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L’illustrazione in mostra

Sabato 9 Ottobre 2021 ore 11.30.

Biblioteca Giorgio Bassani Via G. Grosoli, 42 (Barco) Ferrara

Segni, sogni e meraviglie

Bio Artista

Marta Besantini

Illustratrice e fumettista opera sulla base di esperienze artistiche multidisciplinari maturate a livello nazionale ed internazionale, in ambiti didattici ed esperienze formative rivolte a bambini, adolescenti, studenti, persone disabili o con difficoltà di apprendimento.

La mostra

SEGNI, SOGNI E MERAVIGLIE.

Raccolte bi e tridimensionali tra arte digitale, tradizionale e botanica. “I segni” sono la concretezza del pensiero. “I sogni” rappresentano le ispirazioni dell’artista, ciò a cui quest’ultima/o vorrebbe giungere dopo una semplice idea iniziale. Essi rappresentano anche la forza del “tutto è possibile”. “La meraviglia” è la sensazione che si può riuscire a sentire dopo la nascita di cose belle.

L’invitata d’onore

Anna Michaux è maturanda al liceo artistico Dosso Dossi, indirizzo Architettura e Ambiente. Oltre all’arte, si interessa alla natura degli insetti e delle piante fin dall’infanzia e in questa sua prima collaborazione artistica, espone un lavoro di terrari in connessione con il lavoro di Marta. Anna è figlia di Marta.

L’inaugurazione si terrà in sala Auditorim
La mostra sarà visibile presso l’area espositiva

Ingresso fino ad esaurimento posti

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Ursula K.Le Guin

a cura di Beppe Roncari

Ursula K. Le Guin “La saga di Terramare illustrata da Charles Vess”

 

Ursula K. Le Guin, “La saga di Terramare illustrata da Charles Vess”

Ursula K. Le Guin, “La saga di Terramare illustrata da Charles Vess”

La saga di Terramare è nata da un’illustrazione. Quando l’editore chiese a Ursula K. Le Guin di scrivere un romanzo fantasy per ragazzi, la prima cosa che fece, superato il panico, fu prendere un grande foglio di carta e tracciare la mappa di Earthsea e delle sue isole.

Come per la Terra di Mezzo di Tolkien, le isole di Terramare nacquero dall’amore per le parole. “Di esse non sapevo quasi niente, ma conoscevo i loro nomi. La magia risiede nel nome.”
Lo racconta l’autrice stessa nell’introduzione alla nuova edizione dell’intera saga illustrata da Charles Vess, appena pubblicata in Italia da Mondadori Oscar Fantastica.

Figlia di un antropologo, femminista e anarchica, con all’attivo cinque premi Hugo, sei Nebula e diciannove Locus, la Le Guin è una delle scrittrici che hanno lasciato maggiormente il segno nella fantascienza e nel fantasy contemporanei.

Chi non conosce Ursula K. Le Guin e leggerà questa saga per la prima volta scoprirà una vera pietra miliare del genere fantasy.

Prima dell’Antica Lingua di Eragon c’era il Vero Idioma, la Lingua della Creazione alla base della magia di Terramare. Magia che trova il suo apice in alcune geniali creazioni della Le Guin, come quella del Boschetto Immanente, misterioso luogo semovente dove non si possono compiere incantesimi, sebbene sia esso stesso un incantesimo, e nelle figure poderose e sapienti dei draghi.

Prima di Harry Potter c’era Ged, giovane mago in un’epoca in cui il prototipo degli stregoni erano Merlino e Gandalf, vecchi saggi con la barba bianca. Inoltre, Ged non era il tipico maschio bianco, ma un ragazzo dalla pelle scura, come tutti gli abitanti di Gont, l’isola da cui proviene. Particolare questo a cui l’autrice teneva in modo particolare, e che è stato tradito nella miniserie televisiva canadese (“La leggenda di Earthsea” 2004) e solo parzialmente restituito nella trasposizione animata di Gorō Miyazaki, figlio del più famoso Hayao (“I racconti di Terramare” 2006), che la Le Guin trovò visivamente apprezzabile, ma molto lontano dalla sua opera.

Prima di Hogwarths nell’immaginario fantastico esisteva già l’isola di Roke, con i suoi maestri incantatori, punto di riferimento per tutte le successive scuole, università e accademie di magia, diventate ormai un topos dell’urban fantasy.

