GIOVANNI TESTORI CRITICO D’ARTE
giornata di studi nel ventennale della scomparsa
Mercoledì 15 maggio 2013, ore 16
Aula Magna di S. Cristina, piazzetta G.Morandi, 2 – Bologna
ingresso libero
Il Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna, in collaborazione con Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna e Associazione Giovanni Testori (Milano), dedica una giornata di studi a GIOVANNI TESTORI, uno dei più importanti intellettuali italiani del Novecento. Il convegno, coordinato da Daniele Benati, vedrà a confronto cinque esperti e sarà un’occasione privilegiata per approfondire la personalità di Testori e in particolare la sua attività di critico d’arte.
Proprio all’Università di Bologna si avviò l’insegnamento di Roberto Longhi, grande storico dell’arte verso il quale Testori si sentì ben presto attratto, per l’esigenza di una relazione con l’opera d’arte diretta e che coinvolgesse la totalità della persona e, di conseguenza, di una critica che parlasse non solo agli specialisti, ma a qualunque uomo impegnato nel presente.
Il convegno si inserisce nell’ambito degli eventi in programma per il ventesimo anniversario della scomparsa di Giovanni Testori (1923 – 1993).
Mercoledì 15 maggio 2013, ore 16 nell’Aula Magna di S. Cristina
GIOVANNI TESTORI CRITICO D’ARTE
Giornata di studi a cura di Daniele Benati (vice-direttore del Dipartimento delle Arti); intervengono: Beatrice Buscaroli (docente di Storia dell’arte all’Accademia di Belle Arti di Bologna; autrice di saggi e articoli su Testori per “Il Domenicale”, “Il Resto del Carlino”, “I Luoghi dell’Infinito”), Mattia Patti (ricercatore di Storia dell’Arte – Università di Pisa), Davide Dall’Ombra (direttore dell’Associazione Giovanni Testori, docente di Storia della critica d’arte – Università Cattolica di Milano), Claudio Spadoni (allievo di Francesco Arcangeli, già critico per “Il Resto del Carlino” e ora per QN), Davide Rondoni (direttore del Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna e della rivista “ClanDestino”).
Scrittore, drammaturgo, pittore, critico d’arte, poeta, regista, attore: difficile definire in una parola Giovanni Testori, uno dei più importanti intellettuali italiani del Novecento. Nato a Novate Milanese (MI) il 12 maggio 1923, già a 17 anni collabora ad alcune riviste dei Gruppi Universitari Fascisti con articoli di critica d’arte. Dal 1952 si avvicina a Roberto Longhi e dirige la rivista “Paragone”, pubblicando importanti scritti sull’arte lombardo-piemontese tra Cinquecento e Settecento. Del 1954 è la sua prima opera di narrativa: Il dio di Roserio. Seguirà poi il ciclo de “I Segreti di Milano” e l’esordio come drammaturgo al Piccolo Teatro di Milano, con La Maria Brasca nel 1960. Gli anni Sessanta sono segnati dal sodalizio con Luchino Visconti e dalla notorietà che Testori raggiunge presso il grande pubblico in campo teatrale. Nel frattempo si impone come promotore di mostre che, sulla scia degli studi inaugurati da Longhi, esplorano settori ancora poco noti dell’arte padana (dopo la collaborazione all’esposizione sui Pittori della realtà in Lombardia curata da Longhi nel 1953, nel 1955 organizza la Mostra del manierismo piemontese e lombardo del Seicento e nel 1959 quella torinese di Tanzio da Varallo). Crescono di pari passo i suoi interessi di critico militante nei confronti di Ennio Morlotti, erede del grande naturalismo ottocentesco, che lo portano a farsi appassionato esegeta di artisti come Ilario Fioravanti e Willy Varlin, per entusiasmarsi infine per alcuni giovani italiani, tedeschi e austriaci, da Giovanni Frangi e Aurelio Bertoni a Rainer Fetting e Klaus Karl Merkens, a Hubert Scheibl, Ludwig Meidner e Bernd Koberling, che devono a lui la notorietà. In tutte queste esperienze, non necessariamente fra esse correlate, egli cerca, soprattutto dopo il ricupero di una sentita religiosità seguito alla morte della madre (1977) e in sempre assoluta indipendenza di giudizio, una spiegazione ai misteri della vita e della morte. Dalla metà degli anni Settanta prende il posto di Pasolini come commentatore in prima pagina del “Corriere della Sera” e dal 1978 è responsabile della pagina artistica. Dopo tre anni di malattia, Testori muore il 16 marzo 1993, lasciando oltre 800 articoli oltre ai suoi celebri drammi, romanzi e studi critici.
