Economia

Cosa è “scientifico”

Questo mi porta a chiudere il cerchio con Beatrice e Sidney Webb, i fondatori della London School of Economics and Political Science, dove Besley e Burgess lavorano, i quali hanno sostenuto esattamente la visione opposta, dicendo che “ciò che è più urgentemente necessario… è un’estensione del forte braccio della legge a protezione dei lavoratori oppressi nelle difficili trattative” (Webb and Webb 1902, p. xvii). I Webbs hanno sostenuto i salari minimi, il determinare un limite massimo delle ore lavorative, e un consistente aumento del potere dei lavoratori di contrapporsi per metter fine al parassitismo dei datori di lavoro, e spingendo per portare la “democrazia” nell’industria attraverso i sindacati e la contrattazione collettiva.  E questo è quanto, per il progresso dell’ economia.

 

Bibliografia

 

Baccaro, L. and D. Rei. 2007. ‘Institutional determinants of unemployment in OECD countries: does the deregulatory view hold water?’ International Organization 61 (3): 527-569.

 

Besley, T. and R. Burgess. 2004. ‘Can labor regulation hinder economic performance? Evidence from India.’ Quarterly Journal of Economics 119 (1): 91-134.

 

Besley, T. and R. Burgess. 2019. Economic Organisation and Public Policy Programme (EOPP) Indian States Datahttp://www.lse.ac.uk/economics/people/personal/eopp-indian-states-data

 

Bhattacharjea, A. 2006. ‘Labor market regulation and industrial performance in India. A critical review of the empirical evidence.’ The Indian Journal of Labor Economics 49 (2): 211-232.

 

Botero, J., S. Djankov, R. La Porta, F. Lopez-de-Silanes and A. Shleifer. 2004. ‘The regulation of labor.’ Quarterly Journal of Economics 119: 1339-1382.

 

Chatterjee, U. and R. Kanbur. 2015. ‘Non‐compliance with India’s Factories Act: Magnitude and

patterns.’ International Labor Review 154 (3): 393-412.

 

D’Ippoliti, C. 2018. ‘‘Many-citedness’: citations measure more than just scientific impact.’ INET Working Paper No. 57. New York: Institute for New Economic Thinking. https://www.ineteconomics.org/uploads/papers/WP_57-DIppoliti-revised.pdf

 

D’Souza, E. 2010. ‘The employment effects of labor legislation in India: a critical essay.’ Industrial Relations Journal 41 (2): 122–35.

 

Ferguson, T. and R. Johnson. 2018. Research Evaluation in Economic Theory and Policy: Identifying and Overcoming Institutional Dysfunctions. Policy Brief to the G20 Argentina. Discutibile su: https://www.g20-insights.org/policy_briefs/research-evaluation-in-economic-theory-and-policy-identifying-and-overcoming-institutional-dysfunctions/

 

Howell, D., D. Baker, A. Glyn and J. Schmitt. 2007. ‘Are protective labor market Institutions at the root of unemployment? A critical review of the evidence.’ Capitalism and Society 2 (1): 1-73.

 

IMF. 2016. ‘Time for a supply side boost? Macroeconomic effects of labor and product market reforms in advanced economies.’ World Economic Outlook 2016. Washington, DC: IMF. pp. 101–142.

 

Jayadev, A. and A. Narayan. 2018. ‘The evolution of India’s industrial labor share and its correlates.’ CSE Working Paper 2018-4. Azim Premji University: Centre for Sustainable Employment.

 

Kanbur, R. and L. Ronconi. 2016. ‘Enforcement matters: the effective regulation of labor.’ CEPR Discussion Paper No. 11098. Disponibile su: https://cepr.org/active/publications/ discussion_papers/dp.php?dpno=11098

 

Karak, A. and D. Basu. 2019. ‘Profitability or industrial relations: what explains manufacturing performance across Indian states?’ Development and Change, forthcoming.

 

Roychowdhury. 2014. ‘The labor market flexibility debate in India: Re‐examining the case for signing voluntary contracts.’ International Labor Review 153 (3): 473-487.

 

Storm, S. and J. Capaldo. 2018. ‘Labor institutions and development under globalization.’ INET Working Paper No. 76. New York: Institute for New Economic Thinking. https://www.ineteconomics.org/uploads/papers/WP_76-Storm-and-Capaldo-Final.pdf

 

Vergeer, R. and A. Kleinknecht. 2012. ‘Do flexible labor markets indeed reduce unemployment? A robustness check. Review of Social Economy 70 (4): 1-17.

 

Webb, S. and B. Webb. 1902. Problems of Modern Industry. New York, NY: New World

 

World Bank. 2005. World Development Report 2005: A Better Investment Climate for Everyone. Washington, DC: World Bank.

 

World Bank. 2008. Doing Business: An Independent Evaluation Report. Washington, DC: World Bank.

 

 

Servaas Storm è un economista e saggista olandese (Università di Delft); lavora nel campo della macroeconomia, del progresso tecnologico, della distribuzione del reddito & crescita economica, finanza, sviluppo e riforme strutturali e cambiamento climatico.

conferenza

I ricordi di Sateriale

Eventi venerdi’ 1 marzo 2019 ore 16,30

A.D. 2002: un sindaco e una duchessa estense nella storia del Palio di Ferrara

Ricordi di Gaetano Sateriale Sindaco di Ferrara dal 1999 al 2009

Dialoga con lui Marco Bertozzi – Direttore dell’Istituto di Studi Rinascimentali di Ferrara.
L’Anno Lucreziano del 2002 segnò una svolta nei rapporti tra Palio e Comune ed anche nella storia stessa del Palio moderno. Su iniziativa del Sindaco Sateriale e con il sostegno economico della Giunta, una Commissione Tecnica incaricata dall’Ente Palio fu impegnata fin dagli anni precedenti nello studio , nella progettazione e nella realizzazione di una serie di eventi: cortei, recitazione, danza antica, spettacoli. Così il Palio si trasformò in una manifestazione i cui aspetti spettacolari e culturali assumevano una funzione sempre più importante, fino a divenire uno dei principali elementi sui quali fondare la promozione della sua immagine stessa. In una conferenza-incontro con il pubblico, saranno discussi sia gli aspetti strettamente legati alla individuazione di Lucrezia Borgia come protagonista delle rievocazioni del 2002, sia il contesto politico culturale in cui “quelli del Palio” si trasformarono da rumorosi e rozzi seccatori in “p atrimonio della città”. Sarebbe dunque l’occasione per riparlare di Lucrezia ma anche delle politiche culturali che ispirarono quella stagione amministrativa.
La presentazione avviene all’interno del programma del Carnevale degli Este 2019

Bambini e ragazzi Tutti i sabati di marzo alle 9,15 (2-16-23-30 marzo 2019) in Teatro Anatomico

EcoMousiké – L’apprendimento musicale secondo la Teoria di Edwin Gordon

Corso di musica per bambini 0-3 anni

Incontri musicali per bambini da 0 a 3 anni con un genitore condotte da Barbara Mongiorgi dell’Associazione Ecomousike secondo la Teoria dell’Apprendimento Musicale di Edwin Gordon (MLT).
Inizia il corso di musica per bambini piccolissimi accompagnati da un genitore (massimo 6 coppie per incontro), per un totale di 12 incontri.
ATTENZIONE: salta l’appuntamento di sabato 9 marzo che verrà recuperato in coda al corso.
Per info e iscrizioni: Barbara Mongiorgi 3333022541 mongiorgibarbara@gmail.com
Teoria dell’Apprendimento Musicale di Edwin Gordon concetti e applicazioni.
Per approfondimenti: https://www.audiationinstitute.org/music-learning-theory.html

EcoMousiké – corsi già attivi da novembre

Sono attivi anche altri corsi articolati su tre differenti proposte i cui contenuti e modalità didattiche sono adeguate all’età degli allievi.
Sviluppo musicale secondo la MLT per bimbi 3-5 anni; Avviamento al Pianoforte secondo la MLT 4-5 anni; MLT Alfabetizzazione Musicale e Pianoforte per bambini della scuola primaria 6+
Sede ed orario dei corsi: Biblioteca Ariostea da Novembre 2018 a Maggio 2019 il Venerdì pomeriggio 16,15 – 18,50.
Per informazioni consultare il sito http://www.ecomousike.com/sedi-dei-corsi/ oppure contattare l’insegnante: Gaetano Caggiano  cell. +393200889294, e-mail info@ecomousike.com
A Cura dell’ Associazione Culturale Ecomousikè

autori

Al rogo!

