conferenza, Letteratura

Novembre all’Ariostea

Invito alla lettura mercoledì 2 novembre 2016 ore 17

SOTTO I CIELI DI URANO

Un viaggio nella Fantascienza

Analisi e letture di Enrico Neri, Eleonora Pescarolo, Elisa Orlandini, Silvia Lambertini, Linda Morini e Alberto Amorelli
La grande fantascienza sbarca alla Biblioteca Ariostea. La Compagnia del Libro, infatti, si occuperà di alcuni dei più importanti autori di fantascienza moderni. Asimov, Matheson, Gibson, Bradbury, Heinlen e Dick i nomi nel carnet. Ognuno di loro rappresenta un’idea della fantascienza, dalla classica, alla distopica al cyberpunk. Una carrellata per riscoprire un genere che erroneamente dal grande pubblico viene considerato solo di intrattenimento quando non un parente povero della letteratura mainstream.
A cura di La Compagnia del Libro in collaborazione con Associazione Culturale Gruppo del Tasso di Ferrara

 

Conferenze e Convegni giovedì 3 novembre 2016 ore 17

POLITICA

Conferenza di Gianfranco Pasquino, Professore Emerito di Scienza politica, Università di Bologna

Introduce Pietro Pinna
Né definire né studiare la politica è impresa facile (ma neanche “farla” è facile). Nel corso del tempo, gli uomini e le donne hanno cercato e sperimentato, spesse volte inventato modalità diverse per convivere e per organizzarsi al fine di perseguire nel migliore dei modi i loro obiettivi di vita, ma si sono anche sanguinosamente scontrati nella definizione e nel perseguimento di questi fini, dentro i loro territori e nel conflitto fra territori. La guerra, come scrisse memorabilmente von Clausewitz, è “la continuazione della politica con altri mezzi”. Gli uomini e le donne continuano incessantemente a cercare le migliori modalità di convivenza, ma anche di libertà personale e di assegnazione, distribuzione, ridistribuzione delle risorse e dei valori per loro importanti all’interno di ciascuna società utilizzando tutti gli strumenti a loro disposizione. In ogni tempo e in ogni luogo non sono mancati coloro che hanno non soltanto criticato, ma disprezzato la politica. I critici della politica dispongono anche di buoni argomenti. Spesso, la politica “politicata” è inquinata dalla corruzione e macchiata dall’incompetenza; spesso i politici sono inadeguati e autoreferenziali e gli stessi cittadini sono egoisti e menefreghisti; spesso i meccanismi e le strutture della politica sono carenti e obsoleti; spesso è la stessa politica malfatta che peggiora le condizioni, le opportunità, la qualità della vita. La critica è tanto necessaria quanto utile. Però, un conto è la legittima critica delle modalità con le quali viene fatta la politica in un sistema politico e dei comportamenti concreti dei singoli politici e del ceto politico nonché dei propri concittadini. Infatti, rarissimamente la società civile è effettivamente migliore della “sua” politica. Un cont o, sostanzialmente diverso, è il rigetto totale e indiscriminato della politica. Questo atteggiamento è, da un lato, irrealistico e illusorio, poiché in tutti i sistemi politici ci sono e ci saranno sempre uomini e donne che vorranno fare politica e che la faranno. Dall’altro, è antidemocratico e controproducente. Sono i regimi non democratici, in tutta la gamma delle loro forme, che mettono fine alla politica, all’espressione delle preferenze da parte di donne e uomini liberi, alla loro competizione e alla loro ricomposizione possibile e mutevole, alle loro opportunità di scelta fra alternative.
(G. Pasquino, Politica e istituzioni, Milano, Egea-UniBocconi, 2016)
Per il ciclo Le Parole della Democrazia a cura dell’Istituto Gramsci di Ferrara e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

Conferenze e Convegni venerdì 4 novembre 2016 ore 17

E ORLANDO FECE UN SESSANTOTTO!

Capolavori “furiosi” negli anni dell’entusiasmo (1969-1972) fra teatro, cinema e progressive music

Relatore Roberto Roda
Lascia lente le briglie del tuo ippogrifo, o Astolfo,
sfrena il tuo volo dove più ferve l’opera dell’uomo.
Così, nel brano “In volo”, cantava la band del Banco del Mutuo Soccorso, punta di diamante della progressive music italiana, Era il 1972. Gli anni che fecero seguito al Sessantotto, furono quelli dell’entusiasmo culturale in cui si vagheggiò, utopicamente, che la cultura potesse andare al potere. Certamente furono anni in cui, per molteplici convergenti ragioni, la creatività raggiunse, nel mondo occidentale, livelli di straordinaria eccellenza. Come l’Orlando Furioso abbia potuto segnare, in Italia, la stagione del rinnovamento e dell’entusiasmo culturale, lo raccontano, fra teatro, cinema e musica, tre straordinarie realizzazioni: l’Orlando Furioso di Luca Ronconi (1969) Il cavaliere inesistente di Pino Zac (1971) e il primo album del Banco del Mutuo Soccorso (1972)
Per il ciclo Il Presente Remoto 2016, “Sulla fortuna popolare dell’Orlando furioso”, a cura di Roberto Roda, Centro Etnografico Ferrarese
In occasione dei Cinquecento anni dalla pubblicazione della edizione dell’Orlando furioso.
Con il patrocinio del Comitato Nazionale V Centenario dell’Orlando furioso – Mibact

Eventi sabato 5 novembre 2016 ore 10

GIALLOFERRARA 2016 – III EDIZIONE – Anteprima

C.S.I. in Ariostea: analisi di un delitto

Segui il Giallo #followtheyellow
La Polizia Scientifica di Bologna inaugura la stagione del Giallo a Ferrara con un’anteprima ricca di suspense: sala Agnelli diventa teatro di un crimine, e nasconde tracce e indizi tutti da scoprire. Da non perdere la simulazione di un’indagine scientifica: alcuni agenti della Polizia di Stato illustrano i segreti del mestiere. Una mattinata dedicata all’investigazione che fa crescere l’attesa per il Festival GialloFerrara.
Torna GialloFerrara in versione autunnale. Dopo un anno e mezzo di attesa i cittadini ferraresi potranno incontrare nuovamente, com’è consuetudine in questa rassegna, decine di scrittori italiani e stranieri del genere noir-thriller-giallo. Il festival, curato dal Gruppo del Tasso di Ferrara, quest’anno propone in Biblioteca Ariostea, oltre all’odierna anteprima, quattro appuntamenti di grande interesse nei giorni venerdì 11 e sabato 12 novembre.
A cura dell’Associazione Culturale Gruppo del Tasso di Ferrara in collaborazione con la Polizia di Stato, il Servizio Biblioteche e Archivi e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Ferrara

