Ma l’invasione del privato, la violazione della riservatezza, – questo ipocrita tabù del nostro tempo, tanto invocato quanto violato – non è ormai solo “politica”. La fantascienza più critica e avveduta ha da sempre messo in guardia nei confronti della pubblicità pervasiva: nell’America degli anni Cinquanta, che subiva il primo massiccio attacco della pubblicità mediatica e si parlava per la prima volta dei persuasori occulti, uscirono opere significative che purtroppo oggi non si ristampano più per rimarcarne la preveggenza: da I mercanti dello spazio di Pohl e Kornbluth (1953) le cui eco si riverberano sino al film Blade Runner di Ridley Scott (1982), a Il verde millennio di Fritz Leiber (1953) con le pareti delle abitazioni che fungono da schermi pubblicitari. Meriterebbe una ristampa anche Simulacron 3 di Daniel Galouye che cinquant’anni fa (il romanzo è del 1964) immaginava una società fasulla creata dal computer per simulare ricerche di mercato: una anticipazione del Truman Show e di Second Life.
L’assurdo della situazione attuale è che quanto una volta era considerato antidemocratico (la violazione della riservatezza personale, della intimità di ognuno) messo in opera da bieche dittature, è oggi un sistema diffuso a tutti i livelli, accettato implicitamente o che non suscita l’allarme sociale che dovrebbe, ed al quale è impossibile opporre rimedio, a meno di non rinunciare a quasi tutto quanto lo sviluppo tecnologico ha messo a nostra disposizione ormai da parecchi anni: computer, internet, telefonini, carte di credito e compagnia bella. Non usare tutto ciò significherebbe diventare praticamente invisibili alla società informatizzata, ma significherebbe anche, sotto alcuni aspetti, essere impossibilitati a vivere una vita considerata oggi “normale”, ad avere un certo tipo di relazioni sociali, professionali e commerciali.
E’ l’era del Sinopticon, come l’ha definita David Lyon, dove molti controllano molti… quasi quasi tutti sorvegliano tutti.