Letteratura

Amiche geniali e tempi cretini

sostituite da emozioni omologate di sapore commerciale oltre che da cliché variamente intrecciati secondo i moduli di un artigiano seriale

il Simplicissimus

imageFaccio seguito al post di ieri  Siam tre piccoli porcellin  per concluderlo con l’attualità e per tentare un azzardato paragone che comprende due millenni. Nel post si parlava delle manipolazioni culturali, mediatiche e politiche portate avanti durante la guerra fredda e fino ai nostri giorni operate da Washington attraverso tutti i suoi strumenti, Cia in prima fila. Oggi prendo spunto da uno sceneggiato televisivo di questi giorni, mal imbastito sul filo di un  romanzo “L’amica geniale” che è quasi un prototipo di banalità narrativa oltre ad essere zeppo di cliché all’americana. L’autrice Elena Ferrante è, come si sa un nom de plume, dietro cui molto probabilmente non si nasconde un singolo personaggio, ma un pool di editor come è desumibile dallo stile quasi impersonale che esprime, ma qui possiamo cogliere qualche interessante collegamento: la Ferrante “collettiva” è divenuta davvero nota in Italia solo dopo essere stata celebrata in Usa…

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