fotografia, Letteratura

In memoria di Bruno Vidoni

martedì 28 aprile ore 17 – LA COMPAGNIA DEL LIBRO

Matteo Pazzi – ANGELI IN CULO ALLA BALENA BIANCA (Antipodes, Palermo, 2015)
Dialoga con l’autore Alberto Amorelli
Tempo: data stellare 12675990089776544343.89. Protagonisti: un uomo di 36 anni piuttosto confuso e le sue paranoie, un cagnolino mitico di nome Ugo, una città nella quale il tempo non passa mai del tutto, un turbinio di persone fantastiche, l’amore impossibile per l’attrice Sara Tommasi. Plot: una sana risata simile ad una ciliegina sulla torta di una quotidianità ritratta un po’ come farsa un po’ come commedia.
E, alla fine, quel maledetto bastardo di Billy Bones.
In collaborazione con Associazione Culturale Il Gruppo del Tasso

» mercoledì 29 aprile ore 17 – IL PRESENTE REMOTO 2015
CICLO DI CONVERSAZIONI ETNO-ANTROPOLOGICHE A CURA DI ROBERTO RODA – IN MEMORIA DI BRUNO VIDONI
Presentazione del progetto didattico promosso dal Liceo Artistico Dosso Dossi in sinergia con la vedova dell’artista e con la collaborazione scientifica del Centro Etnografico Ferrarese.
Intervengono: Massimo Maisto, vicesindaco di Ferrara; Claudia Tassinari, assessore alla Cultura del Comune di Cento, Fabio Muzi, preside del Liceo Artistico “Dosso Dossi”; Enrico Spinelli, dirigente del Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara; Marina Ferriani, moglie dell’artista Bruno Vidoni.

A seguire, alle ore 17,40, Roberto Roda intratterrà sul tema
OCCHI GRANDI SUL PIANETA ARTE
Gli ipertrofismi oculari dal Simbolismo al Pop surrealismo (senza dimenticare Bruno Vidoni)
Il recente film di Tim Burton, Big Eyes, dedicato alla pittrice americana Margareth Keane e alle sue figure umane con grandi occhi da cerbiatto, popolarissime negli States degli anni Sessanta, impone una riflessione su una deformazione figurativa che oggi caratterizza un intero movimento pittorico, quello del pop surrealismo (Low Brow Art). Negli anni Sessanta, mentre la Keane diventava popolare in California, in Italia, l’artista centese Bruno Vidoni, all’oscuro di quanto la pittrice statunitense stava facendo, iniziò a produrre dipinti in cui le figure umane erano tutte segnate da ipertrofismo oculare. A ben guardare l’ipertrofismo appartiene a una più complessa “ossessione dell’occhio” che si sviluppa, sorprendentemente, dalle fantasie dell’Ottocento. La conversazione cerca di mettere ordine nella moda dei grandi occhi dell’arte contemporanea, individuando origini e itinerari di sviluppo.
L’appuntamento fa da introduzione alla mostra “Bruno Vidoni (1930-2001). Occhi, nudi e immensi” e rientra in un più ampio progetto culturale e didattico dedicato a all’artista, insegnante, fotografo centese, entrato di diritto nella storia della fotografia italiana del Novecento, che in gioventù fu studente del Dosso.
A cura del Centro Etnografico Ferrarese

» giovedì 30 aprile ore 17.30 – VETRINA LETTERARIA
Andrea Pagani – LA TANA DEL CONIGLIO (La Mandragora,2014)
Dialoga con l’Autore Leonardo Punginelli
Una sera di primavera. L’ora del tramonto. Un momento come tanti, quasi banale. Un uomo rientra a casa dal lavoro. Parcheggia, tira fuori un mazzo di chiavi, cerca di aprire la porta. E comincia un incubo. Non solo non riesce a trovare la chiave per aprire casa, ma d’improvviso si trova catapultato in una diversa identità, in un altrove che non riconosce, ma dove, paradossalmente, tutti lo riconoscono. Ha un nome, un lavoro, una famiglia. Peccato che non ricordi nulla…
Inizia così un’avventura parallela: da un lato la storia realistica, dall’altro una ricerca dentro se stessi, nera e misteriosa, al limite del grottesco. Con La Tana del Coniglio, Andrea Pagani costruisce una trama dove l’impossibile accade, e srotola conseguenze, con tutta la precisione di quella che siamo soliti chiamare “realtà”.
Può suonare strano, per un autore che ha sempre trovato ispirazione negli archivi e nei fatti di cronaca più inquietanti. Ma è proprio l’abitudine a fare i conti con storie vere che permette a Pagani di farci sentire ineluttabile, e quindi coinvolgente, questa irresistibile avventura.
Arte, fotografia, illustrazione

