lunedì 23 settembre 2019 ore 17

Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara
Presentazione del libro di Martina Zampolli
Argento Vivo Edizioni, 2019
Ritrovata la penna d’avorio, che un tempo era la bacchetta con cui s’acconciava i capelli, lo spirito di una donna nata in un piccolo villaggio Inuit, è in grado di scrivere la sua storia, ch’ebbe inizio nel Circolo Polare Artico, sull’isola di Ellesmere, ed ebbe fine sul fondale lacustre del lago Hazen. Un tentativo, quello di Kwanita, di raccontare ai posteri sotto quale forma possa esistere la vita dopo il decesso del corpo fisico; sostenendo che, quel che nasce nel cuore e dal cuore si espande, permane. Non sa morire il suono dell’amore vero; trovando sempre la vibrazione migliore per essere udito da colui che ha orecchie per intendere, e che davvero intenda.
Martina Zampolli nasce a Ferrara, nel 1982. Negli anni si avvicina al mondo della scrittura e dell’arte, arrivando a pubblicare nel 2016 il suo primo romanzo: “I messaggi di Celeste” e nel 2018 una breve raccolta di filastrocche per bambini: “Storie di bolle E di sapone”. Con “Voce del verbo Amare” l’autrice intende offrire un testo capace di rappresentare quella percezione talmente illusoria e allo stesso tempo reale, spesso insita in ognuno di noi, che possa esistere per l’anima una dimensione senza fine.
martedì 24 settembre 2019 ore 17

Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara
“La fabbrica di plastica” di Dario Gigli
Alieno Editrice di Perugia, 2019
Interventi musicali al pianoforte di Matteo Ramon Arevalos
Letture di Camilla Lopez
Modera Federico Felloni (Edizioni La Carmelina)
Marco ha venticinque anni, si è appena trasferito in una città del Nord Italia in cui fatica ad ambientarsi. La sua storia d’amore si è brutalmente interrotta ed ora vive da solo, in una casa in affitto, con una gatta che soffre di incontinenza e un nuovo lavoro in ambito sociale. La vita di Marco è a uno snodo cruciale, in bilico tra il fallimento e la prospettiva di un nuovo inizio, in un orizzonte esistenziale freddo e desolante, carico di dolore e di ricordi che riaffiorano nei sogni e invadono una quotidianità senza identità. Al centro di questa rinascita ci sono l’incontro con una donna matura, Dalila, e il nuovo incarico lavorativo come educatore in una struttura per malati mentali. Ogni giorno lavora insieme agli ospiti assemblando giocattoli di plastica. Pezzi colorati che vanno a ricomporsi in oggetti che renderanno felici i bambini in un’infanzia spensierata che Marco non ha mai avuto. Ingranaggi che si incastrano, tinte vivaci, pennellate forti di eros e vitalità, invadono un’esistenza sbiadita. Da quel momento anche i colori della notte saranno diversi.
Dario Gigli è nato a Taranto il 3 agosto del 1983. Nel 2006 consegue la laurea in Lettere moderne ad indirizzo storico-geografico, con una tesi in storia greca antica, presso l’Università degli studi di Ferrara. Nel 2004 fa il suo esordio letterario pubblicando il romanzo storico Taras (Este Edition, Ferrara). Nel 2012, con il romanzo Il vento di Dio, viene selezionato come miglior opera per la Regione Trentino Alto Adige – Trento e partecipa alla finale nazionale del Premio letterario RAI “La giara”. La fabbrica di plastica è il suo sesto romanzo. Attualmente vive e lavora a Ferrara.
mercoledì 25 settembre 2019 ore 17