 

fantascienza

Antonio Caronia

Caronia2“La fantascienza è una costellazione di immagini che passano di opera in opera, e così facendo si amplificano, si arricchiscono, si trasformano.” 1

Che cos’è un genere letterario se non l’amplificazione massima di questo passamano di immagini di opera in opera? La fantascienza, come genere letterario popolare di massa, è forse il migliore esempio di questa specie di evoluzionismo per assemblaggio, per variazioni, che una volta accettate entrano a far parte di un sistema di regole condivise. Stare alle regole ma allo stesso tempo innovarle, cioè tradirle. La fantascienza è piena di leggi, di regole, di teorie; tutte devono sottostare a una logica di plausibilità. Cioè, per quanto astruse, devono avere una loro coerenza interna, una loro logica; se mai opposta a quella che noi consideriamo veramente tale, ma comunque costruita secondo dei criteri, che non vanno trasgrediti senza una motivazione coerente (compatibile) a quella logica stessa. Certo, questa è una visione del genere fantascientifico che lascia ampi spazi a ogni tipo d’inventiva, da quella più elaborata e sofisticata a quella più grossolana e commerciale. Con buona pace del “novum” assai selettivo proposto da Darko Suvin2.

”Per quelli di noi” scrive Antonio Caronia “che negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso leggevano la letteratura di consumo cercandovi qualcosa di più sottile di una trama ben congegnata, di qualche emozionante battaglia di cannoni a neutroni o di poteri psi, di qualche ingegnosa descrizione di tecnologie o paesaggi alieni, era la fantascienza in quanto tale a incarnare la letteratura del ‘novum cognitivo’, e non solo le sue punte più alte o in qualche modo eccentriche. Prima che Suvin arrivasse a illuminarci (e non lo dico affatto con disprezzo né paradossale ironia) con le sue teorie cesellate fra strutturalismo e post-strutturalismo, eravamo già convinti che la fantascienza fosse una narrativa dotata di un particolare potenziale cognitivo: in altri termini, che leggendo la fantascienza si potesse capire meglio la società, e anche che si potesse agire più efficacemente dentro la società.” 3 La fantascienza tutta, in quanto tale: scienza fantastica, scienza che fantastica su se stessa, che si immagina, si pensa e produce fantasie scientifiche. E’ tutto questo in “quanto tale a incarnare la letteratura del ‘novum cognitivo’”.

CaroniaLa scienza che produce tutto questo è una scienza che col suo legame, sempre più stretto, con la tecnologia aveva raggiunto nel secolo scorso un livello straordinario di potenza ma non al punto da eliminare la distanza che separa il presente così com’è dal futuro così come potrebbe essere. Cioè c’è uno iato, una separazione che ancora persiste nella fase del capitalismo maturo del secolo scorso tra un presente ricco di potenzialità e un futuro pronto a realizzarle, oppure al contrario (ma sono le facce di una stessa medaglia) un presente ricco di incognite e un futuro catastrofico. “Era evidente che la fantascienza non poteva sopravvivere, né nella sua forma ‘ottimista’ né in quella di ‘testimonianza’ della crisi, all’avvento della nuova fase del capitalismo iniziata sin dalla metà degli anni Settanta. I generi della letteratura popolare sono, più di altri, fenomeni storici contingenti, che nascono e muoiono in simbiosi con i processi sociali. La fantascienza come genere letterario è morta, quindi, nel momento in cui la società non riusciva più a ‘progettare il proprio futuro’, nel momento in cui l’emergere di un’economia del segno, del simbolico (già presagita da Baudrillard nel pieno degli anni 1970) accelerava e ristrutturava i processi sociali dilatando l’attimo singolare in una dimensione estesa e onnicomprensiva, sino a inglobare passato e futuro in un ‘eterno presente’. Una letteratura pensata e declinata al futuro non ha più nulla da dire, e quindi impallidisce e si stempera, nella società del “tempo reale”.4

Sentenza inesorabile, che ha suscitato solo scandalo tra quei fans appassionati incapaci di capire che il loro eterno lamento sull’incomprensione del valore letterario di cui è vittima la fantascienza potrebbe finalmente trovare la pace con il superamento del genere stesso. Cioè con l’esplosione dei contenuti che gli sono propri in tutti gli ambiti dell’industria culturale; un’invasione massiccia capace di rendere obsoleti gli steccati che hanno sempre circondato la fantascienza come genere. Un po’ come quell’alieno, Lord Running Clam del romanzo “Follia per sette clan” di Philip K. Dick, che muore e si rigenera in svariate nuove spore. La fantascienza muore e morendo trasmigra “nei nuovi generi che si preparano e già vivono nella narrativa, nel cinema, nei videogiochi, dalla fantasy al noir” 5 Che tutto questo abbia comunque costituito, di fatto, scandalo per i fans nostalgici della sindrome da fortino assediato era prevedibile; meno scontato immaginarlo da parte di un addetto ai lavori, un critico, se mai pure accademico, come Salvatore Proietti, che senza menzionare Caronia, sul numero 31 della nuova serie di Robot scrive: “Da quasi vent’anni, il potere culturale italiano sente la necessità di reiterare il rituale della cancellazione della SF dal quadro letterario. Il mantra fa così: Dick e Ballard l’hanno resa obsoleta, e Gibson le ha dato il colpo di grazia. (…) Per l’establishment culturale nostrano, invece di ammettere l’ennesimo errore, è stato molto più comodo l’annuncio di morte.” 6

