Teatro

E pensare che c’era il pensiero

di

Teodoro Klitsche de la Grange05 novembre 2021

Come scrive l’autore “ora, in questa nostra epoca così apparentemente illuminata, abbiamo dichiarato che restare ancorati alla realtà sia una cosa da condannare. Perciò non abbiamo semplicemente finito col credere in alcune falsità”, ma alla falsità, compreso il non essere, inteso al minimo come ciò che non esiste, anzi ciò che ragionevolmente non può esistere. La diffusione di tale credenza è sorprendente, e contraddice la pretesa di essere, nel contempo, dei “fedeli della ragione”. Perché credere in una cosa che non è ma addirittura non può essere, serve solo ad illudersi o ingannare gli altri. Come scrive Dante “Ti fai grosso / col falso imaginar, sì che non vedi / ciò che vedresti, se l’avessi scosso”. Così una volta creduto nell’irrealtà, si deve conseguentemente svincolarsi dalla logica e dall’esperienza. Scrive Esolen: “Uno dei sintomi dell’irrealtà è sicuramente l’incapacità di riconoscere la propria stupidità… Tutti, in qualche maniera, siamo degli sciocchi: ci sono gli sciocchi che lo sanno, e gli sciocchi che, non sapendolo, sono ancora più sciocchi”, scrive l’autore descrivendo la parabola delle università americane popolate, del tipo umano Homo academicus saecularis sinister.

Nell’illudersi un’importanza decisiva ha il linguaggio “Una delle strane caratteristiche della Città Irreale è l’ossessione simultanea per il linguaggio e un rifiuto generale di riconoscere a cosa serve il linguaggio”. Nomina sunt consequentia rerum dicevano i romani: invece oggi, precisa l’autore “Vogliamo creder che le nostre parole possono alterare la realtà”. Solo che questo significa creare il falso: un uomo che afferma di essere una donna, e pretende di essere considerato e chiamato tale, continua ad essere un uomo. D’altra parte, secondo un noto detto, il Parlamento inglese poteva fare qualsiasi cosa, tranne che cambiare l’uomo in donna; tale limite non c’è per i creatori e fedeli di certi idoli, tendenzialmente creduli nell’onnipotenza (delle parole).

Il che somiglia assai più che a un ragionamento a un desiderio che si trasforma in obiettivo, in un quid da realizzare. Senza però chiedersi se sia realizzabile. Con ciò presupporrebbe una potenza (o onnipotenza) che non è nelle disponibilità umane. Basta all’uopo constatare – a livello macroscopico – qual è stata la sorte del comunismo, il cui esito era la società comunista o senza classi. Già nel giovane Marx il comunismo era indicato come la soluzione dell’enigma irrisolto della storia. Ossia la formula per cambiare la natura umana mutando i rapporti di produzione. L’instaurazione della società senza classi avrebbe comportato l’estinguersi dello Stato e del politico. Solo che non c’era un esempio nella storia che ciò si fosse verificato. I presupposti del politico, cioè l’insopprimibilità (la costanza) del comando/obbedienza, del pubblico/privato, dell’amico/nemico, risultavano dati in ogni comunità umana conosciuta (l’uomo è zoon politikon). Il resto della parabola dimostra che il comunismo realizzato (cioè il socialismo reale) ha retto solo perché (contrariamente alle intenzioni) ha potenziato le tre costanti. Ha creato dittature sovrane, società che hanno quasi completamente annichilito il “privato”, ha avuto nemici (la borghesia, ecc.) come qualsiasi altro regime politico.

Dopo poco più di settant’anni (al massimo, per l’Urss) il tutto è finito per implosione, dato che la stessa classe dirigente non credeva più nel sistema e della società senza classi non si sentiva il profumo, neanche alla lontana. Il tutto può ripetersi in utopie/illusioni che presentino caratteri analoghi: obliterare la realtà per andare appresso all’immaginazione di essa. Cosa che, come scriveva Machiavelli, porta alla “ruina sua”. E causa di quella ruina è aver creduto all’impossibile. Cioè alla fuga dalla realtà e dalle costanti che la governano.

Sex and the unreal city, La demolizione del pensiero occidentale di Anthony M. Esolen, Il Timone, Milano 2021, 233 pagine, 22 euro

fantascienza, premio, Teatro

Gloria Barberi

Gloria1rVive a Recco (in provincia di Genova) e ha uno stupendo mare, a due passi da casa, ispiratore delle sue opere dalle atmosfere liriche e oniriche.
Gloria Barberi, autrice di testi di narrativa e di teatro, ma anche attrice teatrale, è stata un’animatrice del fandom della Sf italiana degli Anni ’80, periodo che ricorda con grande piacere. Ma Gloria ha anche altre passioni quali il canto (fa parte di un gruppo corale), lo studio e i viaggi nelle città d’arte, la fotografia e la musica new wave elettronica.
Abbiamo avuto il piacere di conversare con lei.

