politica, storia

Sovversivi e rivoluzionari

Parità fra i sessi, suffragio universale, eleggibilità delle donne a ogni carica, autonomia dei Comuni, istruzione primaria gratuita, assistenza sociale per gli ammalati e per i poveri. Tutto questo accompagnato da uno spiccato mecenatismo artistico-culturale, amore per il Comune-Stato che ricorda l’Italia del Cinquecento e una Costituzione all’avanguardia in Europa. Non è la descrizione di un sogno ma del periodo a cavallo fra il 12 settembre 1919 e il 25 dicembre del 1920, a Fiume, dove Gabriele d’Annunzio, per ribellione e sfregio alla Società delle Nazioni e per rivendicare una terra che era italiana creò lo Stato libero di Fiume. D’Annunzio occupò la città con una sua vera e propria “Compagnia di ventura”, fatta da nazionalisti, arditi della Prima guerra mondiale e volontari, fu l’incontro fra la Rivoluzione, che in seguito con quella stessa visione del mondo fu incarnata dal Fascismo, e la Reazione, incarnata dal mecenatismo, dalla guida di un esercito che reagiva alle decisioni della democratica Società delle nazioni. Lì si incontrarono militari, avventurieri, intellettuali, scrittori, patrioti che non volevano rinunziare a quel lembo di Italia.

Tutti contro la borghesia, sia quella di sinistra, massonica e esperta di traffici vari, sia quella affarista e liberaldemocratica, che aveva spinto gli Italiani ad andare in prima linea e, dopo la guerra, intendeva riprendere i propri traffici. Fra questi intellettuali particolari, due avevano particolare creatività: Guido Keller, uno dei migliori aviatori della squadriglia di Francesco Baracca, eroe di guerra, artista a modo suo, futurista e legionario fra i pù vicini a d’Annunzio: l’unico che gli dava del tu. Girava nudo con un’aquila sulla spalla, era salutista, nudista, bisessuale. Subito legò con un altro intellettuale sui generis, Giovanni Comisso, che disertò dall’esercito italiano per passare con la legione di d’Annunzio. Nella primavera del 1920 fondarono un’associazione: “Yoga”. (Yoga significa “unire”). Si tenevano riunioni aperte a tutti su aspetti culturali controversi: l’organizzazione dell’esercito, il libero amore, la nuova urbanistica, l’abolizione del denaro e, a novembre, fondarono la rivista “Yoga” con la testata fra due svastiche, simbolo della rinascita, della ripartenza, con una scritta sotto la testata: “Unione degli spiriti liberi tendenti alla perfezione”. Una rivista che era un grido di adesione a d’Annunzio e alla “Carta del Carnaro”.

A ripercorrere tutta questa storia con la riproduzione integrale di tutto il pubblicato della rivista (quattro fascicoli di difficilissima reperibilità) ci ha pensato Simonetta Bartolini, docente di Letteratura italiana contemporanea, una dei massimi esperti della letteratura del Novecento. Il libro (“Yoga”. Sovversivi e rivoluzionari con d’Annunzio a Fiume, Luni editrice, pagg. 380, euro 25,00) si avvale di un ampio saggio introduttivo e della riproduzione di tutto il pubblicato. Un libro di grande interesse per comprendere una componente poco conosciuta della cultura dell’Impresa fiumana. Ma Yoga cosa doveva unire? L’arcaico e il futuro, contro la modernità. Alla base, il culto dell’individuo e dello spirito, incarnato in una società governata da una aristocrazia guerriera, con una comunità che si richiama alla bellezza e fonda un’inedita morale. Una visione nietzscheana o, meglio ancora, dannunziana. In quelle pagine c’era già tutto, in maniera sorprendente: la critica contro la democrazia liberale, la globalizzazione (allora chiamata internazionalismo) contro la borghesia e contro l’industrializzazione che, grazie al capitalismo, ridusse in schiavitù masse di lavoratori (“industrie parassitarie”). Ma anche il richiamo alle tradizioni, al “genio italico” che i popoli tedesco, francese e inglese cercavano di soffocare, il richiamo alla sovranità monetaria per evitare che i popoli del Nord Europa potessero sottomettere il resto del mondo. A Fiume avevano capito tutto con decenni di anticipo.

*Yoga”. Sovversivi e rivoluzionari con d’Annunzio a Fiume, di Simonetta Bartolini,  Luni editrice, pagg. 380, euro 25,00

