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notizie culturali
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Incontro con l’autoregiovedì 2 febbraio 2023 ore 17
Presentazione del libro di Paolo Fabrizio Iacuzzi
Dialoga con l’Autore Giorgia Sensi e Giuseppe Ferrara
Il bizzarro viaggio con una bicicletta, Bianca, immagine di resistenza o meglio di resilienza di una scrittura poetica nell’arco di quarant’anni: dalla guerra di Bosnia a quella dell’Ucraina, dall’Aids al Covid-19, dalla violenza alla discriminazione sessuale. Guerre, virus, natura e affetti muovono il quadrante della sua poesia che è stata definita “una nuova rapsodia epico-lirica” (Gabrio Vitali, “Il Manifesto”). Una prima parte del volume è composta da versi scelti dalla vasta produzione di Iacuzzi, uno dei maggiori poeti della sua generazione, e una seconda che mette in scena il dialogo con il suo interlocutore-curatore-inquisitore, il giovane poeta Michele Bordoni.
Paolo Fabrizio Iacuzzi è nato a Pistoia il 10 marzo 1961. Vive tra Firenze e Pistoia, dove si occupa di editoria, organizzazione culturale e progetti educativi. E’ il direttore del Premio Internazionale Ceppo Pistoia e del Fondo Piero Bigongiari della Biblioteca San Giorgio di Pistoia. Nel 1996 ha pubblicato Magnificat (Bologna, I Quaderni del Battello Ebbro); nel 2000 Jacquerie (Aragno); nel 2005 Patricidio (Aragno); nel 2008 Rosso degli affetti (Aragno), nel 2016 Pietra della pazzia (Giorgio Tesi), nel 2018 Folla delle vene (Corsiero), Consegnati al silenzio (Bompiani). Sue poesie sono inserire nell’antologia Sospeso respiro. Poesia di Pandemia (Moretti & Vitali 2021).
Incontro con l’autorevenerdì 3 febbraio 2023 ore 17
Presentazione del libro di Giancarlo Bresciani
Edizioni La Carmelina, 2022
Moderazione e letture a cura del Consorzio Eventi Editoriali
Il testo si presta a due letture, con i corsivi o senza, il protagonista, quasi fosse una figura astratta e solo spettatore di se stesso, non cita mai il suo nome e quello dei suoi famigliari, semplicemente si racconta nel mondo parallelo che erano per lui le vacanze estive. Uno sdoppiamento come se, quasi non fossero esistiti nella sua vita gli altri periodi dell’anno, se non citati attraverso una fredda cronaca degli avvenimenti che si succedevano tra un’estate e l’altra, giusto per inquadrarne il periodo storico. Le vicende sono concentrate in tempi non poi così lontani arroccati intorno alla metà del secolo scorso, dove nella realtà di Rimini e nel caos inteso in senso filosofico, si concretizza un microcosmo del protagonista che è il tramite dei luoghi e dei personaggi tutti raccontati nel realismo dei ricordi e che sono stati i veri attori di quegli anni.
Giancarlo Bresciani è un appassionato di radio e di volo, i due elementi della comunicazione universale. Da quel mondo sconosciuto che è l’atmosfera ha tratto ispirazione per il suo libro Fruscio d’Ali. Opera preceduta da Il merlo imbalsamato, una ricerca introspettiva ambientata negli anni sessanta, scritto e più volte riscritto come ogni prima opera e mai voluto pubblicare. Il volo l’ha anche portato a scrivere e a tradurre diversi articoli su questo argomento, molti sono stati pubblicati sulla rivista Volo a Vela di cui è corrispondente. Ha tradotto tra l’altro anche un importante testo di Hanna Reitsch Il cielo il mio regno, un libro cult per gli appassionati che non esisteva in lingua italiana. Ha voluto ricordare il periodo da adolescente trascorso in collegio ed ha scritto Forse è stato meglio così… storia tra l’autoironia e una puntina di r ibellione. Ha pubblicato per i tipi di Edizioni La Carmelina Storia di Antonio Zanni di Comacchio, pescatore di frodo, contabile, soldato, un libro particolarmente apprezzato e avvincente. Seguito da Alfonso II, l’ultimo duca, in cui riappare il secolo sedicesimo narrato attraverso i suoi personaggi.
