poesia

Eugenio De Andrade

«In verità, egli nega dove altri affermano, svela quello che altri nascondono, osa amare quello che altri non sono nemmeno capaci di immaginare. (…) questo essere assetato di essere, che è il poeta, ha la nostalgia dell’unità, e quel che cerca è una riconciliazione, una suprema armonia fra luce ed ombra, presenza ed assenza, pienezza e carenza. (…) È contro l’assenza dell’uomo nell’uomo che la parola del poeta insorge. (…) La sua ribellione è in nome di questa fedeltà. Fedeltà all’uomo e alla sua lucida speranza di esserlo interamente; fedeltà alla terra in cui immerge le radici più fonde». Così scrive della sua poetica Eugenio De Andrade, una delle grandi voci della poesia portoghese del XX secolo. Nato il 19 gennaio 1923 a Pòvoa da Atalaia, un piccolo paese contadino dell’interno, studia a Lisbona dove inizia a interessarsi di letteratura, e poi si trasferisce a Oporto dove rimarrà fino alla sua morte il 13 giugno 2005. La sua biografia è piuttosto scarna, priva di grandi avvenimenti, lavora per trentacinque anni nei servizi ispettivi del Ministero della Salute, rifiutando ogni avanzamento di carriera per dedicarsi con più libertà alla poesia e alla letteratura. La sua prima raccolta poetica è As Mãos e os frutos (Le mani e i frutti) del 1948, cui seguiranno una ventina di libri di poesia, due di prosa, un libro per l’infanzia, varie traduzioni. Di carattere schivo, riservato, amante della classicità greca e della dimensione mediterranea, da lui sentita in modo quasi carnale, tese ad una poesia che univa al rigore formale, allo scavo sulla parola, alla rarefazione espressiva, la semplicità e l’immediatezza. Ne I frutti (tratta da Ostinato rigore del 1964) Eugenio de Andrade spiega in soli tre versi come dev’essere, per lui, la poesia:

«Così io vorrei la poesia:
fremente di luce, aspra di terra,
rumoreggiante di acque e di vento.»

Gli elementi naturali, i luoghi dell’infanzia, le origini contadine si colgono nell’essenzialità dei suoi versi, come in questa “È un posto nel sud” tratta dalla raccolta Bianco nel bianco del 1984:

«È un posto nel sud, un posto dove
la calce
si solleva a sfidare lo sguardo.
Dove hai vissuto. Dove a volte nei sogni
ancora vivi. Il nome impregnato d’acqua
trasuda nella tua bocca.
Sui sentieri delle capre scendevi
alla spiaggia, il mare sferzava
quelle scogliere, quelle sillabe.
Gli occhi si perdevano annegando
nel chiarore
del tramonto o dell’alba.
Era la perfezione.»

Si diceva della mediterraneità che affiora nei suoi versi e dell’amore per la classicità greca. Ecco alcuni versi tratti dalla poesia Arianna, che fa parte della raccolta Oscuro dominio del 1971, dove il richiamo al mito classico diventa un pretesto per un raffinato gioco intellettuale e per parlare del presente:

«Ora parlerò degli occhi di Arianna.
Parlerò dei tuoi occhi, visto che di Arianna
forse si ha memoria
solo fra le gambe di Teseo.
Di Arianna o no, gli occhi sono azzurri.
Azzurri di un azzurro molto fragile,
come se nel fare il colore un bambino
avesse calcolato male l’acqua.
(…)
Ora parlerò degli occhi greci di Arianna,
che non sono di Arianna, né sono greci,
di questi occhi che se fossero musica
sarebbero la musica di acqua degli oboi,
parlerò appena degli occhi del mio amore,
di questi occhi di un azzurro così azzurro
che sono proprio l’azzurro degli occhi di Arianna.»

Anche il mito di Roma esercita sul poeta una grande suggestione come nei soli cinque versi della poesia Roma (tratta da Escrita da terra del 1974):

«Era d’estate alla fine del pomeriggio,
come Adriano o Virgilio o Marco Aurelio
entravo a Roma per la via Appia
e per Antinoo e tutto l’amore della terra
giuro che ho visto la luce farsi pietra.»

Lo spirito mediterraneo (così caro al francese Camus e allo spagnolo Ortega y Gasset) è dovunque presente nei suoi versi. Proponiamo al lettore due liriche, Passeio Alegre e Rumori dell’estate, tratti rispettivamente da Rente a dizer (Vicino a dire) del 1992 e da Pequeno formato (Piccolo formato) del 1997:

«Sono arrivate tardi alla mia vita
le palme. A Marrakech ne vidi una
che Ulisse avrebbe comparato
a Nausicaa, ma solo
nel giardino del Passeio Alegre
ho cominciato ad amarle. Sono alte
come i marinai di Omero.
Davanti al mare sfidano i venti
venuti dall’est e dal sud,
dall’est e dall’ovest,
per piegarle alla cintura.
Invulnerabili – così nude.»

