martedì 28 aprile ore 17 – LA COMPAGNIA DEL LIBRO
Dialoga con l’autore Alberto Amorelli
Tempo: data stellare 12675990089776544343.89. Protagonisti: un uomo di 36 anni piuttosto confuso e le sue paranoie, un cagnolino mitico di nome Ugo, una città nella quale il tempo non passa mai del tutto, un turbinio di persone fantastiche, l’amore impossibile per l’attrice Sara Tommasi. Plot: una sana risata simile ad una ciliegina sulla torta di una quotidianità ritratta un po’ come farsa un po’ come commedia.
E, alla fine, quel maledetto bastardo di Billy Bones.
In collaborazione con Associazione Culturale Il Gruppo del Tasso
Presentazione del progetto didattico promosso dal Liceo Artistico Dosso Dossi in sinergia con la vedova dell’artista e con la collaborazione scientifica del Centro Etnografico Ferrarese.
Intervengono: Massimo Maisto, vicesindaco di Ferrara; Claudia Tassinari, assessore alla Cultura del Comune di Cento, Fabio Muzi, preside del Liceo Artistico “Dosso Dossi”; Enrico Spinelli, dirigente del Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara; Marina Ferriani, moglie dell’artista Bruno Vidoni.
A seguire, alle ore 17,40, Roberto Roda intratterrà sul tema
OCCHI GRANDI SUL PIANETA ARTE
Gli ipertrofismi oculari dal Simbolismo al Pop surrealismo (senza dimenticare Bruno Vidoni)
Il recente film di Tim Burton, Big Eyes, dedicato alla pittrice americana Margareth Keane e alle sue figure umane con grandi occhi da cerbiatto, popolarissime negli States degli anni Sessanta, impone una riflessione su una deformazione figurativa che oggi caratterizza un intero movimento pittorico, quello del pop surrealismo (Low Brow Art). Negli anni Sessanta, mentre la Keane diventava popolare in California, in Italia, l’artista centese Bruno Vidoni, all’oscuro di quanto la pittrice statunitense stava facendo, iniziò a produrre dipinti in cui le figure umane erano tutte segnate da ipertrofismo oculare. A ben guardare l’ipertrofismo appartiene a una più complessa “ossessione dell’occhio” che si sviluppa, sorprendentemente, dalle fantasie dell’Ottocento. La conversazione cerca di mettere ordine nella moda dei grandi occhi dell’arte contemporanea, individuando origini e itinerari di sviluppo.
L’appuntamento fa da introduzione alla mostra “Bruno Vidoni (1930-2001). Occhi, nudi e immensi” e rientra in un più ampio progetto culturale e didattico dedicato a all’artista, insegnante, fotografo centese, entrato di diritto nella storia della fotografia italiana del Novecento, che in gioventù fu studente del Dosso.
A cura del Centro Etnografico Ferrarese
Dialoga con l’Autore Leonardo Punginelli
Una sera di primavera. L’ora del tramonto. Un momento come tanti, quasi banale. Un uomo rientra a casa dal lavoro. Parcheggia, tira fuori un mazzo di chiavi, cerca di aprire la porta. E comincia un incubo. Non solo non riesce a trovare la chiave per aprire casa, ma d’improvviso si trova catapultato in una diversa identità, in un altrove che non riconosce, ma dove, paradossalmente, tutti lo riconoscono. Ha un nome, un lavoro, una famiglia. Peccato che non ricordi nulla…
Inizia così un’avventura parallela: da un lato la storia realistica, dall’altro una ricerca dentro se stessi, nera e misteriosa, al limite del grottesco. Con La Tana del Coniglio, Andrea Pagani costruisce una trama dove l’impossibile accade, e srotola conseguenze, con tutta la precisione di quella che siamo soliti chiamare “realtà”.
Può suonare strano, per un autore che ha sempre trovato ispirazione negli archivi e nei fatti di cronaca più inquietanti. Ma è proprio l’abitudine a fare i conti con storie vere che permette a Pagani di farci sentire ineluttabile, e quindi coinvolgente, questa irresistibile avventura.