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Vogliamo tutto

Ieri è morto Nanni Balestrini che ai più sembrerà un arcaico avanzo del ’68 più che del ’63, una figura sospetta perché per lui e qualche altro la rivoluzione si poteva fare e  fare anche con le armi della poesia, e l’arte anche con la tecnologia, un uomo d’altri tempi ma profetico perché aveva anticipato che potevi avere tanti amici sconosciuti tra quelli che lottano per la città, per la casa, per la conoscenza accessibile a tutti, e contro il fascismo che c’era eccome e se ne accorgevano in tanti anche senza bestioni feroci a incarnarlo, contro la camorra, che anche quella c’era, per la collera applicata al desiderio di riscatto e pure alle opinioni musicali. Un pericoloso eversivo quindi che sapeva già che il lavoro se non è sorretto da diritti e garanzie può solo fare schifo, ridotto a fatica, che se non si lotta per la difesa del salario e della dignità è solo servitù,  che se ti consegni alla mediazione di rappresentanze  svendute è soggetto solo a arbitrio e discrezionalità.

È che erano anni nei quali era lecito anzi giusto volere tutto con rabbia e ribellione. Nei quali il padrone aveva paura dei lavoratori, le dinastie culturali dei poeti operai, le accademie degli studenti, la chiesa delle donne, i giornali delle radio libere e dei giornaletti scolastici e universitari, i premi letterari del Gruppo ’63, i clinici di Maccacaro, Cannes e Venezia del Free cinema e dei controfestival,  le toghe di Magistratura Democratica.

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Argomenti vari, Società

Anniversari

Insomma: la faccenda Sessantotto è più complessa di come viene raccontata e ricordata. Per fortuna, in questo strano anniversario, è stato pubblicato anche un libro che da ragione di questa complessità. Si tratta de Il Sessantotto. Magie, Veleni & Incantesimi SPA (Solfanelli, Chieti) di Danilo Fabbroni. Un’opera che dà ragione di questa complessità riportando una mole immensa di notizie, nomi e fatti che amplifica a dismisura l’orizzonte del Sessantotto. Non si tratta di un libro complottista: non nomina (né allude ad) alcun «grande vecchio» e, a dir la verità, non parla nemmeno di complotti. Piuttosto, fissa su carta una serie di puntini, lasciando al lettore la facoltà di unirli per far emergere un disegno. Non è quindi, un libro di facile lettura. Tuttavia aiuta a comprendere la complessità e la vastità della realtà sociale e politica nella quale siamo immersi e, di conseguenza, ad evitare manicheismi e semplificazioni eccessive.

 

Al seguente link si può assistere alla presentazione che Danilo Fabbroni ha tenuto presso la Domus Orobica: https://www.youtube.com/watch?v=hPVAV6-oUwU&t=112s

 

Roberto Marchesini