«Le cicale cantano
come d’inverno
arde la legna.
Un rumore puerile
e dolce di api
aggiunge la sete.
Quando il sole avvista
i fianchi del mare
si spoglia di corsa,
e danza danza danza.»

Non c’è alcuno iato nel poeta portoghese tra corpo e anima, tra uomo e mondo, tra interno ed esterno. Prendiamo ad esempio la lirica Sull’orlo del mare, tratta da A domani del 1956, dove la linea del viso si confonde col pensiero, col desiderio, col mare e col vento:

«Sull’orlo del mare,
nel rumore del vento,
dove è stata la linea
pura del tuo viso
o solo pensiero
(e abita, segreto,
intenso, solare,
tutto il mio desiderio)
lì coglierò
la rosa e la palma.
Dove la pietra è fiore,
dove il corpo è anima.»

L’eros, la solare sensualità, la palpitante e tangibile bellezza dei corpi, il desiderio travolgente sono cantati da de Andrade con versi di grande forza evocativa. Scrive la poetessa brasiliana Vera Lùcia de Oliveira, tracciando un profilo del poeta portoghese: «Poeta dell’amore, è stato definito più volte. Ed effettivamente l’Eros occupa una parte importante nella sua opera, un Eros spontaneo e solare. (…) Nella sua poesia il corpo, limpido ed apollineo, diventa quasi un’anima carnale: si cancella il dualismo caratteristico della nostra cultura cattolico-occidentale». Qua di seguito riportiamo Eros (da Mar de Setembro del 1961), alcuni versi da Ascolto il silenzio (da Ostinato rigore del 1964) e da Corpo abitato (da Oscuro dominio del 1971), “Tu sei dove lo sguardo comincia” (da Matera solar del 1980) e Corpo (da L’altro nome della terra del1988):

«Mai l’estate aveva indugiato
così sulle labbra
e sull’acqua
come potevamo morire,
così vicini
e nudi e innocenti?»

«Ascolto il silenzio: in aprile
i giorni sono
fragili, impazienti e amari;
i passi
minuti dei tuoi sedici anni
si perdono per le strade, ritornano
con resti di sole e pioggia
sulle scarpe,
invadono il mio dominio di sabbie
spente,
e tutto inizia ad essere uccello
o labbra, e vuole volare.
(…)
Un solo rumore di sangue
giovane:
sedici lune alte,
selvagge, innocenti e allegre,
ferocemente intenerite;
sedici puledri
bianchi sulla collina sopra le acque.
(…)
Ascolto un rumore: è solo silenzio.»

«Corpo su un orizzonte di acqua,
corpo aperto
alla lenta ubriachezza delle dita, corpo difeso
dal fulgore delle mele,
arreso di collina in collina,
corpo amorosamente inumidito
dal sole docile della lingua.
Corpo dal gusto di erba rasa
di segreto giardino,
corpo dove entro in casa,
corpo dove mi stendo
per suggere il silenzio,
sentire
il rumore delle spighe,
respirare
la dolcezza scurissima delle selve.
(…)»

«Tu sei dove lo sguardo comincia
a dolere, riconosco il pigro
rumore d’agosto, il carminio del mare.
Parlami delle cicale, di questo stile
di sabbia, i piedi scalzi,
il granello dell’aria.»

«Il mare – ogni volta che tocco
un corpo è il mare che sento
onda a onda
contro il palmo della mano.
Vespro è ora
così vicino che non posso più
perdermi in quella infaticabile
ondulazione.»

Terminiamo questa breve rassegna con una poesia dedicata alla madre morta, dove nella magnifica architettura del componimento gli elementi naturali (la pioggia, gli ulivi) si legano inestricabilmente alla tenerezza del ricordo:

«La pioggia, ancora la pioggia sugli ulivi.
Non so perché sia tornata oggi pomeriggio
se mia madre se ne è già andata via,
non viene più sulla veranda a vederla cadere,
non alza più gli occhi dal cucito
per chiedere: Senti?
Sento, mamma, è ancora la pioggia,
la pioggia sopra il tuo viso.»