Biblioteca Ariostea Via delle Scienze, 17 Ferrara
Presentazione del libro di Elena Bianchini Braglia
Edizioni Terra e Identità, Modena, 2019
Introduce Alessandro Gulinati – APS Pro Loco Ferrara
Francesco V non è l’uomo dei nostri tempi. Questa è l’accusa che maggiormente ricorre, la frase più usata e abusata dagli avversari politici dell’ultimo Duca di Modena. Ribaltata in elogio dai suoi sostenitori. Da qualunque parte lo si guardi, è questo il tratto saliente di una personalità coraggiosamente ancorata a principi che sembrano superati, a difesa di un mondo che nel corso dell’Ottocento cola a picco. Per questo Francesco V diventa un simbolo, un punto di riferimento. La sua fama supera i confini modenesi per diffondersi in tutta Europa. Sconfitto, abbandonato persino dalla sua amata Austria, rimane forte, saldo in quei valori che considera eterni e che non è disposto a barattare. Attraverso la figura de L’ultimo Duca, superate le polemiche tra vincitori e vinti, si assiste al passaggio di un’epoca. E si conosce una Modena capitale estense, protagonista, con il suo attivissimo gruppo di intellettuali e le sue celebri riviste, di una pagina di storia europea.
Elena Bianchini Braglia, direttrice della rivista Il Ducato, da molti anni si occupa di storia Estense, e oltre a saggi in atti e miscellanee, ha pubblicato numerosi volumi di argomento storico e monografie biografiche femminili. Tra le diverse pubblicazioni: Adelgonda di Baviera (TeI 2003); Maria Beatrice Vittoria. Restaurazione e risorgimento tra Estensi e Savoia (TeI 2004); O regina o santa, Maria Beatrice d’Este, l’unica italiana sul trono d’Inghilterra (TeI 2005); Il esilio con il Duca, la storia esemplare della Brigata Estense (TeI 2007); Anna e lo Sfregiato, una principessa estense nella Francia delle guerre di religione (TeI 2010); Le origini della casta, il Risorgimento del malaffare (CSR 2011), 28 giugno 1914. Ferdinando e Sofia, la morte dell’Europa (CSR 2014), Le lacrime della Beata, il miracolo di Beatrice d’Este (TeI 2016).
A cura di APS Pro Loco Ferrara, nell’ambito di Aspettando… Autunno Ducale 2019 – Va edizione
Déjà-vu. Presentazione della raccolta poetica di Patrick McGuinness
Cura e traduzione di Giorgia Sensi
Prefazione di Giorgia Sensi e postfazione dal titolo ‘Scrittura e confini’ di Patrick McGuinnessInterno Poesia Editore, 2019Dialogheranno con la curatrice Angelo Andreotti e Giuseppe Ferrara.Poesie scelte edite e inedite, e qualche brano in prosa tratto dal memoir di McGuinness Other People’s Countries.Patrick McGuinness è nato in Tunisia nel 1968 da madre belga di lingua francese e padre irlandese di terza generazione; scrive in inglese ma considera il francese ‘quasi’ la sua lingua madre, è professore di letteratura francese e letterature comparate all’Università di Oxford, e Fellow di St. Anne’s College. Divide il suo tempo tra Oxford, dove lavora, e Caernarfon, nel Galles settentrionale, dove vive, in famiglia parla gallese. Poeta, romanziere, saggista, critico letterario, traduttore, editor, accademico, ha pubblicato, oltre la saggistica e le pubblicazioni accademiche, diverse opere di poesia e narrativa. In Italia sono state pubblicate le raccolte poetiche (“I canali di Marte”, Mobydick 2006; “L’età della sedia vuota” (Jilted City), “Il ponte del sale”, 2011, tutte a cura e traduzione di Giorgia Sensi. La versione italiana del romanzo “Throw Me to the Wol ves” è uscita per l’editore Guanda col titolo “Gettami ai lupi”. Nel 2009 è stato nominato Chevalier dans l’Ordre des Palmes Académiques dal governo francese per meriti verso la cultura francese.

