Teatro

Bando teatrale

Teatro… voce della societa’ giovanile. Un bando informale per una serata di spettacolo all’Itc Teatro di Bologna – III edizione

Il bando è aperto a compagnie teatrali e a singoli artisti emergenti italiani, con componenti tra i 18 e i 35 anni, che, attraverso una drammaturgia originale, portino in scena temi di rilevanza sociale, anche attraverso la contaminazione di linguaggi. Una performance teatrale quindi che tratti dei problemi sociali della nostra complessa e frammentata società in cui si sommano, alle difficoltà di sempre, quelle dovute alla crisi economica.

Una vetrina per giovani artisti, per farsi conoscere, per debuttare, per mettersi alla prova; uno stimolo per dare la possibilità ai giovani di veder realizzati i propri lavori su temi spesso visti come scomodi e per questo poco rappresentati.

Il premio consisterà nella rappresentazione dello spettacolo vincitore in una serata gratuita per la cittadinanza all’interno della programmazione dell ‘ITC Teatro San Lazzaro di Savena (Bo), con data in via di definizione tra ottobre e dicembre 2015 e in un contributo di 500 euro per le spese sostenute e con scheda tecnica stabilita con il teatro.

Il bando completo e tutte le informazioni per iscriversi su: www.endas.net.

Il bando è aperto fino alle 24 di lunedì 20 luglio.

conferenza, festival, filosofia

Continua il festival di filosofia

«Non solo la terra è stata data da Dio all’uomo, che deve usarla rispettando l’intenzione originaria di bene, secondo la quale gli è stata donata; ma l’uomo è donato a sé stesso da Dio e deve, perciò, rispettare la struttura naturale e morale, di cui è stato donato»
R. Guardini, La fine dell’epoca moderna
«Vediamo un po’ di sapere ora, caro Sancio, dove va vossignoria. Va a cercare qualche asino che se le sia smarrito? — No, di certo. — E allora, di che va in cerca? — Vado a cercare una cosa da nulla: una principessa e, in lei, il sole della bellezza nonché tutto il cielo insieme. — E dove fate conto di trovare quello che dite, Sancio? — Dove? Nella gran città del Toboso. — Bene, e da parte di chi l’andate a cercare? — Da parte del famoso cavaliere don Chisciotte della Mancia che raddrizza i torti, dà da mangiare a chi ha sete e da bere a chi ha fame».
M. de Cervantes, Don Chischiotte
«Mi piace il cibo che non debbano elaborare e sorvegliare stuoli di servi, non ordinato molti giorni prima né servito dalle mani di molti, ma facile a reperirsi e semplice, un cibo che non ha nulla di ricercato o di prezioso, che non verrà a mancare da nessuna parte si vada, non oneroso per il patrimonio né per il corpo, tale da non uscire poi per la stessa via dalla quale è entrato»
Seneca, De tranquillitate animi

LA CUSTODIA DEL CREATO L’ILLUSIONE DI INFINITO E LA VENDETTA DEL CIBO

Procede con slancio e grande partecipazione la decima edizione del Festival Filosofi lungo l’Oglio. Domani, lunedì 29 giugno, ospite d’eccezione sarà il Cardinale Francesco Coccopalmerio, Presidente del Pontificio consiglio per i testi legislativi. Un doppio appuntamento con l’alto prelato: alle 18.30, Sua Eminenza presiederà la S. Messa nella Chiesa SS. Gervasio e Protasio, in piazza Garibaldi a Cologne (Bs). Quindi, alle ore 21.15, nel cortile del Palazzo Municipale, che si trova nella medesima via (in caso di pioggia nella Parrocchiale), il Cardinale Coccopalmerio terrà una lectio magistralis dal titolo: Custodi responsabili del Creato. Il giorno successivo, martedì 30 giugno, sempre alle ore 21.15, nel Cortile delle Scuole Elementari Padre Luigi Andeni, in via Roma 31 a Barbariga (Bs) [in caso di pioggia nella vicina Chiesa SS. Vito, Modesto e Crescenzia], sarà la volta di Armando Savignano – ordinario di Filosofia Morale all’Università degli studi di Trieste e tra i maggiori interpreti contemporanei del pensiero spagnolo ed iberoamericano moderno e contemporaneo – che interverrà con una relazione dal titolo: Fame della fama ed illusione di infinito. A seguire, mercoledì 1 luglio, alla stessa ora, nel Cortile della Pieve di S. Maria Maggiore, in via Castello a Erbusco (Bs)[in caso di pioggia Chiesa S. Maria Assunta sita nella medesima via], è attesa Francesca Rigotti – docente di Dottrine politiche all’Università di Lugano – che proporrà una riflessione su La vendetta del cibo. Perché il cibo ci tratta male. Una tre giorni di grande interesse che pone al centro il rapporto problematico tra l’uomo e l’ambiente, il soggetto e il misconoscimento dell’altro in una brama di potere insaziabile simile per voracità alla lupa dantesca che “dopo ‘l pasto ha più fame che pria” (If I, v. 99) e infine l’uomo del XXI secolo e il cibo. «Se per un verso – ha dichiarato il direttore scientifico del Festival, Francesca Nodari – a pochi giorni dalla pubblicazione dell’attesa Enciclica di Papa Francesco Laudato sì, avremo l’onore di ascoltare dalla viva voce del Cardinale Coccopalmerio i punti salienti e gli snodi cruciali della medesima nella quale il Pontefice invita ad una “conversione ecologica globale” (5) e alla pratica di “uno sviluppo sostenibile” (193) poiché “un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri” (49); per l’altro, Armando Savignano punterà il dito contro quella tentazione cui troppo spesso cede l’uomo allorché si abbandona ad una volontà di potenza totalitaria incline soltanto all’esaudimento del proprio interesse e del tutto non curante degli altri e di ciò che lo circonda. Infine, sulla scorta del suo fortunato volume: Manifesto del cibo liscio. Per una nuova filosofia in cucina (Interlinea Edizioni, Novara 2015) – nel quale la filosofa parla espressamente di una ‘gastronoetica’ ossia di “una lettura filosofica delle cose del ventre” tutta tesa alla distinzione tra cibo liscio e cibo striato – Francesca Rigotti si soffermerà, basti solo pensare alla formulazione di certi ricettari, sulla brutalità praticata in cucina, sul maltrattamento cui sottoponiamo il cibo e sulla sua inevitabile ‘vendetta».

CHI È S. E. CARDINALE FRANCESCO COCCOPALMERIO
Il Cardinale Francesco Coccopalmerio, è dal 15 febbraio 2007 Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi. Ha frequentato il Seminario arcivescovile di Milano studiando, dal 1957 al 1963, presso la Pontificia Facoltà Teologica di Milano e conseguendovi la licenza in teologia. È stato ordinato presbitero il 28 giugno 1962 dal cardinale Giovanni Battista Montini. Ha perfezionato gli studi a Roma licenziandosi nel 1968 in teologia morale presso la Pontificia Accademia Alfonsiana e conseguendo, nel 1969, il dottorato in diritto canonico presso la Pontificia Università Gregoriana sotto la guida del gesuita Wilhelm Bertrams. Nel 1976 si è laureato in giurisprudenza presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Durante gli anni del suo ministero sacerdotale ha lavorato fin dal 1966 presso l’Avvocatura generale della Curia arcivescovile di Milano (diventandone poi avvocato nel 1980 e lavorandovi fino al 1994) e Pro Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Milano (dal 1986 al 1993); è stato, sia da sacerdote che da vescovo, anche docente presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale (dal 1966 al 1999) e presso la facoltà di diritto canonico della Pontificia Università Gregoriana (dal 1981 al 2011). Nel 1986 è diventato prelato d’onore di Sua Santità. Dal 1988 diviene anche presidente della Commissione diocesana per l’Ecumenismo e Dialogo. È fra l’altro il fondatore della Rivista «Quaderni di Diritto Ecclesiale», insieme al gesuita Jean Beyer. L’8 aprile 1993 è stato nominato da Papa Giovanni Paolo II vescovo ausiliare di Milano e vescovo titolare di Celiana; è stato consacrato il 22 maggio successivo dal cardinale Carlo Maria Martini, co-consacranti i vescovi Attilio Nicora e Giovanni Giudici. Durante questo periodo si occupa attivamente della cultura e dei centri di formazione culturale cattolica. Dal 1995 al 2006 è stato commissario pontificio della Compagnia di San Paolo. Il 15 febbraio 2007 Papa Benedetto XVI lo ha nominato presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi ed elevato alla dignità arcivescovile. Nel 2008, diventa consultore generale dell’Unione giuristi cattolici italiani. È stato creato e pubblicato cardinale nel concistoro del 18 febbraio 2012, della Diaconia di San Giuseppe dei Falegnami. Viene nominato membro della Congregazione per la Dottrina della Fede, del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani il 21 aprile 2012; il 19 giugno seguente viene confermato presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, mentre è nominato membro della Congregazione delle cause dei santi il 22 dicembre di quello stesso anno. Il 19 dicembre 2013 è confermato membro della Congregazione delle cause dei santi. Prende parte al conclave del 2013, durante il quale viene eletto Papa Francesco. Di concerto agli innumerevoli saggi pubblicati, ricordiamo, tra gli altri, i seguenti volumi: La partecipazione degli acattolici al culto della chiesa cattolica nella pratica e nella dottrina della Santa Sede dall’inizio del sec. XVII ai nostri giorni. Uno studio teologico sull’essenza del diritto di prendere parte al culto cattolico, Morcelliana, Brescia 1969; Temi pastorali del nuovo codice, Queriniana, Brescia 1984, Perché un Codice nella chiesa, EDB, Bologna 1984; Gli Istituti religiosi nel nuovo Codice di diritto canonico, Ancora, Milano 1984; De paroecia, Editrice Pontificia Università Gregoriana, Roma 1991; La parrocchia. Tra Concilio Vaticano II e Codice di Diritto Canonico, San Paolo Edizioni, Cinisello Balsamo 2000.