NB: Tutte le poesie, salvo “È un posto nel sud”, sono tratte dall’antologia “Dal mare o da altra stella” (Bulzoni editore, 2006) tradotte e curate da Federico Bertolazzi

Cultura. Eugenio De Andrade voce libera della poesia portoghese del XX secolo

 

conferenza, poesia

Letture ariostesche

martedì 12 novembre 2019 ore 17

Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara

Presentazione del volume di Federica Panzera

Edizioni La Carmelina, 2019
Ne parla con l’autrice Federico Felloni
Letture ariostesche a cura di Paolo Catani e Ilaria Zeri
Ludovico Ariosto ci ha lasciato diverse opere. Quella che più è riuscita ad esaltare la sua vena creativa e a sdoganare il suo linguaggio contemporaneamente antico e moderno, è sicuramente il suo poema epico-cavalleresco “Orlando Furioso”. Tutti i critici che negli anni e nei secoli successivi alla sua morte lo hanno studiato e ammirato, sono rimasti affascinati da quel mondo sospeso fra realtà ed immaginazione poetica che l’artista più talentuoso che sia cresciuto in seno alla Corte Estense è riuscito a creare, senza mai abbandonare del tutto quell’approccio tipicamente rinascimentale che il poeta doveva avere. Atto provocatorio – e motivo centrale del romanzo – è stato ipotizzare che, ben prima della sua dipartita avvenuta nel Luglio del 1533, l’Ariosto avesse perduto momentaneamente questo invidiabile contatto con la sua opera più rappresentativa, ovviamente non per un suo capriccio o per un suo improbabile disamore per essa ma per le risultanze di una burla dalle conseguenze inaspettatamente drammatiche, posta in essere da due personaggi illustrissimi vicini a lui, la cui identità non voglio rivelare, poiché ritengo opportuno lasciare un alone di mistero anche nelle prime pagine del romanzo.
In collaborazione con la Contrada di San Giacomo

mercoledì 13 novembre 2019 ore 17

Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara

Presentazione del libro di Manuele Zambardi

Faust Edizioni, collana umoristica ‘I Giocondi’, 2019
Ne parleranno con l’autore Vera Vartanian e Micaela Zambardi.
Sarà presente l’editore Fausto Bassini
Ogni donna è un’isola meravigliosa, tutta da scoprire. La curiosità dell’autore verso questa creatura è nata dall’ammirazione: non ha mai pensato fosse il cosiddetto ‘sesso debole’, anzi l’ha sempre considerata almeno tre gradini sopra l’uomo. Vivere in una famiglia con tante donne lo ha portato a capire – o almeno a cercare di farlo – il loro modo di comportarsi e ragionare. Ha descritto, in questo libro, comportamenti e ragionamenti che osserviamo tutti i giorni, ma di cui non prendiamo atto: percorsi imperscrutabili, nelle loro labirintiche menti, e sentimenti variabili, nei loro morbidi cuori, camminano a braccetto. Fanciulle (ed ex fanciulle) arrivano ad amare e odiare, in simultanea, anche la stessa persona. Dolcemente complicate, come dice una famosa canzone, riescono sempre a stupire i comuni maschi mortali. Adorano primeggiare tra loro, ma in caso di bisogno sono sempre pronte a darsi una mano. Ma, quando si tratta di figli, qualsiasi ‘priorità’ verrà subito messa da parte. E, se vi avvicinerete troppo al loro nucleo o se tradirete la loro fiducia, le vedrete scappare via come scoiattoli inseguiti dal fuoco… Avventuratevi con Manuele in questo conflittuale ed entusiasmante universo cinico-romantico, e scoprirete il motivo per cui non si può fare a meno di amarle per ciò che sono.
Manuele Zambardi è nato nel 1962 a Ferrara, dove vive da sempre. Ha scritto racconti fantasy, poesie, un thriller, una favola e ha pubblicato, nel 2018, il romanzo “Infinito. Un amore oltre i confini del tempo”. «Quello che vorrei riuscire a trasmettere nei miei scritti sono le emozioni» ha detto di sé «Mi piace descrivere luoghi e sensazioni disegnandoli nella mente del lettore, ma lasciando a lui l’opportunità di sceglierne i colori».

giovedì 14 novembre 2019 ore 17

Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara

Conversazione di Monica Longobardi e Paolo Lago

In occasione dell’uscita del volume Apuleio, Le Metamorfosi, a cura di Monica Longobardi
Se, come asseriva Italo Calvino, “Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”, Petronio ed Apuleio continuano a parlarci anche oggi. Paolo Lago illustra la fortuna del Satyricon di Petronio nel XX secolo, specie nel teatro (Maderna), nel cinema (Fellini e Polidoro) e in letteratura (Pasolini, Arbasino, Sanguineti). Monica Longobardi, già editrice del Satyricon, conversa con l’ospite parlando della sua nuova traduzione delle Metamorfosi di Apuleio (Rusconi 2019), toccandone le riletture teatrali (Paolo Poli), nel fumetto (Milo Manara), e in letteratura (Savinio, Tabucchi).
A cura dell’Associazione Amici della Biblioteca Ariostea

