c’è infatti chi insinua che questa vicenda di vent’anni fa, rispuntata all’improvviso, sia stata riproposta appositamente per silurare la Frostenson e il centro di cultura che dirige ( e che godeva anche fondi dell’Accademia) al fine di superare la sua avversione a qualche nome che doveva vincere.
Diciamola tutta, da decenni il premio Nobel è diventato una farsa. Non parliamo di quello della pace che grida vendetta per le sue scelte tutte segnate dagli interessi opachi dell’occidente. Non parliamo di quello dell’economia, che in realtà è un premio della Banca di Svezia che viene spacciato per Nobel senza che l’Accademia Svedese dica nulla perpetuando consapevolmente un equivoco persino scandaloso (vedi nota) . Non parliamo nemmeno di quelli per la scienza che sono ormai un fatto interno delle università anglossassoni e dei loro baronati accademico- editoriali. Non parliamo neppure di quello per la letteratura che praticamente dal dopoguerra funge da futile estensione della politica includendo solo rarissimi esempi di scrittori non occidentali o non occidentalizzati e ostracizzando i paesi al fuori logiche imperiali e sub imperiali: basti dire che gli unici russi a ricevere il premio sono stati i modestissimi Pasternak, Solochov e Solgenitsin, ma solo per…
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