CHI È ARMANDO SAVIGNANO
Armando Savignano è ordinario di Filosofia Morale all’Università degli studi di Trieste dove è anche Direttore del Dipartimento della Formazione e dell’Educazione. Tra i maggiori interpreti contemporanei del pensiero spagnolo ed iberoamericano moderno e contemporaneo, alla cui conoscenza ha contribuito offrendo numerosi saggi e lavori monumentali, Savignano si occupa di Filosofia Morale e di bioetica con speciale riferimento alle questioni epistemologiche, allo statuto di questa disciplina e ad alcune tendenze quali la bioetica delle virtù, l’antropologia medica, i temi della comunicazione tra medico-malato e del consenso informato. È direttore della collana «Etica pratica», ed. Guida, Napoli e della collana di «Ispanismo Filosofico», ed. Saletta dell’Uva, Caserta; è con-direttore della rivista di ispanismo filosofico «Rocinante». È stato insignito del Premio Speciale per la saggistica italiana sulla Spagna nell’ambito del Premio Acerbi 2012. Tra i suoi libri ricordiamo: Unamuno, Ortega, Zubiri. Tre voci della filosofia del Novecento, Liguori, Napoli 1989; Il Cristo di Unamuno, Queriniana, Brescia 1990; Radici del pensiero spagnolo del Novecento, La Città del Sole, Napoli 1995; Bioetica Mediterranea: etica della virtù e della felicità, ETS, Pisa 1995; Introduzione a Ortega y Gasset, Laterza, Roma-Bari 1996; Bioetica delle virtù. Il soggetto e la comunità, Guida, Napoli 1999; Preghiera e poesia: l’esperienza religiosa in Henri Bremond, Messaggero, Padova 2000; Introduzione a Unamuno, Laterza, Roma-Bari 2001; María Zambrano. La ragione poetica, Marietti, Genova-Milano 2004 (trad. in spagnolo: M. Zambrano. La razón poética, Comares, Granada 2005); Bioetica per insegnanti ed educatori (con R.Rezzaghi, G. Zacchè), La Scuola, Brescia 2004; Panorama della filosofia spagnola del Novecento, Marietti, Milano-Genova 2005; Don Chisciotte. Illusione e realtà, Rubbettino, Soveria Mannelli 2006 (tr. in spagnolo: Panorama de la filosofia española del siglo XX, Comares, Granada 2008); Il vincolo degli anniversari. Saggi di filosofia spagnola contemporanea, Saletta dell’Uva, Caserta 2009; Miguel De Unamuno. Filosofia e religione, Bompiani, Milano 2013; Bioetica. Educazione e società, Mimesis, Milano 2014; Ortega Y Gasset J., Meditazioni del Chischiotte (a cura di), Mimesis, Milano 2014; X. Zubiri, Il problema filosofico della storia delle religioni (a cura di), Morcelliana, Brescia 2014.

CHI È FRANCESCA RIGOTTI
Francesca Rigotti è nata a Milano nel 1951 e si è laureata in Filosofia nel 1974. È stata docente presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Göttingen, visiting fellow al Department of Politics dell´Università di Princeton e docente all´UZH. Attualmente è professoressa di Dottrine politiche presso l’Università di Lugano. La sua ricerca è caratterizzata dalla decifrazione e dall’interpretazione delle procedure metaforiche e simboliche sedimentate nel pensiero filosofico, nel ragionamento politico, nella pratica culturale e nell’esperienza ordinaria. Tra i suoi libri recenti: La filosofia delle piccole cose, Interlinea, Novara 2004; Il pensiero pendolare, il Mulino, Bologna 2006; Il pensiero delle cose, Apogeo, Milano 2007; Gola. La passione dell’ingordigia. I 7 vizi capitali, il Mulino, Bologna 2008; Asini e filosofi, (con G. Pulina), Interlinea, Novara 2010; Partorire con il corpo e con la mente. Creatività, filosofia, maternità, Bollati Boringhieri, Torino 2010; La filosofia in cucina. Piccola critica della ragion culinaria, il Mulino, Bologna 2012; Senza figli. Una condizione umana, (con D. Demetrio), Raffaello Cortina, Milano 2013; Nuova filosofia delle piccole cose, Interlinea, Novara 2013; Gli altri. Inferno o paradiso?, intr. e cura di F. Nodari, Massetti Rodella, Roccafranca 2013; Un posto al sole. Filosofia di una soap opera, Mimesis, Milano 2013; Metafore del silenzio. Il silenzio per immagini, Mimesis, Milano 2013; Onestà, Raffaello Cortina, Milano 2014; Venire al mondo (con M. Veladiano), Il Margine, Trento 2015; Manifesto del cibo liscio. Per una nuova filosofia in cucina, Interlinea, Novara 2015. I suoi saggi sono apparsi su numerose riviste italiane e straniere. Svolge attività di consulenza editoriale e di recensione libraria, soprattutto per «Il Sole 24Ore».

 

fotografia

Art Kane

UNA VIDEOTESTIMONIANZA DI FRANCO FONTANA, UN FILM DOCUMENTARIO SULLA LEGGENDARIA FOTO “HARLEM 1958”
E UNA VIDEOCONVERSAZIONE DI ART KANE CON PETE TURNER
NELLA MOSTRA “ART KANE. VISIONARY”
Palazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103, Modena
25 giugno-20 settembre 2015
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Accanto alle 100 fotografie selezionate per la mostra “Art Kane. Visionary”,  sono parte integrante del progetto espositivo anche una videotestimonianza di Franco Fontana registrata per l’occasione, “A Great Day in Harlem”, film documentario del 1994 in cui decine di leggende del jazz ricordano la fotografia di Kane che li radunò una domenica del 1958 creando l’icona più celebre del periodo d’oro di questo genere musicale, e un’intervista televisiva di Pete Turner ad Art Kane. Al lavoro del famoso fotografo americano si accompagnano voci e immagini che fanno il punto, ciascuna a modo suo, su una filosofia di vita e professionale restituita al pubblico anche attraverso un percorso audio-video.
A Franco Fontana si devono gli aneddoti, “mi è sempre piaciuto quel suo sguardo tra erotismo, vita immaginaria e dimensione reale ricorda Il rischio e l’azzardo erano gli elementi più rivoluzionari del suo fotografare. Il nostro era un rapporto di amicizia viscerale come confermano le numerose lettere che mi ha scritto  continua  ci sentivamo davvero come due fratelli, uniti dalla stessa gioia di vivere”. Dalle serate in Velosolex a New York verso lo Studio 54 alle numerose occasioni di incontro, in America e in Italia, per mostre, workshop ed eventi, un ricordo di un’amicizia che Fontana ha definito una fratellanza di colore.
“A Great Day in Harlem”, prodotto da Jean Bach, co-produzione Matthew Seig, editor Susan Peehl, voce narrante Quincy Jones, nasce da una giornata estiva del 1958 a New York. Un giovane fotografo (Kane) passeggiava nervosamente davanti a un brownstone di Harlem. Aveva sparso la voce che aveva intenzione di fare una foto per la rivista “Esquire”. Era il suo esordio come fotografo professionista. Intorno alle dieci del mattino, con sorpresa di tutti, decine di musicisti si riunirono e furono ritratti in quella che oggi è probabilmente la più famosa fotografia del jazz americano. Il film documentario intreccia girati d’archivio, filmati, inediti home-movie, rare interviste con maestri del jazz presenti quel giorno, come Sonny Rollins, Horace Silver, Art Farmer, Dizzy Gillespie e Art Blakey. E anche col fotografo, Art Kane, e con l’editor di grafica Esquire, Robert Benton, che parla di ciò che ha imparato quel giorno che poi gli sarebbe servito in seguito consentendogli di raggiungere straordinari risultati professionali.
Fra i protagonisti del film anche Count Basie, Coleman Hawkins, Lester Young, Charles Mingus, Marian McPartland, Gerry Mulligan, Mary Lou Williams, Maxine Sullivan e Thelonious Monk.
Quel giorno, ad Harlem, è stato catturato lo spirito di un’epoca in cui New York era il centro del mondo del jazz, sullo sfondo di un clima fortemente stimolato dalla creatività sorprendentemente espressa da una comunità forte, costituita in gran parte da musicisti di talento e appassionati. Il film documentario ha ricevuto unan nomination all’Oscar nel 1995.
La rara intervista televisiva di Pete Turner ad Art Kane, disponibile per il pubblico tradotta e sottotitolata, offre la possibilità di approfondire la poetica del fotografo, che descrive, in prima persona, il suo lavoro.


mostra Art Kane. Visionary

 

sede Palazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103, Modena

 

a cura di Jonathan Kane, Holly Anderson e Guido Harari

 

periodo 25 giugno-20 settembre 2015

 

organizzazione e produzione

Galleria civica di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena

 

in collaborazione con Solares Fondazione delle Arti di Parma e Wall Of Sound Gallery di Alba

 

inaugurazione giovedì 25 giugno 2015, ore 18.30

 

preview per la stampa mercoledì 24 giugno 2015, ore 11.30

 

ingresso gratuito

 

orari

giovedì e venerdì 17.00-19.30, sabato, domenica e festivi 10.30-19.30. Lunedì, martedì e mercoledì chiuso

orari durante il festivalfilosofia

venerdì 18, 9.00-23.00, sabato 19, 9.00-1.00, domenica 20 settembre, 9.00-21.00

immagini e comunicati scaricabili nell’area giornalisti del sito della galleria

informazioni Galleria civica di Modena, corso Canalgrande 103, 41121 Modena, tel. +39 059 2032911/2940, fax +39 059 2032932, http://www.galleriacivicadimodena.it
Museo Associato AMACI

biblioteca

Attività estive in Ariostea

venerdì 26 giugno ore 20,15 – IL GIRO D’ITALIA IN 80 LIBRERIE (PER NON PARLAR DI SCUOLE E BIBLIOTECHE)