venerdì 15 novembre 2019 ore 17

Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara

Presentazione della raccolta poetica di Antonio Prete

Einaudi, 2019
Dialogherà con l’autore Angelo Andreotti
Studioso e letterato estremamente eclettico, aperto con curiosità a tutte le forme del sentire, Antonio Prete ha insegnato Letteratura comparata all’Università di Siena ed è considerato tra i massimi esperti di Leopardi (tra i suoi numerosi libri dedicati al poeta di Recanati si menziona il recentissimo La poesia del vivente. Leopardi con noi – Bollati Boringhieri 2019) e di Baudelaire che ha tradotto e al quale ha dedicato numerosi saggi. Pur parlando della sua poesia (al suo attivo ha due precedenti raccolte edite da Donzelli: Menhir, 2007, e Se la pietra fiorisce, 2011), non potranno mancare cenni al mestiere del traduttore e ai poeti da lui tradotti, come Jabès, Bonnefoy, Rimbaud, Mallarmé, Verlaine, Valéry, ma anche Celan, Rilke, Dickinson, Machado… Non mancheranno accenni alla Nostalgia, sulla quale ha curato un volume preziosissimo; così come al sentimento della Compassione, alla Lontananza, all’Interiorità ha dedicato monografie imprescindibili e di rara sensibilità. Tutto è sempre ora è quasi una summa delle sue meditazioni in forma poetica: “Fin dal titolo (da Eliot) i versi di Antonio Prete indagano lo statuto di realtà che si mostra oltre l’ordine visibile del tempo. In ogni istante c’è compresenza di passato, presente e futuro. Ma la compresenza è anche ulteriore e contempla il non accaduto, il non vissuto” recita la quarta di copertina della “Bianca” di Einaudi.
A cura del Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara

poesia

Maria Luisa Vezzali

sabato 1 dicembre 2018 ore 11 in Sala del falcone

Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara

Rassegna di poesia “Un sabato al mese”

Terzo e ultimo appuntamento per il 2018 con la rassegna di poesia “Un sabato al mese” curata da Angelo Andreotti con la collaborazione del Gruppo Scrittori Ferraresi.
“Un sabato al mese”, alle 11 di mattina, la sala del Falcone al piano nobile della Biblioteca Ariostea accoglie conversazioni, discussioni, letture poetiche con personalità che, a vario titolo, hanno a che fare con il mondo della poesia. Si prediligeranno poeti, ma potranno essere anche traduttori, forti lettori, editori, attori, ecc., in un clima di confronto, dialogante e informale.
Il terzo incontro ospita la poetessa e traduttrice Maria Luisa Vezzali (Bologna, 1964), docente di Materie Letterarie nella scuola superiore, è traduttrice di Adrienne Rich (Cartografie del silenzio, Crocetti 2000, e La guida nel labirinto, Crocetti 2001, premio per la traduzione dell’Università di Bologna) e Lorand Gaspar (Conoscenza della luce, Donzelli 2006). Per Raffaelli (2011) ha curato un’edizione dell’Anabasi di Saint-Jhon Perse.
In poesia ha pubblicato L’altra eternità (Ed. del Laboratorio 1987), Eleusi marina (in Terzo quaderno italiano a cura di F. Buffoni, Guerrini e Associati 1992), dieci nell’uno (EIDOS 2004, disegni e sculture di Mirta Carroli), lineamadre (Doonzelli 2007, premio Anterem/Montano), Forme implicite (Allemandi 2011, gioielli e disegni di Mirta Carroli). Suoi testi sono tradotti in inglese, spagnolo, francese, tedesco, svedese e arabo. Fa parte della redazione de “Le Voci della luna” e del collettivo di traduttrici WIT (Women in Translation).
A cura del Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara

poesia

Stefano Raimondi

sabato 17 novembre 2018 ore 11

Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara
Sala Agnelli

Secondo appuntamento con la rassegna di poesia “Un sabato al mese” curata da Angelo Andreotti con la collaborazione del Gruppo Scrittori Ferraresi.

