La guerra ideologica è quella in cui, per riproporre una definizione di Schmitt, il nemico viene demonizzato e criminalizzato. Dunque, diviene meritevole di annichilimento. La guerra ideologica non conosce limiti e si fonda sul sovvertimento della realtà. È la guerra immaginaria di pseudointellettuali, giornalisti e analisti geopolitici in preda alla sovraeccitazione bellica. È la guerra in cui si creano i falsi miti: l’eroica resistenza dei soldati ucraini sull’Isola dei Serpenti (arresi senza sparare un colpo), il fantasma di Kiev che abbatte sei caccia russi (mai esistito), la resistenza ucraina che gira i cartelli stradali per confondere l’avanzata russa (nell’era della guerra tecnologica). La guerra immaginaria è quella in cui la Russia viene descritta come Paese isolato quando invece rafforza la sua cooperazione con Cina e Pakistan (entrambe potenze nucleari) ed in cui UE ed Anglosfera vengono presentate come il “mondo intero”.

La Russia è l’unico Stato realmente indipendente e sovrano in un’Europa politicamente frazionata e sostanzialmente soggetta, nonostante alcune renitenze, all’egemonia americana. Infatti l’unico territorio europeo che non sia occupato da basi militari USA o NATO è quello russo. L’unica capitale europea che non è tenuta a chiedere permessi agli USA e a render loro conto è Mosca. Anche sul piano spirituale ed etico, solo la Russia difende quei valori che sono patrimonio dell’autentica civiltà europea.
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