– Staffetta culturale, ambientale e ciclistica nelle librerie e biblioteche italiane
Questo venerdì la Biblioteca Comunale Ariostea diviene tappa di un viaggio nell’Italia della lettura, in cui luoghi di partenza e di arrivo sono librerie, biblioteche, scuole e strade, con eventi, incontri, giochi e soprattutto libri.
Si inizia nel cortile di Palazzo Paradiso con “CHI L’HA LETTO?”
Investigatori di parole, bibliotestimoni e conduttori d’eccezione alla ricerca dei grandi classici della lettura internazionale.
Conduce Sarah Jane Ranieri di Radio DJ e Marco Zapparoli, fondatore di Marcos y Marcos.
Ospite letterario d’onore Marco Missiroli, autore di ”Atti osceni in luogo privato” accompagnato dallo scrittore ferrarese, Edoardo Rosso, autore del libro”Binda, l’invincibile”.
Interverranno, inoltre, Aldo Addis, membro dell’Associazione Librai Italiani (ALI) e direttore della Scuola Librai Italiani e Aldo Pirola, direttore del Sistema Bibliotecario Urbano del Comune di Milano.
Il vicesindaco Massimo Maisto porterà il saluto dell’Amministrazione Comunale di Ferrara.
Dopo lo spettacolo, con il buio già calato, prenderà il via: “Il Giro di Ferrara in 80 minuti”, un suggestivo tour in bicicletta nelle vie della città (itinerario: Via Scienze, Via Mazzini, Piazza Trento Trieste, Piazza Municipale, Via Garibaldi, Via Aldighieri, Via Mac Alister, Piazza Cacciaguida, Via Fausto Beretta, Viale Cavour, Largo Castello, Corso Martiri della Libertà, Piazza Cattedrale, Piazza Trento Trieste), con proiezioni sui muri di chiese e palazzi. La “Cinebicicletta”, una magica creatura del Giro d’Italia in 80 librerie e dell’Associazione Acquario della Memoria, proietterà per l’occasione una sequenza di bellissimi corti selezionati dal Booktrailer Film Festival di Brescia.
Dunque accorrete numerosi con la vostra bici !
L’iniziativa è proposta dall’Associazione Culturale Letteratura Rinnovabile, in collaborazione con il Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara, la Federazione Italiana Amici della Bicicletta e con il sostegno di Ami Ferrara.
Ulteriori informazioni sul progetto sono disponibili sul sito http://www.giro80.com

» Sìno al 30 luglio – MOSTRA IN SALA ARIOSTO
IL GUSTO NEI LIBRI – Ricettari e usi gastronomici tra gli scaffali della Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara
Prosegue in Sala Ariosto la mostra bibliografica “Il gusto nei libri, ricettari e usi gastronomici tra gli scaffali della Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara”.
L’esposizione, curata da Arianna Chendi e Angela Poli, intende accompagnare il visitatore lungo un percorso, più tematico che cronologico, attinente il cibo e l’alimentazione raccontato dai libri e dai documenti presenti nelle raccolte della Biblioteca comunale Ariostea.
Il viaggio proposto parte dall’attività dei più celebri scalchi e trincianti del Rinascimento, un nome su tutti Cristoforo Messisbugo con il suo celeberrimo Banchetti, compositioni et vivande come omaggio iniziale alla Corte ferrarese; si prosegue con la presentazione di alcune delle opere classiche della cucina medievale e rinascimentale: da notare la proto-edizione del 1475 del De honesta voluptate et valetudine del Platina per l’eleganza e sobrietà dei caratteri e la freschezza e attualità delle ricette descritte o la vignetta xilografica dell’Epulario del Rosselli, raffigurante l’interno di una cucina con i lavoranti intenti alla preparazione dei cibi.
Non può mancare un riferimento al mondo agricolo attraverso la presentazione di alcuni classici trattati di agricoltura illustrati da splendide tavole.
L’atmosfera del lavoro dei campi emerge in tutta la sua concretezza dal Libro dei contadini autografo di Ludovico Ariosto: nella sala che ospita la sua tomba, è possibile far dialogare in un confronto ideale i versi dell’Orlando furioso con le più prosaiche parole dell’uomo che attende agli affari di casa, occupandosi di animali, pelli e rapporti tra i lavoranti.
Proseguendo si avrà un piccolo cenno ai trattati medico-sanitari che dispensano consigli anche sull’alimentazione, come quello del dottor Fletcher (sec. XIX) che consiglia di masticare ogni boccone cento volte.
Ancora, si segnala Il ghiottone errante, 1935 prima guida enogastronomica italiana e alcune piccole curiosità ferraresi come la Zzirudela di Ugo Vasè in occasione di un pranzo sociale nel 1921 o la Settimana del mangiarino ferrarese, concorso a premi tra i ristoranti cittadini del 1962.
Seguono vetrine dedicate ad alcuni cibi tipici: il pane e il salame; i pesci e l’anguilla tipici di un territorio un tempo prevalentemente acquatico; i prodotti orticoli e la frutta, il formaggio, il vino e il dolce per eccellenza della nostra tavola: il pampapato.
Da notare, tra l’altro, un articolo di Corrado Govoni sul pane; un divertentissimo disegno di un’anguilla pescata nelle Valli di Comacchio nel Settecento; un curioso manoscritto del bottigliere di papa Paolo III, del 1539, vera e propria disamina sulla qualità dei vini presenti sul territorio italiano; un piccolo libro del XVII secolo dedicato al cioccolato del medico spagnolo Antonio Colmenero de Ledesma dove si menziona la bevanda calda per la prima volta, solo per citarne alcune.La mostra rimane aperta fino al 30 luglio con il seguente orario:
dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18,30; il sabato dalle 9 alle 12,30.

Visite guidate su prenotazione 0532/418200
oppure chendi.ariostea@edu.comune.fe.it; a.poli@edu.comune.fe.it

» – ANTEPRIMA – Dal 3 luglio al 28 agosto ore 10
L’ALBERO DELLE STORIE 2015 – Parole e rime in libertà
Momenti di narrazione per bambini dai 4 ai 10 anni
Con l’estate, tutti i venerdì dal 3 luglio al 28 Agosto, alle ore 10, nel giardino di Palazzo Paradiso, ritorna l’ormai tradizionale appuntamento con il racconto dal vivo dedicato ai più piccoli.
All’ombra della monumentale Ginkgo Biloba, i bambini dai quattro ai dieci anni (e non solo) potranno vivere momenti di piacevole ascolto di storie divertenti, imprevedibili e avventurose.
La rassegna di narrazione, giunta alla ottava edizione, è organizzata dalla Sezione Ragazzi della Biblioteca Ariostea in collaborazione conAssociazione Amici della Biblioteca Ariostea.
In caso di maltempo l’iniziativa si svolgerà nella Sala Agnelli della stessa Biblioteca. L’ingresso è libero e gratuito.
Info: Angela Poli – Biblioteca Ariostea, via Scienze 17, tel. 0532 418220
Seguirà programma dettagliato

» – ANTEPRIMA – 10, 11 e 12 luglio 2015
Tre serate ad alta tensione in Biblioteca Ariostea – GIALLO FERRARA
Rassegna di letteratura gialla, noir, thriller
Nel secondo weekend di luglio, da venerdì 10 a domenica 12, nella corte interna di Palazzo Paradiso giallisti, noiristi, fumettisti, disegnatori, sceneggiatori daranno vita a un dialogo attraverso le linee conduttrici di un ‘genere’ che accomuna le forme d’arte cui appartiene e che spesso rappresenta semplicemente la ‘scusa’ per raccontare o trasfigurare il mondo in cui viviamo.
Inoltre, uno spazio sarà riservato anche ai più piccoli con “Giallo Kids”: scrittori e bambini a confronto tra intrighi e misteri da svelare.
A cura dell’Associazione Culturale Il Gruppo del Tasso di Ferrara
Seguirà programma dettagliato
festival, filosofia

Declinazioni della fame

«Tutti gli esseri
Avranno diritto
Alla terra e alla vita,
e così sarà il pane di domani,
il pane di ogni bocca,
sacro,
consacrato
perché sarà il prodotto
della più lunga e dura
lotta umana»
P. Neruda, Ode al pane

«Il godimento= indipendenza nella dipendenza».
E. Levinas, Quaderni di prigionia

« Tu proverai sì come sa di sale
Lo pane altrui, e come è duro calle
Lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale»
Dante, Pd XVII,58-60

Continua a passo spedito il tour filo-rivierasco della decima edizione del Festival Filosofi lungo l’Oglio. Martedì 23 giugno, alle ore 21.15, nella cornice della Chiesa dei Santi Faustino e Giovita, in via S. Faustino a Brescia (si ringrazia Don Armando Nolli per la gentile concessione) è atteso Jean-Luc Nancy – già docente di Filosofia presso le Università di Strasburgo, San Diego e Berkeley è dal 2002 professore emerito di Filosofia presso l’Università Marc Bloch di Strasburg e definito da Jacques Derrida «il più grande pensatore sul tatto di tutti i tempi», che terrà una lectio magistralis dal titolo: Pane nostro.
Il giorno seguente, mercoledì 24 giugno, sempre alle 21.15, nella prestigiosa residenza di Palazzo Monti della Corte, in via Guglielmo Marconi 1B a Nigoline di Corte Franca (Bs), sarà la volta di Franco Riva – Professore di Etica sociale, Antropologia filosofica e Filosofia del Dialogo all’Università Cattolica di Milano – che proporrà una riflessione dal titolo: Ventre affamato non sente ragioni. Mentre venerdì 26 giugno, alla stessa ora, nel Teatro Le Muse, in viale Aldo Moro 109/A a Flero (Bs) torna, a grande richiesta, Michela Marzano – ordinario all’Université Paris V (René Descartes), eletta nel 2009 da «Le Nouvel Observateur» uno dei cinquanta nuovi pensatori più originali e fecondi del mondo – che parlerà della Fame di riconoscimento.
«Se, per un verso – ha dichiarato il direttore scientifico, Francesca Nodari – Nancy proporrà una meditazione che sconfina in poetica ove – posto che “la vita è il dono della fame” – sarà possibile leggere tra le righe il rinvio alla celebre distinzione che Derrida introdusse in Toccare, testo dedicato a Nancy, tra bucca e os; per l’altro, Franco Riva, come mostra nel suo fortunato saggio Filosofia del cibo, cercherà di mostrare come “il cibo non è solo mezzo e materia. È lavoro, parola, pensiero, gioco, umanità, libertà, esistenza, responsabilità, giustizia. Un eserre con gli altri da non confondere con un banchetto”. Infine Michela Marzano, sulla scorta della sua proficua analisi sulla vulnerabilità e fragilità dell’essere umano, offrirà spunti interessanti sul che cos’è il riconoscimento e sul confine labile in cui sta questa nozione allorché la si intenda come l’affermazione della dignità di ogni essere umano senza distinzione di sesso, cultura, provenienza: dunque come diritto ad essere riconosciuti in quanto persone; oppure la si interpreti nel suo esatto contrario, ossia come sopraffazione dell’uno sull’altro che anima certi deliri di onnipotenza, propri di uomini assetati soltanto di fama, potere e successo».