“Un sabato al mese”, alle 11 di mattina, la sala del Falcone al piano nobile della Biblioteca Ariostea accoglie conversazioni, discussioni, letture poetiche con personalità che, a vario titolo, hanno a che fare con il mondo della poesia. Si prediligeranno poeti, ma potranno essere anche traduttori, forti lettori, editori, attori, ecc., in un clima di confronto, dialogante e informale.
Il secondo incontro ospita il poeta e critico letterario Stefano Raimondi (1964). Sue poesie sono apparse in “Almanacco dello Specchio” (Mondadori, 2006) e su “Nuovi Argomenti” (2000; 2004). Ha pubblicato Invernale (Lietocolle, 1999); Una lettura d’anni, in Poesia Contemporanea. Settimo quaderno italiano (Marcos y Marcos, 2001); La città dell’orto (Casagrande, 2002); Il mare dietro l’autostrada (Lietocolle, 2005); Interni con finestre (La Vita Felice, 2009); Per restare fedeli (Transeuropa, 2013), Soltanto vive. 59 Monologhi (Mimesis, 2016); Il cane di Giacometti (Marcos y Marcos, 2017). È autore di saggi e collaboratore di “Regione del Ticino” e “QuiLibri”. E’ tra i fondatori della rivista “Materiali di estetica”, fondatore e membro del Comitato scientifico di “L’ABB – Laboratorio Permanente sui luoghi dell’abbandono” – Università degli Studi di Milano, editor presso Mimesis Edizioni, tra i fondatori dell’Accademia del Silenzio e membro del consiglio scientifico del Centro Studi e Ricerche sulle Letterature Autobiografiche della LUA di Anghiari.
La rassegna si concluderà sabato 1 dicembre con Maria Luisa Vezzali, per riprendere a marzo 2019 con un nuovo ciclo di tre incontri.
A cura del Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara

poesia

Franco Cordelli

Nelle scorse settimane la collana fuoriformato delL’orma editore ha ripubblicato Proprietà perduta di Franco Cordelli, il diario-memoir-saggio (pubblicato da Guanda nel 1983) sul primo Festival internazionale dei poeti, tenutosi sulla spiaggia di Castelporziano dal 28 al 30 giugno 1979. Il festival fu ideato da Cordelli insieme ai gestori del teatro Beat 72, una cave della capitale dove già due anni prima si erano tenuti i reading documentati nel ’78 da un altro libro di Cordelli, Il poeta postumo. Manie pettegolezzi rancori (riproposto dalla medesima collana nel 2008, quando era pubblicata da Le Lettere, a cura di Stefano Chiodi): Ulisse Benedetti e Simone Carella. Proprio Simone Carella, regista e performer e trickster di ogni forma di détournement delle arti e delle lettere – ma, dice Proprietà perduta, che lo annovera fra i suoi personaggi, essenzialmente «un land-artista»: cioè un inventore di luoghi – è scomparso a Roma, dopo lunga malattia, lo scorso 28 settembre. In questo modo Le parole e le cose e io vogliamo anche ricordarlo.
Quello che, da allora, è noto al pubblico della poesia semplicemente come «Castelporziano» fu, in molti sensi, un punto di svolta. Forse non solo per la nostra letteratura recente. Il testo di Cordelli – che anticipa la modalità pseudo-diaristica e frammentaria, zigzagante e ritmatissima, del recente Una sostanza sottile – è al contempo un saggio sul significato di quell’esperienza (proseguita e contraddetta dal successivo festival tenutosi l’anno seguente a Piazza di Siena) e un non-romanzo, squisitamente fuoriformato, che a sua volta prosegue e contraddice la «religione del romanzo» praticata dal suo autore nei nove libri rubricati sotto tale etichetta, da Procida all’ultimo Una sostanza sottile, appunto. Si riporta qui un estratto dal primo capitolo della prima delle due speculari sezioni in cui il testo si articola, quella intitolata Il mare della metafora.
Il titolo, come segnala l’esergo, viene da quello del libro che s’immagina scritto da Sebastian Knight nella Vera vita di quello che, almeno allora, era per Cordelli un autore di culto, cioè Vladimir Nabokov. Ma la vera «proprietà perduta» rinvia all’aura sfuggente della “presenza” che nessun testo, neppure audiovisivo (come il non meno mitologico film girato durante il Festival da Andrea Andermann, Castelporziano, Ostia dei poeti), può pretendere di racchiudere – a dispetto della “scatola” di Joseph Cornell che figura in copertina, tanto nella princeps che in questa nuova edizione, e che reca l’allusivo titolo di Giuditta Pasta (la musa del Bel Canto di cui possiamo solo immaginare – dalle cronache estatiche dei contemporanei – la voce ultraterrena). La proprietà perduta – quella che Walter Benjamin chiamava «la cenere lieve del vissuto» – altro non è, allora, che la vita. Il mare di vita che personaggi come Simone Carella hanno visto passare sotto i loro occhi; e che, col chiudersi di quegli occhi, va perduto una volta per tutte.

Andrea Cortellessa

in http://www.leparoleelecose.it/?p=24509

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Concerto vocale

Eventi Giovedì 9 Giugno ore 21

MA DI CHI DEBBO LAMENTARMI…

Breve viaggio nella musica vocale alla corte Estense ai tempi di messer Lodovico

con il CORO DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FERRARA
diretto dal M° FRANCESCO PINAMONTI
Il Coro dell’Università di Ferrara offre un concerto vocale su musiche eseguite alle Corte Estense con  testi di autori attivi o attirati a Ferrara, dando giusto e prevalente risalto a quelli che hanno per oggetto i versi e le stanze dell’Orlando Furioso di Lodovico Ariosto, opera che dopo la sua pubblicazione ha continuato ad ispirare i musicisti di ogni epoca e di ogni luogo.