INFO al pubblico: Dipartimento delle Arti – Complesso di Santa Cristina tel. 051.2097260 – http://www.dar.unibo.it
Beatrice Buscaroli, storica del’arte e curatrice, dal 2000 al 2010 ha insegnato Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Bologna-Ravenna. Commissario della Quadriennale di Roma nel 2004, ha co-curato il Padiglione Italia (con Luca Beatrice) alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia nel 2009. Ha curato mostre di argomento novecentesco, dal Futurismo ad Amedeo Modigliani, di cui ha pubblicato una monografia per Il Saggiatore. Insegna Storia dell’Arte Moderna e Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna e tiene un corso di Museologia presso l’Università di Ravenna. Ha dedicato saggi e articoli alla figura di Giovanni Testori (su “Il Domenicale”, “Il Resto del Carlino” e “I Luoghi dell’Infinito”); ha tenuto una conferenza dedicata alla sua figura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna il 22 maggio 2012 e ha partecipato al recente convegno romano (19 aprile) dal titolo “Insurrezionali e Resurrezionali per Giovanni Testori”.
Direttore dell’Associazione Giovanni Testori (dal 2002) e responsabile dell’attività espositiva di Casa Testori a Novate Milanese (dal 2010), Davide Dall’Ombra è docente a contratto di Storia della Critica d’arte all’Università Cattolica di Milano (dal 2011) e referente per l’arte del quotidiano “Giornale del Popolo” di Lugano (dal 2009). Di Giovanni Testori ha curato una biografia (2000), la bibliografia completa (2007), nonché diverse mostre e interventi critici (2003-2013). Nel 2011 ha curato, con Giovanni Agosti, una mostra dedicata a Pier Paolo Pasolini.
Ricercatore di Storia dell’arte contemporanea dell’Università di Pisa, Mattia Patti collabora abitualmente con l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze ed è ricercatore associato dell’Istituto Nazionale di Ottica del CNR di Firenze. Si occupa di critica d’arte del novecento, di scultura contemporanea e di tecniche artistiche. Da alcuni anni lavora nel campo della diagnostica applicata allo studio delle opere d’arte, interessandosi in particolar modo di Radiografia X e di Riflettografia Infrarossa Multispettrale. È coordinatore nazionale del progetto “Tecniche pittoriche, critica delle varianti e problemi conservativi. Tra Futurismo e ritorno al classico” (1910-1922), finanziato dal MIUR nel quadro del programma “Futuro in ricerca 2012”.
Davide Rondoni ha pubblicato raccolte di poesie tra cui Apocalisse Amore (Mondadori, 2009), Il bar del tempo (Guanda, 1999). Articoli e saggi d’arte sono comparsi su riviste e cataloghi. Ha tradotto Baudelaire, Rimbaud, Péguy e poeti contemporanei. Dirige il Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna e la rivista “clanDestino”. È autore di narrativa, teatro e di programmi televisivi.
Allievo di Francesco Arcangeli all’Università di Bologna, Claudio Spadoni dal 1976 è stato docente di Storia dell’Arte e direttore dell’Accademia di belle Arti di Ravenna. Già critico de “Il Resto del Carlino” e ora di QN della Poligrafici (“Carlino”, “La Nazione”, “Il Giorno”), e collaboratore di diverse riviste specialistiche. Ha fatto parte della Commissione internazionale della Biennale di Venezia nell’edizione 1986, della Quadriennale del 1999 e del 2009 e di commissioni scientifiche di diverse Istituzioni. Dal 2002 è direttore del MAR – Museo d’arte della Città di Ravenna. Tra le sue pubblicazioni: “Momenti e problemi della vicenda artistica del 1° Novecento”, “L’arte in Italia nel secondo dopoguerra” e “L’informale”, “Leoncillo” (catalogo generale). Ha curato molte mostre per Musei e Gallerie Pubbliche in Italia e all’estero, fra le quali: “Roberto Longhi e il moderno. Da Renoir a de Staël”; “La Grande Stagione dell’acquerello inglese. Da Turner a Burne-Jones”; “Turner Monet Pollock. Dal Romanticismo all’Informale. Omaggio a Francesco Arcangeli”; “Testori e la grande pittura europea: miseria e splendore della carne: Caravaggio, Courbet, Giacometti, Bacon”.