CHI È JEAN-LUC NANCY
Jean-Luc Nancy, già docente di Filosofia presso le Università di Strasburgo, San Diego e Berkeley è dal 2002 professore emerito di Filosofia presso l’Università Marc Bloch di Strasburgo. Tra le figure di maggior spicco nel panorama filosofico internazionale, definito da Jacques Derrida «il più grande pensatore sul tatto di tutti i tempi», ha riformulato temi cruciali della tradizione filosofica post-heideggeriana. In una riflessione vertente in particolare sullo statuto della corporeità e delle sue rappresentazioni, ne ha mostrato anche la dimensione intersoggettiva e comunitaria. Tra le sue opere tradotte in italiano ricordiamo: La comunità impersonale, Cronocopio, Napoli 1992; Il mito nazi, Il Melangolo, Genova 1992; Corpus, Cronocopio, Napoli 1995; L’essere abbandonato, Quodlibet; Macerata 1995; L’etica originaria di Heidegger, Cronopio, Napoli 1996; Il senso del mondo, a cura di F. Ferrari, Lanfranchi, Milano 1997; Hegel. L’inquietudine del negativo, Cronopio, Napoli 1998; L’oblio della filosofia, a cura di F. Ferrari, Lanfranchi, Milano 1999; L’intruso, Cronocopio, Napoli 2000; L’esperienza della libertà, Einaudi, Torino 2000; Essere singolare plurale, Einaudi, Torino 2001; Il ritratto e il suo sguardo, Cortina Raffaello, Milano 2002; Visitazione (della pittura cristiana), a cura di A. Cariolatoe F. Ferrari, Abscondita, Milano 2002; Un pensiero finito, Marcos y Marcos, Milano 2002; La città lontana, a cura di P. Di Vittorio, Ombre corte, Verona 2002; Il c’è del rapporto sessuale, a cura di A. Fanfoni, SE, Milano 2002; La comunità inoperosa, Cronocopio, Napoli 2003; La pelle delle immagini (con F. Ferrari), Bollati Boringhieri, Torino 2003; La creazione del mondo o la mondializzazione, Einaudi, Torino 200; All’ascolto, Raffaello Cortina Editore, Milano 2004; Noli me tangere. Saggio sul levarsi del corpo, Bollati Boringhieri, Torino 2005; L’imperativo categorico, Besa, Nardò 2005; Sull’agire, Cronocopio, Napoli 2005; Il ventriloquio. Sofista e filosofo, Besa, Nardò 2006; Le muse, Diabasis, Parma 2006; Del libro e della libreria. Commercio delle idee, Cortina Raffaello, Milano 2006; La nascita dei seni, Cortina Raffaello, Milano 2007; Il giusto e l’ingiusto, Feltrinelli, Milano 2007; Decostruzione del cristianesimo. Vol: 1: La dischiusura, Cronopio, Napoli 2007; Narrazioni del fervore. Il desiderio, il sapere, il fuoco, Moretti & Vitali, Bergamo 2007; Ego sum, Bompiani, Milano 2008; Sull’amore, Bollati Boringhieri, Torino 2009; Indizi sul corpo, Ananke, Torino 2009; Verità della democrazia, Cronopio, Napoli 2009; M’ama non m’ama, Utet, Torino 2009; Cascare dal sonno, Raffaello Cortina, Milano 2009; Corpo teatro, Aracne 2010; DHEL. La nascita della felicità, a cura di F. Nodari, Masetti Rodella, Roccafranca 2012;  Decostruzione del cristianesimo. Vol. 2: L’adorazione, Cronopio, Napoli 2012; Politica e «essere-con», a cura di F. De Petra, Mimesis, Milano 2013; Prendere la parola, Moretti & Vitali, Bergamo 2013; L’altro ritratto, a cura di D. Calabrò, D. e M. Villani, Castelvecchi Roma 2014; Il corpo dell’arte, a cura di D. Calabrò e D. Giugliano, Mimesis, Milano 2014; Ebbrezza (con T. Tuppini), Mimesis, Milano 2014; Dov’è successo?, youcanprint 2014.

CHI È FRANCO RIVA
Franco Riva è Professore di Etica sociale, Antropologia filosofica e Filosofia del Dialogo all’Università Cattolica di Milano. La sua ricerca privilegia il motivo dell’alterità secondo un registro personale nella prospettiva dell’altro pensiero e di una fenomenologia concreta. Collabora con la «Rivista vista del Clero Italiano», è membro del Comitato scientifico della rivista «Dialoghi», del Comitato scientifico ristretto di Città Aperta Edizioni e del Comitato Editoriale della medesima casa editrice nonché di Diabasis. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra i quali segnaliamo: Premio in Filosofia del Centro di Studi filosofici di Gallarate 1985; Premio Selezione Feudo di Maida 2002; Premio speciale per l’Editoria filosofica 2007. Tra i suoi libri ricordiamo: La Bibbia e il lavoro. Prospettive etiche e culturali, Edizioni Lavoro, Roma 1997; La politica e la religione (con M. Rizzi), Edizioni lavoro, Roma 2000; La rinuncia al Sé. Intersoggettività ed etica pubblica, Edizioni Lavoro, Roma 2002; Il mio domestico torchio. Stampare di domenica, Palladino Editore, Campobasso 2003; Segni della destinazione. L’ethos occidentale e il sacramento (con P. Sequeri), Cittadella, Assisi 2009; E. Levinas, L’epifania del volto (a cura di); Servitium, Sotto il Monte (Bg) 2010; Come il fuoco. Uomo e denaro, Cittadella, Assisi 2011; La collana spezzata. Comunità e testimonianza, Cittadella, Assisi 2012; Il bene e gli altri. Differenza, universale, solidarietà, Vita e Pensiero, Milano 2012; Bene comune e lavoro sociale con la lettura dei codici etici mondiali, Edizioni Lavoro, Roma 2012; Filosofia del viaggio, Castelvecchi, Roma 2013; La democrazia che verrà, Edizioni Lavoro, Roma 2013; Filosofia del cibo, Castelvecchi, Roma 2015.

CHI È MICHELA MARZANO
Dopo aver studiato alla Scuola Normale Superiore di Pisa e aver conseguito il dottorato di ricerca in Filosofia, Michela Marzano è diventata ordinario all’Université Paris V (René Descartes). Si occupa dello statuto del corpo e della condizione umana nell’epoca contemporanea: ha approfondito in particolare il rapporto tra etica e sessualità e le forme del potere biopolitico nelle organizzazioni aziendali nonché il posto che occupa al giorno d’oggi l’essere umano, in quanto essere carnale. L’analisi della fragilità della condizione umana rappresenta il punto di partenza delle sue ricerche e delle sue riflessioni filosofiche. Eletta nel 2009 da «Le Nouvel Observateur» uno dei cinquanta nuovi pensatori più originali e fecondi del mondo, è autrice di numerosi saggi e articoli di filosofia morale e politica. Tra i suoi libri in italiano ricordiamo: Straniero nel corpo. Le passioni e gli intrighi della ragione, Giuffrè Editore, Milano 2004; Estensione del dominio della manipolazione. Dall’azienda alla vita privata, Mondadori, Milano 2009; Sii bella e stai zitta. Perché l’Italia di oggi offende le donne, Mondadori, Milano 2010; La filosofia del corpo, Il Melangolo, Genova 2010; Etica Oggi. Fecondazione eterologa, “guerra giusta”, nuova morale sessuale e altre questioni contemporanee, Edizioni Erickson, Trento 2011; La fedeltà o il vero amore, Il Nuovo Melangolo, Genova 2011; Volevo essere una farfalla. Come l’anoressia mi ha insegnato a vivere, Mondadori, Milano 2011; Gli assassini del pensiero. Manipolazioni fasciste di ieri e di oggi, Edizioni Erickson, Trento 2012; La fine del desiderio. Riflessioni sulla pornografia, Mondadori, Milano 2012; Avere fiducia. Perché è necessario credere negli altri, Mondadori, Milano 2012; La morte come spettacolo. Indagine sull’horror reality, Mondadori, Milano 2013; L’amore è tutto: è tutto ciò che so dell’amore, Utet 2013; Il diritto di essere io, Laterza, Roma-Bari 2014; Non seguire il mondo come va. Rabbia, coraggio, speranza e altre emozioni politiche (con G. Casadio), Utet, Torino 2015. Con il libro: L’amore è tutto: è tutto ciò che so dell’amore ha vinto la sessantaduesima edizione del prestigioso Premio Bancarella. Michela Marzano dirige una collana di saggi filosofici per le Edizioni PUF e collabora al quotidiano «Repubblica». Da febbraio 2013 è deputata del Parlamento italiano.