Come scrittrice nasci nel mondo del fandom degli Anni ‘80 quando collaboravi con riviste e fanzine tra cui The Dark Side definita da Vittorio Catani tra le migliori del panorama del fandom. Hai dei ricordi che vuoi condividere con noi? Collaboravi anche con Sf…ere, Pulp e varie riviste, insomma, com’era quel periodo e cosa vi animava?
Quello mi appariva come un periodo “pionieristico”, c’era tanto entusiasmo nel fandom e tanta voglia di fare, credevamo davvero di poter far nascere in Italia un movimento incentrato attorno all’amore per il Fantastico in ogni sua forma. Probabilmente eravamo ingenui. Nel corso del tempo ho visto il “movimento” frammentarsi dietro a differenze di gusti e opinioni politiche, a un certo punto venne a crearsi un’atmosfera del tipo: “Quel genere è di destra, quell’altro di sinistra”; “Se sei amico di Tizio non puoi esserlo di Caio”, e via così. Alcuni scrittori sono passati al campo professionale e hanno perso interesse per l’aggregazione e il semplice stare insieme in modo amichevole. Non voglio dire che ci sia chi è “salito sul piedistallo”, semplicemente la gente cresce e prende altre vie. Comunque quell’esperienza mi ha dato modo di intrecciare legami che durano ancora oggi, e di incontrare grandi figure di scrittori che conoscevo solo attraverso i romanzi, come Robert Silverberg, un nome per tutti.

Proprio con la sopracitata The Dark Side tra l’altro vincesti il Premio Terre Lontane, nel 1988, con il racconto “Come le bambole di notte” e poi pubblicasti nel 1990 il romanzo “I Custodi”, sostanzialmente definito dall’allora direttore editoriale Franco Ricciardiello come una meditazione sulla condizione umana e sulla vita, estremamente spirituale…
Tengo molto a “I custodi”, che nel tempo si è ampliato e arricchito Gloria2rdi nuove scene e idee, cosa che succede inevitabilmente quando ritorno su vecchie cose anche soltanto per revisionarle. Purtroppo credo si tratti di una storia troppo intimistica per attrarre l’interesse di un editore. In effetti la fantascienza mi è servita solo da pretesto per esporre alcune delle mie idee sull’ecologia e sull’arte che io ritengo essere l’unico linguaggio universale capace di unire persone e culture diverse. La scelta del titolo ha una genesi un po’ strana, in quanto si tratta del titolo di uno sceneggiato radiofonico che ascoltavo da bambina, imperniato su un popolo alieno che difendeva i terrestri. Per la verità ricordo ben poco di quello sceneggiato, ma il titolo mi sembrava appropriato, e una sorta di “omaggio” a una delle mie prime “esperienze” con la SF.

Poi è arrivato anche il teatro con l’impegno sia nella scrittura di testi sia nella interpretazione di ruoli ricevendo vari riconoscimenti tra cui il Premio Moncalieri. Ci vuoi parlare di questa tua attività creativa?
Il teatro è una passione nata quando ero bambina, banalmente dalle classiche esperienze delle recite scolastiche, ma non avrei mai pensato di poter salire su un “vero” palcoscenico, anche se a un livello soltanto amatoriale. L’occasione si è presentata alla fine del 1996, con l’apertura di una di una scuola di recitazione presso un teatro appena restaurato, nel paese confinante a quello in cui vivo. E’ stata la curiosità di conoscere finalmente ciò che si nasconde dietro al mestiere dell’attore a spingermi a iscrivermi ai corsi. Da allora l’esperienza è sfociata nella costituzione di una piccola compagnia che ogni anno porta in scena un testo scelto tra lavori classici e moderni. Ci siamo cimentati tra l’altro con Neil Simon, Pirandello, Agatha Christie. Alla scrittura di testi teatrali sono arrivata su richiesta di un amico. Era nostra intenzione portare in scena una sorta di “spettacolo itinerante” nella cornice della città di San Marino, in occasione di una Italcon, così scrissi “Il palazzo della notte”, un racconto a tappe in forma onirica. Purtroppo il progetto non andò in porto, ma quando per caso mi capitò sotto gli occhi il bando del Premio Città di Moncalieri che prevedeva anche una sezione teatrale, pensai di partecipare proprio con quel testo. Non immaginavo di poter vincere.

Quanto nel teatro ci hai messo dell’esperienza da scrittrice di fantascienza? Hai trovato delle cose che accomunavano le due arti visto che hai sempre amato le atmosfere oniriche e liriche?
Gloria3rL’esperienza come scrittrice mi aiuta senz’altro a entrare nei personaggi, capirne le motivazioni, e a immaginare attorno a me ciò che la scenografia, ovviamente ridotta, non può riprodurre. Scrivere è un gioco solitario, il teatro è un gioco di squadra estremamente soddisfacente. Ciò che mi ritrovo a recitare è profondamente diverso da ciò che scrivo, dal momento che portiamo in scena soprattutto commedie, e io ho ruoli di caratterista. Ma il senso di straniamento dalla realtà che si prova sul palco è molto simile a quello che sopravviene quando ci si immerge nella scrittura. Si sta dando vita a qualcosa, anche se nella scrittura c’è una creazione immediata e indipendente, mentre nella recitazione di un testo ci si ritrova a ripetere parole e gesti appresi attraverso decine e decine di prove. Eppure anche in quell’occasione ci si ritrova a “creare”. E la creatività torna molto utile per far fronte ai più bizzarri imprevisti che possono capitare nel corso di uno spettacolo, tipo una musica che non parte, un oggetto mal posizionato che cade, un compagno che sbaglia o dimentica una battuta…