AMBIGUA UTOPIAChe dire? Se non che è vero, Dick e Ballard hanno reso obsoleta la fantascienza, ma in ben altro senso di quel che vuol far credere Proietti. La fantascienza “ci piace anche considerarla, oggi, definitivamente morta e defunta. Non per una nobilitazione in estremo, sulla scia della ‘morte dell’arte’ ecc., ma per ribadire il suo essere legata a doppio filo alla fame di futuro che l’ha vista nascere. Con l’esaurirsi del futuro, per effetto del suo amalgamarsi completo col presente, la fantascienza perde a sua funzione di sentinella, monolite ai confini dell’infinito, termometro della possibilità di futuro ancora. L’idea di futuro è un’idea ormai troppo radicale, in odore di sovversione per poter essere tollerata nel mondo dell’oggi perpetuo. E se il cyberpunk definisce simbolicamente un termine plausibile del genere SF, un’altra data potrebbe sancire ancor meglio questa ipotetica fine, il 2 marzo 1982 con la morte di Philip K. Dick. Cos’è l’opera di Dick se non il rimasticamento e il rigurgito di tutta la letteratura di SF? Dick, lo scrittore che ambiva ad essere ‘scrittore’ e che ha dovuto ripiegare suo malgrado (per nostra fortuna) a guadagnarsi il pane con stupidi racconti di SF. In questo modo ha rimanipolato tutto il genere senza restituire nulla ad esso, ma creando un’opera autonoma, capace di un pensiero fecondo generatore di potenzialità ancora tutte aperte se non ancora da esplorare. E’ insomma l’autore che ha saputo fare della SF una cassetta degli attrezzi, l’ha usata lui stesso e l’ha lasciata in eredità a tutti noi. Sancire la fine della SF ha lo scopo per noi di rendere viva la sua potenzialità vivificante, sorta di spray-ubik per creare, fare realtà. E’ possibile discutere del prodotto filmico Avatar o della pratica dei trapianti d’organo senza (consapevoli o meno) essere immersi in quell’enorme ragnatela culturale rappresentata dai romanzi, fumetti, pubblicità, prodotti per la tv, rotocalchi ecc. di fantascienza del secolo scorso? Quanto hanno inciso e quanto incideranno ancora nella nostra capacità di fare mondo, nel bene e nel male? Così come soltanto per ‘un individuo le cui trasformazioni fossero prevedibili, potrebbe essere considerato immortale’ 7 altrettanto vale per un prodotto culturale. La fine apre all’inizio, la morte alla vita.” 8

Ma ancor di più, se Antonio Caronia ha così insistito sulla morte della fantascienza, quasi a farne un vero e proprio “mantra”, non è solo per quel che dovrebbe essere un’ovvia consapevolezza, cioè che i generi sono prodotti storici e quindi mortali e quindi prima o poi soggetti a morire, ma per segnalare, evidenziare il pericolo di un depotenziamento di quella carica critica e per certi versi anche eversiva che la fantascienza, nella sua peculiarità di genere culturale popolare contiene al suo interno. Una fantascienza vista nella sua dimensione più larga, come puro veicolo di tematiche legate al connubio di scienza e tecnica, senza legarla a una ben precisa fase storica, la costringe irrimediabilmente entro il recinto dell’utopia consolatoria. Una visione che pensa al futuro quando il futuro non c’è più è consolatoria. Quel genere letterario, che ha prosperato col nome di fantascienza per più di mezzo secolo all’interno del Novecento, mantiene oggi un interesse che travalica il puro documento se difende la sua specificità, la sua incarnazione dell’immaginario alla macchina tecnologica del capitalismo maturo novecentesco. All’interno di questo la fantascienza parla e ci dice di noi, del nostro corpo, dell’altro, del rapporto natura-cultura e di tant’altro. Il poi è un’altra storia e se vogliamo cercare di cominciare a capirlo, questo poi, è “più importante marcare e definire gli elementi di discontinuità piuttosto che quelli di continuità.” 9

Giuliano Spagnul

1 Antonio Caronia, Risposte alla “tavola rotonda” sulla fantascienza, 1992 https://www.academia.edu/318211/Risposte_a_un_questionario_sulla_fantascienza

2 “La fantascienza si distingue attraverso il dominio o egemonia narrativa di un “novum” (novità, innovazione) finzionale convalidato dalla logica cognitiva.” Da Darko Suvin, Le metamorfosi della fantascienza. Poetica e storia di un genere letterario, Il Mulino, Bologna 1985 pag. 85, citato in A. Caronia, La FS è morta, viva la FS!, 2009 https://www.academia.edu/298069/La_fantascienza_%C3%A8_morta_viva_la_fs_

3 A. Caronia, ibidem

4 A. Caronia, Universi quasi paralleli, Cut-Up Ediszioni Roma 2009, introduzione pag. 7-8

5 A. Caronia, La FS è morta, viva la FS!, cit.

6 Robot n.31 primavera 2013 nuova serie pag. 54

7 Gilbert Simondon, L’individuazione alla luce delle nozioni di forma e d’informazione, Milano, Mimesis 2011, vol. 1 p. 321-2

8 Nei labirinti della fantascienza, Guida critica a cura del collettivo “Un’Ambigua Utopia”, Nuova edizione a cura di Antonio Caronia e Giuliano Spagnul, Milano, Mimesis 2012, Introduzione di A. Caronia e G. Spagnul pag. 15 http://un-ambigua-utopia.blogspot.it/2015/01/nei-labirinti-della-fantascienza.html

9 A. Caronia, Risposte alla “tavola rotonda” sulla fantascienza, 1992, cit.

Giuliano Spagnul in http://andromedasf.altervista.org/antonio-caronia-e-la-fantascienza/

fantascienza, premio

Premio Viviani

Con il patrocinio dell’Associazione World SF Italia, è indetto il concorso “Gianfranco Viviani” per il miglior racconto fantasy inedito di autore italiano (o comunque scritto in lingua italiana) di autore esordiente o emergente.

  • Il racconto dovrà essere fra le 5 e le 25 cartelle dattiloscritte di 2000 battute ciascuna (spazi inclusi)
  • Ciascun autore non potrà inviare più di un racconto
  • Il racconto dovrà pervenire entro e non oltre il 10 Maggio 2017 in quadruplice copia dattiloscritta inviata a:

Annarita Guarnieri | Via Monteceresino 15 | 27046 – Santa Giuletta – PV

  • Il dattiloscritto dovrà essere accompagnato da nome, cognome, recapito telefonico ed e-mail dell’autore e da una breve nota bio-bibliografica
  • Il vincitore, che sarà premiato con una targa, sarà scelto a parere insindacabile della giuria e dovrà essere presente di persona o tramite rappresentante, alla premiazione che si terrà durante il Raduno Tolkieniano a San Marino- edizione 2017.

Previo parere favorevole della giuria e qualora si raggiunga un numero adeguato di opere giudicate meritevoli, i racconti migliori saranno riuniti in un’antologia pubblicata da Il Cerchio Iniziative Editoriali (Repubblica di San Marino).

fantascienza, Letteratura

Urania collezione 166

Trent’anni fa i giovani del ’68 sono diventati la classe dirigente, hanno avuto figli a cui trasmettere il potere e molti sono già andati in pensione o si apprestano a farlo, dopo aver ampiamente trasformato la civiltà occidentale. Ma siamo sicuri che siano disposti a uscire di scena, loro che hanno rappresentato la generazione più radicale dei nostri tempi? E d’altra parte, quale alternativa avrebbero visto che tutti dobbiamo morire? Norman Spinrad risponde con un romanzo dell’immediato futuro che parte dalla ricerca dell’immortalità (e dell’ibernazione artificiale) per arrivare alla definitiva mercificazione di ogni attività umana.