Ecco che sono arrivati al dunque in Francia, per poi replicare in ogni dove. Che cosa significa “perseguire sistematicamente l’antisionismo da un punto di vista penale”? Vietare e far su in un falò i libri di Noam Chomsky, Gilad Atzmon, Yakov M. Rabkin, Norman G. Finkelstein, Ilan Pappé, Shlomo Sand e Israel Shahak e mandare in galera coloro i quali, sul suolo francese, hanno letto queste opere e, magari, hanno avuto pure il “torto” di considerarle meritorie?… Quanti anni di galera si daranno, stante il codice penale “riformato” francese, agli “antisionisti” (cioè a coloro i quali sostengono che, con i palestinesi e a Gaza, Israele opera una oppressione criminale quotidiana…)? 5, 6 oppure 20?… Sarà curioso, direi paradossale nella sua follia, assistere al ritiro, dalle biblioteche e dalle librerie di quella che fu la “patria di Voltaire”, dei testi dei pensatori ebrei antisionisti di cui sopra e alla loro successiva messa al bando e al rogo. E chi possiede copie personali di questi libri, cosa dovrà fare se vorrà evitare il carcere? Costituirsi e consegnarli al commissario di zona prima che sia la polizia a perquisire la sua abitazione privata con l’intento di trovare “il corpo del reato”?… E’ lo specchio dei tempi proporre leggi che istituiscono il reato di opinione in nome della “democrazia” e poi, per farle rispettare, essere costretti a utilizzare il metodo poliziesco e inquisitorio, basato sulla psicosi del sospetto e del complotto, strutturale ai regimi totalitari del XX secolo, tra cui il liberal-liberismo occidentale, il più demagogico di tutti i precedenti.

Paolo Borgognone

https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=61649

biblioteca

Anche Ferrara in Emilib

Incontro con l’autore lunedì 25 febbraio 2019 ore 17

Come sigillo sul tuo cuore

Presentazione del libro di Nicholas Naliato

Traduzione e commento al Vangelo di Marco
Il volume non vuole essere una ricerca strettamente esegetica, né esclusivamente specialistica in qualche settore degli studi biblici. Vuole essere una conversazione serena, una guida affabile e accattivante per condurre il lettore ad acquisire una consuetudine abituale e continua con il testo del Vangelo.
Nicholas Naliato è nato a Lendinara nel 1982, attualmente vive in provincia di Rovigo. Ha studiato Teologia e Ingegneria civile, si dedica allo studio della Sacra Scrittura ed insegna privatamente matematica, fisica e chimica. Dopo gli studi di Teologia ha coltivato la passione per l’ebraico biblico e il greco biblico traducendo molti testi sia dell’Antico Testamento che del Nuovo Testamento.
La lectio magistralis è coadiuvata, per favorire una miglio comprensione, da una serie di videoproiezioni esplicative.
A cura di La Carmelina Edizioni

Invito alla lettura martedì 26 febbraio 2019 ore 17

I romanzi di Milani e Marescotti

Vite complicate di uomini semplici

La casa editrice ferrarese Pluriversum estrae dal proprio catalogo e presenta in Sala Agnelli due libri molto diversi fra loro, ma accomunati da una grande forza interiore che permette di superare ostacoli che a volte appaiono insormontabili.
***
Storia di una bambola di Roberto Marescotti
Storia di una bambola è un libro storico, ambientato a Ferrara, durante gli ultimi anni della Seconda guerra mondiale. Roberto Marescotti ha scritto una storia semplice e pulita, che narra, attraverso gli avvenimenti storici di quei tempi, la vita di alcuni abitanti della città emiliana. Vita di famiglia, povertà e miseria per alcuni, al contrario: ricchezza, politica e cariche importanti per altri, ma anche sopravvivenza in uno scenario storico di tensione e violenza. Le carte si mischiano, le cariche s’invertono, i buoni diventano cattivi e viceversa, questa è la guerra, dove tutto cambia, tutto si distrugge. L’atmosfera è dura, pesano gli anni di guerra e miseria, ma basta un brav’uomo, dai puri ideali, a dare speranza a un’intera generazione. Un maestro, una piccola grande rivoluzione in campo scolastico, che segna il confine tra passato e presente/futuro, nell’insegnamento. Infine, l’amore. L’amore che quella bambola ha unito per anni interi, fino alla fine.
Roberto Marescotti, medico, scrittore, poeta saggista. Vincitore di vari concorsi letterari. Al suo attivo ha libri di narrativa, poesia e divulgazione scientifica, ed è incluso in alcune antologie con i più importanti scrittori e poeti contemporanei.
***
Sordo troppo presto di Giovanni Milani
La storia di una perdita, di una trasformazione, di un incapsulamento improvviso nella sordità. La storia di un bambino colpito da una violenta meningite, a causa della quale perde l’udito e si ritrova catapultato in un istituto per sordomuti (nel 1970 non c’era altro!); qui tutti parlano a gesti: insegnanti, preti e suore. Un mondo assolutamente nuovo, incredibile, inaudito. Quasi una realtà parallela, in cui si combatte tutti i giorni per acquisire uno spazio di riferimenti e non «essere sempre sulla corda. Molti non lo capiscono, anzi non gliene frega niente: basta dire le parole magiche “C’è di peggio”. Ci sarà di peggio, ma la sordità è il peggio del peggio: ti taglia le gambe».
Giovanni Milani è nato a Trecenta, in provincia di Rovigo, nel 1958. Ha lavorato per 38 anni presso ASL 18 di Rovigo. È alla sua prima pubblicazione.

Conferenze e Convegni mercoledì 27 febbraio 2019 ore 17

La struttura geo-teologica della Commedia dantesca

Lectio magistralis di Pierluigi Montanari

Dal valore e significato di GEOCENTRISMO, il discorso si amplierà alla descrizione della struttura granitica dell’universo dantesco; ne saranno evidenziate le valenze etiche e cristiane in una sorta di cammino intellettuale che, dalla luce assoluta del Paradiso cui faticosamente perviene, il poeta scende e ritorna tra gli uomini col saldo proposito renderli partecipi di quanto ha “visto” e capito. Se lo ascolteranno diverranno senza dubbio migliori.
Laureatosi con lode in classiche presso l’Università di Bologna, con una tesi in letteratura greca sul personaggio di “Giocasta nei tre tragici maggiori”, Pier Luigi Montanari si è dedicato all’insegnamento di italiano e latino, professione che ha esercitato per trent’anni presso il liceo scientifico A. Roiti di Ferrara. Nel corso della sua attività didattica, su richiesta di alcuni sindacati, ha tenuto per giovani colleghi corsi di preparazione per esami di abilitazione decentrata e di concorso a cattedre. Si è inoltre dedicato, con successo, alla narrativa, conseguendo due primi premi in concorsi per inediti con il romanzo di fantapolitica “La goccia e il vaso”. Altri riconoscimenti ha ricevuto per la fiaba-fantasia musicale “I fiori musicanti”, dedicata ai bambini. Alcuni suoi racconti sono stati inoltre pubblicati in antologie di diffusione nazionale. I suoi interessi primar i restano comunque quelli didattici e culturali, rivolti specialmente a Dante e al mondo classico; in tale ambito, ha collaborato alla pagina culturale del Giornale del Popolo di Lugano ed è stato titolare di una rubrica, “A parer mio”, nel settimanale “La voce di Ferrara e Comacchio”. Sempre in ambito didattico, da segnalare la sua attività di docente nei corsi dell’Università per l’Educazione Permanente nelle province di Ferrara e Rovigo. Numerosi i suoi interventi nei programmi culturali della società Dante Alighieri
A cura del Gruppo Scrittori Ferraresi

