dell’intero universo! L’idea di scrivere un racconto di fantascienza con un pizzico di ironia e comicità insaporito da una spruzzata di lingua dialettale, è nata ben nove anni fa. Quasi per scherzo un paio di righe nei fine settimana in cui le condizioni metereologiche non erano favorevoli ad attività all’aperto, poi il paio di righe divennero pagine e le pagine capitoli in un flusso quasi inarrestabile che hanno portato a maggio 2020 al completamento dell’opera. Pur frutto di fantasia, non si esclude possiate ravvisare nei vari personaggi similitudini con figure di cui avete fatto esperienza. Un invito dell’autore a condividerle. Buona lettura…
La perfida Albione
Fino al giorno della sua fucilazione, non in piazza, ma nel suo rifugio vicino a Como, per opera di partigiani e agenti inglesi su ordine di Churchill che lo voleva morto, non vivo, inutile dire che il carteggio, che lui ebbe cura di distribuirne copia a suoi fidati che poi tradirono o morirono in circostanze strane, sparì anche scrupolosamente eliminato dalle incursioni di Churchill in quei paraggi nel dopoguerra.
Fu un vero e proprio complotto contro l’Italia crocefissa al doppiogioco sporco di Gran Bretagna e Francia che d’intesa vollero spartirsi il Mediterraneo e il Medio Oriente- e relative colonie – anche per motivi strategici di petrolio, e chi diceva petrolio all’epoca diceva dollaro e tutta la nuova gabbia monetaria di Bretton Woods, capeggiata dalla Fed propaggine della Bank of England e della City Corp di Londra, dal Fondo Monetario e dalla Banca per i Regolamenti internazionali, quella stessa che aveva trafugato gli ori degli ebrei deportati nei campi.
Eppure persino lui morto, tale doppiezza degli alleati non sfuggì neanche al liberale Croce che nel commentare l’ignominia del trattato di pace del 1947, scrisse che non si poteva accettare in quanto basato su falsità e, rivolgendosi figurativamente ai vincitori durante l’assemblea costituente esclamò, rivolgendosi ai vincitori:
“scosso che ebbe da sé l’Italia, non appena le fu possibile, l’infesto regime tirannico che la stringeva, avete accettato e sollecitato il suo concorso nell’ultima parte della guerra contro la Germania, e poi l’avete, con pertinace volontà, esclusa dai negoziati della pace, dove si trattava dei suoi più vitali interessi, impedendole di fare udire le sue ragioni e la sua voce e di suscitare a sé spontanei difensori in voi stessi o tra voi? E ciò avete fatto per avere le sorti italiane come una merce di scambio tra voi, per equilibrare le vostre discordi cupidigie o le vostre alterne prepotenze, attingendo ad un fondo comune, che era a disposizione.”
e poi più incisivo:
I danni arrecati dal trattato di pace, descritti da Benedetto Croce: “Così all’Italia avete ridotto a poco più che forza di polizia interna l’esercito, diviso tra voi la flotta che con voi e per voi aveva combattuto, aperto le sue frontiere vietandole di armarle a difesa, toltole popolazioni italiane contro gli impegni della cosiddetta Carta atlantica, introdotto clausole che violano la sua sovranità sulla popolazioni che le rimangono, trattatala in più cose assai più duramente che altri Stati ex nemici, che avevano tra voi interessati patroni, toltole o chiesta una rinunzia preventiva alle colonie che essa aveva acquistate col suo sangue e amministrate e portate a vita civile ed europea col suo ingegno e con dispendio delle sue tutt’altro che ricche finanze, impostole gravi riparazioni anche verso popoli che sono stati dal suo dominio grandemente avvantaggiati; e perfino le avete come ad obbrobrio, strappati pezzi di terra del suo fronte occidentale da secoli a lei congiunti e carichi di ricordi della sua storia, sotto pretesto di trovare in quel possesso la garanzia contro una possibile irruzione italiana, quella garanzia che una assai lunga e assai fortificata e assai vantata linea Maginot non seppe dare.”
Insomma, un trattato inaccettabile:
Noi italiani, che non possiamo accettare questo documento, perché contrario alla verità, e direi alla nostra più alta coscienza, non possiamo sotto questo secondo aspetto dei rapporti fra i Popoli, accettarlo, né come italiani curanti dell’onore della loro Patria, né come europei: due sentimenti che confluiscono in uno, perché l’Italia è tra i popoli che più hanno contribuito a formare la civiltà europea, e per oltre un secolo ha lottato per la libertà e l’indipendenza sua, e, ottenutala, si era per molti decenni adoperata a serbare con le sue alleanze e intese difensive la pace in Europa.
E questo tacito consenso sull’Italia come paese recintato e sempre messo sott’acqua, è visibile nella lettura storica degli eventi del dopoguerra, l’epilogo di Craxi, l’attentato a Moro e a Mattei, a Falcone e Borsellino, i fatti di Ustica, l’epoca delle stragi “di Stato”, l’operazione in codice Manipulite e tangentopoli per dirne solo alcune.
estratto da https://nicolettaforcheri.wordpress.com/2021/02/10/un-po-di-verita-sulla-nostra-storia/