A cura del Consorzio Eventi Editoriali
Invito alla letturamartedì 7 febbraio 2023 ore 17
Presentazione del volume di Marcella Marighelli
Copy Art, Ferrara, 2022
Introduce Mirna Bonazza, Responsabile U.O. Biblioteche del Servizio Biblioteche e Archivi
ll Ms. Cl. II 147 della Biblioteca Ariostea di Ferrara è uno dei più interessanti e completi ricettari rinascimentali fino ad oggi messi in luce. Redatto da tre scriventi nel corso del Cinquecento, accoglie istruzioni spettanti alla farmacia, alla medicina, alla cucina, all’enologia, all’alchimia, alla cosmesi, scongiuri, pronostici e procedimenti artistici e artigianali.
Dallo studio del codice nella sua totalità emerge un coinvolgente inedito scenario ferrarese che, saldamente ancorato a documenti, conduce alla corte estense e ai contesti in cui alcuni dei personaggi ricordati operarono. Nelle Note sugli artisti… si riconoscono artigiani e pittori attivi a Ferrara entro la prima metà del XVI secolo, cronologicamente vicini all’ideatore del corpus del codice: Tonetto, Giovanni Tedesco, Nicolò Pisano, Benedetto da Ferrara, Severino, mentre Benedetto da Cremona, Onofrio da Sulmona, Guglielmo da Salerno sono documentati nei primi decenni di quello precedente.
L’opuscolo è un estratto della revisione e trascrizione di tutto il codice, di prossima pubblicazione.
Incontro con l’autoremercoledì 8 febbraio 2023 ore 17
Presentazione del libro di Doris Cardinali
Il filo di Arianna, 2022
Ne parla con l’autrice Jonny Costantino (Scuola d’Arte Cinematografica Florestano Vancini)
Nel corso della sua carriera Michelangelo Antonioni ha sviluppato un concetto ben preciso di paesaggio, o meglio della sua costruzione estetica per il grande schermo, reinventando i modi di rappresentare il binomio individuo-paesaggio nel quadro della poetica dello sguardo che caratterizza il suo stile cinematografico. La chiave di lettura scelta in questo libro, vuole riflettere, grazie anche all’analisi di documenti custoditi presso il Fondo documentario del Museo Michelangelo Antonioni di Ferrara, sulla complessità della costruzione dell’immagine filmica, cercando di capire come Antonioni “crea” i suoi paesaggi prima ancora di rappresentarli cinematograficamente.
A cura dell’Associazione Amici della Biblioteca Ariostea
Incontro con l’autoregiovedì 9 febbraio 2023 ore 17
Presentazione del libro di Francesco Pertegato
Longo Editore, Ravenna 2021
Dialogano con l’Autore Giuseppe Lipani (Università di Ferrara), presidente di Italia Nostra sezione di Ferrara e Cecilia Vicentini (Università E-campus).
I Calcagnini sono un astro di prima grandezza nella costellazione di potentati locali gravitanti intorno al ducato ferrarese, dislocati tra Ferrara, Ravenna, Rovigo, Modena e Reggio, ai quali i duchi estensi conferivano legittimità di potere in cambio della fedeltà. Sono altresì uno specchio della società feudale fondata sul rapporto tripolare tra la Chiesa e il feudatario, detentori dei privilegi, e le comunità locali. La singolare longevità del casato è frutto delle accorte relazioni interparentali e di una politica delle alleanze flessibile quanto basta per transitare, senza traumi, al diretto dominio pontificio su uno dei feudi conseguente la devoluzione di Ferrara. Saranno i governi della breve parentesi napoleonica a spazzare via feudi e titolo nobiliare dando inizio alla stagione “borghese” che, nel corso dell’Ottocento e dei primi decenni del Novecento, vede i Calcagnini ridotti al rango di semplici possidenti, conf rontarsi sia coi mutamenti sociali introdotti dalle organizzazioni d’ispirazione socialista, sia col nuovo assetto agrario e le innovazioni colturali e meccaniche, che precedono il loro tormentato declino economico.