Eventi giovedì 28 febbraio 2019 ore 17

La Corte Estense in festa

Conferenza e anteprima del volume di Gina Nalini Montanari

Dame protagoniste del Rinascimento a Ferrara
Conferenza e anteprima del volume di prossima pubblicazione, Nuovecarte, 2019
Prefazione di Edoardo Penoncini
Saluto del vicesindaco Massimo Maisto
Introduce l’editrice Silvia Casotti
Dallo “splendore” delle feste emergono le vicende esistenziali e storiche delle duchesse e delle dame che animarono la corte estense ferrarese negli anni dello splendore rinascimentale. Che ne divengano l’emblema o che il loro essere protagoniste afferisca piuttosto ai momenti organizzativi e preparatori, le donne sono sempre al centro della festa.
“Principesse di Ferrara o di fuori avevano tutte un comune denominatore identitario: educate ed istruite dai migliori maestri del tempo, erano donne di notevole intelligenza e forte personalità. Accanto ai loro mariti svolsero ruoli di rilievo all’interno della vita politico-culturale del loro stato. All’occorrenza, molto spesso in assenza del marito, seppero mettere in atto l’educazione loro impartita in funzione della loro futura condizione di donne di potere: sagaci interlocutrici, abili diplomatiche furono in grado di governare lo Stato con autorevolezza e mitezza al contempo, con giustizia e moderazione, con equilibrio e sensibilità. Nell’espletare tali funzioni politiche agivano pur sempre all’ombra dei mariti, mentre avevano piena libertà nello svolgere quelle mansioni considerate per tradizione proprie delle donne: l’educazione dei figli, la gestione della casa, la tutela dei monasteri, la elargiz ione delle elemosine; e soprattutto godevano di ampia autonomia nell’ambito politico-culturale. Era di loro competenza gestire i programmi artistico-culturali della corte, organizzare le manifestazioni per eventi ufficiali, provvedere ai divertimenti e ai grandiosi banchetti che sempre accompagnavano quegli importanti momenti di festa, occasioni di grande visibilità agli occhi delle altre corti italiane ed europee cui ostentare magnificentia nella eccellenza delle arti e nello splendore della vita di corte.” (G.N.M.)
Il libro gode del patrocinio del Comune di Ferrara
L’incontro avviene all’interno del programma del Carnevale degli Este 2019

Eventi Con EmiLib a disposizione dei lettori ferraresi una biblioteca digitale con oltre 31mila e-book e 7mila testate giornalistiche

Arriva a Ferrara EmiLib

Anche Ferrara nella rete emiliana per il prestito digitale

Emilia Digital Library è la nuova biblioteca digitale che offre a tutti i lettori del Polo bibliotecario ferrarese la possibilità di accedere ad un enorme patrimonio librario: oltre 31mila e-book e più di 7000 periodici e quotidiani in 80 lingue di cui 137 in italiano. Un aumento considerevole dell’offerta sia dei titoli messi a disposizione che delle testate dei quotidiani che si arricchiranno di giornali come La Repubblica, Il sole 24 ore, La stampa oltre alle testate locali La Nuova Ferrara e Il Resto del Carlino.
Dal 23 gennaio 2019 un ulteriore passo avanti consentirà di fornire ai lettori un servizio più completo e appetibile. Il polo bibliotecario ferrarese è infatti entrato nella rete emiliana delle biblioteche digitali EmiLib, nata nel 2016 a cui aderiscono le provincie di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna. Oltre ai contenuti commerciali, con il portale EmiLib sarà facilitato l’accesso ai numerosissimi contenuti digitali free, tra cui oltre 60.000 tracce musicali, 165 audiolibri e più di 560.000 risorse disponibili tra cui app, banche dati, immagini, spartiti musicali e video giochi.
Per poter accedere al prestito Emilib occorre essere iscritti a una delle biblioteche del sistema e chiedere le credenziali (username e password) alla propria biblioteca.
Link per l’accesso a Emilib: https://emilib.medialibrary.it

 

libri

Giordano Bruno, Figlio d’Ermete

di Luca Valentini – 18/02/2019

Giordano Bruno, Figlio d’Ermete

Fonte: Ereticamente

L’intelligenza deve dominare sulla barbarie 
delle superstizioni e delle fedi religiose incupite dalla bigotteria…
L’uomo adopera soltanto un infinitesimo delle sue possibilità cerebrali, 
occorre liberare questo deterrente intellettuale
che è prigioniero in ogni individuo “ (1)

E’ nostra ferma intenzione con questo sintetico scritto celebrare forse la personalità, insieme con Pitagora e Platone, che in maniera più alta e profonda ha rappresentato il pensiero filosofico d’Occidente, nel 419° anniversario del suo eccidio, ad opera della Santa Inquisizione: ci riferiamo al monaco domenicano Giordano Filippo Bruno (Nola, 1548 – Roma, 17 febbraio 1600). Inquadreremo l’aurea figura di Bruno secondo una prospettiva scevra dalle solite e stantie interpretazioni di parte e di fazione, ma riconducendo la dottrina da lui espressa nell’alveo più naturale ed obbligato entro cui va necessariamente riconnessa, cioè quella aurea della Tradizione Ermetica, come hanno sapientemente documentato riferimenti irrinunciabili della cultura esoterica europea ed italiana, quali risultano essere Frances A. Yates, Leen Spruit e Gabriele La Porta, oltre a quanto già da noi esaminato in questo sito (2).

La figura di Giordano Bruno è stata assunta spesso negli ultimi anni come icona dell’Illuminismo, del pensiero laico, fagocitata nella dicotomica e duale sfida tra clericali e modernisti di fede latomistica e non solo, tradendo profondamente quella che fu la portata sapienziale del suo insegnamento, il quale non poteva erigerlo ad antesignano di Voltaire, né tantomeno ad uno stregone dedito a culti negromantici. Quanto, inoltre, la tormentata vicenda del Nolano sia stata utilizzata ad usum delphini da certa Massoneria tra l’800 ed il ‘900 è già stato documentato magistralmente da Luigi Morrone, nella prima parte del suo speciale su “Massoneria e Fascismo”, pubblicato in questo sito (3). Giordano Bruno sfugge a tali dicotomie manichee ed il saggio citato in nota dell’emerito prof. Gabriele La Porta mette in discussione tali vedute, riposizionando la sua vita e le sue opere nel giusto solco, cioè quello a-religioso e a-politico della Tradizione Ermetica Occidentale, in linea di continuità ideale sia con la misteriosofia antica, greca ed egizia, sia col neoplatonismo teurgico di un Porfirio o di un Giamblico, ed in connessione assolutamente libera ma altamente referenziale con tutto quel nobile mondo che dalla fine del ’700 ai primi decenni del ‘900 ha gravitato intorno all’aurea figura di Giuliano Kremmerz ed alla Schola Hermetica Napoletana.

Tale è la linea ermeneutica seguita (giustamente, a nostro modesto parere) da La Porta, che infrange le false e contrapposte opinioni di che cerca invano di inglobare il pensiero bruniano nella propria ed ottusa categoria esistenziale. La sua Magia ci offre, infatti, inusuali ricollegamenti filosofali, che vanno ben oltre il particolareggiato riferimento individuale, per estendersi, ad esempio, al neoplatonismo fiorentino, al Botticelli, agli ambienti magici di Parigi, Praga e Londra, fino a condurci a Shakespeare. La Magia Bruniana è, come evidenziato dalla Yates (4), la perfetta prosecuzione della Occulta Philosophia di Cornelio Agrippa, in cui ad una magia superstiziosa, di volgare dominio psichico ed astrologico, si contrapponeva un’Alta Magia, molto simile alla Teurgia degli Antichi, tramite cui il Mago, seguendo la dottrina dell’Asclepius di Ermete Trismegisto, si trasmutava egli stesso come magnete e ponte unificatore tra mondo della materia e Divino, superando ogni dicotomia agostiniana e misticheggiante, riconquistando quell’Unità del Cosmo di platonica e pagana memoria. Come evidenzia anche Leen Spruit, nel suo Magia, Socia Naturae “Bruno distingue fra una magia che si fonda sulla superstizione e una magia che si effettua per regulatam fidem” (5).