Alejandro Jodorowsky intellettuale, drammaturgo e regista teatrale sostiene l’idea del potere terapeutico dell’immaginazione. Per te cosa rappresenta?
Immaginare fa parte della natura umana. Non saremmo arrivati dove siamo arrivati adesso, nel bene e nel male, se fossimo stati privi di immaginazione. Ognuno poi possiede un suo mondo privato dove si agita ogni sorta di bizzarra fantasia. Penso che trovare il mezzo di portare fuori questo mondo, attraverso una forma artistica, sia il mezzo migliore per comunicare, a volte forse l’unico. Penso alle persone autistiche o con diversi problemi psichici, o semplicemente patologicamente timide. L’arte permette di connettersi agli altri e comprendere che, anche se nessuno è uguale a un altro, siamo tutti simili, di conseguenza non siamo soli. Attraverso l’immaginazione possiamo purgarci dalle nostre paure, riparare le ferite che la vita ci ha inferto ed esaminare possibili alternative per un’esistenza migliore.

Quali sono i tuoi programmi, pensi di tornare a scrivere e pubblicare narrativa fantastica? E cosa stai rappresentando invece a livello teatrale?
A dire il vero non ho mai smesso del tutto di scrivere, anche se Gloria4r mi sono allontanata dalla narrativa fantastica. Da anni faccio parte di un piccolo gruppo di scrittura creativa che si riunisce una volta al mese nella biblioteca del paese per discutere e confrontare i propri lavori costruiti attorno a un titolo deciso durante la riunione precedente. Si possono portare poesie, racconti brevi, ma anche immagini grafiche (cosa che io faccio spesso) o anche testi altrui che però ci ispirano. Da qualche anno, questo gruppo organizza uno spettacolino attorno a un tema diverso, nel quale ognuno porta il proprio contributo sotto forma di testi, immagini, musica.
Non so se tornerò, prima o poi, a cimentarmi con qualche opera letteraria più impegnativa. Come suol dirsi, ho un cassetto pieno di opere mai pubblicate, soprattutto romanzi. A richiesta di un’amica ho dedicato una pagina Facebook a “L’occhio sinistro di Horus”, la cui prima stesura risale agli Anni ‘90, una rivisitazione della scoperta della tomba del faraone Tutankhamon vista attraverso il filtro dell’esoterismo. Scriverlo è stato per me un divertimento, una di quelle occasioni per ficcare in una storia “di tutto ma proprio di tutto”, cercando però di restare coerente con la realtà storica. Cosa che del resto ho fatto spesso in molti dei miei racconti. Il prossimo impegno della Compagnia del Teatro San Giuseppe, riguarda Dario Fo e Giorgio Gaber. Del primo porteremo in scena un atto unico che stigmatizza l’ipocrisia della società borghese degli Anni ‘60; del secondo, alcuni dei monologhi più classici, tra i quali “Elogio della schiavitù”, che io ritengo attualissimo.

Allora restiamo sintonizzati e ci risentiamo su queste colonne per scrivere delle nuove performance di Gloria e della sua brillante compagnia teatrale!

Filippo Radogna

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conferenza, Teatro

Come stelle nel buio

Conferenze e Convegni lunedì 11 dicembre 2017 ore 17

Nemiche complici sorelle. Da Antigone a Baby Jane.

Conferenza di Elena Porciani

La conferenza si propone di presentare il romanzo Che fine ha fatto Baby Jane? di Henry Farrell (1960), da cui nel 1962 è stato tratto il celebre film di Robert Aldrich, trattando, in particolare, il rapporto di Jane e Blanche Hudson nei termini di una rimotivazione in chiave psicopatologica della cura conflittuale fra sorelle. A tal fine verrà presentata una sintetica casistica di odio-amore sororale che parte dall’Antigone per approdare, attraverso Maupassant, alla narrativa e al cinema contemporanei.

Per il ciclo “Libri in scena”, in occasione dello spettacolo “Come stelle nel buio”, in programmazione dal 15 al 17 dicembre al Teatro Comunale di Ferrara.
A cura dell’Associazione Amici della Biblioteca Ariostea

 

Conferenze e Convegni martedì 12 dicembre 2017 ore 17

Archeologia in Biblioteca (6a edizione)

Fernando Rebecchi: la figura, l’opera, il magistero

Protagonisti della ricerca archeologica

Incontro in ricordo a Palazzo Paradiso
In segno di riconoscenza e affetto, con la presente iniziativa desideriamo richiamare l’attenzione e proporre una riflessione sulla figura, attualità dell’opera e insegnamento dell’amico, collega e maestro, a vent’anni dalla scomparsa.
Alberto Andreoli, Maurizio Harari, Lorenzo Lazzarini, Jacopo Ortalli, Patrizio Pensabene, Sergio Rinaldi Tufi, Vincenzo Scarano Ussani, Cinzia Vismara e Livio Zerbini