Conferenze e Convegnivenerdì 10 febbraio 2023 ore 17
Intervento di Alberto Andreoli
Saluto introduttivo di Flavio Rabar, Presidente del Comitato Provinciale di Ferrara Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
L’Istria, la città di Fiume e il golfo del Quarnero, la Dalmazia sono terre bellissime di antica civiltà, ricche di contrasti, state oggetto di secolari contese. Dal 2004 una legge della Repubblica italiana (L. 30 marzo 2004, n. 92) promuove la conoscenza di alcune delle più significative e drammatiche vicende storiche del Novecento avvenute in quei luoghi. Precisamente, il “Giorno del ricordo” (10 febbraio) si prefigge di «conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della complessa vicenda del confine orientale». In occasione della XIXa edizione della solennità civile del “Giorno del ricordo”, la Società Dante Alighieri – Comitato di Ferrara APS si propone di fornire un breve profilo storico-culturale della presenza italiana sull’Adriatico oriental e.
A cura della Società Dante Alighieri – Comitato di Ferrara APS
Conferenze e Convegnilunedì 13 febbraio 2023 ore 17
Presentazione del libro curato da Giovanni Giambalvo Dal Ben
Dialoga con il curatore Marcello Girone Daloli
Il volume raccoglie i contributi presentati in un ciclo di incontri on-line, promosso nel 2021 dal Centro di Meditazione Cristiana di Firenze. Il testo copre un arco temporale che va da san Bernardo e Meister Eckhart ad Etty Hillesum e Simone Weil, dunque dal Medioevo al mondo contemporaneo, e si concentra su un aspetto particolare del discorso mistico: la relazione tra intelligenza e amore quali vie per giungere all’unione con il divino. Il lettore è così invitato a compiere un inedito viaggio, dalle radici della cultura spirituale pre-moderna alle più recenti esperienze in questo campo. Non mancano, inoltre, collegamenti con la mistica orientale, che mettono in grado di cogliere l’universalità dell’anelito alla conoscenza di Dio. Un testo, dunque, dal duplice interesse, tanto storico quanto spirituale.
Giovanni Giambalvo Dal Ben, medico e meditante, da molti anni si occupa di medicina energetica e fitoterapia, cercando di portare avanti nella propria pratica clinica un approccio integrato. Oblato della Comunità Mondiale per la Meditazione Cristiana, dal 2017 è Coordinatore del Centro di Firenze. Ha curato, con Michela Pereira, il volume Le vie di Ildegarda. Saperi, contemplazione, cura (Gabrielli, 2020) ed è autore di una raccolta di acronimi in rima dal titolo Le radici del Sorriso. Ritratti in versi (Phaser, 2022).
Scarica la locandina Incontri con la Spiritualità applicata GEN-MAR 2023
Incontro con l’autoremartedì 14 febbraio 2023 ore 17
Presentazione del libro di Sergio Gnudi
Este Edition, 2022
Moderazione e letture a cura del Consorzio Eventi Editoriali
Sergio Gnudi, scrittore,poeta e giornalista autore di quasi 20 fra silloge e romanzi ha voluto cimentarsi nel romanzo d’ambiente di una Ferrara passata da oltre 70 anni dalla Signoria Estense al Papato.
Il marchese Guido Villa viene trovato morto, ucciso con un colpo a bruciapelo nel suo palazzo fuori dalle mura di Ferrara. Una Ferrara passata da oltre 70 anni dalla Signoria Estense al Papato. Era un uomo saggio e benvoluto. Tutti si chiedono chi può essere stato e gli sbirri comandati da Siginulfo da Frascati incominciano le indagini. Dopo il funerale ecco la lettura di un testamento che pare alquanto misterioso.
A cura del Consorzio Eventi Editoriali
Conferenze e Convegnimercoledì 15 febbraio 2023 ore 17
Conferenza di Franco Mosca, esperto di dinamiche e flussi migratori
Introduce Cinzia Brancaleoni
Uno degli aspetti meno conosciuti, ma paradossalmente più nominati nel dibattito sociale e politico, è certamente l’immigrazione. L’incontro si propone di fare chiarezza sul tema ricorrendo a dati statistici e spiegando l’immigrazione come un fenomeno complesso che va studiato e affrontato con la giusta preparazione.