L’esegesi di Gabriele La Porta, infatti, ha il profondo merito di qualificare ancora più in profondità l’analisi iniziata da Frances A. Yates e di usare il Nolano come grimaldello, come crivello per penetrare in un mondo, in una dimensione che è quella dei Ficino, dei Pico della Mirandola, dei Campanella, dei Cusano, del pitagorismo e del platonismo arcaici, dimensione non razionale o filosofeggiante, ma altamente trasmutatoria. Tale è l’insegnamento sapienziale, che va oltre il misticismo delle masse; tale è l’Arte divina e rituale, come lo stesso Bruno afferma, quale magia naturale: è arte, soprattutto della memoria, di quell’anamnesi platonica che riscopre il reale e sacro fondamento intellegibile degli elementi, della Natura, degli Uomini e degli Dei. A chi, invece, si attarda a ravvisare prestiti o riporti forzosi nelle opere di Bruno nei confronti di Ficino o di Raimondo Lullo o di altri pensatori precedenti, rammentiamo serenamente come la Sapienza non conosca copyright, ma come vi siano stati uomini ed espressioni diverse di un’Idea imperitura: tale fu spesso la prospettiva, per esempio, anche di un Evola (che purtroppo non comprese la profondità ermetica delle opere del Nolano, considerandolo erroneamente un mero anticipatore della modernità), che non si prefigurò mai come un filosofo innovativo ed originale, ma come un mezzo umano tramite cui rinverdire non le sue idee, ma “le Idee da me difese”.

Altro aspetto importante evidenziato da Gabriele La Porta è quello insito alle indicazioni del De Umbris Idearum. Nelle carte magiche contenute nel trattato, l’aspetto mnemonico si coniuga con l’aspetto terapeutico, in riferimento anche agli studi di Cornelio Agrippa e Teucro Babilonese, in quanto l’evocazione dell’immagine rappresenta una propedeutica riequilibrante rispetto alla palingenesi alchimica della misura, del giusto dosaggio medico:

Il mezzo è l’immaginazione, basato sui 36 decani, perfetta riproduzione del primo effluvio delle idee. Se l’uomo-imago le avrà impresse in sé, sostiene il filosofo, potrà modificare la realtà nel momento in cui le immagini andranno ad edificare il mondo” (6).

In Giordano Bruno, pertanto, non si ricerchi la risposta a tutti gli arcani insoluti, perché si avrebbe a costatare solo un’amara delusione. Nel suo insegnamento ermetico sono indicate diligentemente le chiavi e le vie con cui è possibile approcciarsi ad una tradizione millenaria, di virgiliana memoria, in cui un mondo arcaico determinò la propria eternità, nell’ambito del pensiero liberato e non del libero pensiero, secondo ciò che si conquista alchimicamente quale intuizione ancestrale e sovrarazionale dell’Intelligere di Minerva:

Il pensiero umano, che pure ha nel senso il suo fondamento, partecipa alla costruzione unitaria del tutto, in quanto procedendo dal senso, lo trascende e giunge alla concezione della infinità unità” (7).

Nella società contemporanea, ove l’arroganza poco democratica del pensiero unico, nei più disparati campi (dalla cultura alla politica, dalla medicina alla filosofia), ma anche nell’universo tradizionalista, ove ancora circolano dogmatici portatori di verità assolute, che assurdamente non si potrebbero né discutere né tantomeno comparare o confutare, ci si renda conto quanto la prospettiva eretica della figura di Giordano Bruno possa assurgere ad un vero e proprio simbolo di libertà intellettuale. Il lettore, a proposito, non si lasci incantare dalla solita e stantia dialettica tra ecumenici e laici, tra vaticanisti e difensori del pensiero modernista, i quali hanno utilizzato strumentalmente il Nolano ognuno per i propri interessi di parte, come predetto. Anche nei confronti delle nuove indagini scientifiche, l’insegnamento di Bruno sia inquadrato nel solco della centralità dell’Uomo e della sua libera indagine:

” Se questa scienza che grandi vantaggi porterà all’uomo, non servirà all’uomo per comprendere se stesso, finirà per rigirarsi contro l’uomo” (De l’infinito universo et Mondi).

Il libero pensiero, da una prospettiva realmente tradizionale, non è la dimensione del disordine cerebrale, dello scatenamento delle moderne pulsioni psicanalitiche o istintuali, dell’asservimento sottile e subliminale alle logiche pseudo – culturali del mondialismo, ma può e deve assumere caratteristiche radicalmente diverse. La prospettiva di Bruno non si rivolgeva, infatti, verso un orizzonte temporale, verso un futuro con un suo preciso incedere progressista, ma era indirizzata verso quella dimensione classica che ritrova l’Eterno, senza patire le logiche passatiste o futuriste (dell’avvenire). Il libero pensiero bruniano si configurava essere come una costante identificazione con un preciso ordine ideale, con una precisa assunzione esistenziale, in cui la Libertà si esplicitava quale riconoscimento ontologico della propria radice interiore, del riconoscimento della propria Patria Ideale, quel Bene, quell’Idea archetipica, trascendente ed immanente, a cui spesso fecero allusione anche Platone ed Evola. Bruno sul tema è stato molto chiaro:

Maestro quando potrò ritrovarvi ?” “Guarda dentro di te, Sagredo ascolta la tua voce interiore e ricorda che l’unico vero maestro è l’Essere che sussurra al tuo interno”. (Dialogo tra Giordano Bruno e Sagredo).

In tale ermeneutica, il pensiero del Nolano potrebbe assumere quelle determinazioni di autentica validazione tali che esso possa risultare davvero dirompente dinanzi a qualsiasi imposizione culturale, a qualsiasi dogma, a qualsiasi forzatura, per cui la Verità sia la sola espressione della propria esperienza, sociale, politica, intellettuale, quale superamento attivo e cosciente del limite raziocinante:

 Ho lottato, è già tanto, ho creduto nella mia vittoria. È già qualcosa essere arrivati fin qui: non aver temuto morire, l’aver preferito coraggiosa morte a vita da imbecille” (De Monade, numero et figura).

Vi si impone l’esplicitazione allegorica di un’idealità, di una concezione del Sacro, di un Ordine, origine noetica che era il fulcro delle antiche civiltà tradizionali e che meravigliosamente riecheggia nelle opere magiche e filosofiche del Nolano. Le opere, la vita, la morte di Bruno, infatti, ci indicano idealmente tutto ciò che appartiene alla nostra Tradizione d’Occidente e tutto ciò che ne è assolutamente estraneo, quale specifico atteggiamento culturale che riconosce la propria specificità e per tale consapevolezza riesce a riconoscere, rispettare e tutelare quella altrui:

” Non so quando, ma so che in tanti siamo venuti in questo secolo per sviluppare arti e scienze, porre i semi della nuova cultura che fiorirà, inattesa, improvvisa, proprio quando il potere si illuderà di avere vinto” (Dialogo tra Giordano Bruno e Sagredo).

Giordano Bruno, infine, noi lo ricordiamo come autentico Figlio d’Ermete, quale portatore di una fiaccola mai spenta nell’alveo magico – teurgico della migliore Paganitas (così si espressero i magisti del Gruppo di Ur sul significato profondo dell’ermetismo), della sempre feconda Tradizione d’Occidente, che ancora oggi torna a far paura ai dogmatici di ogni latitudine:

A Minerva quelli che a ogni cosa antepongono il consiglio, la prudenza, la Sapienza e l’intelletto” (8).