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Tre appuntamenti filosofici

«Anche al povero tendi la tua mano, perché sia perfetta la tua benedizione. La tua generosità si estenda a ogni vivente, ma anche al morto non negare la tua pietà. Non evitare coloro che piangono, e con gli afflitti mostrati afflitto. Non esitare a visitare un malato, perché per questo sarai amato» (Sir 7, 32-35)

«In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita» (Gv 6,53).

«Allora tu invocherai e il Signore risponderà, tu griderai e lui dirà: Eccomi» (Is 58, 9).

Continua con un ritmo incalzante la decima edizione del Festival Filosofi lungo l’Oglio. Domani, giovedì 18 giugno, alle ore 21.15, nella meravigliosa cornice di Villa Morando, in via G. Calini 9 a Lograto (Bs) – in caso di pioggia nella Chiesa Parrocchiale Ognissanti, in via Antonio Fratti 19 – protagonista della serata sarà Chiara Saraceno, honorary fellow al Collegio Carlo Alberto di Torino e tra le sociologhe italiane di maggior fama, che rifletterà su un tema di estrema attualità: Contrastare la povertà: un dovere civile e una necessità politica. Il giorno successivo, venerdì 19 giugno, sempre alle ore 21.15, nella splendida Chiesa Santa Maria delle Grazie, in via F. Galantino a Soncino (Cr), è atteso Arnoldo Mosca Mondadori – editore, saggista e poeta nonché curatore dell’opera mistica della poetessa Alda Merini tra il 1998 e il 2009 – che proporrà un intervento dal titolo: Rivoluzione eucaristica. Domenica 21 giugno, alla stessa ora, nella suggestiva corte di Villa Suardi, in via G. Camozzi a Ludriano (Bs) – in caso di pioggia nella Chiesa Parrocchiale, in piazza Vittoria 4 – toccherà a David Meghnagi, Professore di Psicologia Clinica, Psicologia dinamica e Psicologia presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre, dove insegna anche Psicologia della Religione e Pensiero Ebraico– focalizzare l’attenzione su Il pane della sofferenza. «Tre incontri di grande interesse – ha dichiarato il direttore scientifico, Francesca Nodari – e, in certo senso, uniti non solo dal fil rouge, pane quotidiano, che è la parola chiave del Festival, ma dalla pazienza di calarsi tra le pieghe del reale per auscultarne, il disagio, le paure, la vulnerabilità, la fragilità. Se per un verso Chiara Saraceno, che interroga da tempo le trasformazioni dei sistemi di welfare state, nei rapporti tra le generazioni, con particolare riguardo alla “questione femminile”, si concentrerà sull’emergenza della povertà nei paesi ricchi e dei così detti nuovi poveri, persone che appartengono ad una vasta zona grigia in costante aumento, per non dire dei working poors (lavoratori poveri) costretti a salari modesti e assaliti dal ricatto del lavoro gratuito proporrà, come sostiene ne Il lavoro non basta, la necessità di prevedere “forme di integrazione economica per chi ha un reddito insufficiente”, quale, ad esempio, il sostegno di inclusione attiva (Sia); dall’altro, Arnoldo Mosca Mondadori opporrà all’homo æconomicus che ha di mira solo il ‘particulare’, ‘l’homo eucaristicus,’ mostrando come ha dato prova nel suo ultimo volume, che il Cristo non divide ma piuttosto si diffonde sulla terra “come un profumo”. Se il messaggio cristiano – il Figlio dell’Uomo che muore in croce e di cui si esperimenta l’unione di corpo e spirito nell’incontro eucaristico – è rivoluzionario, non meno paradossale è la lirica di cui l’Autore dà prova nello sforzo di valorizzare un’etica condivisa da credenti e non credenti con un forte richiamo alle virtù: fede, speranza, carità, umiltà, tensione senza fine verso l’altro. Ma, in fondo questa centralità dell’Altro non può tradursi levinasianamente nel tentativo di rendere, facendomi suo ostaggio, la sua sofferenza non inutile? Il popolo ebraico, eletto da Dio, eppure perseguitato nella storia sin dai suoi albori e, attraverso i secoli, sperimentando l’acme del male con quel “controevento” che è la Shoah fino ai recenti episodi di antisemitismo non ha mai smesso di fare i conti con il dolore fino ad arrivare alla lotta (riv) con Dio, come fece Giobbe, o al rifiuto di essere consolati come fece Rachele piangendo i suoi figli (Ger 31, 15) o all’esilio della parola come teorizza André Neher o allo zimzum ossia a ciò che Paolo De Benedetti definisce come “uno sforzo di spiegare in maniera non punitiva, non di onnipotenza, ciò che la tradizione ebraica, sulla scorta di Dt 31, 18, chiama hester panim (‘nascondere il volto’). Oppure ancora, ancora, al divenire consapevoli, Levinas insegna, di uno sfondamento del bene attraverso il male: paradosso di una teofania segnata dalla “perversa felicità nella sofferenza”. Forse, come recita il Salmo 42, 4, anche le lacrime sono un dono: “Le lacrime sono mio pane, giorno e notte”. Ciò che conta è che vi sia qualcuno pronto ad asciugarle. Solo così la povertà e la sofferenza risulteranno più lievi. E in questa condivisione, che è già segno di comunità, la speranza tornerà a riaccendersi e ad illuminare esistenze sempre più connesse, ma sempre più sole».
CHI È CHIARA SARACENO
Laureata in Filosofia, Chiara Saraceno ha insegnato Sociologia della Famiglia presso la facoltà di scienze politiche all’università di Torino. Dall’ottobre 2006 a giugno 2011 è stata professore di ricerca presso il Wissenschaftszentrum für Sozialforschung di Berlino. Attualmente è honorary fellow al Collegio Carlo Alberto di Torino. Chiara Saraceno è una delle sociologhe italiane di maggior fama. Si è occupata di mutamenti familiari e politiche della famiglia, della condizione femminile con particolare attenzione per la questione dei tempi di lavoro, di sistemi di welfare e politiche di contrasto alla povertà. Ha ricoperto numerosi incarichi accademici, anche a livello internazionale, e istituzionali in Italia. Ha partecipato a due commissioni governative sugli studi sulla povertà, la prima, presieduta da Ermanno Gorrieri, voluta dall’allora presidente del consiglio Bettino Craxi, successivamente , dal 1996 al 2001, a quella istituita dall’allora ministro della solidarietà sociale Livia Turco. Tra il 1999 e il 2001 ne è anche stata la presidente. Chiara Saraceno collabora con numerose riviste nazionali e internazionali, con siti quali lavoce.info, neodemos.it, sbilanciamoci.info, ingenere.it. È editorialista del quotidiano «la Repubblica». Nel 2005 è stata nominata Grand’ufficiale della Repubblica Italiana dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi. Nel 2011 è stata nominata corresponding fellow della British Academy. Tra i suoi numerosi libri: Le politiche contro la povertà in Italia (con N. Negri), il Mulino, Bologna 1996; Separarsi in Italia(con M. Barbagli), il Mulino, Bologna 1998; Mutamenti della famiglia e politiche sociali in Italia, il Mulino, Bologna 2003; Povertà e benessere. Una geografia delle disuguaglianze in Italia (con A. Brandolini), Ricerche e studi dell’ Istituto Cattaneo, il Mulino, Bologna 2007; Dimensioni della disuguaglianza in Italia: povertà, salute, abitazione (con A. Brandolini e A.Schizzerotto) il Mulino, Bologna 2009; Onora il padre e la madre (con G. Laras) il Mulino, Bologna 2010; I nuovi poveri. Politiche per le disuguaglianze (con P. Dovis), Dati Editore, Torino 2011; Conciliare famiglia e lavoro. Vecchi e nuovi patti tra sessi e generazioni (con M. Naldini), il Mulino, Bologna 2011; Cittadini a metà. Come hanno rubato i diritti degli italiani, Rizzoli, Milano 2012; Coppie e famiglie. Non è questione di natura, Feltrinelli, Milano 2012; Stranieri e disuguali (con N. Sartor e G. Sciortino) il Mulino, Bologna 2013; Sociologia della famiglia (con M. Naldini), il Mulino, terza ed. aggiornata, Bologna 2013; Eredità, Rosenberg & Sellier, Torino 2013; Il welfare. Modelli e dilemmi della cittadinanza sociale, il Mulino, Bologna 2013; Eredità, Rosenberg & Sellier, Torino 2013; Il Lavoro non basta. La povertà in Europa negli anni della crisi, Feltrinelli, Milano 2015.

CHI È ARNOLDO MOSCA MONDADORI
Arnoldo Mosca Mondadori è figlio di Paolo Mosca e di Nicoletta Mondadori ed è pertanto pronipote di Arnoldo Mondadori, fondatore dell’omonima casa editrice Arnoldo Mondadori Editore. È inoltre nipote dello scrittore e umorista Giovanni Mosca e dell’editore Alberto Mondadori. Editore, saggista e poeta è stato il curatore dell’opera mistica della poetessa Alda Merini tra il 1998 e il 2009, pubblicata da Frassinelli. È segretario generale della Fondazione Benedetta D’Intino. È membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. È membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Cariplo. Dal 2010 al 2013 è stato Presidente del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Dal 1999 è ministro straordinario dell’eucaristia. È, inoltre, direttore della collana «Scritture profetiche», edita da Morcelliana. Tra i suoi libri ricordiamo: La Seconda Intelligenza, pref. di G. Canobbio, Morcelliana, Brescia 2010; Cristo nelle costellazioni, Morcelliana, Brescia 2012; La lenta agonia della Beatitudine, pref. di P. Sequeri, Morcelliana, Brescia 2013. Arnoldo Mosca Mondadori ha scritto anche due saggi di teologia: La fede è un bagaglio lieve (con P. Riches) Sperling&Kupfer, 1995/Mondadori, Milano 2000; La rivoluzione eucaristica, Morcelliana, Brescia 2015; Eucaristia, energia per l’universo, cammino liturgico-missionario verso la Pasqua 2015, Emi, Bologna 2015. Ha inoltre curato, con A. Cacciatore e S. Triulzi, il volume: Bibbia e Corano a Lampedusa, La Scuola, Brescia 2014.

