Argomenti vari, libri

Il fondamentalismo Hollywoodista

Inside Job (2010)
Inside job è un documentario sulla crisi finanziaria del 2008 che ebbe uno straordinario successo, giungendo a vincere anche l’Oscar per miglior documentario. Si tratta tuttavia di un prodotto hollywoodista assegnabile al filone delle liturgie di catarsi di giustizia onirica, poiché denunciando le malefatte dei grandi banchieri fornisce al pubblico l’illusione onirica che giustizia sia fatta. In realtà, nessuna, ma proprio nessuna giustizia è fatta, I cittadini sono le grandi vittime finali dell’artefatta crisi finanziaria del 2008 e la loro rabbia e frustrazione vengono vendicate solo virtualmente da questo film che altro non fa che raccontare al pubblico ciò che esso già sapeva — e cioè come si è sviluppata la crisi del 2008, più o meno. A causa dei soliti meccanismi di proiezione psico-logica il pubblico che fu gabbato nel mondo reale trae qualche sollievo virtuale nell’esperienza onirica della visione del film. Insidejob finge di essere un documentario “di denuncia” ed antisistema, ma non si è mai visto a Hollywood un film antisistema vincere l’Oscar e se si è visto vuoi dire che non era antisistema. Il successo del film, ovvero la soddisfazione del pubblico gabbato a sentirsi spiegare come è stato gabbato, ricorda quel detto popolare italiano: “È vero, le ho prese di brutto, ma quante gliene ho dette!” Il titolo del film, infine, è un’altra furbata hollywoodista mica male. Il termine “inside job” è infatti divenuto popolare in riferi-mento agli attentati dell111 settembre 2001, per esprimere il concetto che quegli attentati erano stati organizzati dall’interno del sistema di potere americano. Gli autori del film se ne sono appropriati per esprimere un significato diverso, a tal modo scollegandolo nella mente del grande pubblico dagli imbarazzanti eventi dell’11 settembre. Provate oggi a “googhelare” il termine “inside job”: pagine e pagine di risultati con soli riferimenti a questo film, nessuna più traccia dell’uso che ha reso il termine popolare. Espressione idiomatica sequestrata con successo, il suo significato convertito in qualcosa di innocuo per il sistema.
Strategie di manipolazione prevalenti:
• Catarsi di giustìzia onirica e rivalsa fittizia
• Assunzione di controllo della narrativa del dissenso
• Intercettazione e ridefinizione semantica di un espressione idiomatica scomoda
Roberto Quaglia


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