Note:

1 – Gabriele La Porta, Giordano Bruno, Edizioni Bompiani, p. 57.
2 – http://www.ereticamente.net/2016/02/il-nolano-e-la-natura-magica-del-divino-luca-valentini.html
3 – http://www.ereticamente.net/2018/12/fascismo-e-massoneria-storia-di-rapporti-complessi-1-parte.html Riportiamo l’espressione del Mola «L’elevazione del Nolano a emblema della Massoneria … non va giudicata sotto il profilo della rispondenza filologica tra il suo sistema filosofico e gli orientamenti prevalenti nella Famiglia … bensì va apprezzata per la sua efficacia rappresentativa. Per i massoni (che non ne conoscevano il pensiero) Bruno era la vittima del dogmatismo teocratico di Roma in combutta con i sordidi intrighi dell’assolutistica diplomazia veneziana. Al tempo stesso era l’uomo che fra il rogo e la rinunzia alle sue più profonde convinzioni scelse il martirio, onorando, quindi, non l’ateismo o il rifiuto del cristianesimo (come poi asserito da certo malinteso positivismo) ma la libertà di “ricerca” e, quindi, la libertà di religione».
4 – Frances A. Yates – Giordano Bruno e la tradizione ermetica, Edizioni Laterza, p.204ss.
5 – Leen Spruit, Il problema della conoscenza in Giordano Bruno, Edizioni Biblopolis, p. 149.
6 – Gabriele La Porta, op. cit., p. 170.
7 – Gabriele La Porta, op. cit., p. 124.
8 – Orazione di congedo di Giordano Bruno all’Accademia di Wittenber, 8 Marzo 1588.

libri

Wittgenstein

Invito alla lettura lunedì 18 febbraio 2019 ore 17

​Marco Vannini

MARGHERITA PORETE: LO SPECCHIO DELLE ANIME SEMPLICI

Introduce Marcello Girone Daloli
Lo Specchio delle anime semplici è un testo medievale francese che solo nel ventesimo secolo è stato attribuito alla sua vera autrice, Margherita Porete, una beghina del nord della Francia, bruciata come eretica a Parigi nel 1310 proprio per questo suo libro. Esso era rimasto per secoli occultato dall’autorità religiosa e sollo pochi spiriti eletti – da santa Caterina da Genova a Simone Weil – lo avevano stimato, finché oggi è stato riconosciuto in tutta la sua grandezza, capolavoro della mistica cristiana. In forma di dialogo, anzi, di “contrasto”, tratta del cammino che l’anima, spogliandosi progressivamente delle menzogne, fa per giungere alla sua propria “semplicità”, ovvero vera essenza, che è Dio stesso. Ispirato profondamente dal libro fu anche Meister Eckhart, presente a Parigi al tempo del processo e della morte di Margherita.
Marco Vannini, studioso della tradizione spirituale (ricordiamo la sua Storia della mistica occidentale, Le Lettere, Firenze) ed editore italiano di tutte le opere di Eckhart, è autore della introduzione e delle note allo Specchio, di cui ha curato la edizione italiana, insieme a Giovanna Fozzer.

Incontro con l’autore martedì 19 febbraio 2019 ore 17

Il cantone del diavolo

Presentazione del libro di Marco Cevolani

Casa Editrice Freccia D’oro, 2018
Dialoga con l’autore Roberto Tira
Mattia Rosetti è un ragazzo di quattordici anni e vive a Borgopianura, in provincia di Ferrara, con due papà. È appassionato di storia e adora inventare cose. In questa collana di libri, pensata per ragazzi ma con un occhio anche per i lettori più grandi, Mattia vivrà mirabolanti avventure, che lo porteranno in giro per il mondo e a viaggiare nel tempo, sfidando incredibili pericoli e oscure minacce. In questo primo episodio Mattia sarà chiamato ad indagare su uno dei misteri che riguardano uno dei pittori più grandi di tutti i tempi: il Guercino. Un giorno, durante una gita scolastica alla Chiesa del Rosario di Cento viene a conoscenza di un mistero legato ad uno dei colori più ricercati del famoso pittore, il Blu Guercino. Assieme all’amico Massimiliano si getterà a capofitto in questa nuova avventura, che lo porterà a fronteggiare la temibile Confraternita.
Marco Cevolani, centese, ha fatto il suo esordio letterario nel 2010 per il Rovescio Editore di Roma con NON POSSO STARE ALTROVE e PER UNA VITA INTERA, dove compare per la prima volta il personaggio di Mattia. Fonda la Casa Editrice Freccia D’Oro nel 2012. Nel 2015 pubblica QUANDO LE COSE CAMBIANO DI PESO scritto a quattro mani con l’amico giornalista Giuliano Monari.
A cura della Casa Editrice Freccia D’oro

Incontro con l’autore mercoledì 20 febbraio 2019 ore 17

Lo scarabocchio

Presentazione del libro di ​Silvano Mastromatteo

Albatros, Roma, 2018
Presentazione con accompagnamento musicale: alla chitarra Pasquale Soleo e al pianoforte Silvano Mastromatteo
La definisce Scarabocchio Silvano Mastromatteo, la sua prima silloge di poesie, una raccolta ricchissima e variegata, che svela fin dal titolo le sue intenzioni: la presente è un modo per raccontare attraverso mille storie e sotto il velame dei versi, il ritratto di questa nostra Italia. Una storia unica che, come spesso succede, in quei racconti assume presto una sorta di valore di un’epica popolare, si chiude sulla pagina ma non nella vicenda, che sembra procedere e continuare, espandersi al di fuori della carta, sopravvivendo così al di fuori dello spazio e del tempo. Questa silloge è profondamente impegnata, pur essendo ben lontana dai canoni della cosiddetta poesia d’engagement, e si avvicina invece molto di più alla lingua e alle strutture delle Pasquinate, che presentavano dietro un apparente sorriso la lama della critica stretta forte tra i denti.
Silvano Mastromatteo – 1975 – compositore, arrangiatore, insegnante, di Vico del Gargano (FG). Lo Scarabocchio è la sua prima esperienza letteraria. È diplomato in Canto Lirico e in Didattica della Musica. Consegue la Laurea con Lode in Discipline Musicali Indirizzo Jazz – pianoforte, presso il Conservatorio Umberto Giordano di Foggia. Studia composizione e arrangiamento.

Conferenze e Convegni giovedì 21 febbraio 2019 ore 17

I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo

Conferenza di Nicola Alessandrini

Introduce Sandra Carli Ballola
Su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere”. Questa celebre e lapidaria proposizione chiude il Tractatus Logico-Philosophicus, conferendogli l’aurea crepuscolare dell’ultimo libro di filosofia. Animo inquieto, ingegnere, giardiniere, maestro elementare, architetto e professore di filosofia a Cambridge, Ludwig Wittgenstein ci ha consegnato uno dei più grandi e controversi capolavori filosofici del Ventesimo secolo. Un’opera scritta tra i bombardamenti della Prima guerra mondiale e guidata dall’imperativo di svelare l’intima relazione tra linguaggio, pensiero e mondo: cosa ne sarebbe, infatti, del mondo senza parole che lo rappresentino? La riflessione del Tractatus scopre tutta la sua attualità nell’epoca del generale depauperamento del linguaggio, mostrando con urgenza la centralità della scuola quale laboratorio linguistico per eccellenza che può allargare i limiti del linguaggio, che sono i limiti del nostro mondo.
Per il ciclo “I colori della conoscenza” a cura di Istituto Gramsci e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

Conferenze e Convegni venerdì 22 febbraio 2019 ore 17

Il labirinto come metafora

Conferenza di Andrea Gatti (Università di Ferrara)

La conferenza propone un’indagine sul tema del labirinto dal punto di vista storico e antropologico, nonché un percorso sulla sua  fortuna letteraria (dalla mitologia greca ai racconti di Borges), con specifica attenzione  alle sue valenze emblematiche. Oltre che “simbolo naturale della perplessità”, il labirinto verrà considerato come possibile metafora di alcuni aspetti del vivere contemporaneo.
Per il ciclo Libri in scena, in occasione dello spettacolo di prosa “Ho perso il filo”, con Angela Finocchiaro, in scena al Teatro Comunale dal 22 al 24 febbraio
A cura dell’Associazione Amici della biblioteca Ariostea

 

biblioteca

Ballard o Lucrezio?