La saga di Terramare, che comprende sei romanzi e alcuni racconti, non è sorta in un giorno. I primi tre romanzi sono stati scritti a cavallo degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso (’68, ’70 e ’72), mentre il quarto ha visto la luce ben diciotto anni dopo. Come scrive la Le Guin stessa nell’introduzione: “Nel 1972 avevo quarantadue anni, nel 1990 sessanta. Nel corso di quegli anni il modo di interpretare la società che siamo obbligate a chiamare femminismo […] era cresciuto e si era sviluppato.” E così, senza mai abbandonare il personaggio di Ged, nella saga assume sempre più importanza la figura femminile di Tenar.

Proprio così, anche in questo caso la Le Guin si è dimostrata un’anticipatrice, aprendo la pista alle eroine femminili nel fantasy e nella fantascienza, da Katniss di Hunger Games a Clarissa di Shadowhunters.

Purtroppo, l’autrice è scomparsa proprio nel cinquantesimo anniversario della pubblicazione del primo volume della saga, A Wizard of Earthsea (1968-2018), e non ha fatto in tempo a veder pubblicato questo libro, ma le 56 illustrazioni di Charles Vess, frutto di quattro anni di intenso lavoro, le aveva viste e approvate una a una. A differenza di altri adattamenti visivi che non l’avevano soddisfatta, la collaborazione con Vess, già fan della saga prima di iniziare, è stata gradita e fruttuosa per entrambi. L’artista stesso ha dichiarato: “abbiamo passato un anno a scambiarci idee su quale fosse l’aspetto dei suoi draghi.” E una tale dedizione, insieme all’amore per il mondo di Terramare, trapela da ognuna delle illustrazioni.

Vale la pena spendere due parole su Charles Vess, artista e fumettista statunitense, vincitore di molti premi nel campo dell’illustrazione, fra cui tre premi Eisner e due World Fantasy Award. Fra le sue collaborazioni eccellenti, ricordiamo quella con Neil Gaiman, iniziata, ironia della sorte, con un altro giovane mago, Timothy Hunter della miniserie a fumetti The Book of Magic, e poi proseguita con Sandman e Stardust.

Quando immagini e racconto si incontrano in modo così magistrale c’è un solo nome per un’opera di questo genere. E quel nome è Magia.

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Vero o falso?

VISITA GUIDATA

Collezione permanente del Museo della Figurina

e mostra Vero o falso?

Sabato 6 ottobre 2018, ore 17

Museo della Figurina

Palazzo Santa Margherita

I visitatori saranno accompagnati all’interno del percorso espositivo permanente del Museo della Figurina e della mostra Vero o falso? Le figurine sotto la lente d’ingrandimento della scienza, che indaga il rapporto tra scienza e verità conducendo virtualmente  il pubblico all’interno del laboratorio scientifico.
L’evento rientra nel costo del biglietto valido per accedere alla mostra. Ingresso gratuito per gli under 18, gli over 65 e il primo accompagnatore di un bambino sotto i 10 anni.

Jon Rafman, Erysichthon 2015 Video HD (colore, con suono in stereo) Durata: 8’4”. Courtesy l’artista

INGRESSO LIBERO

Prima domenica del mese

Domenica 7 ottobre 2018

 

Ogni prima domenica del mese, la FONDAZIONE MODENA ARTI VISIVE garantisce l’ingresso libero alle mostre con biglietto a pagamento.

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Il giornalino della Domenica

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L’arte in tasca

L’arte in tasca
Calendarietti, réclame e grafica 1920-1940
15 settembre 2017 – 18 febbraio 2018

Al Museo della Figurina di Modena, una mostra sui piccoli capolavori dell’Art Déco: i calendarietti tascabili, piccoli omaggi profumati nati tra il 1920 e il 1940 dal talento di artisti, grafici, pubblicitari e illustratori dell’epoca.

A Palazzo Santa Margherita (corso Canalgrande 103, Modena), dal 15 settembre 2017 al 18 febbraio 2018, L’arte in tasca. Calendarietti, réclame e grafica 1920-1940, a cura di Giacomo Lanzilotta, approfondisce una forma d’arte molto diffusa in quel ventennio che intercorre tra la due guerre mondiali e che vede anche la nascita e l’evoluzione dell’Art déco: i calendari da tasca, i cosiddetti ‘calendarietti del barbiere’, rappresentati in mostra da ottanta esemplari, per un totale di oltre 300 immagini, accanto ai prodotti affini a quel mondo – réclame, etichette, confezioni di profumi, cosmetici e oggetti rari come un curioso apparecchio spuzza-profumo a monete degli anni Trenta  – in un percorso espositivo suddiviso per tematiche (dalla profumeria alla seduzione fino al fascino dell’Oriente, passando per letteratura e spettacolo)  e illustratori.