Leggi tutto su http://andromedasf.altervista.org/edicola-urania-novembre-2016/

 

 

 

Una nota personale: al potere (come sempre) ci sono andati quelli che hanno accettato più di un compromesso; altrimenti sono rimasti a guardare come tutti noi.

 

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biblioteca, conferenza

Ariostea 24-29 ottobre

Eventi Lunedì 24 Ottobre ore 17

NATALIA GINZBURG A CENTO ANNI DALLA NASCITA

L’invincibile ansia di dire la verità su se stessa

A cura di Rita Montanari e Daniela Cappagli
Pochi ricordano che nel marzo del 1990 l’autrice di “Lessico familiare” venne in biblioteca Ariostea a presentare il libro di Rita Montanari “Cara sorella, caro fratello”. A memoria di quella speciale occasione e in segno di gratitudine, Rita e Daniela offrono una completa rivisitazione dell’opera della celebre scrittrice (Palermo 1916 – Roma 1991).
Figura di primo piano del Novecento, amica di Italo Calvino e Cesare Pavese, voce semplice e originale della letteratura italiana contemporanea. Importante anche il suo impegno politico (eletta per due legislature alla Camera dei Deputati) in un periodo particolarmente difficile della storia italiana.
Con la collaborazione del Gruppo Scrittori Ferraresi e del Gruppo del Tasso

 

Eventi Martedì 25 Ottobre ore 16

APERTURA ANNO SOCIALE 2015-2016 DEL COMITATO FERRARESE DELLA DANTE ALIGHIERI

Dopo il saluto e l’introduzione della presidente Luisa Carrà Borgatti si procederà alle votazioni ed elezione del nuovo direttivo per il prossimo quadriennio.
A seguire sarà la presentazione del XIX Quaderno della Dante 2015-2016 e quindi all’illustrazione del volumetto Premio Dante 2016.
La “Dante Alighieri” di Ferrara, fondata 1897 da Pietro Niccolini, presidente fino al 1932, si è caratterizzata negli anni, insieme alle altre numerose sedi italiane, per l’intensa attività volta a proporre iniziative culturali collegate alla vita della città e rivolte in particolar modo alle nuove generazioni e al mondo della scuola, a promuovere viaggi culturali e a creare sodalizi con le associazioni culturali di altri paesi, incrementando il numero di soci in tutto il mondo.
A cura della Società Dante Alighieri di Ferrara

Eventi Mercoledì 26 Ottobre ore 17

GITA BODH

Luce sulla Bhagavad Gita

Con Pietro Fallica
Introduce e coordina Marcello Girone Daloli
“Gita Bodh” è un’ottima introduzione allo studio della  Bhagavad Gita – la sacra scrittura più importante dell’India. Lo scopo principale è l’elevazione dell’uomo dallo stato umano a quello divino, promuovendo la realizzazione della propria natura divina.
Il libro è arricchito dai commenti spirituali di Lahiri Mahasaya la cui profonda interpretazione yogica, alla luce del Kriya Yoga, illumina incommensurabili profondità.
Pietro Fallica è un attento conoscitore della cultura e della tradizione spirituale indiana. Laureato presso l’Istituto Orientale della Sapienza di Roma, ha trascorso anni di studio e ricerca spirituale in India. Vive e lavora ad Assisi e da circa quarant’anni – con le Edizioni Vidyananda – traduce, pubblica e diffonde testi della più pura tradizione spirituale indiana. (www.vidyananda.it)

Eventi Giovedì 27 Ottobre ore 17

LETTURE FURIOSE

“Slow Reading. Leggere con lentezza nell’epoca della fretta. Letture approfondite dai classici ai giorni nostri”

Introduce e coordina Francesca Mariotti
L’Associazione culturale Olimpia Morata con “Slow Reading. Leggere con lentezza nell’epoca della fretta. Letture approfondite dai classici ai giorni nostri”, prosegue la sua sfida, in contrasto con la tendenza contemporanea alla fruizione veloce e velocissima, allo zapping, al rimbalzo frenetico da un contenuto all’altro che il digitale e la rete hanno reso d’un tratto così agevole e diffuso: si creano così occasioni di incontro con i libri intesi come contenuti da fruire lentamente per riprendersi  il tempo di leggere, capire e vivere le mille avventure e pensieri che solo la lettura sa dare.
Un viaggio dagli incontri “ravvicinati” con i classici, Dante e Ariosto, attraverso la lettura recitata di amici attori e fini dicitori, ma anche con romanzi, poesie e saggi più vicini, moderni e contemporanei, supportati dalla lettura con l’autore.
Questo appuntamento sarà con le Letture furiose recitate da Ruben Garbellini e Cinzia Vaccari… per incontrare Angelica e Medoro, tra innamoramenti e disincanti !!!
In occasione dei Cinquecento anni dalla pubblicazione della prima edizione dell’Orlando furioso
Con il patrocinio del Comitato Nazionale V Centenario dell’Orlando furioso – Mibact
A cura dell’Associazione Culturale Olimpia Morata di Ferrara

 

Eventi Venerdì 28 Ottobre ore 17

A BERTOLT BRECHT

In occasione del Sessantesimo anniversario della scomparsa del grande drammaturgo, poeta e regista teatrale tedesco

Con Horacio Czertok del ‘Teatro Nucleo’

