Primo piano

Ospedale di Bondeno

Dal testamento olografo del senatore Giuseppe Borselli, deceduto il 26 luglio 1892 in Bondeno:
Dovrà poi il Municipio nominare una Commissione amministratrice speciale composta di cinque persone, delle quali due Consiglieri comunali e tre scelte dal Consiglio stesso, ma non appartenenti al Consiglio, fra i più probi e intelligenti cittadini del Comune, di civile condizione, da rinnovarsi per turno entro cinque anni, potendo essere rieletti. Questi condurranno ed amministreranno nel miglior modo, tanto l’andamento interno dell’Ospedale, quanto l’amministrazione dei beni e terreni lasciati, coll’obbligo ogni anno di presentare al Consiglio comunale il preventivo e il consuntivo delle spese fatte e da farsi.
Parlare dei consigli di amministrazione e dei medici dell’Ospedale «Fratelli Borselli» di Bondeno, dalla sua costituzione ad oggi, vuoi dire richiamare nomi di persone che hanno contribuito, in questi ottant’anni, al suo sviluppo, al suo potenziamento ed al suo aggiornamento per far fronte prontamente e adeguatamente ai problemi della salute e dell’assistenza dei cittadini. D’altro canto, l’attività amministrativa è strettamente connessa e collegata a quel-la medico-sanitaria, senza la quale un ospedale non può svolgere la sua funzione di luogo di cura(*).
Dopo alcuni mesi dall’apertura dell’Ospedale, e precisamente nella riu-nione del consiglio di amministrazione dell’8 febbraio 1914, il presidente Gaetano Podetti riferì che, a così breve distanza di tempo, non era possibile preventivare con esattezza il movimento annuale degli infermi, né il fabbisogno sia di generi alimentari che di medicinali e strumenti. Gli acquisti relativi si sarebbero pertanto effettuati sulla piazza di Bondeno, dai diversi commercianti e dai farmacisti locali, sotto la vigilanza del direttore sanitario e dell’incaricato delle funzioni di economo.
L’organico del personale comprendeva allora :
un medico chirurgo con qualifica di direttore, nella persona del dottor Carlo Doni, titolare della prima condotta di Bondeno. il quale svolgeva già. prima dell’apertura dell’Ospedale, attività di chirurgo presso la Casa della Salute o «Usdalin» in piazzetta della Polleria -oggi piazzetta A. Costa- gestita dalla Conferenza di San Vincenzo:
un medico chirurgo con qualifica di assistente, nella persona del dottor Michele Baldrati, titolare della condotta di Santa Bianca;
un secondo medico chirurgo con qualifica di assistente. Tale posto verrà assegnato dopo alcuni anni al dottor Teleste Pirani, titolare della condotta di Ospitale;
tre infermieri, Ferdinando Marchetti, Ugo Gallini e Carlo Anelloni;
tre infermiere. Maria Segurini. Clorinda Dall’Olio e Lucia Sabbioni;
una guardarobiera. Fernanda Tamarozzi;
una cuoca: Dice Sperindio:
una inserviente: Maria Bazzani;
un custode-giardiniere, Umberto Cariani.
La diaria giornaliera di spedalità era di lire 2,75.
Le mansioni di segretario erano svolte dal segretario comunale o da un suo incaricato.
Circa un anno più tardi, nella riunione del 7 giugno 1914, il medesimo consiglio espose al sereno giudizio del pubblico i risultati conseguiti tanto nella gestione del patrimonio quanto nell’impianto e nell’esercizio dell’istituto ospedaliere. Nel bilancio, a tutto il 1913 risultava un attivo di lire 420.698 contro un passivo di lire 42.811. Nella situazione patrimoniale veni-vano indicati fondi rustici per 2246 staia ferraresi, corrispondenti a circa 300 ettari di terreno. Le spese per la trasformazione della villa Dazio in ospedale erano ammontate a lire 212.030. Il movimento degli infermi era stato il seguente:
ricoverati nella sezione medica: uomini 19 e donne 11 ;
ricoverati nella sezione chirurgica: uomini 102 e donne 101 ;
giornate di degenza: 4386; media per ammalato: 18,82;
operazioni di alta chinirgia: 194; pazieni deceduti: 16.
Nella seduta del consiglio di amministrazione del 29 agosto 1915, il presidente Podetti comunicò che per iniziativa di un comitato locale si era provveduto all’acquisto di cinquanta letti completi di biancheria da destinare a ricovero e cura dei soldati feriti o ammalati, essendo stata stipulata una convenzione con le autorità militari. Un comitato di signore del paese si era messo a disposizione per l’assistenza notturna ai soldati feriti provenienti dal fronte.