Franco Mosca, nato a Copparo (Fe) nel1954, vive a Ferrara e si occupa di problemi connessi con l’immigrazione straniera. Per oltre 10 anni è stato responsabile dell’Osservatorio sull’immigrazione della Provincia di Ferrara, seguendo i percorsi di inserimento lavorativo degli stranieri
A cura dell’Associazione Olimpia Morata di Ferrara
Conferenze e Convegnigiovedì 16 febbraio 2023 ore 17
A cura di Stefano Caracciolo con gli Attori della Compagnia ‘Arte e Salute ONLUS”
Contrappunto fra vita e finzione nella vita di Arthur Miller, con un intermezzo teatrale
Il più longevo ciclo di conferenze della Biblioteca Ariostea in questo incontro si occupa di una delle più importanti opere del teatro contemporaneo, Morte di un commesso viaggiatore. Dramma che nel 1949 valse ad Arthur Miller, uno dei più importanti rappresentanti della cultura americana del secolo scorso, il Premio Pulitzer e il Tony Award.
Anatomie della mente – Cento anni di psicologia ferrarese, dalla scuola freniatrica ferrarese fino ai giorni nostri, hanno disegnato una traiettoria varia e composita, con alterne vicende ma con una costante attenzione per la città ed i suoi grandi momenti scientifici, culturali, artistici. Nella rinnovata ed antica cornice del Teatro Anatomico si aprono dunque di nuovo, per il sedicesimo anno, le porte della Biblioteca Ariostea per proseguire con nuove tappe del percorso di un viaggio con la psicologia ed altre storie.
Per il ciclo Anatomie della mente e altre storie… – Sei conferenze di varia psicologia. Anno XVI. In collaborazione con la Sezione di Neurologia, Psichiatria e Psicologia Clinica Facoltà di Medicina, Farmacia e Prevenzione dell’Università di Ferrara
Scarica la locandina Anatomie della mente 2023 agg.
Conferenze e Convegnivenerdì 17 febbraio 2023 ore 17
Conferenza di Nicola Grandi, docente di Linguistica UNIBO
Quando si parla di classi plurilingui ci si riferisce sempre alla presenza di più lingue. Ma la diversità linguistica si manifesta molto più spesso attraverso la convivenza di varietà della stessa lingua. Infatti, in una stessa classe possono convivere sia persone che parlano lingue differenti, come il cinese, l’arabo, il rumeno, ecc. sia persone che usano varietà diverse della stessa lingua, come un italiano molto vicino al modello colto o un italiano un po’ dialettizzato e apparentemente sgrammaticato. Questa diversità è spesso considerata un problema, ma può in realtà rivelarsi una risorsa preziosissima per stimolare una riflessione sulla lingua che porti a rafforzare la competenza metalinguistica di bambini e ragazzi e a maturare piena consapevolezza sulle ricadute sociali delle scelte linguistiche. In questo contributo cerch erò di smontare alcuni pregiudizi grammaticali e di suggerire alcune strategie di riflessione sulla lingua a partire dagli usi reali.
Per il ciclo “I colori della conoscenza. I linguaggi e le arti” a cura di Istituto Gramsci e Istituto di Storia contemporanea di Ferrara
Scarica la Locandina I colori della conoscenza 2023
Conferenze e Convegnilunedì 20 febbraio 2023 ore 17
A cura di Alberto Andreoli
L’evo antico, la tarda antichità e l’altomedioevo
Il ciclo di tre incontri iniziato il 10 gennaio u.s. si propone di delineare un profilo critico delle testimonianze archeologiche e documentarie inerenti le più antiche fasi della storia urbana di Ferrara. Previa una breve premessa, il primo appuntamento ha richiamato l’attività investigativa che, dalla trecentesca Chronica parva Ferrariensis alle recenti edizioni di scavi archeologici, ha affrontato la questione delle origini della città e considerato le molteplici trasformazioni ambientali prodottesi nel corso dei secoli. Questo secondo incontro si prefigge invece un’ampia riflessione sul popolamento dell’area durante l’evo antico, la tarda antichità e l’altomedioevo: ineludibile premessa ai fini della comprensione delle dinamiche insediative tardobizantine e/o carolingie, dell’ecclesia Ferrariensis e dell’assetto urbano della ‘civitas nova’.
