QUI COME ALTROVE
Ovvero La donna che ripara i sogni e altre storie (Effigie Edizioni, Milano 2016)
Di Zena Roncada
Dialogano con l’autrice, Edoardo Penoncini e Matteo Pazzi
“Ci sono autori, autrici, il più delle volte però accade alle donne, che sebbene abbiano vissuto di lettura, accompagnato creazioni artistiche, esercitato un ruolo importante per ostinate e coraggiose comunità letterarie, delle grandi città o delle province, il più delle volte però nelle periferie del regno, restano di poche parole. Poche parole e giuste. Poche parole sufficienti a tessere racconti pieni di grazia; si tratta di voci allo stesso tempo energiche e discrete, per lo più discrete, poco esibite, appartate. Qui come altrove, pubblicato da Effigie, si compone di cinquantasei voci, storie, dotate di quel raro dono per certe narrazioni, di essere universali e straordinariamente locali, territorialmente definite e concrete.”(Francesco Forlani)
Zena Roncada, di Borgofranco sul Po, vive tra le nebbie e i pioppi della Bassa Padana, a ridosso del Po. È insegnante e autrice di testi per la scuola. Si occupa di semiotica, linguistica, di didattica della lingua italiana, con scritti e interventi nell’ambito della formazione. Ama scrivere storie che raccontano la sua terra e la sua gente, nel presente e nel passato.
A cura del Gruppo Scrittori Ferraresi

ADDIO A BERLINO: IL LIBRO, IL MUSICAL, IL FILM
Per la rassegna Libri in Scena, in occasione dello spettacolo Cabaret , nel calendario della Stagione di prosa 2016-2017 del Teatro Comunale “Claudio Abbado” di Ferrara
Con Matteo Galli, Università di Ferrara
A partire dalla raccolta di testi berlinesi di Cristopher Isherwood (Goodbye to Berlin, 1939, The Berlin Stories, 1945) verranno ricostruiti i molteplici adattamenti intermediali: dal play I am a camera (1951) di John van Druten, al film tratto da esso (1955, regia di Henry Cornelius), dal musical di John Kander e Fred Ebb del 1966 fino ad arrivare al film di Bob Fosse con Liza Minnelli (1972), che conquistò ben otto premi alla cerimonia degli Oscar.
A cura di Associazione Culturale Amici della Biblioteca Ariostea in collaborazione con Teatro Comunale “Claudio Abbado” di Ferrara

ARIOSTO: CIAK SI GIRA!
A cura di Arianna Chendi
A cura di Arianna Chendi, Biblioteca Comunale Ariostea
Celeberrima la trasposizione teatrale e la conseguente riduzione televisiva dell’Orlando furioso, firmata da Luca Ronconi. Essa però non è l’unica testimonianza cinematografica dei personaggi e delle figure tratte dal poema ariostesco.
Anche le gesta dei paladini di Francia, che fanno da sfondo alle vicende narrate da Ludovico Ariosto, sono state numerose volte il soggetto di pellicole più o meno famose. Ancora, scandagliando il mondo del cinema si possono trovare alcune sorprendenti presenze ariostesche che verranno scoperte insieme nel corso dell’incontro.
In occasione dei Cinquecento anni dalla pubblicazione della prima edizione dell’Orlando furioso
Con il patrocinio del Comitato Nazionale V Centenario dell’Orlando furioso – Mibact

IL GIARDINO DEI DESIDERI
Una lettura dell’Orlando Furioso
Conferenza di Monica Farnetti
Il Garden Club Ferrara aprirà l’anno sociale 2016-2017 con un evento dedicato a Ludovico Ariosto: Monica Farnetti, scrittrice, docente di letteratura italiana alla Università di Sassari, intratterrà con una conferenza speciale curata in occasione delle celebrazioni legate al centenario della prima pubblicazione a Ferrara dell’Orlando Furioso.
“Come vivono il giardino, luogo al quale per tradizione è affidata la capacità di conciliare l’essere umano coi propri desideri, i personaggi dell’Orlando furioso? Tenuto conto che si tratta – tolte poche e grandi eccezioni – di individui animati da un desiderio instabile, cieco, ingannevole, pazzo, invidioso e raramente fedele? Come e quanto il giardino riesce nel suo compito di insegnare agli esseri umani a desiderare, nel poema per eccellenza centrato sulla contraddittorietà e l’inconsistenza delle passioni?”
A cura del Garden Club Ferrara

CERVANTES, IL ‘DON CHISCIOTTE’ E LA MODERNITÀ
In occasione del quarto centenario (1547-1616) di Miguel de Cervantes
Ne Parla Claudio Cazzola
Introduce Marcello Folletti
“I classici sono libri che quanto più si crede di conoscerli per sentito dire, tanto più quando si leggono davvero si trovano nuovi, inaspettati, inediti”: nessuna migliore presentazione di questa può assolvere al compito, graditissimo, di rileggere una volta ancora il “Don Chisciotte”, sulla scorta della definizione n. 9 stilata da Italo Calvino (= Perché leggere i classici, Milano, Mondadori, 1991, p. 15). I motivi possono essere molteplici, a cominciare dalla ingegnosa trovata compositiva secondo la quale Cervantes non è l’autore del testo – e nemmeno un trascrittore di esso, come accade ad Alessandro Manzoni – bensì un semplice scopritore di una raccolta di scartafacci in vendita presso l’Alcaná di Toledo, fatti da lui tradurre dall’arabo in castigliano. Il fortunato ritrovamento consente alla vicenda appena iniziata di continuare, ricca di tranelli narrativi splendidame nte godibili. Quanto alla modernità del “Don Chisciotte”, si ascolti la seguente testimonianza: “Ma alla domanda, ahimé ricorrente, se i classici sono attuali, ho già dato una volta una risposta tra provocazione e convinzione: il problema non è se i classici sono attuali, il problema è se lo siamo noi rispetto a loro. Loro lo sono sempre, basta leggerli, noi non sempre, basta sottoporci alla stessa prova”. Parole del mai abbastanza rimpianto Giuseppe Pontiggia
(I classici in prima persona, Mondadori, 2006, pp- 33-34)
A cura di Istituto Gramsci e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara