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Giovanni Battista Riccioli

Conferenze e Convegni martedì 28 maggio 2019 ore 17

Il geoeliocentrismo ‘assoluto’ di Giovanni Battista Riccioli tra Galileo, Keplero e Newton

Conferenza di Flavia Marcacci (Pontificia Università Lateranense)

Con lo sviluppo in serie di Fourier ogni curva è riconducibile a funzioni circolari. Tolomeo aveva avuto dunque ragione spiegando il cielo con circoli eccentrici, epicicli ed equanti? Non dopo l’introduzione del telescopio, che aveva fornito dati incontrovertibili: il sistema geocentrico non poteva funzionare. Alcuni astronomi provarono a verificare il sistema geoeliocentrico di Tycho Brahe con il nuovo strumento scoprendo che poteva funzionare, il Ferrarese Giovanni Battista Riccioli elaborò un’originale variante di questo sistema del mondo intermedio, inventando il metodo a epic-epicyclos e riformulando le leggi di Kepler. Gli mancava di rilevare la parallasse ma sapeva che gli strumenti del tempo erano troppo deboli: eppure giudicava la sua ipotesi di mondo absoluta, la migliore in circolazione. Un caso interessante di sottodeterminazione di una teoria, abilità matematica e sperimentale o incapacità di adattarsi alle novità del secolo?
A cura dell’Accademia delle Scienze di Ferrara

Conferenze e Convegni mercoledì 29 maggio 2019 ore 17

Le varianti testuali della Divina Commedia

Lectio Magistralis di Paolo Trovato

Lectio Magistralis di Paolo Trovato, docente di Storia della Lingua Italiana all’Università di Ferrara
“Ma che senso ha, nel 2019, che all’università di Ferrara si modifichi il testo della Divina Commedia?”. Qualche spiegazione e qualche esempio di novità testuali.
Introducono Federica Graziadei e Giuseppe Ferrara
Come succede per moltissimi altri scrittori dell’antichità o del Medioevo o del Rinascimento (gli autori dei vari libri della Bibbia, tutti i classici latini, Shakespeare), di Dante non abbiamo neanche una riga autografa. In tutti questi casi abbiamo solo copie più o meno fedeli (è difficile copiare un’opera lunga senza commettere un certo numero di errori, a volte molto gravi). Di conseguenza, il testo della Bibbia, quelli di Virgilio, Ovidio, Cicerone, quello di Dante sono, in parte, frutto di ipotesi ricostruttive a partire dal confronto dei manoscritti. Nel caso di Dante il confronto si è limitato a lungo solo a una piccolissima parte (al massimo il 5%) delle copie manoscritte superstiti, che sono 580 (le edizioni degli ultimi 50 anni riproducono tutte la ricostruzione di Giorgio Petrocchi, 1966-1967). Ma l’estensione della ricerca a tutti i 580 manoscritti, portata avanti a Ferrara dal 2003, ha permesso di prendere in considerazione varianti testuali in precedenza ignote agli studiosi, che almeno in qualche caso sembrano preferibili a quelle del testo oggi in uso.
L’incontro è inserito nel calendario del “Maggio dei libri 2019
Per “I Mercoledì dell’Ippogrifo” a cura del Gruppo Scrittori Ferraresi

Incontro con l’autore giovedì 30 maggio 2019 ore 17

Mirabilia. La botanica nascosta nell’arte

Presentazione del libro di Renato Bruni

Codice Edizioni, Torino 2018
Dialogano con l’autore il filosofo Marco Bertozzi e lo storico dell’arte Giovanni Sassu.
Usare delle opere d’arte come portali per parlare di piante, di come funzionano senza di noi, di come noi uomini ci siamo relazionati con loro. Non spiegare perché Lucas Cranach abbia messo un garofano in mano ad Anna Cuspinian o perché a Carlo Crivelli piacciano i cetrioli e neppure raccontare della passione di Bernardino Luini per le aquilegie. Scovare opere nelle quali un particolare o una sfumatura siano punti focali per aprire una finestra insospettata su un tema scientifico, unendo le reciproche meraviglie. E, trovando i linguaggi migliori affinché ciascuno di questi temi faccia godere lo spettatore, immaginare di farne una mostra. E’ questa la sfida affascinante posta al mondo della cultura dal celebre botanico Renato Bruni – già autore di Erba Volant e Le piante sono brutte bestie – nella sua nuova opera Mirabilia. La botanica nascosta nell’arte.
L’incontro è inserito nel calendario del “Maggio dei libri 2019
L’incontro è promosso dall’Istituto di Studi Rinascimentali di Ferrara

Incontro con l’autore venerdì 31 maggio 2019 ore 17

I custodi dell’aurora

Presentazione del libro di Stefano Caranti

Dialoga con l’Autore Giuseppe Ferrara
L’innovativa silloge è costituita da poesie e video poesie ed è parte integrante del progetto “Videopoesie in tour” che ha varato nel 2018 con una finalità molto importante: valorizzare la parola e la poesia con una nuova forma comunicativa, dove il tradizionale testo poetico viene “trasformato” e affiancato da una nuova dimensione artistica di straordinario impatto emotivo e multisensoriale, la videopoesia, un’esperienza coinvolgente che unisce la suggestione evocativa dei versi lirici con la potenza delle immagini, musica e voce.
I custodi dell’aurora sono tutti quei cercatori che hanno trovato una luce nel buio del nostro tempo e che ora custodiscono preziosamente e vigilano con l’aiuto di altri “energie”, contro le azioni e gli attacchi del male in un mondo distorto e rovesciato. Nell’edizione cartacea ogni libro è numerato a mano e i contenuti multimediali sono fruibili attraverso l’uso di qr-code dinamici appositamente creati con i quali l’autore può anche interagire con il lettore.
Stefano Caranti è nato a Imola e residente a Santa Maria Maddalena (RO). Consulente informatico, ha iniziato a scrivere poesie nell’età dell’adolescenza e presentato nel 2008 la sua opera prima dal titolo “Cercatori d’albe – ombre e luce” pubblicata in self- publishing. Coniugando la passione per la poesia e la professione di informatico ha iniziato a realizzare dal 2008 opere videopoetiche, portando tra la gente questo metodo di comunicazione avvalendosi della più moderna tecnologia per avvicinare il pubblico al mondo poetico. Sta sperimentando nuove tecniche di realizzazione per videopoesie d’autore e video narrazioni, con il coinvolgimento anche dei ragazzi delle scuole con enorme gradimento ed entusiasmo, un’espressione artistica di straordinario impatto emotivo e multisensoriale che unisce la forza della suggestione evocativa dei versi lirici con la potenza delle immagini, musica e voce , un connubio moderno e classico fatto di tradizione e tecnologia per toccare le più varie tematiche del mondo.
L’incontro è inserito nel calendario del “Maggio dei libri 2019
A cura del Gruppo Scrittori Ferraresi

Mostre Dal 13 aprile al 15 giugno 2019

I colori delle Arti

Statuti miniati delle antiche corporazioni ferraresi tra i secoli XIV e XVIII

In Sala Ariosto
L’esposizione si connota per la presenza di preziosi codici miniati scelti dal Fondo Statuti delle Arti della Biblioteca Comunale Ariostea. La curatrice della mostra, Mirna Bonazza, responsabile della Sezione Manoscritti e Rari dell’Ariostea e dell’Archivio Storico, ha infatti selezionato tra i codici statutari delle antiche corporazioni ferraresi esemplari manoscritti di particolare valore sia sotto il profilo contenutistico, per la ricchezza di notizie che concernono l’ambito giuridico, politico, storico, economico, che iconografico per lo studio della miniatura di varie epoche. Le vetrine ospitano manoscritti che abbracciano un arco cronologico che va dal Trecento, dall’approvazione dei primi Statuti medioevali e dei provvedimenti successivi disposti dagli Estensi, e in seguito dai Cardinali Legati in epoca Pontificia, sino alla soppressione delle Arti alla fine del Settecento. Il percorso espositivo principia con l’Arte d ei Callegari, di cui si possiede la testimonianza più antica, trascritta nel 1342 ma risalente al 1112, che aveva la propria sede nel Palazzo di San Crispino. Il codice, membranaceo del secolo XIV con aggiunte posteriori dei secoli XV-XVIII, presenta miniature di singolare espressione. L’esposizione pone poi l’accento sull’Arte dei Sarti, sotto la protezione di Sant’Omobono, in uno dei codici statutari più antichi posseduti dalla Biblioteca Ariostea, risalente al 1372, la cui miniatura illustra San Giorgio, nell’atto di trafiggere il drago, e la principessa fra due cimieri a testa d’aquila bianca, emblemi che rappresentano Niccolò II d’Este e Alberto V d’Este. Un altro codice di singolare pregevolezza per le sue miniature, all’anno 1382, in cui è sottoscritto il nome del miniatore – Girardus – è lo Statuto e Matricola dell’Arte dei Mastellari. Trovano, altres& igrave;, posto nelle vetrine altri esemplari manoscritti le cui miniature costituiscono un iter cronologico nei secoli susseguenti rappresentativo della documentazione in esso contenuti. Pertanto le arti dei drappieri, dei brentatori, dei merciai, degli orefici con miniature del Quattrocento; l’arte dei barbieri, o barbitonsori, e parrucchieri con miniature cinquecentesche, costituite da fregi a grottesche; dei bastaroli, assaggiatori e crivellatori a rappresentare il Seicento, e a conclusione dei marangonifalegnami – i cui nomi dei matricolati, per i secoli XVII-XVIII, sono inseriti in ricche cornici decorate, arricchite sovente da elementi naturalistici e da utensili che simboleggiano l’Arte.
La mostra è visitabile negli orari di apertura della Biblioteca Ariostea (lun-ven 9-19 sab 9-13)
A cura del Servizio Biblioteche e Archivi del Comune di Ferrara

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