“Caro Brecht,
sei stato male interpretato come pochi. Vedi per esempio Madre Coraggio. Scrivi questo apologo in forma di tragicommedia per raccontare come, se è vero che le guerre sono create e fatte dai potenti, ma combattute dai poveracci che ci lasciano le penne, è anche vero che molto popolo reso miope dall’avidità, si fa complice e cinghia di trasmissione. Madre Coraggio ha il coraggio di andare in guerra per fare affari, e tutto le sacrifica, persino i propri figli. Una forma molto particolare di coraggio, bisogna ammetterlo. Ma i giornalisti, e molte persone di penna, i famosi TUI che tanto odiavi, non avendoti mai letto, usano il nome dell’orribile personaggio per battezzare oneste ed eroiche madri in difficoltà, che vanno a sfidare le mafie per trovare i propri cari sequestrati, o intraprendono pericolose azioni per combattere i fornitori di droghe ai loro figli. Di quante Madri Coraggio abbiamo sentito parlare, in questo senso?
Così caro Brecht pensavi di scrivere drammi didattici per istruire le masse mentre le divertivi, perché prendessero coscienza e si liberassero dalla schiavitù del capitalismo distruggendolo e facendo la rivoluzione. Ne hai scritto pure un manuale su come dovessero essere messi in scena e recitati, e dei Modelbuch perché chiunque volesse metterli in scena, ottenuti e pagati i diritti alla tua vedova e poi a tua figlia, lo facessero senza cambiarne una sola virgola. Invece. Purtroppo. Quei drammi e tragicommedie non hanno contribuito a fare la rivoluzione, che non ha avuto luogo. Invece sono messi in scena per il divertimento delle classi dominanti, ma raramente arrivano alle classi dominate, le quali guardano – e sono guardate – da televisione e smartphone.”
Di questo vorremmo parlare in questo incontro, dei suoi avventurosi dribbling sfuggendo al nazismo che montava e agli americani che lo volevano controllare, e della tenerezza e dell’amore che sentiamo per questo maestro. Canteremo alcune delle sue celebri ballate, e reciteremo alcuni indimenticabili poemetti.
Per il ciclo “Anniversari” a cura di Istituto Gramsci e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

Economia

Confessioni di un sicario dell’economia

Riportiamo un ampio stralcio di un’intervista a John Perkins, autore di “Confessioni di un sicario dell’economia” in occasione della nuova edizione del suo libro. Intervistato da YES magazine, l’ex consulente conferma che le politiche delle multinazionali di saccheggio nei confronti dei paesi del terzo mondo e in via di sviluppo si estendono ormai all’Europa e agli stessi USA. Tasselli di questa politica delle élite, foriera di disuguaglianza e regressione economica, sono le globalizzazione e gli accordi di libero scambio. Accordi già in essere come il NAFTA, sbandierati e combattuti come il TTIP, ma anche quelli in via di applicazione tra il silenzio dei più come il CETA, servono per consegnare alle imprese multinazionali la sovranità sui popoli.

 

Di Sarah van Gelder, 18 marzo 2016

 

Dodici anni fa, John Perkins pubblicò il suo libro Confessioni di un sicario dell’economia, che entrò rapidamente nella lista dei best seller del New York Times. Perkins descriveva la sua attività di persuasore dei capi di Stato perché adottassero politiche economiche che avrebbero impoverito i loro Paesi e compromesso le loro istituzioni democratiche. Queste politiche contribuivano ad arricchire una piccola élite locale mentre riempivano le tasche delle grandi multinazionali statunitensi.

Perkins diceva di essere stato reclutato dalla National Security Agency (NSA), ma di lavorare per una società di consulenza privata. Il suo lavoro di economista poco qualificato ma strapagato, era di produrre rapporti in grado di giustificare i ricchi contratti delle multinazionali USA, sprofondando le Nazioni vulnerabili in voragini di debiti. I Paesi che non cooperavano vedevano minacciata la propria economia. In Cile, per esempio, il Presidente Richard Nixon chiese, come è noto, che la CIA provocasse un “disastro economico” per delegittimare le prospettive del presidente democraticamente eletto Salvador Allende.

Se le pressioni economiche e le minacce non funzionavano, sostiene Perkins, venivano chiamati gli sciacalli per rovesciare o assassinare i capi di stato recalcitranti. In effetti , questo è quanto accadde ad Allende, con l’appoggio della CIA.

Il libro di Perkins è controverso, e alcuni hanno messo in dubbio parte delle sue affermazioni, per esempio il fatto che l’NSA fosse implicata in attività che non fossero la stesura e cancellazione di norme.

Perkins ha recentemente ripubblicato il suo libro con importanti aggiornamenti. La tesi di base del libro è la stessa, ma gli aggiornamenti mostrano che l’approccio degli assassini economici si è evoluto negli ultimi 12 anni. Tra le altre cose, le stesse città USA sono ormai sulla lista delle vittime designate. La combinazione di debito, austerità imposta, carenza di investimenti, privatizzazioni, e l’indebolimento dei governi democraticamente eletti sta ormai avvenendo anche qui (ossia negli USA NdVdE).

Non ho potuto far a meno di pensare a Flint, nel Michigan, che è in gestione di emergenza (“fate presto!” NdVdE) mentre leggevo Le nuove confessioni di un assassino economico.

Ho intervistato Perkins a casa sua, vicino a Seattle. Oltre a essere un assassino economico in riabilitazione, è un nonno e fondatore di “Dream Change and The Pachamama Alliance”, un’organizzazione che lavora per “un mondo che le nuove generazioni vorranno ereditare”.

Sarah van Gelder: Cosa è cambiato nel mondo da quando hai scritto le prime Confessioni di un sicario dell’economia?

John Perkins: La situazione è molto peggiorata negli ultimi 12 anni. Gli assassini economici e gli sciacalli si sono diffusi tremendamente, anche in Europa e negli Stati Uniti.

In passato si concentravano essenzialmente sul cosiddetto Terzo Mondo, o sui paesi in via di sviluppo, ma ormai vanno dappertutto.

E infatti, il cancro dell’impero delle multinazionali ha metastasi in tutta quella che chiamo la moribonda economia fallita globale. Questa economia è basata sulla distruzione di quelle stesse risorse da cui dipende, e sul potere militare. E’ ormai completamente globalizzata, ed è fallimentare.

van Gelder: ma come è successo che siamo passati da essere beneficiari di questa economia assassina, in passato, ad essere ora le sue vittime?

Perkins: è una domanda interessante perché, in passato, questa economia di assassini economici era propagandata per poter rendere l’America più ricca e presumibilmente per arricchire tutti i cittadini, ma nel momento in cui questo processo si è esteso agli Stati Uniti e all’Europa, il risultato è stato una enorme beneficio per i molto ricchi a spese di tutti gli altri.

Su scala globale sappiamo che 62 persone hanno ormai in mano gli stessi mezzi della metà più povera del mondo.

Naturalmente qui in America vediamo come il nostro governo sia paralizzato, semplicemente non funziona. Viene controllato dalle grandi multinazionali. Queste hanno capito che il nuovo obiettivo, la nuova risorsa, sono gli USA e l’Europa, e gli orribili avvenimenti successi in Grecia, e Irlanda e Islanda, stanno ormai avvenendo anche da noi, negli USA.