Nuove acquisizioni

Sabato 18 aprile 2015 la Galleria civica di Modena inaugura alle 18.00 presso le sale superiori di Palazzo Santa Margherita la mostra dedicata alle nuove acquisizioni dell’istituto. Negli ultimi anni, grazie ad una accurata politica culturale volta ad incrementare il patrimonio, sono confluiti nelle raccolte del disegno e della fotografia più di 500 lavori, in prevalenza per donazione di artisti o collezionisti, oppure attraverso l’istituto del comodato. La ricerca messa in campo in questa occasione ha permesso inoltre la riscoperta di alcune opere che, pur entrate a far parte delle collezioni nel recente passato, non avevano ancora trovato occasione di essere presentate al pubblico.

 

L’allestimento, a cura di Gabriella Roganti, presenta una selezione di queste carte e si propone di mostrare, fra gli altri, disegni di Aldo Bandinelli, Vittorio Corsini, Gianfranco Ferroni, Josep Ginestar, Mario Giovanardi, Claudia Losi, Roberto Paci Dalò, Nakis Panayotidis, Bepi Romagnoni, Claudio Verna, Moe Yoshida, e fotografie di Giorgio Barrera, Elina Brotherus, Bruno Cattani, Mario Cresci, Mario De Biasi, Franco Fontana, Luca Gilli, Ferdinando Scianna, Diego Zuelli, solo per citare alcuni degli artisti presenti.

Nel percorso espositivo inoltre una selezione delle 114 incisioni di autori italiani donate nel 2013 dall’Associazione per la diffusione dell’opera artistica di Modena che a margine di mezzo secolo di attività ha lasciato la propria collezione di grafiche alla Galleria civica di Modena (per la parte che riguarda gli ultimi 30 anni) e la documentazione d’archivio alla biblioteca civica “Luigi Poletti”, un gesto che ha consentito alla comunità di conservare memoria di un momento creativo esemplare sia per l’arte del territorio che per quella italiana.

Conclude il percorso un nucleo di disegni di Giorgio Preti, artista modenese scomparso nel 1961 a soli 21 anni cui venne dedicata a pochi mesi dalla scomparsa una mostra nella storica Sala di Cultura a Palazzo dei Musei. Oggi queste carte entrano a far parte delle raccolte civiche grazie ad una cospicua donazione voluta dalla famiglia Preti, costituita da alcune centinaia di opere tra disegni, schizzi, quadri, che verranno presentati integralmente nel 2016 presso le sale espositive del Museo civico nell’ambito di una più ampia rassegna dedicata al giovane e talentuoso artista.

La mostra resterà allestita fino al 7 giugno 2015, data entro la quale sempre a Palazzo Santa Margherita, sarà ancora possibile visitare “The cinema show. Fotografie dalla collezione della Galleria civica di Modena”, allestita in sala grande.

 

mostra Nuove acquisizioni. Inediti e riscoperte dalla collezione della Galleria civica di Modena

 

sede sale superiori di Palazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103, Modena

 

a cura di Gabriella Roganti

 

periodo 18 aprile-7 giugno 2015

 

organizzazione e produzione

Galleria civica di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena

 

inaugurazione sabato 18 aprile 2015, ore 18.00

 

Arte, fotografia

Pellizza da Volpedo

“Tempo ritrovato- Fotografie da non perdere” – Il Quarto Stato e il territorio di Volpedo nelle fotografie del fondo Giuseppe Pellizza.

Riproduzione dell’opera “Il Quarto Stato”, aut. Studio Cicala – Voghera, 1901
(Archivio Fotografico Studio Museo Pellizza da Volpedo).

La mostra, a cura di Daniela Giordi, raccoglierà le opere provenienti dal suo archivio e offrirà un’occasione unica per i visitatori di conoscere uno degli artisti italiani che più di ogni altro ha riconosciu­to e fatto proprie le potenzialità della nascente arte della fotografia come strumento per arricchire la propria pittura. Attraverso un itinerario fra gli scatti destinati ad essere utilizzati per il proprio lavoro di pittore, verranno esposte opere originali selezionate fra le stampe con soggetto sto­rico artistico e stampe fotografiche che riportano materiale scrittorio e pittorico.