La mostra è prodotta in occasione del festivalfilosofia 2017, dedicato quest’anno alle Arti, dal Museo della Figurina in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.

Nella prima metà del ‘900, i calendarietti condividono con le figurine il piccolo formato, le tecniche di stampa, la serialità, la vocazione a diventare oggetti da collezione e, soprattutto, il fatto di veicolare messaggi pubblicitari, funzione che in seguito le figurine perderanno. Specchio dei gusti, delle tecniche pubblicitarie e dei consumi del secolo scorso, i calendarietti rappresentano documenti preziosi anche dal punto di vista della storia della grafica e più in generale dell’arte, poiché frequentemente disegnati e firmati da artisti famosi, altra cosa che li distingue dalle figurine, i cui autori sono spessissimo ignoti.

Quella tra il 1920 e il 1940 è la stagione più felice per i calendarietti e la micrografica sia per l’apporto di illustratori di grande richiamo – da Codognato a De Bellis, da Carboni a Romoli, solo per fare qualche nome – sia per lo stile di cui erano significativi testimoni: quei prodotti rappresentavano il risultato di un’estetica nuova, ricca di fascino ed eleganza, che presto si definì come l’imperante gusto déco. Un linguaggio figurativo fondato su una ricercata armonia geometrica, ridondante di motivi ritmici quali scacchiere, cerchi concentrici, linee segmentate onnipresenti nella decorazione dei costumi e degli arredi, dove le storie erano spesso rappresentate in ambientazioni da sogno, tra le profusioni d’oro e di argento che ne ornavano le pagine.

Profumato con qualche essenza spesso reclamizzata all’interno, nel suo formato più diffuso il piccolo almanacco si presentava in forma di libriccino di dodici o sedici facciate. Ciò che poi lo ha fatto diventare un genere artistico autonomo degno di rilevanza e oggetto di collezionismo, sono stati i suoi contenuti, le incantevoli pagine a colori finemente illustrate in cui i mesi del calendario campeggiavano all’interno di una tematica: la bellezza delle dive del cinema, le avventure d’amore lette nei libri o viste a teatro, gli eroi e i grandi personaggi della storia, il fascino dei lontani paesi esotici, e tutto ciò che poteva offrire innocenti evasioni della fantasia, ispirate dalle immagini seducenti e dalle fragranze che quelle pagine emanavano.

Ma al di sopra di ogni altra cosa è stato il mondo della bellezza, dei profumi e dei cosmetici il tema dominante che ha influito non poco per la fortuna stessa di questo genere artistico: il legame tra i calendarietti tascabili, la loro profumazione e le correlate réclame delle diverse case produttrici è stato infatti uno dei fattori più importanti per la loro stessa popolarità, permettendo che quei piccoli foglietti illustrati fungessero da veicolo pubblicitario gradevole e duraturo nelle tasche di intere generazioni.


Accompagna la mostra il catalogo L’arte in tasca. Calendarietti, réclame e grafica 1920-1940 (Franco Cosimo Panini) con testi del curatore Giacomo Lanzilotta e di Maurizio De Paoli. Accanto un ampio repertorio iconografico di circa 300 immagini, i testi di Giacomo Lanzilotta mettono in luce per la prima volta in maniera completa e sistematica le biografie di artisti noti e meno noti che hanno lavorano nella micrografica. Maurizio De Paolo si concentra invece su un’analisi storica approfondita di questa particolare forma d’arte.

Sabato 16 e domenica 17 settembre dalle 16.00 alle 18.00 a ciclo continuo, sarà possibile partecipare a Questione di naso. Indovina l’odore, percorso olfattivo a ingresso libero per testare le nostre capacità di riconoscere gli odori. Ai partecipanti, grandi e piccoli, un piccolo omaggio profumato.

mostra L’arte in tasca. Calendarietti, réclame e grafica 1920-1940
a cura di Giacomo Lanzilotta
sede Museo della figurina, Palazzo Santa Margherita, Corso Canalgrande n. 103 – Modena
periodo 15 settembre 2017 – 18 febbraio 2018
prodotta in collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
percorso olfattivo Questione di naso. Indovina l’odore, sabato 16 e domenica 17 settembre, dalle 16.00 alle 18.00 (a ciclo continuo, ingresso libero)
Orari
da mercoledì a venerdì 10.30-13; 15-19
sabato, domenica e festivi 10.30-19
lunedì e martedì chiuso
Orari per il festivalfilosofia
venerdì 15: 9-23
sabato 16: 9-01
domenica 17: 9-21
Ingresso gratuito
Info http://www.museodellafigurina.it – tel. 059 2032919
Ufficio stampa Pomilio Blumm
Irene Guzman tel. 349 1250956, irene.guzman@comune.modena.it