CHI È DAVID MEGHNAGI
David Meghnagi è nato a Tripoli nel 1949. Nato da una famiglia ebraica in cui era fortemente coltivato l’amore per la musica e il canto liturgico, è ideatore e direttore del Master internazionale di secondo livello in Didattica della Shoah presso l’Università di Roma Tre, all’interno del quale dirige un progetto di catalogazione della musica concentrazionaria. Professore di Psicologia Clinica, Psicologia dinamica e Psicologia presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre, è altresì docente di Psicologia della Religione e di Pensiero Ebraico al Master Internazionale in Scienza della Religione presso la stesso Ateneo e Membro della Delegazione italiana presso la Task Force for International Cooperation on Holocaust Remembrance and Education. È stato Vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e delegato per l’Italia presso la Conferenza dell’OSCE contro l’antisemitismo. È stato consulente del Centro di Cultura Ebraica di Roma. Membro del comitato scientifico di numerose riviste scientifiche e divulgative italiane e straniere, tra cui, «Lettera internazionale» (rivista di cultura europea pubblicata in numerose lingue), «Quadrangolo» (rivista di psicoanalisi e scienze sociali) e la rassegna mensile «Israel». Ha collaborato a diverse testate giornalistiche e riviste italiane e straniere. Negli anni settanta e ottanta è stato attivo nello sviluppo di una cultura del dialogo interreligioso e di una politica di pace nel Vicino Oriente. Ha avviato un progetto di valorizzazione della musica liturgica del Mediterraneo. Tra le sue pubblicazioni: Il Kibbutz: aspetti socio-psicologici, Barulli, Roma 1974; La sinistra in Israele, Feltrinelli, Milano 1980; Freud and Judaism, Karnac Books, London 1993; Tra Vienna e Gerusalemme. Interpretare Freud. Critica e teoria psicanalitica, Marsilio, Venezia 2003; Il padre e la legge. Freud e l’ebraismo, Marsilio, Venezia 2004; Ricomporre l’infranto. L’esperienza dei sopravvissuti alla Shoah, Marsilio, Venezia 2005; Primo Levi. Scrittura e testimonianza, LibriLiberi, Firenze 2006; Le sfide di Israele. Lo Stato ponte tra Occidente e Oriente, Marsilio, Venezia 2010. Ha curato, inoltre, l’edizione italiana delle memorie di Marek Edelman, Memoria e storia dell’insurrezione del ghetto di Varsavia, Città Nuova, Roma 1985; con altri ha curato: La cultura sefardita, in tre volumi, Israel, Roma 1984; Antinomie dell’educazione, Armando, Roma 2004. È stato coautore di numerosi volumi tra cui: Il tempo del transfert, Guerini Associati, Milano 1989; Judentum Ohne Halacha, Ohne Zionismus, Judaica, Zurich 1986; L’oppio dei popoli. Quando la religione narcotizza la coscienze, Piemme, Milano 2009; ha curato (con A. Rolli) il diario di S. Rotem, Il passato che è in me, Editori Belforte, Livorno 2014. David Meghnagi ha, inoltre, partecipato alla sceneggiatura ed è stato tra gli interpreti del fortunato film-documentario Wolf, regia di Claudio Giovannesi proiettato al film festival di Torino 2013 aggiudicandosi il Premio speciale della giuria Italiana.doc.

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Filosofia come pharmakon

«La fame d’altri risveglia gli uomini dal loro torpore di sazi e dalla loro sufficienza. Non ci si stupisce abbastanza del transfer che va dal ricordo della mia propria fame alla sofferenza e alla compassione per la fame dell’altro uomo».
E. Levinas, Dio, la morte e il tempo

«[…] E ricordandosi della sua prima dimora e della sapienza che aveva colà e di quei suoi compagni di prigionia, non credi che si sentirebbe felice del mutamento e proverebbe pietà per loro? – Certo. – Quanto agli onori ed elogi che eventualmente si scambiavano allora, e ai primi riservati a chi fosse più acuto nell’osservare gli oggetti che passavano e piú rammentasse quanti ne solevano sfilare prima e poi e insieme, indovinandone perciò il successivo, credi che li ambirebbe e che invidierebbe quelli che tra i prigionieri avessero onori e potenza? o che si troverebbe nella condizione detta da Omero e preferirebbe “altrui per salario servir da contadino, uomo sia pur senza sostanza”, e patire di tutto piuttosto che avere quelle opinioni e vivere in quel modo? – Così penso anch’io, rispose; accetterebbe di patire di tutto piuttosto che vivere in quel modo».
Platone, Repubblica, libro VII

Un ritmo incalzante, un percorso filo-rivierasco stimolante, un pubblico appassionato. Sono questi gli elementi che connotano la decima edizione del Festival filosofi lungo l’Oglio, che entra nel vivo, con due appuntamenti imperdibili. Lunedì 15 giugno, alle ore 21.15, nella corte Margherita, in via Curzio a Corzano (Bs) – in caso di pioggia nella vicina Chiesa S. Martino Vescovo – è atteso Francesco Miano, professore di Filosofia morale all’Università degli Studi «Roma Tor Vergata» – che terrà una lectio magistralis dal titolo: Corresponsabili per il pane quotidiano. Il giorno seguente, martedì 16 giugno, sempre alle ore 21.15, nella Chiesa Martino Vescovo, in Piazza Santissimo Redentore a Sarnico (Bg), torna a grande richiesta uno tra i maggiori filosofi contemporanei, Massimo Cacciari, che proporrà una riflessione stimolante su Filosofia: medicina mentis. «Lo scandalo della fame – ha sottolineato il direttore scientifico, Francesca Nodari – il dramma delle diseguaglianze, l’assenza di modelli che orientino la nostra società, il progressivo venir meno del simbolico, il proliferare di “nonluoghi empirici”, la necessità di dare corso a un’economia civile ove efficienza, equità e fraternità trovino un’armonica applicazione pratica sono soltanto alcuni degli aspetti che sono emersi fino ad ora quali tratti essenziali nella disamina, da punti di vista poliedrici, del tema scelto per questa edizione del Festival. Prendere sul serio la questione del pane quotidiano e per tutta l’umanità ci porta non solo a problematizzarne la questione, ma ad individuare delle vie di uscita, a formulare delle eventuali risposte per far fronte in maniera attiva ad una tra le problematiche più urgenti di un mondo globalizzato, complesso interconnesso, ma forse non interdipendente. Di qui i tentativi di formulare piste da intraprendere, orizzonti: se per un verso, infatti, Miano insisterà su una delle parole chiave di questo tempo di crisi: la responsabilità; dall’altro, Cacciari incentrerà il suo intervento sul ruolo giocato dalla filosofia in quanto vero e proprio pharmakon. E ancora, in quanto nutrimento per la mente di soggetti chiamati ad assumere un punto di vista critico sulla realtà per uscire dall’immobilismo delle vecchie e nuove paure e da un presente perpetuo che impedisce lo sguardo verso ciò che sta al di là. Verso la luce di cui, per richiamare il mito platonico della caverna, in molti – troppi – scorgono solo le ombre. Verso l’avvenire cui ciascuno di noi inevitabilmente tende».

CHI È FRANCESCO MIANO
Francesco Miano è professore ordinario di filosofia morale all’Università degli studi di Roma Tor Vergata. Si occupa di filosofia contemporanea e, in particolare, di problematiche antropologiche, etiche e politiche Dal gennaio 2002 fa parte della Consulta nazionale universitaria per gli studi filosofici, di cui è stato anche segretario. È membro del comitato di redazione di numerose riviste e collane. Fa parte del Comitato direttivo della Società di Filosofia morale. È direttore del corso di perfezionamento in Modelli e categorie della filosofia del Novecento dell’Università degli studi di Roma Tor Vergata. Ha collaborato, con la stesura di alcune voci, alla nuova edizione dell’Enciclopedia filosofica. È memento del Comitato scientifico del Centro internazionale di Studi rosminiani di Stresa. Insegna dal 1985 presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose G. Duns Scoto e, da alcuni anni, presso lo Studio francescano interfamiliare campano-lucano per gli studi di filosofia e teologia di Nola. Impegnato sin da bambino nella propria associazione parrocchiale di Azione Cattolica (parrocchia Maria SS. Rosario in Pomigliano d’Arco, diocesi di Nola) è stato vicepresidente diocesano per il settore giovani, incaricato regionale, consigliere nazionale e, dal 1986 al 1989, vicepresidente nazionale per il settore giovani dell’Azione Cattolica. Dal 1997 al 2002 è stato direttore dell’Istituto Vittorio Bachelet per lo studio delle problematiche sociali e politiche. Dal 2001 al 2005 è stato coordinatore della redazione e membro della direzione della rivista «Dialoghi», eletto consigliere nazionale nel triennio 1998-2001, dal 2002 al 2006 è stato delegato regionale per l’Ac della Campania. Nel triennio 2005-2008 è stato eletto vice presidente nazionale per il settore adulti dell’Azione Cattolica e, per la presidenza nazionale, coordinatore del Centro studi dell’Azione Cattolica Italiana. Francesco Miano è stato, inoltre, designato Presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana per due trienni dal 2008 al 2014. Il 6 febbraio 2014 Papa Francesco lo ha nominato membro del Pontificio consiglio per i laici.
Tra i suoi volumi ricordiamo: Beati quelli che sognano, Emi, Bologna 1989; Appropriazione e dialogo. La storia della filosofia in Karl Jaspers, LER Pompei 1999; Azione cattolica e cultura (con P. Bignardi, E. Preziosi) Ave, Roma 2002; Dimensioni del soggetto. Alterità, relazionalità, trascendenza, Ave Roma 2003; Vocazione umana. Un cammino comune (con G. Grandi) Ave, Roma 2009; Chi ama educa – Vocazione, cura e impegno formativo. Tracce per un percorso, Ave, Roma 2010; Responsabilità, Guida, Napoli 2010; Educare, impegno di tutti. Per rileggere insieme gli orientamenti pastorali della chiesa italiana 2010-2020 (con D. Sigalini, P. Bignardi) Ave, Roma 2010; Legami di vita buona. Educare alla corresponsabilità, Ave, Roma 2014.