Programma della serata:
La Verginella di Andrea Gabrieli (1533-1585) – Orlando Furioso I, 42
Era il bel viso suo qual esser suole di Giaches de Wert (1535-1596) – Orlando Furioso XI, 65
Gravi pene in amor di Jacob Arcadelt (1507?-1568) – Orlando Furioso XVI, 1
Chi salirà per me di Giaches de Wert (1535-1596) – Orlando Furioso XXXV, 1
Il bianco e dolce cigno di Jacob Arcadelt (1507?-1568) – Testo di Giovanni Guidiccioni
Il dolce sonno di Giaches de Wert (1535-1596) – Orlando Furioso XXXIII, 63
Tourdion di Pierre Attaingnant (1494-1552?) – Bassa danza
Con voce dai sospiri interrotta di Orazio Vecchi (1494-1552?) – Canzonetta
Ma di chi debbo lamentarmi di Giaches de Wert (1535-1596) – Orlando Furioso XXXII, 21

Il Coro dell’Università degli Studi di Ferrara nasce nel 1998 ed è attualmente composto da una trentina di coristi per la prevalenza studenti, ex studenti e personale dell’Ateneo Ferrarese.
Nel corso della propria attività musicale ha partecipato a concerti e rassegne corali in diverse regioni d’Italia, dalla Sicilia alla Toscana e all’Emilia Romagna, dalle Marche alla Puglia e al Veneto, con un repertorio che spazia dalla musica colta del periodo rinascimentale al pop/rock, dal genere spiritual al jazz, non disdegnando anche il repertorio operistico. Nel 2015 ha partecipato al Festival dei Cori Universitari a Firenze “UNInCANTO” e al I Simposio del Cori e Orchestre Universitari a Bressanone e Bolzano.

Francesco Pinamonti, avvocato, affianca all’attività professionale la passione per la musica corale. Ha cantato sotto la direzione di Claudio Abbado, John Eliot Gardiner, Yoran David, Lu Jia, Enrique Mazzola, Diego Fasolis, Douglas Boyd, Roberto Zarpellon, Giovanni Acciaie Sergio Balestracci. Successivamente ha approfondito gli studi di direzione di coro con il M°Carlo Pavese, M.°Stojan Kuret, M.°Marco Berrini, M.°Giorgio Mazzuccato e M.°Pasquale Veleno, e vocalità con il M.°Ph. Petterson, il M.°N. Kompare e il M.°S. Naglia. Dal 2011 al 2013 è stato direttore ospite del Coro “Musicantiqua” di Siracusa. Attualmente è direttore artistico dal 1987 del Coro Polifonico di Santo Spirito di Ferrara, dell’Accademia dello Spirito Santo. Si avvale della collaborazione di Chiara Rosignoli e Leonardo Scarpante.

 

Invito alla lettura Venerdì 10 Giugno ore 17

LA LUNA NEL BICCHIERE di FEDERICA GRAZIADEI

(Aletti Editore 2016)

Introduce Gianna Vancini presidente del Gruppo Scrittori Ferraresi
Dialoga con l’Autrice Eleonora Rossi
Letture di Alberto Amorelli, Matteo Pazzi,  Anna Pirazzi, Giorgio Pirazzi,  Sabina Zanquoghi
L’autrice in questa nuova silloge si rituffa nella Vita, che si dà e si sottrae, continuamente: i sensi e la pelle distesi a ricevere l’universo. Senza giudizio, senza verità. Semplicemente con la riconoscenza. Perché chi scrive qui ci ricorda che apparteniamo a un infinito. Al quale essere immensamente grati: « Immensamente grata della vita sorpresa dal tramonto e che parlare con gli alberi non è mai tempo perduto».

XXII. La Pieve / Intrisa di esistenze vissute tra campi di frumento,/ la Pieve solitaria avvolta d’antiche mura pulsa radiosa/ con il suo campanile che trafigge il cielo bruciato d’Agosto./ Una brezza si alza, filo di voce sussurra ai cuori./ Un anelito all’Infinito ed Inno alla bellezza eterna.