Fernando Rebecchi (1943-1997) è stato assistente presso l’Istituto di Archeologia dell’Università di Bologna, quindi titolare dell’insegnamento di Storia dell’arte antica e di Archeologia e storia dell’arte greca e romana presso la Facoltà di Magistero, poi di Lettere e Filosofia, dell’Ateneo ferrarese. Tra i meriti scientifici dello studioso emiliano si ricordano importanti indagini e pregevoli studi relativi a problemi – specifici e generali (tipologie, produzione, diffusione, reimpieghi, collezionismo) – posti dalla scultura, di epoca romana e tardo-antica, in area cisalpina e alto-adriatica. Si segnalano inoltre l’apprezzata partecipazione a prestigiose iniziative editoriali di alta divulgazione, quali le Guide archeologiche Laterza (coautore del volume Emilia. Venezie), l’Enciclopedia dell’Arte Antica Classica e Orientale (compilazione di voci per il Secondo Suppl emento 1971-1994), la Storia di Roma Einaudi (contributi “Ravenna, ultima capitale d’Occidente” e “Le città dell’Italia suburbicaria” nel volume L’età tardoantica); ancora, il coordinamento scientifico e la curatela della Miscellanea di Studi Archeologici e di Antichità (Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi); infine, l’organizzazione del Convegno internazionale di studi “Spina: due civiltà a confronto” (Ferrara 1994) e la successiva pubblicazione, giunta postuma [1998], del volume degli atti (Spina e il delta padano. Riflessioni sul catalogo e sulla mostra ferrarese).
A cura del Centro Italiano di Studi Pomposiani e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “B. Giovanni Tavelli da Tossignano” di Ferrara, in collaborazione con il Laboratorio di studi e ricerche sulle Antiche province Danubiane dell’Università di Ferrara.

Invito alla lettura mercoledì 13 dicembre 2017 ore 17

Romanzi storici: intrighi, guerre e amori

Letture e analisi di Enrico Neri, Elisa Orlandini, Alberto Amorelli e Alessandro Tagliati.

La Compagnia del Libro chiude il 2017 con un appuntamento con la storia: i lettori si tufferanno nella lotta delle città-stato greche contro il vasto e potente impero persiano, e il coraggio di un pugno di guerrieri entrati nella leggenda, faranno un tuffo nel medioevo scandinavo, costellato di intrighi politici, fede ed amori. Si udiranno il boato dei cannoni, il rombo della cavalleria in carica fra le nubi di fumo create da migliaia di moschetti. Si parlerà di sangue e polvere da sparo ai tempi di Napoleone. I consigli di lettura di dicembre targati Gruppo del Tasso ripercorrono la storia dell’Europa vista e vissuta attraverso la penna di tre grandi interpreti del romanzo storico moderno: Bernard Cornwell, Andrea Frediani e Jan Guillou.
A cura della Compagnia del Libro / Gruppo del Tasso di Ferrara

Eventi giovedì 14 dicembre 2017 ore 10,30

Consegna del Premio “Città di Ferrara – Ippogrifo d’oro”

e scoprimento della targa in memoria della Contessa Teresa Foscolo Foscari

Alla cerimonia, presieduta dal Sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani, prenderanno parte Ferigo Foscari Widmann Rezzonico, il vicesindaco Massimo Maisto, il presidente del MEIS Dario Disegni, la direttrice del MEIS Simonetta Della Seta, il Consigliere di Stato Daniele Ravenna e il direttore della Biblioteca Ariostea Enrico Spinelli
Nella Sala Agnelli della Biblioteca Comunale Ariostea si svolgerà la cerimonia di consegna del prestigioso premio Ippogrifo all’avvocato Ferigo Foscari Widmann Rezzonico che, nel maggio del 2016, ha donato il manoscritto autografo de “Il Giardino dei Finzi Contini” alla Biblioteca Ariostea.
Successivamente, nel giardino di Palazzo Paradiso, si procederà allo scoprimento della targa in memoria della Contessa Teresa Foscolo Foscari, nonna di Ferigo Foscari, “musa ispiratrice” di Giorgio Bassani. Composto da alcuni quaderni stilati di pugno dal grande scrittore ferrarese tra il 1958 e il 1961, il Manoscritto autografo rappresenta una straordinaria testimonianza del genio creativo dello scrittore. La Contessa Teresa Foscolo Foscari, (1 febbraio 1916 – 17 febbraio 2007), veneziana, donna di cultura e ambientalista, è stata per oltre mezzo secolo protagonista delle battaglie per la salvaguardia del patrimonio culturale italiano, in particolare veneziano, ricoprendo in Italia Nostra ruoli di grande rilievo.

Incontro con l’autore venerdì 15 dicembre 2017 ore 17

Diario di chi?