Per il ciclo “Archeologia in Biblioteca” (9a edizione), in collaborazione con la Società Dante Alighieri – Comitato di Ferrara APS
Conferenze e Convegnimartedì 21 febbraio 2023 ore 17
Conferenza di Cinzia Carantoni, insegnante – Direttivo Istituto Gramsci
Come scriveva Roland Barthes, il racconto comincia con la storia stessa dell’umanità. Siamo una specie che produce e consuma storie. Collante della società e, allo stesso tempo, costruttrice di significato, la narrazione ricopre per noi una funzione evolutiva importante. Per questo l’agone politico trasla talvolta nell’immaginario per bambini, colonizzandolo e facendolo proprio a fini ideologici. Dal detto “i comunisti mangiano i bambini” alla figura di Pinocchio, con le sue poliedriche interpretazioni, si affronterà un viaggio nella narrativa per l’infanzia storicamente trasfigurata in chiave politica.
Per il ciclo “I colori della conoscenza. I linguaggi e le arti” a cura di Istituto Gramsci e Istituto di Storia contemporanea di Ferrara
Scarica la Locandina I colori della conoscenza 2023
Incontro con l’autoremercoledì 22 febbraio 2023 ore 17
Presentazione del saggio di Emanuela Calura
Tiemme Edizioni Digitali, 2022
Intervengono Federica Graziadei e Nicoletta Zucchini, presidente e vice-presidente del Gruppo Scrittori Ferraresi Aps e l’editore Riccardo Roversi
Il raro e prezioso saggio “La voce senza corpo” di Emanuela Calura, tratta di alcuni aspetti della relazione tra il corpo e la voce, soprattutto nella declinazione femminile. Nella seconda parte del testo sono riportate trenta recensioni, pubblicate su riviste e con alcune inedite.
Emanuela Calura ha insegnato in alcuni licei a Ferrara. Esordisce in poesia con la raccolta “L’antica fiaba” Poeticamente 1980 Ferrara. “The Ancient Fairy tale” Prateria – Southern Methodist University- Dallas – Texas –USA 1980- Saggi : “L’ orizzonte mitologico e fantastico nella Vita del Cellini” in Lingua e Stile /a. XXII , n.1, marzo 1987-Il Mulino-Bologna. “Desiderio e Amor cortese .Gaspara Stampa e il Rinascimento” Lampi di Stampa -2013- Milano “Ungaretti Saba Montale” Lampi di stampa -Milano 2015 Recensione a Marco Bertozzi “La tirannia degli astri. Aby Warburg e l’astrologia di Palazzo Schifanoia (Ferrara)” Cappelli –Bologna -1985 in Intersezioni/a.VI ,n.2, agosto 1986.- Il Mulino- Bologna.
A cura del Gruppo Scrittori Ferraresi Aps
Conferenze e Convegnigiovedì 23 febbraio 2023 ore 17
Conferenza di Laura Beani (Unifi)
Il sesso, scrive Darwin, è un modo complicato per produrre nuovi individui e mescolare la ricetta genica di un individuo con quella del partner, una soluzione costosa, perché i gameti maschili e femminili – lo spermatozoo e la cellula uovo – contengono solo la metà del patrimonio genetico di un individuo, e perché il corteggiamento, la lotta tra rivali, la scelta del partner richiedono tempo ed energia. Il paradosso della riproduzione sessuale diventa ancora più incomprensibile se si considera l’omosessualità, l’attrazione tra individui dello stesso sesso che certo non possono riprodursi tra loro. L’omosessualità non è una patologia né una stravaganza, ma un fenomeno naturale che si è evoluto e si mantiene nel tempo, e che è diffuso in tanti rami del grande albero della vita, insetti, anfibi, pesci, uccelli, mammiferi, e anche nella nostra specie. Il paradosso dei geni “omosex” deve nascondere un qualche valore adattativo.