Nella seduta deH’8 marzo 1921, il presidente Ugo Lugli fece presente al consiglio che il civico nosocomio versava in condizioni finanziarie gravissime per il continuo aumento dei costi del personale, dei generi alimentari, dei materiali e dei combustibili mentre il reddito rimaneva invariato. Pertanto, con decorrenza 1 gennaio 1921 era stata aumentata la retta giornaliera di degenza, portandola a lire 14 per i ricoverati del Comune, a lire 15 per gli altri ricoverati e a lire 5 per la sola assistenza al malato.
Nella seduta del 7 giugno 1925. il presidente Giuseppe Pavani riferì al consiglio che. per interessamento dell’arciprete di Bondeno don Ulisse Gardenghi, cappellano dell’Ospedale, per convenzione con l’Istituto Sorelle della Misericordia di Verona, era stato potenziato l’organico dell’Ospedale con l’impiego di sei suore con varie mansioni: tre infermiere, una economa, una cuoca e una guardarobiera.
(Negli anni seguenti, la presenza di religiosi ha contribuito notevolmente al funzionamento dei vari reparti e servizi dell’Ospedale. Nel 1975, ricorrendo il cinquantenario di servizio delle suore in Ospedale, il consiglio di amministrazione presieduto da Ermes Bergamini ha loro rivolto un pubblico riconoscimento. Dopo la scomparsa di monsignor Gardenghi nel 1954, l’assistenza religiosa nell’Ospedale è stata affidata a monsignor Guerrino Ferraresi fino alla sua morte ed attualmente (1993)  il cappellano è don Aldo Galvani)
Nella seduta del 30 giugno 1935. il consiglio di amministrazione prese atto del collocamento a riposo del medico chirurgo-direttore dottor Carlo Doni per raggiunti limiti di età ed espresse il più sentito ringraziamento per l’opera da lui prestata. Non sottostando ad obbligo di pubblico concorso, il consiglio nominò quindi direttore il di lui figlio dottor Francesco Doni, trentaduenne medico chirurgo ( che si sarebbe avvalso della collaborazione dei dottori Giovanni Pirani e Arrigo Maestrello e, dopo alcuni anni, dei dottori Enzo Celeghini e Enzo Neri).
In quel periodo sono stati istituiti il servizio specialistico di oculistica, affidato al dottor Mario Verzella di Ferrara, ed il servizio di radiologia, affidato al dottor Enzo Bottoni di Bondeno. dirigente del Consorzio Provinciale Anti-tubercolare.
Nella seduta del 5 febbraio 1938. il presidente Araldo Torri annunciò al consiglio la prossima apertura del padiglione di isolamento per il ricovero di malati cronici, con una disponibilità di diciotto posti letto.
Nella seduta del 10 agosto 1939. il consiglio di amministrazione affidò all’ingegner Achille Sonora, tecnico dell’Opera Pia, il progetto di amplia-mento dell’ospedale con un tetto di spesa massima di 350.000 lire.
Nella seduta del 23 maggio 1944, il consiglio di amministrazione accettò di ospitare presso l’ospedale «Fratelli Borselli» il reparto ginecologico del-l’Arcispedale Sant’Anna di Ferrara con una consistenza di quaranta letti. Ne fu primario, fino alla fine della guerra, il professor Mario Cetroni.
Nella seduta dell’8 novembre 1944 il consiglio prese atto che le Forze Armate tedesche avevano requisito l’intero ospedale, che il personale medico e paramedico era stato collocato in aspettativa e che il personale avventizio era stato licenziato
Nella seduta del 17 giugno 1945, essendo terminata la guerra, il nuovo consiglio di amministrazione deliberò di riaprire l’Ospedale e di riassumere il personale medico, infermieristico e di fatica che già si era distinto in precedenza, e precisamente tre medici chirurghi, sette infermieri, sei suore, dieci persone di fatica e un cappellano.

(*) Questo lavoro di ricerca vuole essere un atto di riconoscenza a chi ha dedicato e dedica il proprio impegno, insieme ai personale medico, paramedico e tecnico, per un’adeguata e sempre migliore assistenza al malato nel nostro Ospedale.

Ivo Guidetti

Nota: Dal seguito dell’intervento si ricava che per posti letto (oltre trecento) e personale in organico (187 persone) l’apice fu raggiunto nel 1974; la legge di riforma sanitaria è del 1978 e il passaggio di competenze alla regione, tramite le USL, nel 1981.

Oggi l’edificio è cantierato, potete leggere le previsioni per il futuro facendo una ricerca su https://bondenocom.wordpress.com/?s=ospedale+di+bondeno