Presentazione del libro di Emilio Diedo

Coedizione Arstudio C & L’ALIANTELEONE
Dialoga con l’autore Gina Nalini Montanari
Storia ambientata a Ferrara, proiettata d’oltre cento anni nel futuro. Il protagonista, Adamo Argillo, trentenne, segretario nel centro internazionale di ricerca La Bolla, struttura che è anche la sua dimora, saprà solo quando saranno defunti chi siano i suoi genitori, dal testamento lasciatogli dal padre. Alla biografia del protagonista è abbinata la presenza della sua ragazza, che ne diverrà moglie, Odette, anche lei con un passato tormentoso, tale da turbarne l’identità intrecciando, con la questione esistenziale d’Adamo, una ricerca sulle loro origini dal taglio parossistico e paradossale che induce, prima Adamo e poi lui ed Odette insieme, a riflettere sulla propria condizione umana. Soprattutto per Adamo riaffiora l’amletico dilemma, che scorre per tutto il romanzo, fino alla conclusione, in una dialettica sempre a contatto col divino. Contesto abbellito dalla favola, nella quale il mondo animale raggiunge la ca pacità di parlare alla maniera degli esseri umani. Narrazione che vorrebbe rispondere alle tematiche delicate, stringenti, talora scottanti, ai veri tabù del sociale che coinvolgono l’umanità in quest’epoca d’ambiguità, in cui ognuno ha l’azzardo di dire tutto ed il contrario di tutto.
Con il patrocinio del Gruppo scrittori ferraresi

Conferenze e Convegni giovedì 21 dicembre 2017 ore 16,30

Charles Dickens e la magia del Natale

A cura di Stefano Caracciolo

Le tradizioni del Natale riesplorate con note psicobiografiche sulla vita e l’opera di Dickens
La prima conferenza di “Anatomie della mente – Anno Undicesimo”, il più longevo ciclo di incontri della Biblioteca Ariostea, com’è ormai tradizione, si occuperà del Natale, la festività più sentita dagli italiani. In questo caso si tratterà del Natale della turbolenta Londra di inizio Ottocento e di tutte le sue contraddizione perfettamente dipinte dal cantore dell’epoca, Charles Dickens.
Prima tappa di un affascinante percorso di viaggio mensile pieno di psicologia e altre storie: Dottori Cattivi, Vita e Opere di Mary Poppins, Per una Psicologia della Esplorazione; Volare, Oh Oh!; Il Poeta della gentilezza (programma completo allegato alla newsletter).
Stefano Caracciolo, medico, psichiatra, psicologo, psicoterapeuta, professore ordinario di Psicologia Clinica – Università di Ferrara / Az.USL di Ferrara. Autore di oltre 150 pubblicazioni a stampa su riviste scientifiche italiane ed estere del settore, nonché di diverse monografie, socio di numerose Società Scientifiche nazionali e internazionali. Dirige e coordina il Centro Interaziendale per i Disturbi del Comportamento Alimentare.
Per il ciclo Anatomie della mente – Conferenze dei Giovedì di Psicologia – Anno Undicesimo, in collaborazione con la Sezione di Neurologia, Psichiatria e Psicologia Clinica della Facoltà di Medicina, Farmacia e Prevenzione dell’Università di Ferrara

 

Biblioteca Giorgio Bassani

Teatro

Stagione teatrale a Cento

Inizia la vendita del CARNET MISTO stagione Teatrale 2016/2017- Fondazione Teatro “G.Borgatti” di Cento

Da sabato 8 ottobre 2016, presso la Biglietteria del Centro “Pandurera”

copertina brochure Stagione 2016 2017
Ultimi giorni per acquistare gli abbonamenti della nuova stagione teatrale della Fondazione Teatro G.Borgatti.
Da sabato 8 ottobre al via la vendita del “carnet misto” che potrà essere composto a piacimento scegliendo tra la vasta gamma degli spettacoli offerti nell’ambito dell’intera programmazione.

22 spettacoli suddivisi in 9 diversi cartelloni: 5 spettacoli di Prosa e 2 di Prosa in rosa, 4 del cartellone Altro Teatro, 2 Musical, 2 spettacoli di danza, 4 commedie dialettali e un appuntamento con la Musica, l’Operetta e con Famiglie a Teatro.

Tra i nomi di maggiore richiamo: Vito a Claudia Penoni, Oblivion, Simone Cristicchi, Maria Amelia Monti e Paolo Calabrese, Gianluca Guidi e Giampiero Ingrassia, Sandra Milo, Laura Freddi e Maria Pia Timo, Milena Vukotic e Lucia Poli.

Il carnet misto è acquistabile esclusivamente presso la biglietteria del Teatro Pandurera (via XXV Aprile 11 a Cento) nei seguenti giorni e orari:

– da martedì a venerdì dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19; il Sabato dalle 10 alle 12.30.
Per maggiori informazioni: www.fondazioneteatroborgatti.it

biglietteria@fondazioneteatroborgatti.it – tel.051/6843295

[Fonte: Erica Bondi – Ufficio Stampa Fondazione Teatro G. Borgatti]