La mostra testimonia da un lato la multidisciplinarietà e curiosità dell’autore de “Il Quarto Stato”, dall’altro la duplice natura della fotografia: strumento per l’arte, quando non arte essa stessa.

Molte delle stampe, selezionate ai fini della mostra, rappresentano una testimonianza visiva ed identitaria per Volpedo, nell’accezione sia di territorio sia di comunità e non sono unicamente quelle utili alla comprensione della genesi di Il Quarto Stato. Fra queste vi sono le immagini che ben illustrano il rapporto del pittore con il paesaggio volpedese e la sua opera, sono le fotografie scattate nei luoghi pellizziani, come ad esempio la collina di Monleale innevata per la stesura della tela Neve sui tetti; lo studio del paesaggio e dell’architettura del Ponte sul greto asciutto del Curone negli scatti di Giuseppe Pellizza e di Fausto Bellagamba con la moglie del pittore Teresa e le figlie Maria e Nerina, utili a definire lo scenario del dipinto Il Ponte; gli studi della folla ripresa dall’alto o la piazza di Volpedo nei giorni della fiera; piazza Castello poi Malaspina oggi Piazzetta Quarto Stato; le mura storiche di Volpedo, per le quali fotografie diede l’incarico a Fausto Bellagamba onde inviarne copia ad Alfredo D’Andrade, Sovrintendente alle Belle Arti di Liguria e Piemonte; Giuseppe Pellizza che dipinge in plein air L’amore della vita e altro ancora.

La mostra Il Quarto Stato e il territorio di Volpedo nelle fotografie del fondo Giuseppe Pellizza è un progetto a cura di Daniela Giordi, ABF-Atelier per i Beni Fotografici.

fotografia

I ragazzi del ’77

Una Storia condivisa su Facebook

Libro I Ragazzi del '77Enrico Scuro
con la collaborazione di Marzia Bisognin e Paolo Ricci
Baskerville-SonicPress Editori, 2011

 

Da un album fotografico sul ‘77 a Bologna, pubblicato quasi per caso su Facebook da Enrico Scuro, è nato un fenomeno che ha coinvolto e appassionato un migliaio di persone. Una comunità che sembrava dispersa nel tempo, si è ritrovata nella piazza virtuale del social network, ricreando quella speciale dimensione umana che era la piazza reale degli anni Settanta: le case porti di mare, la vita quotidiana come evento collettivo, il modo di vestire, amare, sentire, parlare. E poi la politica, la novità del linguaggio di Radio Alice, i viaggi in India, le feste giovanili, i concerti rock, il teatro in piazza.
Con più di 1200 foto, corredate da migliaia di commenti, riflessioni, ricordi, il libro I Ragazzi del ‘77 ricostruisce questa singolare esperienza condivisa su Facebook, e racconta un’epopea del passato con gli occhi del presente.

Enrico Scuro
con la collaborazione di Marzia Bisognin e Paolo Ricci
Baskerville e SonicPress Editori
544 pagine, 1272 fotografie, formato 29×21 cm

fotografia

F4/ Un’idea di fotografia

dal 12 al 15 giugno 2014 | treviso e pieve di soligo (tv)

F4 / UN’IDEA DI FOTOGRAFIA

Ad aprire il festival è la personale clair di Christian Fogarolli a Ca’ dei Ricchi: interventi fotografici e installazioni che partono dal recupero di immagini manicomiali,giocando in un continuo dialogo tra rigore scientifico, inconscio e percezione soggettiva.

Sempre a Treviso al Museo Casa Robegan il progetto A occhi chiusi propone tre autori che agiscono con ricerche sperimentali volte alla narrazione dell’intangibile: Addictiondi Simone Bergantini tocca il tema delle forme di socialità globale attraverso la rielaborazione delle impronte lasciate sui dispositivi touchscreen;FabioSandri porta in scenaAutoritratti di tempi lunghi, fotografie processuali generateprecedentemente dagli stessi fruitori.DavideTranchina infine espone la serie 40 nottia Montecristo, paesaggi irraggiungibilial confine tra realtà e sogno.Il Foyer del Sant’Artemioospita la giovane fotografa Giulia Agostinicon Personal: esposti ritratti di soggetti della sua quotidianità giocati su una profonda empatia.

