Venerdì 28 aprile uscirà il mio nuovo il libro (il quarto da quando sono su questa terra).
E’ il mio libro più bello, quello più intimo e sincero – nato dopo la morte di mio nonno, l’ultimo gigante della Bonifica – dove ho donato il cuore e l’anima, e soprattutto dove ho scritto, dall’inizio alla fine, sotto dettatura di tutti i miei morti.
“Gli ultimi indiani di bonifica. Racconti dalle terre strappate al grande fiume” parla di zolle e sudore, di sciamani e guerrieri, di lacrime e fuochi notturni.
Ma soprattutto parla di quei diecimila scarriolanti – i nostri padri fondatori, i nostri Adamo ed Eva – che, dal 1872, vennero nel Basso ferrarese per bonificare le terre, rassodarle e renderle fertili, dando vita alla più grande bonifica dell’800.
E’ un “romanzo di racconti” attraverso cui, corte per corte, leggenda dopo leggenda, lucerna dopo lucerna, stalla dopo stalla, si ripercorre la storia di genti che hanno dato la vita per la costruzione della propria Madre Terra e, come gli indiani, hanno disegnato la loro riserva per viverci per sempre, provando ad essere più forti delle rotte, degli straripamenti, del bradisismo.
Il libro uscirà il 28 aprile, ma è già acquistabile su Amazon.
Farò tante presentazioni. Tresigallo, Ferrara, Codigoro, e molti altri luoghi in via di definizione.
Ma non potevo non partire dalla pancia di queste storie, dalla bonifica, da Jolanda di Savoia.
Vi aspetto tutti lunedì primo maggio, ore 10.00, presso la Sala Consigliare del Comune, per parlare assieme del libro, delle fòle di pianura, delle nostri radici.
Dopo la presentazione ci sarà un piccolo aperitivo e a seguire daremo vita ad una bella pedalata da Jolanda a corte Mottatonda Nuova per fermarci davanti ad alcune corti scomparse per raccontarne la loro vita.
Ringrazio la Proloco di Jolanda, il Comune di Jolanda, Uisp Le Venezie per l’organizzazione, l’invito e l’affetto.
Ringrazio Edizioni Pendragon per continuare a credere alle mie umili novelle di malta e lavoro.
E, soprattutto, ringrazio i miei morti che ancora mi fanno visita e continuano a raccontarmi le loro passate esistenze. Ed io, semplicemente, la notte, le trascrivo.
Per mantenerle vive e procedere con la memoria.
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