Teatro

Ferrara Off

Sabato 18 giugno – ore 21
Maria Paiato legge ‘Il Gattopardo’

di Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Terza puntata
Le vicende della nobile casata dei Salina hanno ripreso vita al Teatro Ferrara Off già dai primi giorni di giugno quando, partendo da un’idea di Giulio Costa, l’attrice Maria Paiato, una delle più raffinate protagoniste del panorama teatrale italiano, con la sua coinvolgente interpretazione, ha iniziato la lettura, a puntate, dell’unico romanzo scritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa. “Il Gattopardo”, le cui prime due puntate sono già disponibili on line, ascoltabili in streaming sul sito www.ferraraoff.it/diario-di-viaggio, torna in scena a Ferrara Off con la terza puntata sabato 18 giugno alle ore 21. La lettura prosegue le vicende famigliari dell’aristocrazia siciliana che tanto ricordavano a Tomasi di Lampedusa quelle della propria famiglia e, in particolare, quelle del bisnonno, il principe Giulio Fabrizio Tomasi, vissuto durante il Risorgimento. Il romanzo fu pubblicato nel 1958, grazie alla lungimiranza di Giorgio Bassani, allora editore presso Feltrinelli, che, fin dalle prime righe, ne riconobbe la grandezza. Proprio ricordando Bassani è nata la volontà di leggere a puntate ‘Il Gattopardo’. Le letture si inseriscono infatti, nell’ambito di ‘Biblioteca itinerante di letteratura’, un’iniziativa culturale con più di venti appuntamenti, omaggio a Giorgio Bassani editore e scrittore, nel centenario della sua nascita, che per tutta l’estate e fino al 15 ottobre animerà vari luoghi della nostra città. Un progetto culturale per Ferrara, omaggio all’autore-editore che tanto l’ha resa celebre nel mondo, e che, oltre al patrocinio del Comune, del ‘Centro studi Bassaniani’ e della Regione Emilia-Romagna, vanta anche il patrocinio del ‘Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Giorgio Bassani’, recentemente costituito dal Ministro Dario Franceschini, e del patrocinio della sezione di Ferrara di Italia Nostra, di cui Bassani fu presidente nazionale per quindici anni. La quarta e ultima puntata de ‘Il Gattopardo’ si terrà il sabato successivo, 25 giugno, sempre alle ore 21. È consigliata la prenotazione tramite il sito www.ferraraoff.it o telefonando al numero 333.6282360. Ingresso: euro 8 soci Ferrara Off, euro 5 under 20, euro 10 non soci (comprensivi di tessera associativa).

Associazione Culturale

Ferrara Off

Viale Alfonso I d’Este, 13

44123 Ferrara (FE)

ferraraoff@gmail.com

www.ferraraoff.it

Teatro

Ferrara, Teatro Off

Sabato 30 aprile, alle ore 19, Elio Talon inaugurerà la mostra ‘Germoglia’ che vedrà lo spazio di Ferrara Off animarsi di sculture e pergamene con testi poetici dell’artista.

La mostra è incentrata sul concetto di germoglio, quale riflessione sulla genesi della forma e sviluppo dei concetti. Le fasi della crescita divengono pretesto per un nuovo incanto dove l’archetipo del femminile viene messo in posizione di centralità.
‘Germoglia’ rappresenta il movimento concettuale che dal nucleo primario volge altrove, a cercare la propria fioritura: è momento di emancipazione e di libertà. La poetica della semina riporta alla fenditura, e della terra e del seme, come metafora della genesi. La parola scritta si fa semina, il corpo rappresentato si fa grumo di materia che germoglia a una visione armonica tra cielo e terra.

In occasione di ‘Germoglia’, Monica Pavani curerà le Domeniche d’estate (5, 12, 19, 26 giugno, alle ore 19), quattro appuntamenti dedicati alla poesia e alla letteratura, in collaborazione con l’azienda agricola Bio Pastoreria.
La mostra ‘Germoglia’ – a ingresso gratuito – sarà visitabile fino al 26 giugno ogni mercoledì dalle 16 alle 19, in concomitanza con tutte le attività dell’associazione, nelle Domeniche d’estate, oppure su appuntamento, chiamando il numero di Ferrara Off: 333.6282360.

Musica, Teatro

Il mito di Carmen

Invito alla lettura Martedì 26 Aprile ore 17

POMERIGGIO IN POESIA

Due sillogi poetiche: “COMPAGNO D’OCCASIONE” di Laura Maria Gabrielleschi e “PARLANDO D’ALTRO” di Rodolfo Cernilogar
Dialoga con gli autori Fabrizio Fiocchi
COMPAGNO D’OCCASIONE di Laura Maria Gabrielleschi – Poesie 1997- 2005 (Corymbos Poesia)
Ho provato a parlare d’amore o di amori, anche se resto molto scettica su questa parola, ma il compito del poeta è sublimare e superare lo scetticismo, capire che l’unica via per fissare amori, passioni, dolori e le loro contraddizioni è la poesia. Dove tutto si scioglie si amalgama.
L’autrice è nata a Lucca ma da anni vive a Grosseto dove svolge l’attività di promotore culturale. Ha pubblicato alcuni libri di poesia prefati da Dario Bellezza e Franco Loi. Nel 1997 ha vinto il Premio Montale(nota dell’autrice)
PARLANDO D’ALTRO di Rodolfo Cernilogar (Cicorivolta Edizioni)
Rodolfo Cernilogar si è disposto con umiltà all’ascolto di tanti poeti (si ritrovano qui echi di Montale, leopardi, Sereni, Penna e Pavese, Tra gli altri) e ne ha distillato una voce propria. Non si percepisce mai la fatica della scrittura, né il leggere costa alcuno sforzo, ma allo sguardo attento si coglie una estrema cura nello scegliere le parole. (dalla posta frazione di Francesca Del Moro)
L’autore nasce a Pisa, cresce in Maremma. Oggi vive e lavora tra Bologna e Ferrara. Pubblica nel 2006 il suo primo libro di poesia Argento di lumaca (Lieto Colle editore), vincitore di diversi premi. Fa parte del Gruppo 77, composto da poeti che a Bologna scrivono, leggono impastano poesia.