In scena a Villa Brandolini a Pieve di Soligo la mostra A Moment. Master Photographers: Portraits del noto fotografo americano Michael Somoroff, in anteprima per l’Italia, che presenta i ritratti dei più importanti fotografi del Novecento. L’autore nella sua lunga carriera ha lavorato per le principali riviste a New York e in Europa, come Vogue e Life, affinando anche una grande tecnica nel ritratto. La mostra, curata da Diana Edkins, presenta un corpus di oltre trenta immagini scattate da Somoroff quando, ancora trentenne, ritrasse i suoi idoli e mentori con una lettura dal carattere introspettivo e psicologico tramite intense immagini in bianco e nero: protagonisti delle sue foto alcuni dei più grandi autori, tra cui Brassaï, Robert Doisneau, Ralph Gibson, André Kertész, Jacques- Henri Lartigue, Arnold Newman e Helmut Newton. Somoroff ne coglie l’essenza più autentica, testimoniando un periodo inimitabile della storia della fotografia, il culmine dell’esperienza analogica.

A seguire, Ecce Fauni di Flavio Favero, corpi umani nudi, primigeni, dalle maschere animali, a riflettere su essenza e apparenza sociale; la personale della fotografa emergente Silvia Mariotti Reazioni perfettamente naturali, immagini metafora di un uomo in bilico tra paure e inquietudini con la serie Attempts, finte azioni misteriose in cui il fallimento è reso da gesti interrotti; Luoghi di resistenza, cheinscena ritratti disorientanti, tragicomici; l’installazione site specific di Claudio Corfone genera una traccia sonora creando dinamiche percettive. Infine l’intermedialità del collettivo Jennifer rosa conThe follower, scatti in cui il soggetto asseconda o subisce l’obiettivo; l’intervento video Gemelli, che affianca i soggetti creando una situazione sospesa e innaturale; in anteprima assoluta la performance Here you are: nel buio dei performer eseguiranno una partitura fisica, flash luminosi li strapperanno dall’azione misteriosa costringendoli a farsi ritrarre.

Un percorso articolato che per raccontare l’uomo odierno adotta vari registri espressivi: dalla grande ritrattistica in bianco e nero alle immagini in bilico tra realtà e finzione fino agli esiti intermediali tra fotografia e video, per rendere un’immagine contemporanea della fotografia nella sua pluralità di visioni espressive.

Programma Festival
12-15 giugno
Ca’ dei Ricchi, Treviso
clair. Christian Fogarolli
giovedì 12, ore 18.30
fino all’8 agosto

Foyer del Sant’Artemio, Treviso
Personal. Giulia Agostini
venerdì 13, ore 18.30
fino al 24 agosto

Casa Robegan, Treviso
A occhi chiusi. Simone Bergantini / Fabio Sandri / Davide Tranchina
sabato 14, ore 18.30
fino al 24 agosto

Villa Brandolini, Pieve di Soligo (TV)
A Moment. Master Photographers: Portraits by Michael Somoroff
Silvia Mariotti. Reazioni perfettamente naturali
Jennifer rosa. Cronache di un ritratto mancato
Flavio Favero. Ecce Fauni
domenica 15, ore 11.15
fino al 24 agosto

Il Festival è promosso da Fondazione Francesco Fabbri con Comune di Treviso, Comune di Pieve di Soligo, TRA Treviso Ricerca Arte e FAST.
Con il patrocinio di FIAF, Landscape Stories e Enzimi. Rassegna inserita in RetEventi Cultura Veneto 2014 realizzata da Provincia di Treviso e Regione del Veneto.
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info:
f4fotografia@fondazionefrancescofabbri.it
http://www.fondazionefrancescofabbri.it