A cura dell’Associazione Amici della Biblioteca Ariostea
Conferenze e Convegnivenerdì 24 febbraio 2023 ore 17
Conferenza di Marco Bertozzi
Presentazione di Filippo Domenicali
Nel 1486, il giovane e ambizioso Giovanni Pico, conte di Mirandola e Concordia, si proponeva di organizzare un grande convegno, a Roma, a cui intendeva invitare (a sue spese) i sapienti dell’epoca, per presentare e discutere le sue Novecento tesi (filosofiche, teologiche, cabalistiche). Alla discussione, da tenersi l’anno seguente, dovevano partecipare papa Innocenzo VIII e il senato pontificio. Per questo evento, aveva scritto una prolusione, la celebre “Oratio de hominis dignitate”, in cui sosteneva che tutte le filosofie e teologie (greche, arabe, orientali, ebraiche) potevano contribuire a confermare una unica verità. Ma Giovanni Pico non riuscì a pronunciare il suo discorso sulla dignità dell’uomo, perché alcune tesi furono giudicate eretiche ed egli dovette rifugiarsi in Francia, dove fu catturato, ma poi liberato dal sovrano francese, riuscendo così a tornare a Firenze, sotto la protezione di Lorenzo dei Medici. Si è ipotizzato che il grande disegno pichiano di una “pax philosophica” abbia ispirato la cosiddetta Scuola di Atene, il capolavoro dipinto da Raffaello nella Stanza della Segnatura, in Vaticano. Al centro della scena, in primo piano, sono rappresentati Platone e Aristotele, attorniati da numerosi filosofi e scienziati. Forse è l’immagine di quel “concilio” (evocato nelle sue tesi) che Pico aveva creduto potesse contribuire a trovare le vie della concordia verso una sola e comune verità.
Per il ciclo “Anatomia della pace”, a cura dell’Istituto Gramsci e dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara
Scarica la locandina Anatomia della pace
Eventilunedì 27 febbraio 2023 ore 16,30
Famiglia, amici e colleghi, insieme nel giorno del suo compleanno
Un pomeriggio insieme nel ricordo dell’amato Luca Taddia, con i racconti e le voci della sorella Monica e della nipote Rachele. Insieme ai famigliari, i colleghi della biblioteca e gli amici condivideranno racconti, poesie, immagini.
Per raccogliere e trattenere pezzi di vita, nel segno del suo sorriso.
Nell’occasione verranno presentate le due iniziative che prenderanno avvio in ricordo di Luca: una raccolta di memorie, aneddoti e fotografie di quanti lo hanno conosciuto e stimato e un progetto di studio dedicato al Lazzaretto sull’isola del Boschetto a Mizzana, suo ‘luogo dell’anima’.
Da qualche parte
c’è un tarlo che ripete il suo tic tac.
Sembra la batteria di mio fratello
che giace abbandonata nella polvere;
di mio fratello
che adesso in altro luogo sta suonando
la sua canzone ancora non finita.
Le marionette in legno lì daccanto
hanno un sorriso mesto perché sanno.
Monica Taddia (dicembre 2022)
Incontro con l’autoremartedì 28 febbraio 2023 ore 17
Presentazione del libro di Elli Signani
Il Ponte Vecchio, 2022
Intervista l’autrice Maria Nolet
Intermezzi musicali a cura di Federico Baldassarri
Racconti brevi, o brevissimi, dipingono un mosaico di voci femminili che aleggiano sul filo d’erba della solitudine, o meglio, delle tante solitudini che compongono queste storie, comunissime dispersioni e rinascite, perdite e illuminazioni, dove la fatica di stare nel mondo diventa macigno di sogni, ora agognati allo spasimo, ora franti e rassegnati, ai piedi del monte dell’esistenza. L’animo sempre curvo sui tanti ruoli che travagliano le stagioni della vita, spesso l’io narrante, senza infamia e senza gloria, tende a sfuggire alle proprie angosce come anguilla che scivola e guizza tra le mani, pur di rimanere a galla nel proprio immobilismo. Pur di non identificarsi troppo a lungo con il problema, odi doversene giustificare. Affidando la narrazione a un parlato sommesso ,dilazionando i ricordi delle azioni in movimenti rapidi e fugaci di ballerine in gabbia, queste figure restano tuttavia autentiche testimoni della solitudine delle loro scelte, a volte con ironica consapevolezza, a volte con rabbia e l’ansia fobica di non volere più sentir parlare di se stesse pur ciarlandone in modo continuo ed esacerbato, altre, con uno stupefacente pensiero di gratitudine per la vita e il dono che hanno ricevuto in una lotta tanto impari. Nello specchio di queste ambivalenze soverchie e continue, l’empatia per la propria condizione travalica il genere e rappresenta commedia più ampia e universale, dove ai destini umani si legano le note della bellezza contristata del vivere.
