Trent’anni fa i giovani del ’68 sono diventati la classe dirigente, hanno avuto figli a cui trasmettere il potere e molti sono già andati in pensione o si apprestano a farlo, dopo aver ampiamente trasformato la civiltà occidentale. Ma siamo sicuri che siano disposti a uscire di scena, loro che hanno rappresentato la generazione più radicale dei nostri tempi? E d’altra parte, quale alternativa avrebbero visto che tutti dobbiamo morire? Norman Spinrad risponde con un romanzo dell’immediato futuro che parte dalla ricerca dell’immortalità (e dell’ibernazione artificiale) per arrivare alla definitiva mercificazione di ogni attività umana.
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Una nota personale: al potere (come sempre) ci sono andati quelli che hanno accettato più di un compromesso; altrimenti sono rimasti a guardare come tutti noi.
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