 

didascalie immagini:

Les fleurs niçoises Bruyère,1930-40, Pubblicità profumeria Cosmydor, Parigi, Etichetta per scatola di saponi profumati

Balli Russi, 1928. llustratore Sergio Nicolò De Bellis, Pubblicità Farmacia Boscia, Pesaro, Calendarietto

illustrazione, mostre

Michelangelo Miani

Alle nove e venti serali di martedì 1° maggio 1983, si fa giorno in piena notte nell’emisfero nord: dopo 130 anni-luce di cammino son giunti fin sulla Terra i segni dell’esplosione della supernova Briareo Delta. Questo è il tramonto di Briareo: uno spettacolo meraviglioso, che dura però troppo poco e che ben presto molti vorrebbero non aver mai visto. Un processo lento e inarrestabile comincia infatti a stringere gran parte del globo in una nuova èra glaciale. Non è difficile intuire che all’origine del fenomeno è proprio l’esplosione di Briareo, ma ben più difficile è dare una spiegazione all’altra catastrofe che si abbatte sul mondo: uomini e donne sono diventati improvvisamente sterili e in pochi decenni l’umanità intera sembra destinata a scomparire.

RICHARD COWPER Il tramonto di Briareo (1982)


Immagine di Michelangelo Miani

Mini rubrica a cura di Pietro Argenti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nota: Nell’ambito della manifestazione “Ricominciamo dal futuro”, come UAC, facemmo una mostra in cui furono esposti a Bondeno alcuni originali delle sue copertine.

 

fantascienza, illustrazione

Gli alieni son tornati

Martedì 13 dicembre 2016 alle ore 19 verrà inaugurata presso la Galleria Arnaldo Pavesi di Milano, la mostra “aliens are back“, una corposa collezione di tavole originali e inedite, in una collettiva che raccoglie i più importanti Maestri illustratori specialisti nel ramo della “science-fiction”.
Artisti come Karel Thole, Marco Patrito, Giuseppe Festino, Michelangelo Miani, Cesare Reggiani, Germano Bonazzi e alcuni altri che hanno contribuito a suscitare fantasie e sogni sulle opere dei più noti scrittori di Fantascienza. Il loro lavoro ha valorizzato le copertine delle collane come Urania, Cosmo, i Classici della Fantascienza e ha concorso per decenni, al successo di questo settore editoriale.
L’immagine della copertina di un libro di fantascienza è il risultato di una sommatoria di tematiche come terrori ancestrali, ambienti extraterrestri, esoterismo, ignoto e l’equilibrio estetico nella loro sintesi contribuisce a determinarne il successo editoriale.
Maggiori informazioni collegandosi al sito www.pavesicontemporart.com.

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Franco Morelli, illustratore

a cura di Gianni Cerioli e Roberto Roda

prezzo: 18,00 Euro
pagine: 128
formato: cm 21 x 28

FRANCO MORELLI fu, in vita, artista volontariamente sconosciuto, che difese strenuamente la sua condizione di autodidatta.
Nel 1945, nei mesi successivi alla Liberazione diede vita a Ferrara a un Circolo Artisti Dilettanti che poi l’anno successivo aprì sezione anche a Cento nell’Alto Ferrarese. Presentò la sua prima personale di pittura solo nel 1951. Durante gli anni cinquanta si mise in contrasto con il sistema delle arti vigente nella città estense e alla fine del decennio decise di non esporre più, relegandosi in volontario isolamento. Nel suo studio continuò con fervore a dedicarsi, in silenzio, alla pittura e soprattutto all’illustrazione.
Ossessiva e per molti versi monumentale è l’impegno che riservò alla Divina Commedia: alla illustrazione del capolavoro dantesco lavorò per oltre trent’anni producendo in progress numerose versioni, tutte ugualmente spettacolari e degne della massima attenzione; lo stesso impegno venne riservato all’illustrazione di altre grandi opere letterarie, di valore universale.
Artista visionario, maestro del colore e dell’illustrazione, precursore e anticipatore di generi e soggetti che sarebbero arrivati alla ribalta solo molti anni dopo, Morelli ha orgogliosamente “nascosto” la propria produzione artistica fino alla scomparsa, avvenuta nel 2004.
Questo catalogo ci svela una selezione di opere del maestro, e aggiunge un’ulteriore tassello allo studio dell’opera morelliana.

editoriale Sometti