Federica Graziadei nata a Ferrara nel 1971 , città dove vive con il marito Giulio ed i figli Anna e Giorgio. Nel 2002 ha pubblicato la sua prima silloge  “Luna, da lassù” Ed. Libroitaliano. Nel 2003 ha ricevuto la segnalazione di merito per la sezione poesia edita al premio “ Gianfranco Rossi per la giovane letteratura”.Collabora con alcune associazioni culturali e letterarie ferraresi, tra le quali il Gruppo Scrittori Ferraresi, il Gruppo del Tasso e la Compagnia del Libro. Suoi testi sono apparsi nell’antologia poetica “ Sedici Poeti ferraresi emergenti” (2009) e nella rivista “ l’Ippogrifo” periodico ufficiale del Gruppo Scrittori Ferraresi.
Con la partecipazione del Gruppo Scrittori Ferraresi e la Compagnia del Libro

 


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Giornata della poesia

Eventi lunedì 21 marzo ore 17 Sala Agnelli

ESSERE

Giornata Mondiale della Poesia Lettura e commento della lirica di Fabio Tombari

Giornata Mondiale della Poesia

Essere

Lettura e commento della lirica di Fabio Tombari
Nella giornata mondiale della poesia, il Gruppo “Essere” di Fabio Tombari, formatosi lo scorso 21 marzo proprio in occasione della 24 ore della Poesia presso la Biblioteca Ariostea, dopo aver recitato e commentato l’omonimo capolavoro di Fabio Tombari, riproporrà il poemetto che ha infiammato tutti coloro che lo hanno letto.
Travolti dalla profondità, dalla completezza e dalla levatura di questi versi, il Gruppo “Essere” si trova ogni mese per rileggere e approfondirne il contenuto. In un anno ha accennato i primi passi verso la comprensione di questo inno all’Essere, l’Io, lo Spirito, il Verbo, ma cercherà di recitarlo e commentarlo nuovamente nella speranza di riuscire a far risuonare la sua melodia, un vero dono per l’anima.
Fabio Tombari (1899-1989) scrittore e insegnante marchigiano. Vincitore nel 1956 del Premio Collodi. Divenne famoso in Italia e all’estero con il suo libro di ambiente popolare “Cronache di Frusaglia”, pubblicato nel 1927, con il quale vinse il Premio dei dieci, uno dei maggiori riconoscimenti letterari di quell’epoca.
A cura del Gruppo Essere di Fabio Tombari

poesia

Giornata della poesia

» da venerdì 20 marzo ore 17 a sabato 21 marzo ore 18
LA 24 ORE DELLA POESIA – II EDIZIONE
“LA POESIA È MORTA! VIVA LA POESIA!” –

In occasione della Giornata Mondiale della Poesia la Biblioteca Comunale Ariostea ospita
La 24 ore della Poesia
ovvero
La poesia è morta! Viva la poesia!
dalle 17 di venerdì 20 marzo alle 18 di sabato 21 marzo 2015
– notte inclusa –

Il primo giorno di primavera ci celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale della Poesia, istituita dall’Unesco nel 1999 per evidenziare l’importante ruolo dell’espressione poetica nella promozione del dialogo e della comprensione interculturale, della diversità linguistica e culturale, della comunicazione fra i popoli e della pace.
La “24 ore della Poesia”, organizzata dal Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara in collaborazione con numerose associazioni culturali cittadine, vuole contribuire alla diffusione di quest’arte universale, espressione profonda dello spirito umano, strumento di partecipazione e riconciliazione.
Dalle 17 di venerdì 20 marzo, e per 24 ore filate, una lunga sequenza di letture, incontri, interviste, filmati, performance, laboratori didattici e interventi musicali per approfondire la conoscenza della “più discreta delle arti”.
Tutti coloro che desiderano intervenire ad una delle due giornate della manifestazione, leggendo poesie proprie o altrui, come associazioni, enti o singoli, possono contattarci allo 0532 418212/207 (mail a archibiblio@comune.fe.it) per concordare tempi e modi della propria partecipazione. Sarà riproposta la stessa formula che tanto successo ha riscosso nella precedente edizione.
MasterPoet 2014
Per animare la nottata si svolgerà, a partire dalle 2, anche la II edizione di MasterPoet, una gara/gioco di improvvisazione poetica nella quale gli aspiranti maestri della poesia si confronteranno a colpi di versi composti al momento su temi scelti da tre giudici.
Le iscrizioni alla prima edizione di MasterPoet devono pervenire all’indirizzo mail archibiblio@edu.comune.fe.it (0532 418212/207) entro il 19 marzo.
A cura del Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara
conferenza, convegno, libri, poesia

Biblioteca Ariostea

Ferrara – Biblioteca Comunale Ariostea – Via Scienze, 17

Presentazioni librarie, conferenze, convegni e incontri con l’autore nella suggestiva cornice della Sala Agnelli presso la Biblioteca Ariostea.