 

Conferenze e Convegni Mercoledì 27 Aprile ore 16,30

SCIENZA E LETTERATURA NELL’ETA’ DI ARIOSTO E COPERNICO

Con Luigi Pepe

Con Luigi Pepe

Agli inizi del Cinquecento si trovarono negli Stati Estensi gli autori di tre grandi opere, destinate a segnare la storia della cultura europea nei secoli futuri. Ludovico Ariosto (Orlando Furioso 1516, 1532), Francesco Guicciardini (Storia d’Italia 1533, 1538), Niccolò Copernico (De revolutionibus, 1516-1543). Essi furono anche interpreti, ciascuno a modo suo, di uno dei più produttivi e movimentati periodi dell’Italia moderna
A cura dell’Accademia delle Scienze di Ferrara

Conferenze e Convegni Giovedì 28 Aprile ore 17

IL MITO DI CARMEN

Libri in scena

A cura di Emilio Sala, musicologo
In occasione dello spettacolo CARMEN di Enzo Moscato, regia di Mario Martone –  Stagione di Prosa 2016 del Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara
Non a caso la “voce” Carmen si trova in molti dizionari dei miti letterari (per esempio quello a cura di Pierre Brunel, tradotto anche in italiano). La novella di Mérimée e soprattutto l’opera di Bizet hanno fecondato un “campo discorsivo” che è diventato sempre più autonomo rispetto a quei pur fondamentali testi di partenza. Si può dunque parlare di Carmen come di un mito moderno, di uno spazio per così dire autopoietico che si riconfigura continuamente restando sempre riconoscibile. Uno spazio sempre più mediatizzato nel quale il cinema e le ri-mediazioni audiovisive, da Preminger a Godard Brook Rosi Martone ecc. hanno giocato un ruolo cruciale e interno alla struttura stessa del mito.
L’incontro è parte del ciclo Libri in Scena, a cura dell’Associazione Amici della Biblioteca Ariostea in collaborazione con Fondazione Teatro Comunale “Claudio Abbado” di Ferrara

Conferenze e Convegni Venerdì 29 Aprile ore 17

PAZIENZA

Le parole della Democrazia

Conferenza di Piero Stefani
Introduce Fiorenza Bonazzi
A cura di Istituto Gramsci di Ferrara e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara
Leopardi la definì la più eroica delle virtù appunto perché non ne ha l’apparenza. Kafka giudicò il suo opposto, l’impazienza, come il solo peccato capitale.  Prima di loro, la lettera ai Romani la indicò capace di produrre una virtù provata. La pazienza ha tanti meriti (non a caso è qualificata come “santa”), ma è dotata anche di un valore politico? È proprio della democrazia sostenere che, prima di scegliere, occorre ascoltare con pazienza il parere di ciascuno e che, prima di decidere, bisogna mediare. Non è forse regola del gioco che la minoranza debba accettare pazientemente, come se fosse propria, la decisione della maggioranza? Anche la pazienza però ha un limite. Per rendersene conto basta guardare ad alcune  defaticanti procedure parlamentari e alle lentezze della burocrazia.
L’incontro è parte del ciclo Le parole della democrazia, a cura di Istituto Gramsci di Ferrara e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

 

Teatro

Presentazione con buffet

TEATRO COMUNALE DI OCCHIOBELLO
Giovedì 22 ottobre 2015 – ore 20.45
– Anteprima stagione teatrale | Abbiamo perduto il simile con Giulio Costa e Monica Pavani, prod. Arkadiis (durata 20′)
– Presentazione al pubblico e alla stampa del nuovo programma 2015.2016
 
– Momento conviviale con buffet offerto dal Teatro in collaborazione con Selecta Spa, Eurovo, Centro Ricreativo Culturale Azzurro di Occhiobello e Pasticceria Puravida di Pontelagoscuro
 