fotografia

Fotogiornalismo e reportage

La Galleria civica di Modena inaugura sabato 22 febbraio alle 17.30 la mostra “Fotogiornalismo e reportage. Immagini dalla collezione della Galleria civica di Modena”, realizzata interamente con materiale proveniente dalle proprie raccolte.
Curata da Silvia Ferrari, promossa e organizzata dalla Galleria civica di Modena e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la rassegna propone al pubblico una significativa selezione di opere dalla raccolta di fotografia con un progetto incentrato sul fotogiornalismo e sul reportage.
Dopo lunghi anni di lavoro sulla fotografia artistica questo allestimento consente di compiere una ricerca che dà conto della fotografia considerata dal punto di vista del suo potenziale documentario e di testimonianza ed è l’occasione per mostrare la ricchezza del genere nella collezione che comprende alcuni dei nomi che hanno fatto la storia della fotografia di reportage a livello mondiale come Weegee, Henri Cartier-Bresson, Tim N. Gidal, Robert Capa, Werner Bischof, William Klein, oppure, per stare sul territorio italiano, Caio Mario Garrubba, Mario De Biasi, Gianni Berengo Gardin e Ferdinando Scianna.
Per la prima volta saranno esposte tutte assieme fotografie che illustrano momenti storici diversi di cui sono stati protagonisti fra gli altri Che Guevara, Fidel Castro, Konrad Adenauer, Bill Clinton e Nelson Mandela, oppure che documentano episodi cruciali, conflitti, viaggi, esplorazioni e indagini sociali come le drammatiche vicende del Cile durante la dittatura di Pinochet, la rivoluzione ungherese del ’56, la strage dei Watussi in Burundi nel ’64, la caduta del muro di Berlino.
Fra le immagini che documentano l’indagine sociale vanno ricordate una selezione dalla serie “Native Americans” di Adam Clark Vroman che racconta la vita quotidiana delle popolazioni indigene della zona di confine fra Messico e Stati Uniti d’America alla fine dell’Ottocento, alcuni scatti di Gianni Berengo Gardin dedicati alle comunità di zingari in Italia e alcuni ritratti di donne algerine costrette a farsi fotografare a volto scoperto per i documenti di identificazione durante la colonizzazione francese degli anni Sessanta. Il ritratto di una anziana donna scattato nelle Filippine nel 1976 porta la firma di Gina Lollobrigida.
Le fotografie ora presentate sono state in gran parte utilizzate in passato per essere pubblicate sulla stampa quotidiana o periodica, come le indicazioni manoscritte sul retro (misure, tagli da operare) testimoniano. Si tratta di oggetti, o se vogliamo, di strumenti, oggi totalmente caduti in disuso, radicalmente soppiantati dalla velocità d’esecuzione e di trasmissione delle immagini digitali e possono anche essere considerati come documento, o come la testimonianza di un tempo e di una pratica professionale oggi scomparsi.
Un’altra categoria di fotografie – tutt’oggi di attualità – nasce per essere esposta, sfugge quindi ai ritmi della comunicazione e si propone come opera a sé stante ed è rappresentata ad esempio da autori come Gianfranco Gorgoni, Melina Mulas, Aldo Soligno.

Tra i fotografi si ricordano: Andrea Annessi Mecci, Gianni Berengo Gardin, Werner Bischof, Édouard Boubat, Romano Cagnoni, Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, Mario De Biasi, Mauro Galligani, Marc Garanger, Caio Mario Garrubba, Paolo Gasparini, Tim N. Gidal, Gianfranco Gorgoni, Mark Greenberg, William Klein, Josef Koudelka, Alf Kumalo, Mimmo Jodice, Gina Lollobrigida, Giorgio Lotti, Mary Ellen Mark, Ramon Masats, Melina Mulas, Gregers Nielsen, John Phillips, Roger Pic, Sebastiao Salgado, August Sander, Daniel Schwartz, Ferdinando Scianna, Aldo Soligno, Adam Clark Vroman, Weegee.

Nella foto: John Phillips, Teheran, 1943, Galleria civica di Modena

mostra Fotogiornalismo e Reportage. Immagini dalla collezione della Galleria civica di Modena

curata da Silvia Ferrari

sede Palazzo Santa Margherita, sala grande, corso Canalgrande 103, Modena

periodo 22 febbraio-13 aprile 2014

inaugurazione sabato 22 febbraio 2014, ore 17.30

visite guidate 23 febbraio ore 11.00, 8 marzo ore 15.30 (ingresso gratuito, senza prenotazione)

organizzazione e produzione
Galleria civica di Modena, Fondazione Cassa di Rispamio di Modena

preview per la stampa
giovedì 20 febbraio 2014, ore 11.30

orari mercoledì-venerdì 10.30-13.00 e 15.00-18.00; sabato, domenica e festivi 10.30-19.00.
Lunedì e martedì chiuso.

