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Ultima Thule

 

thule

pdf121Thule (o anche, in italiano, Tule) è un’isola divenuta leggendaria, che compare citata per la prima volta nei diari di viaggio dell’esploratore greco Pitea (Pytheas), salpato dalla colonia greco-occidentale di Massalia (l’odierna Marsiglia) verso il 330 a.C. per un’esplorazione dell’Atlantico del Nord. Nei suoi resoconti (screditati da Strabone) si parla di Thule come di una terra di fuoco e ghiaccio nella quale il sole non tramonta mai, a circa sei giorni di navigazione in direzione nord dall’attuale Gran Bretagna. Fu citata anche da Tacito nella sua opera De vita et moribus Iulii Agricolae in cui tratta dell’esplorazione e della conquista della Britannia.

 

 

libri, storia

Per non parlar del gatto


La scuola media degli anni Cinquanta era molto diversa da quella attuale. Allora si rimandava, a ottobre, e all’occorrenza si bocciava anche, senza pietà. I voti erano molto più contenuti, più sobri, non ricordo di aver mai visto, ad esempio, un 9, e anche gli 8 erano molto scarsi, come le oasi in un deserto. Ci si accontentava del 6 e si era ben felici se qualche volta, casualmente, direi miracolosamente, capitava un 7.
Non avevamo materie “leggere”, come Educazione tecnica, o quella musicale. Non ci facevano vedere film, a scuola. I libri erano più castigati, con molta meno iconografia di adesso, meno paragonabili a riviste patinate, forse perché il concetto di scuola era più severo, quasi a  insegnarti che la vita era dura e dovevi cominciare a soffrire fin da piccolo.
Infatti non ci si andava gratis, alla scuola media, e dopo l’esame di quinta elementare ti attendeva un altro terribile esame, quello cosiddetto “d’ammissione”, difficilissima grata da superare, altrimenti finivi all’avviamento professionale e, terminati i tre anni, tutto finiva lì, non potevi andare alle superiori e, dopo, all’università. Per essere promosso dovevi, oltre a dare una buona dimostrazione di conoscenza della lingua italiana, letta parlata e scritta, padroneggiare l’analisi grammaticale e l’analisi logica a menadito, perché già dalla prima media ti attendeva il latino e si cominciava subito, con rosa rosae rosae, chissà perché era scelto il nome del bellissimo fiore per iniziarti ai misteri della prima declinazione; dopo ne arrivavano altre quattro ma, per farti capire che non erano tutte rose (e fiori), con la seconda declinazione ti aspettava un animale inquietante, lupus lupi lupo, la stessa belva che avresti incontrato più tardi, alle superiori, assieme al timido e sfortunato agnello, quando arrivano, siti compulsi, spinti dalla sete, allo stesso ruscello.
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