Assistiamo a questa situazione dove le statistiche ci mostrano una crescita economica, ma allo stesso tempo aumentano i pignoramenti di case e la disoccupazione.

van Gelder: si tratta della stessa dinamica debitoria che porta a amministratori di emergenza, i quali consegnano le redini dell’economia alle multinazionali private? Lo stesso meccanismo che vediamo nei paesi del terzo mondo?

Perkins: Sì. Quando ero un sicario dell’economia, una delle cose che facevamo era concedere enormi prestiti a questi Paesi, ma questi soldi non finivano mai davvero ai Paesi, finivano alle nostre stesse multinazionali che vi costruivano le infrastrutture. E quando i Paesi non riuscivano a ripagare i loro debiti, imponevamo la privatizzazione della gestione dell’acqua, delle fognature e della distribuzione elettrica.

Ormai vediamo succedere la stessa cosa negli Stati Uniti. Flint nel Michigan ne è un ottimo esempio. Non stiamo parlando di un impero degli Stati Uniti, si tratta di un impero delle multinazionali protette e appoggiate dall’esercito USA e dalla CIA. Ma non è un impero degli americani, non aiuta gli americani. Ci sfrutta nella stessa maniera in cui noi abbiamo sfruttato gli altri Paesi del mondo.

van Gelder: Sembra che gli americani inizino a capirlo. Come giudicheresti il pubblico americano, in quanto a essere pronto a fare qualcosa in merito?

Perkins: Viaggiando attraverso gli USA e nel mondo, vedo davvero che la gente si sta svegliando. Stiamo capendo. Capiamo che viviamo in una stazione spaziale molto fragile, non abbiamo alcuna navetta spaziale, e non possiamo andarcene. Dobbiamo risolvere la situazione, dobbiamo prendercene carico, perché stiamo distruggendo la stazione spaziale. Le grandi multinazionali la stanno distruggendo, ma queste vengono gestite da persone, e queste sono vulnerabili. Se ci pensiamo bene, i mercati sono una democrazia, se li usiamo nel modo giusto.

[…]

van Gelder: Vorrei chiederti del TPP, e degli altri accordi commerciali. C’è modo di intervenire su questi in modo che non continuino a incrementare la sfera di influenza delle multinazionali a spese delle democrazie locali?

Perkins: Questi accordi sono devastanti, danno alle multinazionali la sovranità sui governi. E’ ridicolo.

Vediamo i popoli dell’America Centrale terribilmente disperati, cercano di uscire da un sistema marcio, in primo luogo a causa degli accordi commerciali e delle nostre politiche nei confronti dell’America Latina. E naturalmente vediamo queste stesse politiche nel Medio Oriente e in Africa, queste onde migratorie che stanno investendo l’Europa dal Medio Oriente. Questi problemi terribili sono stati creati dall’ingordigia delle multinazionali.

Sono appena stato in America Centrale e quello che da noi viene definito un problema di immigrazione, in realtà è un problema di accordi commerciali.

Non si possono imporre dazi a causa degli accordi commerciali – NAFTA e CAFTA – ma gli USA possono dare aiuti di stato ai loro agricoltori. Gli altri governi non si possono permettere di aiutare i propri agricoltori. Perciò i nostri agricoltori riescono ad avere la meglio sui loro, a questo distrugge le altre economie, e anche altre cose, ed ecco perché si creano problemi di immigrazione.

van Gelder: Ci puoi parlare delle violenze da cui scappa la gente in America Centrale, e come queste siano legate al ruolo che hanno gli USA?

Perkins: Tre o quattro anni fa la CIA ha organizzato un colpo di stato contro il presidente democraticamente eletto dell’Honduras, Zelaya, perché non si è piegato a multinazionali grandi, globali e con legami con gli USA come Dole e Chiquita.

Il presidente voleva alzare il salario minimo a un livello ragionevole, e voleva una riforma agraria che garantisse che queste persone riuscissero a guadagnare dalla loro terra, anziché assistere alle multinazionali che lo facevano.

Le multinazionali non l’hanno potuto tollerare. Non è stato assassinato, ma è stato disarcionato con un colpo di stato, e spedito in un altro Paese, rimpiazzandolo con un dittatore brutale. Oggi l’Honduras è uno dei Paesi più violenti e sanguinari dell’emisfero.

Quello che abbiamo fatto fa paura. E quando una cosa così accade a un presidente, manda un messaggio a tutti gli altri presidenti dell’emisfero, e anzi di tutto il mondo: non intralciate i nostri piani. Non intralciate le multinazionali. O cooperate e vi arricchite, e tutti i vostri amici e le vostre famiglie si arricchiscono, oppure verrette disarcionati o assassinati. Si tratta di un messaggio molto forte.

http://vocidallestero.it/2016/10/06/nuove-confessioni-di-un-assassino-economico-stavolta-vengono-a-prendersi-la-democrazia/

Arte

La passione secondo Carol Rama

Dimenticata a lungo dal discorso ufficiale della critica d’arte, Carol Rama (1918-2015) si conferma oggi riferimento indispensabile per la comprensione della produzione artistica del ventesimo secolo.
Questa pubblicazione offre un itinerario attraverso i momenti creativi della sua produzione artistica con l’intento di riconoscere a questo corpus di opere la collocazione adeguata nella storia dell’arte internazionale.
L’opera di Carol Rama, in continua metamorfosi e dotata di un incessante vitalismo, penetra l’intensità delle emozioni più viscerali dell’animo affrontando temi utilizzando espressioni in cui si possono scorgere anticipazioni di numerosi movimenti artistici e affinità con il pensiero femminista e con le teorie sull’identità imposta di generi sessuali che si vanno elaborando a partire dagli anni settanta.
La Passione secondo Carol Rama include i testi di importanti critici e conoscitori dell’artista, e un’esaustiva documentazione iconografica di lavori di Carol Rama.

Testi critici di: Anne Dressen, Teresa Grandas, Paul B. Preciado, Pierre Bal-Blanc, Bettina M. Busse, Maurizio Cattelan, Jack Halberstam, Le Tigre, Elisabeth Lebovici, Corrado Levi e Filippo Fossati, Melissa Logan e Alexandra Murray-Leslie (Chicks on Speed), Catherine Lord, Maria Cristina Mundici, Luigi Ontani, Mai Thu-Perret, Arianna Reines, Valentín Roma, Pedro G. Romero, Lea Vergine, Andrea Viliani e Alexandra Wetzel.