Arte, fotografia

Premio Arte e fotografia

P r e m i o P a o l a O c c h i 2 0 1 4,  scadenza 20 aprile 2014
premio nazionale di pittura, III E d i z i o n e
C e c i t à
“Se puoi vedere guarda, se puoi guardare osserva”.
José Saramago
dal libro ‘Cecità’
Questa è la frase che introduce ‘Cecità’, libro di José Saramago. Un romanzo drammatico che parla dell’indifferenza umana e di come la società contemporanea sia diventata cieca, perdendo il senso profondo della solidarietà tra le persone.
C’è un punto nella storia di azzeramento delle condizioni sociali precedenti, una crisi in cui sorge la possibilità di una nuova organizzazione più etica e paritaria. Ma per Saramago l’epidemia di cecità collettiva ha conseguenze atroci e terrificanti.
“Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono”.
La riflessione e visione che proponiamo a partire da questa opera di grande spessore e profonda indagine di molte attuali strutture e condizioni sociali, vuole stimolare una sosta in quello stato di azzeramento per superarlo, un viaggio immaginativo sospeso in un vuoto dove tutto diventa possibile. Riaprire gli occhi vedere, guardare e osservare, avere il coraggio di colorare o sporcare la realtà con la propria soggettività.
Paola Occhi era mia madre, morta di cancro nel 2010 a causa dall’amianto, una problematica verso cui esiste attualmente una profonda Cecità. Per non parlare di come viene affrontata la malattia a livello terapeutico e di tutte le conseguenze che questo comporta. Mia madre, maestra di scuola elementare e di vita, però ha sempre lottato per trasmettere il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente, è stata un esempio ed
ha lasciato un segno. E a lei che vanno dedicate queste Opere, lei che anche quando stavo naufragando nell’oceano della Cecità, ha continuato a guardare la vita e le persone con bellezza, amore, rispetto e profonda solidarietà, fino all’ultimo dei suoi giorni, ed è per questo che vogliamo continuare a far vivere la sua memoria e l’etica fuori dal comune con cui a colorato la sua realtà.
‘Se puoi vedere, guarda. Se puoi guardare, osserva’ .
Elisa Mucchi

Il III° Premio Nazionale di Pittura ‘P. Occhi’ 2014 vuole concentrare la sua attenzione su questo tema:
Cecità, e chiede agli artisti partecipanti di interpretare questo concetto tramite fotografia e pittura, consapevoli di come anche essi stessi siano un esempio nell’esprimere i propri pensieri tramite l’arte.

Scarica il regolamento

fotografia

Le scale di Ferrara

venerdì 29 novembre ore 17 – FERMO IMMAGINE

Erika Scarpante (a cura di) – SCALE A FERRARA
Volume fotografico di Alberto Cerini e Oreste Biancolli (Ed. Al.ce.2013), Con poesie di Rita Montanari
Alla presenza di Oreste Biancolli e della Curatrice intervengono Alessandra Chiappini e Rita Montanari
Questo libro di raccolta fotografica del tutto insolita sulle scale ferraresi nasce dalla tenacia di Erika Scarpante, nata nel 1972 a Ferrara, tecnico teatrale qualificato, nonché tecnico della comunicazione audiovisiva e multimediale ed esperta di web. Qualche tempo fa Erika, del tutto casualmente, ritrova in una cassapanca una scatola di cartone, che contiene un vecchio album fotografico con immagini in bianco e nero di scale di Ferrara, e degli appunti dattiloscritti. Erano lo spunto per il libro, già pensato alla fine degli anni Cinquanta da Alberto Cerini (1905-1980), che fu uomo colto e sensibile, amante dell’arte, Console del Touring Club Italiano e importante figura culturale cittadina. Egli, con passione, maestria e scrupolosa documentazione, organizzava itinerari turistici alla scoperta di un’Italia minore, il suo sguardo intelligente e arguto e il suo sorriso disarmante gli aprivano tutte le porte. Lo aveva già immaginato in tutto e per tutto questo libro, Alberto Cerini, che così scriveva, riguardo all’idea della pubblicazione: ‘Argomento minore, si dirà ma il soggetto mi è parso interessante (…) perché varie scale in Ferrara sono monumenti’, e aveva così affidato la fotografia all’ amico Oreste Biancolli, noto professionista, tuttora vivente, distintosi negli anni Cinquanta per i suoi scatti eseguiti durante l’alluvione del Po. Uno sguardo sempre soggettivo sulla città, i suoi silenzi amplificati dalla vibrante lirica delle immagini in bianco e nero, le scale protagoniste assolute, metafora dell’elevarsi, mai mero elemento architettonico funzionale. Un palcoscenico quasi svuotato di ogni presenza umana, atemporale, emozionante, commovente negli scatti delle scale più povere; alcune oggi non esistono più, se non nell’ ombra indelebile lasciata nel bianco e nero delle foto di Biancolli.
Corredano il volume le poesie della Prof.ssa Rita Montanari, e contestualizzano e argomentano efficacemente l’ introduzione curata a più mani dall’ Arch. Carla di Francesco, dalla Dott.ssa Alessandra Chiappini e dal Prof. Raffaele Lucci.
Con il Patrocinio di: Associazione Gruppo del Tasso, Gruppo Scrittori Ferraresi, Associazione Dante Alighieri, Associazione Michelangelo Antonioni, FIDAPA BPW Italy Sezione di Ferrara, Associazione Amici della Biblioteca Ariostea, Comune di Ferrara, Ferrara Terra e Acqua, Associazione ProLoco di Ferrara
autori, biblioteca, fotografia, Letteratura