Incontro con l’autore lunedì 11 febbraio 2019 ore 17

Il gioco di Diana & La statua del potere

Presentazione delle ultime pubblicazioni di Sergio Gnudi

Dialoga con gli autori Federica Panzera (Edizioni La Carmelina)
Lo scrittore ferrarese Sergio Gnudi ha pubblicato nove opere poetiche, due libri per ragazzi La mamma racconta gli eroi e Le storie di Antonio, con i quali ha incontrato migliaia di ragazzi in molte scuole del Veneto e dell’Emilia Romagna. Continuando nell’alveo tra poesia e narrativa ha pubblicato nel 2017 il volume Sensazioni, dal quale è stato realizzato un film per il grande schermo. È direttore artistico della notissima rassegna letteraria Parole d’Autore.
***
Il gioco di Diana
Prefazione di Cinzia Tani
Soprattutto nei piccoli paesi e nei villaggi di campagna gli adulti mettevano in guardia i bambini dall’incontro con le streghe. Erano di solito donne che vivevano sole, isolate dalle comunità rurali. Sergio Gnudi ha scelto la strega come protagonista di questa raccolta di racconti, che si svolgono nel periodo in cui l’eresia era combattuta dall’Inquisizione.
***
La statua del potere
Giulia e Chiara sono due ragazze al loro primo lavoro. Due grandi amiche che si imbarcano sulla nave da crociera, La regina blu, dove sono state assunte come hostess di bordo. La loro dovrebbe essere una prima esperienza elettrizzante e lo è certamente, non solo per l’entusiasmo per il lavoro che avevano sognato fin da adolescenti, ma anche per le strane vicende che accadono e che le coinvolgono, loro malgrado.
A cura di La Carmelina Edizioni

Incontro con l’autore martedì 12 febbraio 2019 ore 17

I muri di Erin

Presentazione del romanzo di Gianluca Cettineo

Introduce Francesca Mariotti, presidente dell’Associazione Olimpia Morata
Letture recitate con l’attore Roberto Gamberoni
Riprendono gli incontri di SLOW READING dell’Associazione culturale Olimpia Morata di Ferrara. Un viaggio nella tormentata Storia irlandese attraverso i murales che colorano case e muri di Derry e Belfast; finestre colorate che si affacciano sul cortile del passato e del presente di un Paese il cui conflitto millenario è in continua evoluzione. I muri di Erin raccontano una Storia lunga secoli. Una Storia impressa nei murales dell’Irlanda del Nord, opere d’arte a cielo aperto che affondano radici e cuore nei luoghi in cui si sono verificati gli episodi più cruenti e tragici del conflitto nordirlandese. Se la loro prima apparizione qui data tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, il fenomeno dei murales è poi esploso in maniera significativa in seguito agli accordi di pace. Vittime ed eroi, memorie ed eventi storici, denunce sociali e problemi irrisolti. L’autore ne tratteggia le simbol ogie e per ognuno di essi ripercorre fatti e implicazioni in un quadro storico, sociale e culturale che disegna centinaia di anni davanti allo sguardo e alla coscienza dei lettori.
A cura dell’Associazione Culturale Olimpia Morata di Ferrara in collaborazione con la Casa Editrice SAECULA di Gabriella Gavioli da Vicenza

Invito alla lettura mercoledì 13 febbraio 2019 ore 17

James Graham Ballard

Oscure e Profonde Pulsioni dell’Animo Umano

Analisi e letture di Eleonora Pescarolo, Silvia Lambertini e Alberto Amorelli
A dieci anni esatti dalla morte, La Compagnia del Libro propone un monografico dedicato al grande scrittore britannico, interprete del panorama sociale e politico odierno e futuro.
E’ impossibile classificare Ballard in un particolare genere letterario vista la vastità delle sue opere a partire dalla tetralogia degli elementi a carattere catastrofico e distopico (Il Vento dal nulla, Terra Bruciata, Mondo Sommerso e Foresta di Cristallo) passando per la vastissima produzione fantascientifica fino ai romanzi più recenti legati al sociale e alla satira politica e antropologica (L’impero del Sole, Condominio, Crash, Gioco da Bambini, la tetralogia di Cocaine Nights). Maestro dell’animo umano Ballard riesce a spostare il focus delle sue opere in quello che chiama inner space, lo spazio interiore di ogni uomo, incontro tra le pulsioni della psiche umana e immagini e simboli veicolati dai mass media.
A cura della Compagnia del libro di Ferrara

Invito alla lettura giovedì 14 febbraio 2019 ore 16,30

Sam Shepard: una vita d’amore

Conferenza di Stefano Caracciolo

Vita e opere di un grande attore e commediografo a stelle e strisce
Sam Shepard, scomparso nel 2017, è considerato dalla critica come il vero erede del grande teatro statunitense. La sua grande passione per il teatro lo ha portato a vincere un Premio Pulitzer nel 1979 con l’opera “Il bambino sepolto”. Scrittore e drammaturgo di fama internazionale è stato anche uno straordinario protagonista del magico mondo del cinema come regista, sceneggiatore e attore convincente. Shepard ha avuto la particolare capacità di mediare tra alta cultura e tradizioni popolari; il suo equilibrio intellettuale ha fatto in modo che durante la sua lunga carriera si sia potuto adattare ai cambiamenti e alle diverse forme d’arte. Tra le varie grandi sceneggiature di Shepard va ricordata “Zabriskie Point” (1970, di Michelangelo Antonioni) e “Paris, Texas” (1984) di Wim Wenders.
Per il ciclo “Anatomie della mente – Conferenze dei Giovedì di Psicologia – Anno Dodicesimo”, in collaborazione con la Sezione di Neurologia, Psichiatria e Psicologia Clinica della Facoltà di Medicina, Farmacia e Prevenzione dell’Università di Ferrara

Conferenze e Convegni venerdì 15 febbraio 2019 ore 17

Lucrezio, il maestro senza discepoli

Lectio magistralis di Ivano Dionigi

Presentazione di Antonio Moschi
Condannato dai Cristiani, a lungo vittima di una vera e propria congiura del silenzio, eclissato per tutto il Medio Evo e riscoperto solo in età umanistica, definito ora un poeta maledetto e irrazionale ora un filosofo razionalista e “premarxista”, comunque ammirato da poeti e scienziati: chi era veramente Lucrezio?
Lo direi un apostolo della ragione, che a Roma ha reciso il doppio cordone che legava l’uomo alla politica e alla religione, smascherato l’inganno della politica, dell’amore e del progresso, stigmatizzato i ricatti dell’ignoranza e della paura, svelato gli infiniti mondi possibili.
Per realizzare quella che lui stesso chiama una “rivoluzione” (res novae) ha creato addirittura una nuova lingua e parole nuove (verba nova).
In età moderna e fino ai nostri giorni si prenderà la sua rivincita influenzando l’arte di Botticelli, la filosofia di Giordano Bruno, i pensieri di Montaigne, la poesia di Tasso e Foscolo e non sfuggendo all’attenzione di Machiavelli, Leopardi, Einstein.
Per il ciclo “Maestri” a cura dall’Istituto Gramsci e dall’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