Torino, GAM, ottobre 2016 – febbraio 2017

biblioteca, conferenza

Ariostea 17-22 ottobre

Incontro con l’autore Lunedì 17 Ottobre ore 17

QUI COME ALTROVE

Ovvero La donna che ripara i sogni e altre storie (Effigie Edizioni, Milano 2016)

Di Zena Roncada
Dialogano con l’autrice, Edoardo Penoncini e Matteo Pazzi
Ci sono autori, autrici, il più delle volte però accade alle donne, che sebbene abbiano vissuto di lettura, accompagnato creazioni artistiche, esercitato un ruolo importante per ostinate e coraggiose comunità letterarie, delle grandi città o delle province, il più delle volte però nelle periferie del regno,  restano di poche parole. Poche parole e giuste. Poche parole sufficienti a tessere racconti pieni di grazia; si tratta di voci allo stesso tempo energiche e discrete, per lo più discrete, poco esibite, appartate. Qui come altrove, pubblicato da Effigie, si compone di cinquantasei voci, storie, dotate di quel raro dono per certe narrazioni, di essere universali e straordinariamente locali, territorialmente definite e concrete.”(Francesco Forlani)
Zena Roncada, di Borgofranco sul Po, vive tra le nebbie e i pioppi della Bassa Padana, a ridosso del Po. È insegnante e autrice di testi per la scuola. Si occupa di semiotica, linguistica, di didattica della lingua italiana, con scritti e interventi nell’ambito della formazione. Ama scrivere storie che raccontano la sua terra e la sua gente, nel presente e nel passato.
A cura del Gruppo Scrittori Ferraresi

 

Conferenze e Convegni Martedì 18 Ottobre ore 17

ADDIO A BERLINO: IL LIBRO, IL MUSICAL, IL FILM

Per la rassegna Libri in Scena, in occasione dello spettacolo Cabaret , nel calendario della Stagione di prosa 2016-2017 del Teatro Comunale “Claudio Abbado” di Ferrara
Con Matteo Galli, Università di Ferrara
A partire dalla raccolta di testi berlinesi di Cristopher Isherwood (Goodbye to Berlin, 1939, The Berlin Stories, 1945) verranno ricostruiti i molteplici adattamenti intermediali: dal play I am a camera (1951) di John van Druten, al film tratto da esso (1955, regia di Henry Cornelius), dal musical di John Kander e Fred Ebb del 1966 fino ad  arrivare al film di Bob Fosse con Liza Minnelli (1972), che conquistò ben otto premi alla cerimonia degli Oscar.
A cura di Associazione Culturale Amici della Biblioteca Ariostea in collaborazione con Teatro Comunale “Claudio Abbado” di Ferrara

Eventi Mercoledì 19 ottobre ore 17

ARIOSTO: CIAK SI GIRA!

A cura di Arianna Chendi

A cura di Arianna Chendi, Biblioteca Comunale Ariostea
Celeberrima la trasposizione teatrale e la conseguente riduzione televisiva dell’Orlando furioso, firmata da Luca Ronconi. Essa però non è l’unica testimonianza cinematografica dei personaggi e delle figure tratte dal poema ariostesco.
Anche le gesta dei paladini di Francia, che fanno da sfondo alle vicende narrate da Ludovico Ariosto, sono state numerose volte il soggetto di pellicole più o meno famose. Ancora, scandagliando il mondo del cinema si possono trovare alcune sorprendenti presenze ariostesche che verranno scoperte insieme nel corso dell’incontro.
In occasione dei Cinquecento anni dalla pubblicazione della prima edizione dell’Orlando furioso
Con il patrocinio del Comitato Nazionale V Centenario dell’Orlando furioso – Mibact

Conferenze e Convegni Giovedì 20 Ottobre ore 16,30

IL GIARDINO DEI DESIDERI

Una lettura dell’Orlando Furioso

Conferenza di Monica Farnetti
Il Garden Club Ferrara aprirà l’anno sociale 2016-2017 con un evento dedicato a Ludovico Ariosto: Monica Farnetti, scrittrice, docente di letteratura italiana alla Università di Sassari, intratterrà con una conferenza speciale curata in occasione delle celebrazioni legate al centenario della prima pubblicazione a Ferrara dell’Orlando Furioso.
“Come vivono il giardino, luogo al quale per tradizione è affidata la capacità di conciliare l’essere umano coi propri desideri, i personaggi dell’Orlando furioso? Tenuto conto che si tratta – tolte poche e grandi eccezioni – di individui animati da un desiderio instabile, cieco, ingannevole, pazzo, invidioso e raramente fedele? Come e quanto il giardino riesce nel suo compito di insegnare agli esseri umani a desiderare, nel poema per eccellenza centrato sulla contraddittorietà e l’inconsistenza delle passioni?”
A cura del Garden Club Ferrara

Conferenze e Convegni Venerdì 21 Ottobre ore 17

CERVANTES, IL ‘DON CHISCIOTTE’ E LA MODERNITÀ

In occasione del quarto centenario (1547-1616) di Miguel de Cervantes

Ne Parla Claudio Cazzola
Introduce Marcello Folletti
“I classici sono libri che quanto più si crede di conoscerli per sentito dire, tanto più quando si leggono davvero si trovano nuovi, inaspettati, inediti”: nessuna migliore presentazione di questa può assolvere al compito, graditissimo, di rileggere una volta ancora il “Don Chisciotte”, sulla scorta della definizione n. 9 stilata da Italo Calvino (= Perché leggere i classici, Milano, Mondadori, 1991, p. 15). I motivi possono essere molteplici, a cominciare dalla ingegnosa trovata compositiva secondo la quale Cervantes non è l’autore del testo – e nemmeno un trascrittore di esso, come accade ad Alessandro Manzoni – bensì un semplice scopritore di una raccolta di scartafacci in vendita presso l’Alcaná di Toledo, fatti da lui tradurre dall’arabo in castigliano. Il fortunato ritrovamento consente alla vicenda appena iniziata di continuare, ricca di tranelli narrativi splendidame nte godibili. Quanto alla modernità del “Don Chisciotte”, si ascolti la seguente testimonianza: “Ma alla domanda, ahimé ricorrente, se i classici sono attuali, ho già dato una volta una risposta tra provocazione e convinzione: il problema non è se i classici sono attuali, il problema è se lo siamo noi rispetto a loro. Loro lo sono sempre, basta leggerli, noi non sempre, basta sottoporci alla stessa prova”. Parole del mai abbastanza rimpianto Giuseppe Pontiggia
(I classici in prima persona, Mondadori, 2006, pp- 33-34)
A cura di Istituto Gramsci e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

 

fantascienza

Il quinto principio

Il quinto principio2043. Nel pianeta la democrazia è di fatto scomparsa. I più poveri vivono in città sotterranee come Uny (Underground New York). Lo strapotere politico-economico passa attraverso il controllo della mente. Ruolo fondamentale ha una nuova tecnologia delle telecomunicazioni, la “PEM”, protesi elettronica mentale, che consente una sorta di Internet psichica. Intanto il pianeta è scosso da una serie di cataclismi che sembrano violare ogni legge fisica e lasciano supporre i primi effetti di un ipotizzato Quinto Principio della termodinamica. Attraverso le vicende di vari personaggi, si delineano scenario ed eventi: un’asta occulta per la privatizzazione dell’Antartide allo scopo di fronteggiare la crisi idrica planetaria; un postcapitalismo a doppio binario basato su un’economia di indebitamento prossima al collasso totale; il ritorno della schiavitù legalizzata; corruzione sistematica; la creazione di enclaves di ultra-ricchi blindate e superdifese; l’Abolizione Scolastica; la privatizzazione e secretazione della ricerca scientifica e la cancellazione di quella pubblica.