Stranieri nella loro terra

  Lunedì 18 novembre ore 17 – INCONTRO CON L’AUTORE

presso Biblioteca Ariostea, via Scienze 17, Ferrara

Fabrizia Lotta – STRANIERI NELLA LORO TERRA (Formato Epub, 2013)
Raccolta di racconti ambientati nell’Argentina del silenzio
Dialogano con l’autrice, Francesca Mariotti, Presidente Associazione Culturale “Olimpia Morata” e Mirian Mansilla, Ambasciatrice Sociale per l’Argentina. Letture a cura di Fabrizia Lotta
Una raccolta di racconti che danno voce a vissuti e personaggi diversi, ambientati a Buenos Aires, nel tempo maledetto dell’Argentina degli anni ’70-’80, durante la violenta dittatura militare che mise in ginocchio un intero popolo. Non sono storie vere ma provengono dalla realtà. I personaggi vanno oltre il tempo storico e la provenienza geografica: essi lottano contro ogni privazione di libertà perché sono prigionieri della loro vita e impossibilitati a essere loro stessi. Una sola storia tra queste è vera, quella di Mirian Mansilla, Ambasciatrice sociale per l’Argentina, che racconterà in prima persona quanto ha vissuto durante gli anni della dittatura.
A seguire
INAUGURAZIONE ESPOSIZIONE FOTOGRAFICA IN SALA ARIOSTO
PAROLE SCRITTE E SOGNATE
Un percorso di venti fotografie ispirate al libro “Stranieri nella loro terra” – Omaggio a “La Camera Chiara” di Roland Barthes

La fotografia è una forma di allucinazione, un’immagine che, all’improvviso, compare davanti agli occhi o nella mente. Da questo concetto nascono una serie di riflessioni sull’arte fotografica che Roland Barthes scrive e raccoglie, nel 1980, in “La Camera Chiara. Nota sulla fotografia”. E, da questa sorta di allucinazione nasce l’esposizione fotografica di Fabrizia Lotta, venti fotografie ispirate alle storie narrate nel libro “Stranieri nella loro Terra” e che pongono al centro dell’immagine “la parola, come forma, come oggetto narrante. Le parole incorniciate nell’immagine diventano l’immagine stessa da osservare.
E’ come scrivere nella fotografia.”
In esposizione sino al 21 dicembre
Fabrizia Lotta nasce nel 1984 a Napoli, dove frequenta la scuola di teatro. A Roma si laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo, segue un master in cinematografia alla Scuola di Cinema ha una serie di esperienze lavorative come attrice in teatro, cinema indipendente e televisione. Nell’ottobre del 2008 si trasferisce a Ferrara e si iscrive all’Università di Bologna conseguendo, nel luglio 2010, la laurea magistrale in Discipline dello Spettacolo dal Vivo alla Facoltà di Lettere e Filosofia. Collabora inoltre per l’ufficio stampa di diverse realtà come teatro, associazioni, gallerie d’arte e cura diversi progetti culturali.