fantascienza

Fantanews Delos Digital

Era il novembre del 1994 quando usciva il primo numero di Delos Science Fiction. All’epoca internet significava ancora email, ftp, o cose strane oggi dimenticate, il “world wide web” era una novità ed erano pochi a riuscire a utilizzarlo. Delos infatti era distribuito tramite “bbs” (avete presente i gruppi Facebook? Una specie, ma ti ci collegavi via telefono, col modem), solo nell’aprile dell’anno dopo, col numero 5, sarebbe andato su un sito web, e solo nel 1997 avrebbe avuto il suo indirizzo, su Fantascienza.com.
Questo mese Delos ha pubblicato il numero 250, curato – come ormai avviene da tanti anni, dal numero 98 in poi – da Carmine Treanni. Un traguardo che ben poche pubblicazioni di fantascienza in Italia hanno raggiunto; e Delos rimane comunque (fino a prova contraria, ma così ci risulta) la più antica testata online italiana ancora in attività.
L’anno prossimo Delos compirà trent’anni, mentre quest’anno il suo editore, l’Associazione Delos Books, ne ha compiuti venti; Delos Digital invece ne compie dieci, con il primo gruppo di ebook usciti il 1 ottobre 2013.
E poi c’è il numero 100 della collana Fantasy Tales, ora curata da Monica Serra, e tra una decina di giorni uscirà il numero 100 della nostra collana di libri stampati Convoy, con un romanzo che esce oggi in ebook e che farà molto parlare di sé, il thriller La genesi del male. Convoy è una collana un po’ finta, nel senso che è un grande contenitore in cui è finito un po’ ogni genere di libri, ma il numero cento comunica in modo abbastanza chiaro una cosa: Delos Digital è ormai da tempo anche “Delos carta”.
E beh, alla fine che dire? concediamoci un “tanti auguri a noi!”

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Biblioteca Ariostea

Martedì 28 novembre 2023, ore 17AMOR NELLO SPECCHIO. Commedia

Presentazione dell’edizione integrale della commedia in cinque atti di Giovan Battista Andreini (Parigi, Nicolas della Vigna, 1622) curata da Dino FinettiLeggi tutto

Mercoledì 29 novembre 2023, ore 17Un anno con Dante. Diario di lettura

Presentazione del libro di Alessandra MantovaniLeggi tutto

Giovedì 30 novembre 2023, ore 17Arthur Rimbaud e la sua Africa. Metamorfosi di un poeta maledetto

Presentazione del libro di Sandro TiriniLeggi tutto

Venerdì 1 dicembre 2023, ore 17Vivere il Patrimonio UNESCO: “Ferrara, città del Rinascimento, e il suo Delta del Po” (seconda edizione)

Conferenza di Alberto AndreoliLeggi tutto

Sabato 2 dicembre 2023, ore 11PIETRE DI PASSO

Presentazione del libro di poesie di Angelo Andreotti (1960-2023) Leggi tutto

Lunedì 4 dicembre 2023, ore 16Tra carte e libri. Il mestiere dell’Archivista e del Bibliotecario oggi

Giornata di studioLeggi tutto

Martedì 5 dicembre 2023, ore 17, Sala AgnelliUN DISORDINATO ORDINE. Dove trovo le parole che cerco.

Presentazione del libro di Emanuele “Il Pederz” PederziniLeggi tutto

Martedì 5 dicembre 2023, ore 17, Teatro AnatomicoPer sempre Lucrezia

Lettura scenica di alcune tra le più suggestive lettere scritte da Lucrezia BorgiaLeggi tutto

Progetti

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Tacito

In estrema sintesi il poblema è questo: Tacito ci insegna che gli Imperi si danno delle regole per moderare l’uso della forza e producono una classe dirigente che crede in tali regole quando sono al loro apice, per poi dismetterle non appena l’impero entra in crisi e le regole precedentemente elaborate sono d’intralcio al suo bisogno di sopravvivere. Lo shock per noi occidentali è quindi duplice: l’attuale guerra ci mette davanti al fatto che le nostre élité dopo averci inculcato a forza il culto dei diritti umani li ritengono poco più di carta straccia, e che il nostro impero è in crisi profonda, forse irreversibile.
L’Occidente è quindi nudo, e abbiamo scoperto che senza vestiti non offre un grande spettacolo.