Elli Signani, nata a Filo di Alfonsine (Ra), ha lavorato presso istituzioni culturali, tra cui la Biblioteca Classense e il Mar di Ravenna, e si è dedicata all’insegnamento negli istituti di istruzione secondaria. Da anni si occupa di scrittura anche in lingua romagnola, suoi testi sono presenti in diverse Antologie e Riviste. Per la poesia ha pubblicato D’Amour, poesie. Roma, Lo Faro, 1991, Raffiche, poesie dell’istante. Grizzana Morandi, Seledizioni, 1991, Per la prosa Ridotto di provincia. Faenza, Mobydick, 1994, Et labor fuit. Racconti brevi sul lavoro che fa male. Roma, Albatros, 2011. Per Pontevecchio (Cesena) sono usciti Di luce sparsa. Racconti per un romanzo, 2013, Api coriandoli passioni, poesie, 2014, Sissy and Cleo. Se un cane e un gatto adottano la tua casa. 2015, Nuclei. Un amore ai confini di Cernobyl, romanzo, 2020. Filo d’erba, Racconti, 2022. In lin gua romagnola ha pubblicato Ad sgrinfi e ‘d sgranfi int la mi tera. Sonetti e altri metri in lingua romagnola, 2008. E’ cor de temp… e étar scurs. Il cuore del tempo… e altri discorsi. 2019. A cul scvert. Voci e paesaggi della pandemia in lingua romagnola, 2021.
A volte si afferma, “Lavorate per il re di Prussia!” Per dire che si favorisce il nemico. Ad un prof cattivo gli studenti dicono sempre, “È un prussiano!” Oggi i figli replicano ai genitori, “Questa casa è una caserma prussiana!” Nella quotidianità l’aggettivo prussiano risulta sfavorevolissimo. La storia tuttavia è più ampia. Fortunatamente. Tutto ciò che è definito prussiano non può essere inteso solo come militaresco. L’anima prussiana ha una complessità. Ha una ricca vicenda storica che intercettò pure le libertà illuministiche. Perché, mentre nell’Europa settecentesca la giustizia era scellerata, nella terra prussiana invece la legge era una certezza, i profughi ugonotti venivano accolti e assistiti, il sistema fiscale tentava di essere il più moderno.
Alcuni docenti dicevano che la Prussia fu un esercito con uno Stato, non uno Stato con un esercito. Ma le società andrebbero interpretate interamente. Andrebbe approfondito il tutto con il libro di Hans Joachim Schoeps, ‘Lo spirito prussiano’, pubblicato dalla Oaks editrice. Questo testo del 1964 schiude un’antologia di punti di vista, di citazioni, di esperienze che, per un bilancio storico, dicono come l’anima prussiana non è “un appiattimento sui valori ‘da caserma’ o una esaltazione della brutalità primitiva.”
Per un primo atavico campione della moralità prussiana, ecco la lettera di un principe elettore Johan Cicero (1486-1499). Ecco emergere il principe che curava le sue proprietà così come provvedeva ai poveri del paese, “Prendi sotto la tua protezione i poveri. Non potrai consolidare meglio il tuo trono di principe che se aiuterai gli oppressi, se baderai a che i ricchi non sopraffacino gli umili,..” Viaggiando tra i documenti di Schoeps, troviamo l’idea della difesa dei bisognosi, il richiamo ad un originario welfare state, come nella frase di Hans von Seeckt, “La Prussia è stata uno Stato sociale nel senso migliore del termine. L’assistenza sociale consiste anzitutto nel dare ad ognuno la possibilità di lavorare, di conservare e impiegare le proprie forze,..”