Titolo: Il quinto principio | Autore: Vittorio Catani | Anno di prima pubblicazione: 2009 (pubblicato nel 2009 come supplemento n.39 della collana Urania) | Altre edizioni: Meridiano Zero Editore (2015) | Vincitore del Premio Italia | Pagine: 461

Secondo Valerio Evangelisti “Il Quinto Principio è la pietra miliare della fantascienza italiana. L’opera più compiuta che la nostra FS abbia mai espresso”. Così annuncia la copertina della ristampa pubblicata saggiamente da Meridiano Zero quest’anno. Può darsi che Valerio Evangelisti abbia ragione. Il romanzo di Vittorio Catani, veterano della fantascienza italiana, pubblicato da Urania a fine 2009, merita davvero di essere lodato.

Innanzitutto proprio perché Il Quinto Principio è fantascienza italiana, e fin qui nulla di nuovo, ormai è abbastanza chiaro che oggi più di ieri non c’è necessariamente bisogno di guardare all’estero per trovare narrativa di genere SF di altissima qualità. In più, però Il Quinto Principio è quel che si definisce un ‘classico immediato’, uno di quei libri che da subito si impongono come pietre di paragone.

supplemento n.39 della collana UraniaIn questo caso, va detto, l’etichetta fantascienza, per quanto corretta, rischia di chiudere questo testo in una sorta di recinto che può solo andargli stretto. Siamo di fronte a un romanzo di grande spessore che può ambire ad uscire dal ghetto del genere e che meriterebbe di ricevere i giusti riconoscimenti dal mondo culturale italiano. Se non che proprio quest’ultimo troppo spesso ama rinchiudersi nel suo ghetto dorato ed esclusivo.

Il Quinto Principio, poi, è scritto in una prosa eccellente. A livello di terminologia, di sintassi, di ricchezza descrittiva e, più in generale, di stile Vittorio Catani vola parecchio alto.

La trama è complessa, ricca di personaggi, svolte e accadimenti, ma Catani riesce a tenere tutto insieme in maniera mirabile, senza cadute di ritmo, ricostruendo un mondo futuro iperrealistico, immaginifico, sotto certi aspetti drammaticamente attendibile, che amplifica suggestioni e problematiche del nostro presente.

La lettura scorre rapida, le pagine si divorano con piacere. Anche perché – Catani lo rivendica nell’intervista che chiude l’Urania che ospita il romanzo – lo scheletro di Il Quinto Principio è costituito da un côté avventuroso dispiegato senza remore.

Il Quinto Principio pone interrogativi inquietanti – la domanda ‘Dove stiamo andando?’ è sottesa a ogni sua pagina – e al contempo delizia il lettore con grande intelligenza.

Mirco Rosga Cucchi

Vittorio CataniL’AUTORE

Vittorio Domenico Luigi Catani (Lecce, 17 luglio 1940) è uno scrittore italiano. Dal 1962 scrive narrativa e saggistica, soprattutto di generefantastico e fantascientifico. Ha avuto traduzioni in Francia, Germania, Svizzera, Ungheria, Repubblica Ceca, Finlandia, Giappone, Brasile. Nel 1989 ha vinto la prima edizione del Premio Urania ( indetto dalla collana omonima di Mondadori ) per un romanzo italiano. Gli è stato inoltre attribuito per 17 volte l’annuale Premio Italia per la fantascienza, organizzato dalla sezione italiana della WorldSF. Tra i primi autori a tentare una “via italiana” alla fantascienza – scrive dai tempi della storica rivista Oltre il cielo -, la sua narrativa è caratterizzata dalla scelta di temi sociali, ecologici, psicologici, elaborati in veste avventurosa e insieme allegorica, nell’intento di presentare una “fantascienza del reale”. Oltre ai romanzi, i suoi racconti sono apparsi su riviste specializzate, quotidiani e periodici, tra cui Urania, Galaxy, Galassia, Robot [prima serie], Nova Sf*, Futuro Europa, Robot [nuova serie], l’Unità, La Gazzetta del Mezzogiorno, MacWorld. Catani collabora al quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno, al trimestrale di ecologia Villaggio Globale, alle riviste telematiche Fantascienza.com e Carmilla on line. Ha curato l’antologia Il futuro nel sangue (R&D 1994, supplemento di Carmilla.) Funzionario di banca in pensione, vive e lavora a Bari.

http://andromedasf.altervista.org/recensione-il-quinto-principio-2009-di-vittorio-catani/

convegno, fantascienza

Stranimondi 2016

Alastair Reynolds, Tricia Sullivan, Ramsey Campbell, e poi Alan D. Altieri, Gianfranco Manfredi, Maurizio Manzieri, Chiara Montanari e Massimo Polidoro, sono gli otto ‘superospiti’ che saranno presenti alla megaconvention STRANIMONDI 2016 di Milano, una nuova occasione di incontro tra lettori, autori e ed editori della fantascienza e del fantastico che si svolgerà nella sede della Casa dei giochi-Uesm in via Sant’Uguzzone 8, da sabato 15 a domenica 16 ottobre 2016.
Accanto ai grandi ospiti ci saranno i maggiori autori italiani e ben trenta case editrici che esporranno e presenteranno le proprie novità.
Inoltre si potrà assistere a convegni e dibattiti, partecipare a incontri a tu per tu con gli scrittori, mostre mercato di libri e arte fantastica, workshop di scrittura creativa e a tante altre occasioni di confronto e divertimento.
In definitiva un appuntamento, che consigliamo a tutti gli iscritti alla WorldSF Italia ma anche a tutti gli appassionati del settore.
Cliccare qui per visualizzare il programma

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