Incontro con l’autore venerdì 27 settembre 2019 ore 16,30
Carmen Capatti. Una vita per gli altri
Presentazione del libro di Daniele Civolani e Marco Turchi
Faust Edizioni, collana ‘Historiando’, 2019
Ne parlerà con gli autori Sergio Gessi (direttore responsabile del quotidiano Ferraraitalia.it).
Interverranno Gaetano Sateriale e Alessandra Chiappini.
L’evento vedrà la partecipazione straordinaria di Carmen Capatti.
Sarà presente l’editore Fausto Bassini.
Carmen Capatti, nata a Massa Fiscaglia (Ferrara) il 14 luglio 1929, è stata una protagonista della straordinaria stagione che ha riscritto la storia della nostra provincia nella seconda metà del Novecento. La sua testimonianza è raccolta nelle interviste a Daniele Civolani, completate con il contributo di Marco Turchi, infine integrate con citazioni e note allo scopo di meglio inquadrare il contesto e di cucire la sequenza degli avvenimenti narrati in prima persona.
«Siamo consapevoli di avere avuto alle spalle una generazione di dirigenti politici e sindacali di grande valore. Il racconto che ce ne dà Carmen Capatti in questo libro-testimonianza è, insieme, un affresco collettivo dettagliato e un percorso di militanza individuale continuo e coerente in cui si mescolano conoscenza diretta, capacità di dialogo e coerenza». Dalla prefazione di Gaetano Sateriale
«Metti a fuoco quel periodo della nostra storia facendoci da guida, e ce lo racconti attraverso il tuo sguardo limpido, cristallino come gli occhi primaverili dei tuoi novant’anni, perché non si possa fraintendere com’era, e perché noi, arrivati dopo, possiamo conoscere l’unità di misura di quel tempo e di quella vita, senza scordarcene» Dalla postfazione di Alessandra Chiappini
Daniele Civolani si laurea in lettere a Bologna nel 1970. Insegna come maestro prima e come docente di lettere e di sostegno nella scuola secondaria di primo grado sino al 1985, quando diventa preside. Sino al termine della carriera scolastica si occupa di didattica speciale per l’inclusione di bambini disabili, nomadi e ospedalizzati. Dal 2006 al 2016 è presidente della sezione provinciale ferrarese dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Tra le sue pubblicazioni si ricordano “Sklavin. Storia di un deportato nei campi di lavoro” (2000), “Darinka. Una staffetta partigiana” (2007), “Una vita dalla guerra al sindacato: William Pavani” (2015).
Marco Turchi si laurea in filosofia, indirizzo antropologico, a Firenze nel 1974 e in sociologia a Urbino nel 1976. L’anno seguente partecipa a una ricerca del CNR sulle malattie mentali presso il Centro di Igiene Mentale di Perugia. Dal 1978 al 1980 lavora nei Gruppi di Cooperazione Educativa, poi nel Centro di Igiene Mentale di Ferrara. Dal 1981 al 1989 è responsabile dei servizi psichiatrici nel Comitato di Gestione dell’USL 31 di Ferrara e comuni limitrofi. Successivamente riveste incarichi dirigenziali presso l’Amministrazione Provinciale, il Comune e l’ACER di Ferrara. Ha pubblicato diversi contributi sulla storia della psichiatria a Ferrara. Il suo prossimo obiettivo è riportare alla fruizione pubblica la magnifica biblioteca dell’ex Ospedale Psichiatrico di Ferrara.

Incontro con l’autore lunedì 30 settembre 2019 ore 17
Gli ultimi giorni di agosto
Presentazione del libro di Massimo Bocchiola
Il Saggiatore, Milano, 2018
Ne parla con l’autore Gaetano Sateriale
L’estate che finisce evoca il declino della nostra vita. La pianura padana funge da palcoscenico di ricordi, frammenti di vita, suggestioni letterarie che Massimo Bocchiola, autore, poeta e traduttore pavese compone, in questo libro, in una sorta di canzoniere in prosa in cui la vita abbraccia la scrittura.
Massimo Bocchiola ha tradotto opere di alcuni dei maggiori scrittori di lingua inglese, tra cui Kipling, Beckett, Fitzgerald, Pynchon, Kerouac, Foer, Auster e Nabokov. Autore di numerosi interventi critici apparsi su quotidiani e riviste letterarie, ha pubblicato le raccolte di poesie Al ballo della clinica (Marcos y Marcos, 1997), Le radici nell’aria (Guanda, 2004) e Mortalissima parte (Guanda, 2007); e vari saggi fra cui Mai più come ti ho visto (Einaudi, 2015)
A cura dell’Associazione Amici della Biblioteca Ariostea