L’antica “Samarcanda” cantata da Roberto Vecchioni mi convince poco. Lo storico, scrittore e filosofo Michel Foucault, pensava che “Se nel sonno la coscienza si addormenta, nel sogno l’esistenza si sveglia”. Non le sembra che il cantautore italiano abbia fatto un po’ di confusione invertendo i poli?
Vecchioni ha giocato sull’attrazione occidentale verso l’orientalismo, sul sogno del viaggio, sul senso della morte intesa come Grande Paura e al tempo stesso Grande Avventura, Grande Nemica e Grande Consolatrice. Da buon menestrello, ha scritto la sua ballata: che ha avuto successo anche perché, consciamente o inconsciamente, si è servito di grandi simboli archetipici.
Franco Cardini
Samarcanda. Un sogno color turchese
Editore Il Mulino, 03/11/2016
Pagg. 325, euro 16,00
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