conferenza

Conferenze alla biblioteca Ariostea

Lunedì 16 settembre ore 17 – ITALIANI BRAVA GENTE Rileggere i caratteri degli italiani
Claudio Cazzola – “GLI INDIFFERENTI” DI ALBERTO MORAVIA
Introduce Marcello Folletti
“Moravia è un visitatore, quasi in senso biblico, uno strano angelo che compare sulla scena. Io devo dire che ha sempre pesato sulla mia vita un ricordo infantile che, curiosamente, ha fatto da chiave alla comprensione di Moravia, cominciando dal primo libro di Moravia che ho letto, che è appunto Gli Indifferenti”. Il silenzio del testimone invisibile, che entra negli spazi privati dei personaggi del romanzo per redarne lucidamente gli atti linguistici e i comportamenti relativi, si concretizza in una scrittura aliena da compiacimenti di alcun genere. La definizione di Furio Colombo sopra riportata può trasformarsi in utile viatico per la rilettura di un testo che, pubblicato nel 1929, fa parte integrante del canone dei classici. Ed un’opera che sia tale non ha mai finito di dire quel che ha da dire – teste Italo Calvino.
A cura dell’Istituto Gramsci di Ferrara e dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara
martedì 17 Settembre ore 17 – LA COMPAGNIA DEL LIBRO – VIETATO AI MINORI
TOP FIVE: CINQUE SFUMATURE DI EROS – Breve viaggio nella letteratura hardcore dal Novecento ai giorni nostri
Vietato ai minori Dopo la torrida estate, la Compagnia del Libro ritorna con un settembre particolarmente piccante; non paghi della calura estiva ecco anche le pagine più hot della letteratura. Nel primo appuntamento con il nuovo ciclo autunnale-invernale Top Five sono di scena i cinque libri erotici che non devono mancare in ogni libreria.
Alberto Amorelli presenta Elisa Orlandini, Linda Morini, Rosa Cristofori Solitario, Sara Macchi e Matteo Pazzi, cinque lettori d’eccezione per cinque libri che sfiorano tutte le dinamiche della letteratura erotica di livello.
In collaborazione con l’Associazione Gruppo del Tasso di Ferrara

» mercoledì 18 Settembre ore 17 – INCONTRI RAVVICINATI
CARLO BASSI, I SUOI AMICI E LA VITA CIVILE E CULTURALE DI FERRARA – Intervista a Carlo Bassi a cura di Gian Pietro Testa
Presiede Flavia Franceschini
In apertura il Sindaco Tiziano Tagliani porterà il proprio saluto.
Carlo Bassi compie novant’anni. L’Istituto Gramsci e l’Istituto di Storia Contemporanea hanno deciso di festeggiarlo con un incontro, in cui verrà intervistato sulla sua lunga e appassionata attività pubblica. Bassi è stato un eccellente professionista nel suo campo professionale come architetto; ma soprattutto ci interessano le sue molteplici ‘presenze’ nella vita civile, culturale e amministrativa della nostra città. Il nostro intento è quindi duplice: onorare la figura di un intellettuale esemplare per competenza e coraggio civile; ripercorrere insieme a un protagonista della vita culturale e politica della città le tante vicende che lo hanno visto presente e ricostruire le molteplici relazioni che Bassi ha realizzato con altre importanti figure di intellettuali lungo gli anni della sua vita ferrarese.
A cura dell’Istituto Gramsci di Ferrara e dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

» giovedì 19 settembre ore 17 – OPERA PRIMA
Giacomo Maccanti – LICANTROPUS (Liux Edizioni, 2013)
Licantropus Daniel, il protagonista, è giovane, è solo un adolescente amante del videogiochi che si trova a confrontarsi con mondi sconosciuti. Tutto si mischia in questo viaggio, tutto fa credere una cosa e al contempo, il suo contrario. Partiamo da Cardiff, nei paesini dei pescatori, in castelli fiabeschi, tra le pietre mute ma custodi di antichi simboli e arriviamo in Transilvania, da sempre nell’immaginario comune, sinonimo di saghe e leggende. Questo il viaggio in cui questo romanzo ci catapulterà, una dimensione a metà tra sogno e realtà, alla volta di nuovi mondi.
Giacomo Maccanti è nato a Ferrara nel 1991. Frequenta la facoltà di Scienze Giuridiche ed è appassionato di letteratura italiana. “Licantropus” è la sua opera prima.

» venerdì 20 settembre ore 17 – Conferenza
GABRIELE D’ANNUNZIO NEL CENTOCINQUANTESIMO DELLA NASCITA (1863 – 2013) – A cura di Franchino Falsetti
Franchino Falsetti, musicologo e critico d’arte, ci offre l’occasione per celebrare una delle figure più poliedriche della vita culturale italiana ed europea.
Il D’Annunzio – ci dice -è un nuovo Faust che ha cercato di rintracciare nella propria vita e nelle sue multiforme esperienze l’energia dionisiaca, quella avvolgente ebbrezza, quell’estasi che sintetizza , in omaggio a Nietzsche, nella nota poesia Laus Vitae: “Tutti miei sensi/ Vigilavano, nell’attesa/ Delle gioie oscure”. […]
Alfredo Oriani, diceva di D’Annunzio, che “egli pensava con gli occhi”.
La vita era infatti, considerata una leggiadra metafora della Bellezza, pensata con gli “occhi” che ne erano i filtri illuminanti per decifrare i tracciati invisibili lasciati dalla sua consapevolezza “panteista” e dal perenne desiderio di rigenerazione: “ove giacqui, rinacqui”.
D’Annunzio dunque come poeta, come scrittore, come saggista, come insaziabile amante, come intrepido soldato, come mirabolante interprete della “velocità” futurista, darà vita alla nascita di nuovi stili di comportamento e di filosofia dell’essere. Una visione egocentrica che potremmo sintetizzare:
“Vivere è godere e agire”.
Biblioteca Comunale Ariostea
Via Scienze, 17 – 44121 Ferrara – tel. 0532 418200; fax 0532 204296