CHI È MASSIMO CACCIARI
Massimo Cacciari è professore di Estetica presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Nel 1967, sotto la guida del professor Dino Formaggio, si laurea in Filosofia all’Università di Padova con una tesi sulla Critica del giudizio di Immanuel Kant, avendo come relatore Sergio Bettini. Nel 1980 diviene professore associato di Estetica presso l’Istituto di Architettura di Venezia, dove nel 1985 diventa professore ordinario. Nel 2002 fonda la Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele a Cesano Maderno, di cui è Preside fino al 2005. È tra i fondatori di alcune riviste di filosofia, che hanno segnato il dibattito dagli anni sessanta agli anni ottanta, tra cui «Angelus Novus», «Contropiano», «il Centauro». Ha rivolto la sua attenzione alla crisi dell’idealismo tedesco e dei sistemi dialettici, valorizzando la critica della metafisica occidentale propria di Nietzsche e di Heidegger e seguendo la genealogia del pensiero nichilistico nei classici della mistica tardo-antica, medievale e moderna. Sulla scorta della tradizione neoplatonica ha ripensato il tema dell’inizio oltre il Deus esse. Tra i numerosi riconoscimenti sono da ricordare la laurea honoris causa in Architettura conferita dall’Università degli Studi di Genova nel 2003 e la laurea honoris causa in Scienze politiche conferita dall’Università di Bucarest nel 2007. Ha pubblicato numerose opere e saggi, tra i quali meritano una particolare attenzione: Krisis, Feltrinelli, Milano 1976; Pensiero negativo e razionalizzazione, Marsilio, Padova 1977; Icone della legge, Adelphi, Milano 1985 (nuova edizione 2002); L’angelo necessario, Adelphi, Milano 1986 (nuova edizione 2002); Le forme del fare, (con M. Donà e R. Gasparotti), Liguori, Napoli 1989; Dell’inizio, Adelphi, Milano 1990 (nuova edizione nel 2001); Arte, tragedia, tecnica, (con M. Donà), Raffaello Cortina, Milano 2000; Della cosa ultima, Adelphi, Milano 2004; Tre icone, Adelphi, Milano 2007; Hamletica, Adelphi, Milano 2009; La città, Pazzini, Rimini 2009; Il dolore dell’altro. Una lettura dell’Ecuba di Euripide e del Libro di Giobbe, Saletta dell’Uva, Caserta 2010; I comandamenti. Io sono il Signore Dio tuo (con P. Coda), il Mulino, Bologna 2010; I comandamenti. Ama il prossimo tuo (con E. Bianchi), il Mulino, Bologna 2011; Doppio ritratto. San Francesco in Dante e Giotto, Adelphi, Milano 2012; Il potere che frena, Adelphi, Milano, 2013; Beato Angelico e l’Umanesimo, Città Ideale, Prato 2013; Labirinto filosofico, Adelphi, Milano 2014.

festival, Letteratura

Preludio al festival di Gavoi

Gavoi, 9 giugno 2015 – La lunga attesa annuale del Festival Letterario della Sardegna è resa più dolce dal Preludio del 13 e 14 giugno, un intermezzo di anticipazioni ed esclusive di quanto accadrà dal 2 al 5 luglio ma anche un modo per scoprire e vivere l’interno dell’isola visitando l’incanto della Barbagia e i suoi luoghi – non sempre conosciuti – come il paese di Gavoi cha da dodici anni ospita il Festival e ne è protagonista tanto quanto gli scrittori che lo animano.

Si comincia sabato 13 alle ore 17.30 con l’inaugurazione di alcune mostre del festival ospitate presso le sale del Museo Comunale di Gavoi. Il Museo MAN di Nuoro presenta per l’occasione due progetti espositivi Setta. Quadri di comportamento di Claudia Castellucci e Occhio Riflesso degli artisti Enrico Piras e Alessandro Sau.

Setta. Quadri di comportamento
è la mostra personale tematica di Claudia Castellucci – artista, drammaturga, coreuta, teorica e didatta, co-fondatrice della compagnia Socìetas Raffaello Sanzio – a cura di Silvia Fanti, un progetto realizzato in collaborazione con il Museo Marino Marini di Firenze. Fino al 5 luglio il Museo Comunale (ex Casa Lai) accoglie una serie di opere create dal 1985, lungo un percorso che ruota attorno alla Rappresentazione, attraversando scultura, azione scenica, linguaggio. L’artista sarà presente all’inaugurazione con una performance, concepita come un’azione oratoria, dal titolo Celebrazione dei gesti istoriali.
La mostra è la messa in atto del libro dell’artista Setta. Scuola di tecnica drammatica caratterizzato da una finalità trasparente e dichiarata – la scuola – e da una struttura intimamente connessa a questa finalità, gli esercizi e le giornate. Le scuole – quelle da lei dirette dal 1989 al 2011, e quelle potenziali future – sono in realtà una dimensione della conoscenza, non uno snodo nella trasmissione della stessa. Le opere suggeriscono cosa fare, sono un prontuario per il comportamento. Come esplicita la stessa Castellucci nei suoi Appunti per l’arte didascalica: “Ho deciso di spiegare i contenuti del mio libro attraverso una serie di quadri didascalici. Scelgo la spiegazione, e non la teoria, come nel libro. Invito i critici alla teoria. Ci sono pensieri pratici: esercizi che servono a fondare una scuola reale, così come reali sono le decisioni che si prendono in merito al contatto con questa. Le opere che faccio sono tutte, in un modo, o in un altro, didascaliche. Anche la tecnica e la materia sono utili ad apprendere. Non voglio esprimere una teoria, ma invitare alla prassi. La prassi è comunque un dominio di ordine metafisico che allontana l’utilitarismo e l’utilitario: solo l’utile accetta. Questa arte, l’arte che accetta questo ordine, è un’arte che serve.”

Occhio Riflesso
è, invece, a doppia personale degli artisti Enrico Piras e Alessandro Sau nasce dalla riflessione sul ruolo dell’opera d’arte, della sua esistenza e legittimazione e del suo rapporto con il pubblico. Il progetto, il cui esito finale è costituito da due serie di opere – Egyptian Darkness di Enrico Piras, e Ways of Seeing di Alessandro Sau – si è articolato in due parti proponendo una netta separazione tra il momento intuitivo, creativo e formale dell’opera realizzata (occhio), e la riproduzione e diffusione del suo valore artistico (riflesso) attraverso la documentazione fotografica, filtro narrativo tra le opere e il pubblico.
Nella prima fase si è sviluppato attraverso una serie di mostre bi-personali della durata di un giorno, realizzate in Sardegna in spazi non convenzionali legati a particolari contesti storici e architettonici: una grotta artificiale, una domus de janas, un bunker, una pinnetta, un villaggio minerario e una villa nobiliare. I luoghi scelti diventano parte attiva e fondamentale della presentazione, oltre che oggetto dei lavori esposti, assumono il ruolo di scenario per le mostre in cui l’apparato strutturale si unisce alle opere stesse, in una costruzione scenica in cui luci, generatori elettrici, proiettori, convivono e ne rendono possibile la realizzazione. Le mostre, allestite e visitate unicamente dai due artisti, sono state caratterizzate dall’assenza di pubblico e di una curatela esterna specifica: tutti gli aspetti relativi all’organizzazione espositiva vengono infatti compresi nella stessa pratica artistica.
Nella seconda fase – esposta a Gavoi in occasione del Festival – la restituzione attraverso il medium fotografico ha permesso di veicolarne il contenuto agendo non solo come riproduttore delle opere esposte, ma anche come testimone di una ricostruzione scenica: i luoghi scelti diventano parte integrante della documentazione, caricandosi di una forte valenza narrativa.

Nelle sale al piano terra del Museo Comunale è esposto, invece, il lavoro del fotografo gavoese Roberto Mulas Kurdistan, un popolo che (r)esiste. La mostra espone il frutto della sua esperienza al confine turco-siriano del Kurdistan dove si è recato – insieme ad una delegazione di sardi in visita come osservatori internazionali – in occasione dell’annuale appuntamento con i festeggiamenti del Newroz, la ricorrenza tradizionale che da 2627 anni nel mese di marzo celebra il nuovo anno e il cui carattere ha assunto oggi una connotazione prevalentemente politica. Da Lice, paese di origine del PKK alle porte di Kobane, passando per il montuoso territorio dell’antica Amed, i festeggiamenti del Newroz, non ricordano più solo la deposizione del malvagio re Zuhak ma rappresentano oggi una lotta per l’autodeterminazione. Le didascalie e il senso semantico di esposizione raccontano della difficile situazione che la popolazione curda vive ancora oggi. Le immagini raccontano – senza troppa attenzione per la tecnica – le feste politiche, l’incontro con i rifugiati di Kobane, i volti esausti ma radiosi degli yazidi e dei loro campi profughi, la resistenza del Rojava e la fuga dalla Siria.