 

fantascienza

Incontro con Renato Pestriniero

Una domenica di gennaio 2019, il 27, a Venezia. Fredda, maEsterno casa Pestriniero non troppo. Scendiamo alla stazione di Santa Lucia con tre obiettivi per la mattinata: la consegna del premio Cinquanta e oltre a Renato Pestriniero, quindi un’intervista al decano della fantascienza italiana, e ultima nell’elenco, ma prima nei nostri pensieri, una bella chiacchierata.
Dopo un paio di ponti, qualche sottoportico e non troppi metri ci si presenta di fronte una casa con un numero di tre cifre, una porta verde e due finestre con imposte dello stesso colore. Non abbiamo bisogno di annunciarci, Renato ci aspettava e ci ha già visti.
L’ingresso, i convenevoli d’uso e quindi un graditissimo caffè caldo con tanto di biscotti ad accompagnarlo offertoci da Claudia, la gentile moglie di Renato. Si intende, il caffè è accompagnato anche da un po’ di chiacchiere amichevoli.
Passiamo alla parte ufficiale: la consegna del premio alla carriera della World SF Italia Cinquanta e oltre. Qualche foto, e la stella scelta da Marina viene collocata in bella evidenza insieme a tanti altri riconoscimenti.
Consegna stellaConsegna pergamenaStella al suo posto
Quindi l’intervista. Per la World SF Italia ne aveva già preparata una l’ottimo Filippo Radogna (la trovate cliccando qui). Seria, letteraria, filosofica. Per evitare duplicati, decidiamo di dare alla nostra un taglio diverso.
«Renato, il premio che ti abbiamo consegnato si chiama Cinquanta e oltre. Volevo capire: quanto oltre?» osa Marina.
«Ero militare…»
«Non ti conoscevo ancora,» interviene Claudia.
«Sì… è stato lì che ho cominciato a pensare alla science fiction. La data…»
«Il primo che hai pubblicato è stato quello su Oltre il Cielo?» lo interrompe Luigi. Insomma, oltre è sessant’anni di carriera.
«Sì, ho cominciato su Oltre il Cielo.» Renato si dirige verso la libreria, e tra le centinaia di volumi estrae un raccoglitore dalla copertina scura.
«Tutti i tuoi lavori?» chiede sempre Luigi, sorpreso da un ordine a lui ignoto.
Il tomo parla per Renato. Opera omnia, dichiara all’inizio della prima pagina.
«Ecco il primo… Turno di guardia, 1958. Fu il primo che scrissi ma non il primo pubblicato. Fu incluso in Le ombre di Marte, pubblicato su Oltre il Cielo nel 1959, e fu la base per Dietro le quinte. E dopo scrissi I silenziosi, il primo pubblicato. Sul numero I silenziosi con dedica Pestriniero21 di Oltre il Cielo: sì, il 1958 è stato l’inizio…»
I silenziosi, quello su cui mi hai scritto una dedica tanti anni fa, prima ancora che facessi l’editore… pensa Luigi.
Invece chiede: «Hai tratto ispirazione da quando eri a militare per Turno di guardia? C’entra qualcosa con le guardie che facevi, o è un caso?»
«Sì, c’è qualcosa in Turno di guardia…»
«Ma ti sei tenuto tutto catalogato!» ribadisce Marina ancor più meravigliata di Luigi.
«Anche quelli pubblicati all’estero,» osserva quest’ultimo.
Poi Marina se ne esce con la domanda da un milione di dollari: «Renato, qual è il tuo romanzo più bello?»
«Non posso dirlo…»
«Sono tutti figli tuoi!»
Interviene Luigi: «Quindi non ce n’è uno che ti ha dato più soddisfazione di altri? Come romanzo, o come racconto? O magari un libro di fotografie?»      Perché dovete sapere che il poliedrico Renato Pestriniero è anche autore di libri fotografici dedicati alla sua Venezia.
Renato ci riflette sopra, e Luigi insiste.
«Se tu dovessi salvare uno dei tuoi libri, e gli altri nel Canal Grande…»
«C’è l’acqua alta, devi scappare,» rincara la dose Marina.
«Devo scappare, e faccio in tempo a prenderne uno solo,» incalza implacabile Luigi.
«Guarda… potrei dire questo.» Renato si avvicina alla libreria e afferra un volume da un ripiano: Zenobia città aperta. Ma si vede che sono tutti figli suoi: «E poi questo.» Itinerario alla ricerca della verità.
«Quindi questi due, se tu proprio dovessi essere costretto. Mentre il più conosciuto forse è Una notte di 21 ore…»
«Il più conosciuto,» conferma Renato, «però attraverso il film.» Terrore nello spazio, di Mario Bava, per chi non lo ricorda. «Anche se io lo avevo fatto in maniera diversa…»
Siamo in un ambiente le cui pareti sono Quadro grigio_ritagliato.jpg colme, oltre che di libri, anche di quadri, così la domanda ci sorge spontanea.
«Tu, oltre che scrittore, sei anche pittore.»
«Sì.»
«Quelli son tuoi?» Indicando i quadri sopra la mensola su cui ormai fa bella mostra di sé la stella del premio Cinquanta e oltre.
«Sì, tutti.»
«Anche di là?»
Quadro con artello_ritagliato.jpgLuigi si dirige insieme a Renato verso il salotto in cui prima aveva sorseggiato il caffè, mentre Marina continua a chiacchierare con Claudia nello studio. Una parete colma di quadri, una con un’altra libreria e altri quadri, la terza con una libreria… e sull’ultima, accanto alla porta che stiamo attraversando, ancora quadri e libri.
«Da qui in su. Quelli sotto no.»
Dipinti a tema fantascientifico, e no. Ce ne facciamo “raccontare” qualcuno, ma lasciamo che siano loro a parlare.
Luigi rientra nello studio, e mentre scatta le foto di altri quadri appoggia la videocamera, abbandonandola a riprendere la mensola con i volumi a fumetti di Jeff Hawke. Quindi torna alla videocamera e, ripensando alla chiacchierata informale di poco prima:
«Dicevi che tra le altre cose sei un appassionato di gatti?»
«Di gatti, sì.»
«Come me! Come me!» si entusiasma Marina.
«I gatti mi hanno sempre sorpreso, perché hanno una caratteristica: assomigliano all’uomo. Perché si scelgono lo spazio, la compagnia… e poi si difendono con una zampata quando c’è qualcosa che non è di loro gradimento. Ecco… allora li considero un po’ come l’uomo.»
«Ne hai avuti parecchi in passato?»
«Sì… e poi ho avuto un cane. Ma i cani hanno un carattere troppo remissivo. Ogni giorno andavo fuori, e lo accompagnavo in giro per il lido… fino a che poi se n’è andato anche lui.» Con un po’ di tristezza.
«La pensate uguale. Io invece preferisco i cani,» fa Luigi, rinfocolando l’annosa diatriba tra le due tifoserie.
Dopo un intermezzo a base di altre ciacole su pregi e difetti degli amici a quattro zampe, torniamo al Pestriniero scrittore.
«Tu hai anche pubblicato all’estero.» Un’affermazione, non una domanda.
«Sì. Francia, Stati Uniti, paesi dell’Est…»
«Pensa che c’è chi mi ha scritto dalla Francia per chiedere tuoi libri in italiano… hai dei fan anche là.» La voce del vecchio editore che è in Luigi si fa sentire, e Renato sorride.
Non vogliamo che l’intervista vada troppo per le lunghe, dopotutto mezzogiorno è passato da un pezzo, ed eccoci così all’ultima domanda.
«C’è qualcosa che vuoi dire in particolare, qualcosa che vuoi aggiungere?»
Ci pensa un attimo soltanto. «Mah… una cosa particolare è questa: io non considero la fantascienza come veniva perlopiù considerata un tempo…»
Claudia gli dà man forte. «L’hanno rivalutata, non è più con i mostricini verdi di una volta. Adesso è più dal lato sociale, psicologico…»
«La fantascienza è dell’uomo,» riprende Renato. «È l’uomo che deve “creare la fantascienza”, non ricevere chissà quali doni dallo spazio. Alieni che ci vengono a trovare dai remoti angoli dell’universo, noi che li combattiamo… la fantascienza non è questo. Una ricerca interiore dell’uomo, ma anche un’anticipazione del futuro.»
«Per esempio, la spazzatura spaziale…» interviene Claudia. «Renato aveva già scritto come andarla a recuperare, chi mandare… Perciò è sempre un anticipare i tempi.»
«Biosensori, nanotecnologie, o anche solo gli apparecchi che stai portando tu adesso. Creati dall’uomo, per l’uomo. Questa è fantascienza,» conclude Renato.
Su questa frase, vi salutiamo. Come pochi minuti dopo abbiamo salutato lui, rituffandoci tra le spire della folla e di una fredda giornata veneziana.

Arese, 31 gennaio 2019

© 2019 Marina Perrotta e Luigi Petruzzelli

Foto di Marina Perrotta e Luigi Petruzzelli – Tutti i diritti riservati

L’articolo Visita a Renato Pestriniero proviene da Associazione World SF Italia.