Giovedì 22 ottobre, alle ore 20.45, presso il Teatro Comunale di Occhiobello, sarà presentata la nuova stagione teatrale 2015.2016 organizzata dal Comune – assessorato alla Cultura – in collaborazione con l’associazione culturale Arkadiis. Durante la serata, a ingresso gratuito previa prenotazione obbligatoria, sarà proposto l’evento d’apertura a cura dell’associazione, Abbiamo perduto il simile, letture di Giulio Costa e Monica Pavani da testi e poesie di Pier Paolo Pasolini. Un ricordo del poeta a quarant’anni dalla sua tragica scomparsa avvenuta il 2 novembre 1975. Anche quest’anno, come tradizionalmente avviene dal 2012, l’amministrazione comunale di Occhiobello e l’associazione Arkadiis presenteranno il nuovo programma della stagione 15.16 non solo alla stampa, ma anche al pubblico. La nuova stagione teatrale (resa possibile come sempre dall’impegno del Comune di Occhiobello e anche dal prezioso contributo di sponsor locali) prenderà ufficialmente il via nel mese di novembre. Chi fosse interessato ad abbonarsi alla programmazione potrà farlo già a partire dal termine della conferenza stampa, cui seguirà un momento conviviale con buffet offerto al pubblico, preparato dalla Pasticceria ‘Puravida’ di Pontelagoscuro e dal Centro Ricreativo Culturale ‘Azzurro di Occhiobello (gestore dello spazio teatrale locale), in collaborazione con Selecta spa (sponsor della stagione – realtà leader in Italia nel selezionare, per la ristorazione, i migliori prodotti alimentari da tutto il mondo) e Eurovo (sponsor della stagione – da sessant’anni leader europeo nella produzione di uova e ovoprodotti). Per permettere una migliore organizzazione della serata a ingresso libero, nei limiti della capienza del teatro, è richiesta la prenotazione obbligatoria entro il 21 ottobre 2015, via mail a info@teatrocomunaleocchiobello.it o telefonicamente al numero 349.8464714.

Pier Paolo Pasolini  (Bologna, 5 marzo 1922 – Roma, 2 novembre 1975)

Teatro

Matilde cabaret

Felonica, Pieve S.M. dell’Assunta
Raffaele Spina in Performance
Sabato 15 Agosto ore 18,00
relatore Vittorio Bocchi

MATILDE CABARET
Pièce per attore solista
“Matile Cabaret”, una divertente e scanzonata pièce teatrale di Fausto Bertolini, scrittore e regista pegognaghese, recitata da Raffaele Bertolini in arte Raffaele Spina (dal nome della madre artista pure lei), attore professionista, si colloca al di là di tutta la retorica celebrativa alla quale sono improntate tutte le varie commemorazioni fatte per la circostanza. Lo stile è cabarettistico e questo rappresenta senz’altro una novità. Matilde, così come i personaggi protagonisti di quella vicenda storica, riportata in modo rigoroso, è rappresenta sia come l’importante donna di potere che fu, sia nella sua dimensione umana, in un contesto di eventi narrati in modo spassoso dove l’importanza dei fatti è rivissuta secondo un ottica scanzonata che nulla toglie alla valenza dei fatti storici e alla grandezza dei vari protagonisti, descritti con una scioltezza briosa che li rende umanamente comici e simpatici. “Matilde Cabaret” racconta fatti e persone in uno stile cabarettistico, senza perdere di vista la loro importanza, ma anche senza lasciarsi suggestionare dalla tradizione, anzi riportandola in maniera umoristica secondo una dinamica ammiccante e scherzosa che l’ottimo Raffaele Spina, con la sua verve, sa esprimere al massimo.

Il Programma della serata sarà il seguente:
1 – Saluti delle Autorità (Sindaco e Parroco)
2 – Introduzione del dr. Bocchi e proiezione del documentario
3 – Eventuali domande del pubblico presente
4 – Performance di Raffaele Spina
5 – Tiròt per tutti

Alcune informazioni sul documentario:

Titolo del documentario in proiezione: Francesco Bisighini – Ritorno da Buenos Aires (durata: 15,50 minuti).

Il documentario è l’ultima iniziativa intrapresa, in ordine temporale, riguardo la particolare vicenda del cavalier Francesco Bisighini: impresario edile nella Buenos Aires della belle époque. Emigrato nella capitale argentina divenne uno dei molti costruttori italiani che diedero volto all’affascinante città tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. Ritornato nella sua Carbonara di Po, vi costruì la bella villa ora sede del Municipio. Negli anni, varie iniziative hanno consentito di focalizzare la figura del personaggio, la sua vicenda umana e professionale. Testimoniano questa attività le fotografie, eseguite all’epoca, delle sue costruzioni. Dimore private per clienti facoltosi, palazzi per attività mercantili e sociali. Il tutto scrupolosamente elencato in un prezioso documento, il quale ci consente di conoscere l’ubicazione dei fabbricati, i nomi dei committenti, i loro recapiti e le rispettive attività. Nello stesso archivio fotografico, troviamo una ricca raccolta di immagini, che illustrano l’architettura, la vita, il lusso e le miserie della capitale argentina di quegli anni. Egli volle in questo modo portare con sé, in Italia, il ricordo di una parte importante della sua esistenza e di una città, alla crescita della quale aveva contribuito. La sua vicenda s’inserisce nell’ampio contesto della cultura materiale e intellettuale italiana, che ha innegabilmente segnato la capitale sudamericana nel secolo scorso. Da evidenziare, infine, il non trascurabile apporto del suo mecenatismo, che ha trovato l’espressione più compiuta nel lavoro dello scultore Giuseppe Menozzi e del pittore Anselmo Baldissara presso la villa di Carbonara di Po.

Dopo una breve introduzione e la visione del documentario, l’autore Vittorio Bocchi sarà a disposizione per le domande riguardo la vicenda del Bisighini e la presentazione dei volumi pubblicati da MnM print edizioni inerenti l’emigrazione italiana nel mondo, anch’essi a disposizione del pubblico.

foto di Matilde 2015.