8 settembre, ore 17
Presentazione e inaugurazione mostra
Prima Assoluta Nazionale
ENLLÀ DEL MAR / AL DI LÀ DEL MARE
Omaggio a Maria Àngels Anglada e Alda Merini – Dialogo poetico in forma di Libro d’Artista
A cura del collettivo Poètica Códex
9 settembre, ore 17.00 Accadde Oggi
CI RITORNI IN MENTE
Vita, morte e “misteri” di Lucio Battisti. A cura di Vincenzo Iannuzzo
Voci recitanti di Vincenzo Iannuzzo e Ilaria Zeri
Intervengono Sergio Rossoni, Valentina Piccinini e Alex Mari
10 settembre, ore 17 In Evidenza
THE DARK SIDE OF THE MOON / OCCULTA LUNAE PARS
I brani della mitica raccolta dei Pink Floyd tradotti in lingua latina
11 settembre, ore 17 Vetrina Letteraria
Emilia Manzoli Borsetti
Un mare di rossi papaveri
L’autrice ne parlerà con Gina Nalini Montanari
Sarà presente l’editore Fausto Bassini
12 settembre, ore 17 La Grande guerra e il Novecento Europeo
Matteo Galli
LETTERATURA E CINEMA TEDESCHI SULLA GRANDE GUERRA
13 settembre, ore 10,30
Giardino della Biblioteca
Officina Teatrale
L’IRRINUNCIABILE SOGNO DI COSIMO PIOVASCO DI RONDÓ
Libero adattamento da “Il barone rampante” di Italo Calvino – Regia Officina teatrale A_ctuar
14 settembre, ore 16,15
XV Giornata Europea della Cultura ebraica – Convegno di studi
DONNA SAPIENS LA FIGURA FEMMINILE NELL’ EBRAISMO
Èshet Chàil. Una donna di valore chi la può trovare? (Proverbi, 31, 10)
Introduce e modera Massimo Maisto, Vice Sindaco del Comune di Ferrara
Interventi:
Elena Loewenthal “Le figure femminili della Bibbia. Qualche divagazione”
Luciano Meir Caro “ La donna nel Talmud”
Elisabetta Traniello “Essere donna, ebrea, italiana nel Medioevo: una storia per Ricca Finzi”
Elisabetta Gnignera “Abiti ed ornamenti delle ‘iudee’ di Ferrara da Borso d’Este all’Età Moderna”
Anna Dolfi “Oltre i vetri della finestra. Bassani e la rifrazione dell’immagine femminile”
Gianfranco Di Segni “La condizione della donna nel Pahad Yishaq di Isacco Lampronti”
15 settembre, ore 17 Ritratti
RUDOLF STEINER
La Scienza dello spirito: un messaggio per il terzo millennio
A cura di Marcello Girone Daloli
concorsi, editoria, poesia, riviste

La vita felice

Premio di Poesia AMBROSIA

Promosso da LVF, con il Patrocinio di EXPO MILANO 2015, a partecipazione gratuita. Il tema è cibo/parola/cultura-e. Scadenza per l’invio degli elaborati: 30 ottobre 2014. Premi: realizzazione di un’antologia con i testi selezionati e al primo classificato, pubblicazione di una silloge con LVF. Giuria: Franco Buffoni (Presidente), Luigi Cannillo, Salvatore Contessini, Rita Pacilio. Bando e Regolamento qui: http://poesia.lavitafelice.it/news–bando-del-premio-di-poesia-ambrosia-promosso-da-lvf-scad-30-ott-14-2355.html

 

INEDITI (poesia) IN LETTURA – IN DIALOGO

Per tutti coloro che intendono inviare propri testi poetici a LVF, finalizzati a un’eventuale pubblicazione, suggeriamo di leggere le indicazioni riportate nell’iniziativa IN DIALOGO: http://poesia.lavitafelice.it/news–in-dialogo-inediti-in-lettura-95.html

 

OFFERTE SPECIALI – SCONTI LIBRO

Per tutto il 2014, LVF riserva a coloro che eseguiranno un ordine online sul sito www.lavitafelice.it , lo sconto del 15% sulla quasi totalità dei titoli in catalogo. Puoi pagare con carta di credito, paypal o bonifico. Sfoglia il catalogo: siamo certi che c’è il libro che cerchi! http://www.lavitafelice.it/editore-la-vita-felice-105.html

 

Rivista QUI LIBRI – bimestrale

http://www.qui-libri.it/

Qui Libri è una rivista bimestrale che ha nel nome la sua ragione sociale: parlare di libri e offrire al lettore una possibilità in più, fornendogli un prezioso strumento con cui orientarsi nel labirinto di titoli che il mercato del libro offre, in cui è sempre più difficile muoversi; ha l’ambizione di fare un buon giornalismo culturale seguendo la tradizione della vecchia terza pagina dei quotidiani, ripensata negli ultimi decenni con formule diverse e più moderne. Per abbonarsi: http://www.qui-libri.it/abbonamenti/