Economia, libri

Il valore di tutto

Al cuore della crisi economica e finanziaria degli ultimi anni c’è un problema evidente: nel moderno capitalismo l’estrazione del valore, ovvero la raccolta dei profitti – dai dividendi degli azionisti ai bonus dei banchieri – è ricompensato assai meglio della creazione effettiva di valore. Oggi scambiamo chi raccoglie i profitti con chi effettivamente crea valore, chi guadagna con chi produce. Quel concetto di valore così centrale nella storia del pensiero economico – basti pensare alle riflessioni di Ricardo, Marx, Schumpeter e Keynes – oggi è misconosciuto o distorto tanto nella teoria quanto nella prassi. Se vogliamo riformare il capitalismo dobbiamo porci una serie di domande radicali: da dove viene la ricchezza? Chi crea il valore? Chi lo estrae? Chi lo sottrae? Solo rispondendo a queste domande possiamo sostituire l’attuale sistema capitalistico di tipo parassitario con un capitalismo più sostenibile, più interdipendente: un sistema che funzioni per tutti. Con questo libro Mariana Mazzucato riaccende un dibattito indispensabile sul mondo in cui vorremmo vivere.

biblioteca

Libri a vapore

Incontro con l’autore lunedì 4 febbraio 2019 ore 17

L’occhio fotografico

Presentazione del libro di Giovanna Menegùs

Macchione editore, 2018
Leggerà i testi e discuterà con l’autrice Giuseppe Ferrara.
Giovanna Menegùs è cresciuta a S. Vito di Cadore. Dal 2004 vive in provincia di Varese. Pubblica poesie e altri scritti nel blog letterario La poesia e lo spirito e nel suo sito personale crudalinfa. Dopo Quasi estate (ExCogita 2017, opera selezionata da MasterBook) e Investitura di voci (96 rue de-La-Fontaine 2018), L’ occhio fotografico raccoglie poesie di paesaggio urbano e naturalistico: “…Vi è un’analogia tra lo sguardo gettato sulla fotografia e lo sguardo gettato sulla poesia…il poeta che restituisce emozioni o sensazioni, che prova a fissare un’immagine o a registrare un suono della natura sembra che lo faccia per noi, documentarista del mondo su nostro tacito mandato…” (dalla post fazione di Antonio Fiori)
A cura del Gruppo Scrittori Ferraresi

Eventi martedì 5 febbraio 2019 ore 16,30

Presentazione della rassegna Giardini al Cinema 2019

Stagioni incoerenti: disordine e rinascita

Conferenza e letture a cura di Giovanna Mattioli e Monica Pavani
Prosegue con immutato successo da ben quattordici anni questa interessante rassegna dedicata al connubio fra spazi verdi e cinematografia. Nella storia della settima arte, parchi e giardini hanno sempre svolto un ruolo fondamentale, a volte da veri protagonisti. Ambienti naturali di grande suggestione che hanno permesso di meglio mettere a fuoco sentimenti e stati d’animo degli interpreti dando alle pellicole riscontri artistici ancora più significativi.
A cura del Garden Club Ferrara

Conferenze e Convegni mercoledì 6 febbraio 2019 ore 17

Come finire la Turandot?

Conferenza di Emilio Sala (Università di Milano)

La Turandot, ultima opera di Giacomo Puccini rimasta incompiuta a causa della morte del compositore, fu successivamente completata da Franco Alfano direttore del Conservatorio di Torino, al quale si debbono due diverse versioni del finale. Su questa operazione non sono mancate polemiche, fin dalla prima rappresentazione e sono state studiate e proposte varie soluzioni alternative.
Per il ciclo Libri in scena, in occasione della rappresentazione di Turandot venerdì 8 e domenica 10 febbraio al Teatro Comunale di Ferrara.
A cura dell’Associazione Amici della Biblioteca Ariostea

Conferenze e Convegni giovedì 7 febbraio 2019 ore 17

Tullio De Mauro e l’educazione linguistica democratica

Conferenza di Daniela Cappagli

Introduce Roberto Cassoli
Raffinato linguista di livello internazionale Tullio De Mauro ha portato nella cultura pedagogica italiana una svolta epocale, talmente innovativa che ancora oggi il suo pensiero, purtroppo, non trova un  posto adeguato nei programmi ministeriali e nella pratica didattica. Ha scritto e pubblicato moltissimo con una ricerca sulla lingua che si è dispiegata nei numerosi sentieri di un ampio sapere interdisciplinare, toccando ambiti scientifici, storici, filosofici, sociologici, statistici economici, demografici, politici. Per molti insegnanti è stato un grande Maestro: particolarmente sensibile ai problemi dell’istruzione, alle modalità formative e di apprendimento ha sempre cercato di essere in contatto con le scuole per l’applicazione e la diffusione di quella linguistica educativa che ancora oggi è poco conosciuta. La lingua parlata e scritta, il suo valore di emancipazione sociale, di crescita intellettuale, di comunicazione cons apevole sono stati al centro della sua ricerca culturale e civile. Sentiva forte l’esigenza di una linguistica democratica che facesse superare quei dislivelli di cultura che ancora permangono nella nostra società. Riteneva che ‘è la lingua che rende uguali’ ed è condizione fondante della vita della polis.
Per il ciclo “I colori della conoscenza” a cura dell’Istituto Gramsci e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

Eventi APERTURA SERALE STRAORDINARIA – venerdì 8 febbraio ore 21

Libri a tutto vapore

Un affascinante viaggio nell’epoca vittoriana tra valvole, ingranaggi, musica, animazione e letteratura steampunk

Figuranti in costume vittoriano e piccola mostra di oggetti e invenzioni di vapore e bulloni

Interverranno gli scrittori Federica Soprani e Vittoria Corella (Victorian Vigilante) e Alastor Maverick (Steambros Investigations).
Analisi e letture della Compagnia del libro di Ferrara: Eleonora Pescarolo, Stefano Poledrelli, Sara Suzzi, Enrico Neri, Elisa Orlandini e Alberto Amorelli.
La serata dedicata alla letteratura e ai mondi Steampunk si svilupperà come un tour attraverso le sale delle Biblioteca Ariostea costruito da tre tappe, Sala Riminaldi, Tomba di Ariosto e Sala del Falcone, in ognuna di esse un momento di analisi e lettura realizzato dalla Compagnia del Libro dedicato ai tre periodi storici dello Steampunk.
Una serata ammantata di vapore e di figuranti vittoriani per la prima iniziativa dedicata alla letteratura Steampunk, una corrente letteraria e artistica che introduce elementi di fantasia o fantascientifici all’interno di uno stile ottocentesco. Quello della Steampunk è un mondo anacronistico nel quale strumenti “moderni” sono ancora azionati da vapore e ingranaggi. Lo Steampunk si ispira alle opere di Jules Verne, H.G.Wells e anche di scrittori moderni. Le storie steampunk descrivono un mondo ucronico in cui tecnologia e strumentazioni vengono azionate dalla forza motrice del vapore (steam in inglese) e l’energia elettrica torna a essere, come nella fantascienza ottocentesca, un elemento narrativo capace di ogni progresso e meraviglia; dove i computer sono completamente meccanici, o enormi apparati magnetici sono in grado di modificare l’orbita della Luna. Un modo per descrivere l’atmosfera Steampunk è riassunto nello slogan “come sarebbe stato il passato se il futuro fosse arrivato prima”. Ad aiutare la Compagnia del Libro a decodificare questo mondo saranno presenti esponenti dell’Associazione Culturale Steampunk Nord-Ovest che animeranno la serata, con apertura straordinaria della Biblioteca Ariostea a partire dalle 21, con costumi, invenzioni e atmosfere partorite da quell’ottocento immaginifico e fantastico che è la culla di questo genere letterario. Le sale della Biblioteca Ariostea ospiteranno anche letture e consigli di lettura prettamente Steampunk, alternate a brani musicali.
A cura della Compagnia del Libro di Ferrara e dell’Associazione Culturale Steampunk Nord-Ovest