Dialogo impossibile con un rabbino

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Manipolazione

Fonte: Andrea Zhok

Stavo pensando al continuum di bugie, manipolazioni, finzioni strumentali in cui siamo immersi.
Nel dibattito pubblico e nei giornali il tentativo di fare spazio a posizioni plurali, documentate e dialettiche è sostanzialmente estinto.
I giornali non ci provano neppure a dare informazioni di prima mano: ricevono i comunicati di una manciata di agenzie di stampa internazionali a guida Nato e ci fanno sopra una poesia gradita all’azionista di maggioranza.
I talk show invece che essere esercizi dialettici sono apparati di costruzione del consenso a colpi di battute ad effetto e stategie registiche.
Ma questo è noto e piuttosto palese. Poi c’è tutto il resto.
Le produzioni cinematografiche propongono continue ricostruzioni artificiali del passato in forme che si confanno al gusto politicamente corretto di alcune lobby; le fiction propongono una modellistica di mondo con una distribuzione dei buoni e dei cattivi secondo la manualistica della NSA; dominano rappresentazioni proiettive di rapporti psicologici ed emozionali di nicchia, che vengono presentati come la forma normale dell’umanità.
E poi la pubblicità, onnipresente forma di menzogna strumentale istituzionalizzata, in cui qualcuno con parole suadenti, volto sincero,  nel nome di ideali suggestivi, magari con un capolavoro musicale in sottofondo, ti racconta torrenti di balle per indurti a trasferirgli i tuoi maledetti soldi per acquistare la qualunque.
Poi c’è tutto il mondo virtuale delle autorappresentazioni telematiche, in cui ci si mette in vendita recitando sé stessi (dalle chiareferragni ad Onlyfans). Ecc. ecc.
Ciò che mi chiedo, e che mi angoscia, è quale forma debba prendere una coscienza, soprattutto giovanile, in questo contesto di manipolazione e menzogna ininterrotte.
Spesso lamentiamo nelle nuove generazioni apatia, rassegnazione e quando c’è un sussulto di reazione, confusione estrema.
Ma quello che mi chiedo è come crediamo sia possibile qualcosa di diverso.
Come immaginiamo sia possibile crescere in un mondo in cui le voci ufficiali e la rappresentazione del discorso pubblico sono sistematicamente veicoli di manipolazione e frode, di persuasione interessata, di imbroglio mercenario?
Per chi ha avuto la fortuna di costruirsi in passato un retroterra fondato, esiste un modo per sottrarsi – sia pure a fatica – da questa falsificazione sistematica del mondo, ma per gli altri rimane solo un incubo infinito di bugie a breve termine tra cui divincolarsi in una condizione di perenne provvisorietà.
Di fronte all’era della menzogna manipolativa ci si può ancora rifugiare forse solo nei testi di epoche più o meno remote, che non conoscevano quest’ipertrofia della manipolazione. Per chi non vi ha accesso il residuo terreno della fiducia nel mondo viene divorato ogni giorno, ricadendo nel nulla.

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“Venuta la sera, mi ritorno a casa ed entro nel mio scrittoio; e in sull’uscio mi spoglio quella veste cotidiana, piena di fango e di loto, e mi metto panni reali e curiali; e rivestito condecentemente, entro nelle antique corti delli antiqui huomini, dove, da loro ricevuto amorevolmente, mi pasco di quel cibo che solum è mio e ch’io nacqui per lui; dove io non mi vergogno parlare con loro e domandarli della ragione delle loro azioni; e quelli per loro humanità mi rispondono; e non sento per quattro hore di tempo alcuna noia, sdimentico ogni affanno, non temo la povertà, non mi sbigottisce la morte: tutto mi transferisco in loro.” (Niccolò Machiavelli)


La Fabbrica della Manipolazione 4D – Libro