Insomma, una questione di stile sociale. Remoto stile prussiano. O meglio c’era un popolo da sostenere, ciò rappresentava il dovere primario dello Stato. Si comprende di più sfogliando il primo capitolo “Lo stato prussiano e la sua etica” in cui la parola dovere riecheggia in diverse accezioni. Per secoli i prussiani discussero del tempo dei doveri che, attenzione, coincideva con la dignità umana. Proprio l’idea del dovere è commentata da Giovanni Sessa, che, nell’introduzione, scrive, “Tale esaltazione della religione dei doveri è ben sintetizzata su una lapide sepolcrale della Marca di Brandeburgo: ‘Preferì cadere in disgrazia quando l’obbedienza non fu più compatibile con l’onore’, il dovere per il dovere, senza alcun riferimento all’utile, senza occhieggiare il profitto, questa è la nobiltà!” E l’elaborazione critica di tale frase spinge a riflettere sulla civiltà del dovere in un presente condizionato dai diritti per convenienza di cui le bocche sono piene.
La silloge di Schoeps sa tenere alto l’interesse del lettore proponendo aneddoti, versi, canzoni di quella terra europea. Vi sono rarità letterarie ritrovate che possono entusiasmare lo studioso di storia della guerra. Versi scritti di sergenti audaci. Parole lanciate nella battaglia e trascritte sui taccuini bruciati dallo zolfo. Come queste, “La palla del moschetto fa un buchetto / La palla del cannone ne fa uno assai più grosso / le palle son fatte tutte di ferro e piombo / E a qualcuno le palle passano vicino.”
Ritornano le memorie leggendarie imparate a scuola: i fucilieri di Forcadè, la cavalleria prussiana nella battaglia di Jena, poi Clausewitz, von Molthe, von Schlieffen, i generali delle grandi strategie, delle grandi sconfitte, dei destini militari incrociati, delle frasi famose sul letto di morte, “Rinforzate l’ala destra!” Vittorie, sconfitte, uomini che, grazie a Schoeps, scoviamo sinceri. Come in questa citazione del generale von Schlieffen,“Fare molto, non emergere, tenere più ad essere che a sembrare.”
Le parole di von Schlieffen o di von Clausewitz utilizzate nei manuali di management dei nostri giorni. La ricerca affannosa della felicità di Heinrich von Kleist: al poeta Kleist ogni anno è intitolato il famoso premio per la letteratura tedesca. La Croce di Ferro di Prussia oggi sui mezzi dell’aviazione tedesca, un simbolo mai nato nazional-socialista. In nuce, questo e altro rappresentano la Kultur prussiana da cui trarre considerazioni, per allontanarsi dalle superficialità di certa storiografia contemporanea che attribuisce, all’esemplarità di una terra, solo significati oscurantisti.
Ora il lettore può incontrare una Prussia cristiana e tradizionalistica che seppe gestire lo Stato con saggezza; concesse la Costituzione ai suoi sudditi nel 1848; ed ebbe la drammatica speranza di abbattere la tirannide il 20 luglio 1944, quando i suoi figli tentarono di uccidere Hitler, con “un ultimo puro riflesso dell’antica severa idea prussiana intesa in termini etici.” Nel capitolo XV, con differenti testimonianze, emerge l’idea di una terra anti-nazista. Julius Evola non era d’accordo perché ricordava che l’aristocrazia prussiana sostenne il nazismo con von Hindenburg. Per tutto ciò, quindi, la lettura dell’antologia di Schoeps può mettere il lettore nelle condizioni di farsi una sua idea, leggendo questi pensieri dedicati ad una civiltà europea.
Hans Joachim Schoeps, ‘Lo spirito prussiano’ Traduzione di Julius Evola, Oaks editrice, pagg. 270, euro 18.00 – ordinabile su: info@oakseditrice.it
Naturalmente, tutto è legale, legalissimo. Ovvio: comandano loro. Quindi niente automobile, niente casa, infreddoliti, una vita da nomadi in affitto. Il giurista nazionalsocialista Ernst Forsthoff spiegò il significato che per i dominanti ha la legalità “Chi ha lo Stato, fa le leggi e, cosa non meno importante, le interpreta. Egli stabilisce che cosa è legale. La legalità è qualcosa di puramente formale e non significa altro se non che la volontà di un partito è diventata disposizione di legge. La legalità è il mezzo con cui colpire il nemico politico: dichiarandolo illegale, ponendolo fuori dalla legge, squalificandolo dal punto di vista morale e consegnandolo all’eliminazione per mezzo dell’apparato statale.“ Teoria e prassi del collettivismo oligarchico. Ah no, quelli erano nazisti.