Sempre alle 17.30 inaugura in piazza Sant’Antriocu anche la mostra Dedicated minority dello sloveno Žiga Koritnik fotografo ufficiale del festival per diverse edizioni.
La mostra non è solo il ripercorrere inevitabile del festival, è un percorso creativo, frutto di un lungo lavoro, “dove è necessario osservare, oltre il vedere, il guardare e farsi trascinare da quelle atmosfere”. Quando l’apparente normalità diventa arte e la banalità di un gesto o di un momento si perpetua in uno scatto, il fotografo diventa protagonista lui stesso nella creazione delle immagini. Žiga Koritnik, va oltre la tradizione documentarista, seguendo gli eventi nel tempo e nello spazio, assecondando un ritmo interno alla realtà del fotografato, ascolta il linguaggio della comunità e ne capisce il senso, diventa uno del paese. Il pubblico sembra diventare autore ed è presenza autorevole. Non ci sono solo scrittori. Lo scrittore diventa parte del gruppo, in mezzo ai volontari, con i volontari, con i ragazzi, con la gente, dentro la festa. Con le parole possiamo confonderci, con le foto di Žiga no. Il suo linguaggio è chiaro. Tutto diventa universale. Letture diverse, o diversi modi di leggere e di comunicare, un linguaggio come specchio della naturalezza della gente, con osservazioni profonde, conducendo la storia affinché si veda l’anima della gente e del luogo, che è anche la lingua del mondo. Un nuovo punto di vista o di luce su questo festival, come una maschera rovesciata, che porta anche le contraddizioni del genere umano, i cambiamenti della comunità, le innovazioni nella tradizione, e per tornare al titolo della mostra, forse anche i sogni e le speranze per un mondo migliore.

Sempre in piazza Sant’Antriocu, ma alle 19.30, si celebra il Centenario 1914-18 con Un anno sull’Altipiano, recital di teatro e musica tratto dall’omonimo romanzo di Emilio Lussu. Adattato per il palcoscenico da Daniele Monachella, voce recitante, accompagnato in scena dal chitarrista e compositore Andrea Congia e da Andrea Pisu alle launeddas e percussioni, il testo è una preziosa testimonianza del popolo sardo che con migliaia di vite umane pagò l’immane prezzo della Grande Guerra.

Si tiene invece domenica 14 alle 18.00, l’imperdibile appuntamento con Stefano Benni e con il suo Cari mostri, ultima fatica letteraria del noto scrittore, umorista e sceneggiatore, recentemente uscita per Feltrinelli. Nel corso dell’incontro l’attrice Gisella Vacca legge alcuni brani tratti dal romanzo. A introdurre la presentazione è il preludio musicale di Pierpaolo Vacca con il suo organetto.

illustrazione

Mostra copertine “Rivista di Ferrara”

PALAZZO MUNICIPALE – Una mostra dall’8 al 26 giugno nel Salone d’Onore a cura dell’associazione “Stile italico”

Mimì Quilici Buzzacchi: echi futuristi e d’avanguardia nelle copertine della “Rivista di Ferrara”. Inaugurazione il 12 giugno alle 17

Ferrara espone la “Rivista di Ferrara” (1933-1935) di Mimì Quilici Buzzacchi a cua dell’Associazione culturale “Stileitalico” di Ferrara. “Mimì Quilici Buzzacchi: echi futuristi e d’avanguardia nelle copertine della “Rivista di Ferrara” (1933-1935)”, dall’8 al 26 giugno 2015 nel Salone d’Onore del municipio, piazza del Municipio, 2, 44100 Ferrara (Fe). L’inaugurazione è in programma venerdì 12 giugno alle 17 con lettura di poesie futuriste di Corrado Govoni interpretate da Emidio De Stefano ed accompagnate da Eugenio Squarcia al violoncello. All’inaugurazione sarà presente la famiglia Quilici (Folco, Vieri, Simone e Mattia) e il presidente del Consiglio comunale Girolamo Calò. Buffet offerto dall’azienda agricola “Corte Corticelli”.

 

LA SCHEDA (a cura dell’Associazione culturale “Stileitalico”)

 

Orari mostra: da lunedì a venerdì 8.30 – 18.30 ingresso gratuito.
Curatori: Alberto Squarcia – ideazione ed organizzazione; Arianna Fornasari, Renzo Orsini – testi scientifici.
Enti promotori: associazione culturale “Stileitalico” con il patrocinio del Comune di Ferrara, in collaborazione con la famiglia Quilici e il quotidiano “La Nuova Ferrara”.
Contatti per informazioni: Alberto Squarcia, presidente “Stileitalico” tel. 335/1363928,
email archeoxx@tin.it; pagina Facebook “Stileitalico”
facebook.com/italicstyle; Arianna Fornasari tel. 340/3776528, email arianna_fornasari@virgilio.it.
Grafica: Eugenio Squarcia http://www.studioesma.com.

 

Presentazione
A 25 anni esatti dalla scomparsa, l’associazione culturale “Stileitalico” vuole rendere omaggio a Mimì Quilici Buzzacchi, una tra le più importanti artiste del panorama ferrarese del Novecento dedita alla pittura e all’incisione. Fulcro della mostra è il suo lavoro grafico per le copertine della “Rivista di Ferrara” uscita da 1933 al 1935, presentando sia le riviste originali che le gigantografie di quelle da lei curate.

 

Opere in mostra
I 35 originali della “Rivista di Ferrara” rese disponibili da un collezionista ferrarese e la riproduzione in grande formato delle 32 da lei eseguite (tre delle 35 furono eseguite da altri autori, Tato, Donato Santini e Nives Casati). La scelta curatoriale si è limitata al lavoro grafico realizzato nelle copertine della Rivista, tralasciando volutamente la proficua ed estesa produzione pittorica dell’artista nonchè la restante produzione incisoria.

Cenni biografici
Mimì Quilici Buzzacchi (Medole, MN, 1903, Roma, 1990). Emma Buzzacchi, meglio conosciuta come Mimì Quilici Buzzacchi, nacque a Medole (MN) il 28 agosto 1903 dal mantovano Lorenzo Buzzacchi e dalla ferrarese Pia Follegatti. Per motivi legati al lavoro paterno, nel 1920 dovette trasferirsi nella Bassa ferrarese dove iniziò la sua produzione in maniera autodidatta la carriera di pittrice ed incisore, attenta alle opere di Edgardo Rossaro. Nel 1923 conobbe Filippo De Pisis, con il quale intratterrà una duratura corrispondenza; dal 1926 inizia la sua carriera espositiva siglata dalla prima personale a Milano nel ’33. A Ferrara nel 1925 conobbe colui che nel 1929 divenne suo marito, il giornalista di origini livornesi Nello Quilici, già curatore del neonato “Corriere Padano” su incarico di Italo Balbo, al quale collaborò anch’essa nella terza pagina. Dal matrimonio nacquero i due figli nati entrambi a Ferrara, Folco il 9 aprile 1930, noto documentarista cinematografico e scrittore e Vieri il 29 gennaio 1935, architetto e docente. Il fervente clima culturale di cui facevano parte i due coniugi venne bruscamente interrotto dal famoso incidente aereo del 28 giugno 1940 nei cieli libici di Tobruk dove perì tragicamente Nello assieme ad altri collaboratori e a Balbo, per il quale il giornalista stava curando il “Diario di guerra”. Dopo una breve residenza dal ’42 al ’45 nella villa a Bruntino nel bergamasco, dove l’amico e scultore ferrarese Giuseppe Virgili (Voghiera, FE 1894 – Bologna, 1968) dedicò ai coniugi una lapide votiva ad inizio degli anni quaranta, a conflitto concluso Mimì traslocò definitivamente a Roma coi figli risiedendovi sino alla morte, avvenuta il 16 giugno 1990. Lo spostamento a Roma non mise a freno la proficua carriera espositiva della pittrice, che la vide protagonista di molteplici mostre sia personali che collettive sia in Italia che all’estero.

 

Cenni artistici
Espose sia con mostre personali che collettive in Italia e all’estero: Tripoli, Montevideo, Malta, Bruxelles, Praga, Varsavia, Parigi, Berlino, Bucarest, Estonia, Instanbul, Berna, Londra, America latina, Spagna, New York, Ljubljana, Monaco, Zurigo, Zagabria, Il Cairo. Nel 1938 inizia il lavoro preparatorio degli affreschi per la Cappella del Villaggio Corradini in Libia, opere ora perdute. Dal 1928, riguardo l’Italia, partecipa alla XVI Biennale di Venezia, invitata fino alla XXV edizione (1950) e dal 1931 alla Quadriennale di Roma, invitata fino alla VIII edizione (1959).
Tra le recenti mostre personali segnaliamo: “Il Castello”, Castello Estense, Ferrara, 1981; “Paysage du Delta du Po”, Istituto culturale italiano, Parigi, 1982; “Sessant’anni di xilografia”, Temple
Abroad Tyler school of art, Roma, 1984; “Paesaggi miei”, galleria d’arte moderna, palazzo Bellini, Comacchio (FE), 1987; la retrospettiva “Mimì Quilici Buzzacchi”, palazzo Massari P.A.C., Ferrara, Torre civica, Medole (MN), 1998.
Tra le ultime collettive e retrospettive: “Mostra disegni del XX secolo”, Istituto nazionale di calcografia, Roma, 1980; “Istituto italiano di cultura per la R.A.E.”, Cairo-Alessandria, 1981; “Il Castello: origini, realtà, fantasia”, Castello Estense, Ferrara, 1985; “Vitalità della figurazione. Pittura italiana 1948-1988”, palazzo della Permanente, Milano, 1988; “IV Biennale donna”, Centro attività visive del palazzo dei Diamanti, Ferrara, 1990; “Premio Niccolini – Cinquant’anni 1947-1997”, chiesa di san Romano, Ferrara, 1997.

Terminata l’esposizione a Ferrara, la mostra può esser richiesta dai Comuni interessati: per informazioni contattare il presidente Alberto Squarcia. La mostra è no-profit.

In allegato (scaricabile in fondo alla pagina): la brochure dell’evento e le foto di Mimì Quilici Buzzacchi

Sito ufficiale Mimì Quilici Buzzacchi: mimiquilicibuzzacchi.com
Scheda Wikipedia: it.wikipedia.org/wiki/Mimì_Quilici_Buzzacchi

Immagini scaricabili:

Allegati scaricabili:

– See more at: http://www.cronacacomune.it/notizie/26078/mimi-quilici-buzzacchi-echi-futuristi-e-davanguardia-nelle-copertine-della-rivista-di-ferrara-inaugurazione-il-12-giugno-alle-17.html#sthash.ZPo3qv3X.dpuf