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Un altro treno perso

 

Abravanel Roger e D’Agnese Luca
Regole
Perché tutti gli italiani devono sviluppare quelle giuste e rispettarle per rilanciare il paeseSaggi

376 pagine
€ 18.60
ISBN 978881160113-5

«In fatto di regole gli italiani sono fra i più moralisti d’Europa. Nei sondaggi la nostra riprovazione per i piccoli e grandi illeciti è più elevata di quella dei francesi, dei tedeschi, degli inglesi.
Nella vita di tutti i giorni però il moralismo tende a trasformarsi in opportunismo: le regole sono ostacoli da aggirare, magari con qualche “aiutino”.
Perché questo divario?
Come aggirarlo?
Abravanel e D’Agnese propongono delle risposte che meritano una riflessione.»
Maurizio Ferrera, Corriere della Sera

«Regole, un saggio che fissa la necessità del nostro sistema d’impresa di crescere e terziarizzarsi: pesi medio-grandi tra giganti e non più nani inconsistenti.»
Marco Alfieri, La Stampa

«L’idea di fondo che anima le proposte avanzate in Regole è che per far funzionare le regole in Italia l’etica non basta: occorre dimostrare che seguire le regole conviene.
Finché noi italiani non ne saremo convinti, troveremo sempre una buona ragione per non rispettarle: perché sono ingiuste, perché il nostro vicino non le rispetta, perché prima o poi arriva un condono…»

Roger Abravanel e Luca D’Agnese sul Corriere della Sera

«L’Italia ha due problemi: regole sbagliate e cittadini che non le rispettano.
È questa la causa dell’immobilità economica e sociale del nostro Paese.
Le regole giuste sono sempre state alla base dello sviluppo e dell’innovazione.
Bisogna rispettarle non solo per ragioni morali ma perché è un buon affare.»

Anno dopo anno, l’Italia sta retrocedendo in tutte le classifiche relative allo sviluppo economico, alla disoccupazione giovanile, all’educazione e alla ricerca, ai diritti dei consumatori. Mentre sale nelle graduatorie che misurano l’evasione fiscale, la corruzione, l’abusivismo edilizio, la lentezza della giustizia.
Tutte queste criticità sono però accomunate da un grave limite, che porta alla degenerazione dell’intero sistema: l’Italia non ha saputo darsi le regole giuste. In genere da noi leggi, norme e regolamenti sono troppo numerosi e troppo complicati, tanto che diventa molto difficile rispettarli. Così chi non li rispetta viene spesso condonato o amnistiato, mentre cittadini e imprese si adattano all’elusione di massa. Per rimediare, vengono emanate nuove regole, sempre più severe, e la situazione peggiora.
È quello che Roger Abravanel e Luca D’Agnese hanno definito «il circolo vizioso delle regole», che rende impossibile qualunque serio progetto di riforma. Senza regole, o con regole sbagliate, l’economia non si sviluppa, perché le imprese «piccole, brutte, anzi bruttissime» fanno concorrenza sleale a quelle innovative.
Senza regole, o con regole sbagliate, governare una società sempre più complessa, dove i servizi hanno un peso crescente rispetto ai prodotti, è impossibile.
È troppo facile scaricare la responsabilità del declino italiano sui politici e sulla classe dirigente.
Regole dimostra che dobbiamo innescare un circolo virtuoso delle regole in tutta la società: un processo che coinvolga i cittadini, che devono essere informati e partecipare alla definizione e al miglioramento delle regole grazie a una scuola che non deve solo trasmettere nozioni, ma formare le «competenze della vita» necessarie per interagire efficacemente con gli altri; una giustizia civile veloce; un sistema dell’informazione indipendente dalla politica e dagli affari.

Roger Abravanel e Luca D’Agnese dimostrano che seguire le regole non solo è giusto, ed evita sanzioni di vario tipo: è soprattutto conveniente. E avanzano cinque proposte concrete che possano finalmente far ripartire il nostro paese.

Interviste e recensioni on line:

Rubrica Billy del TG1

Intervista a Roger Abravanel su TV7, Raiuno

Europa Oggi

Strettamente personale

La frusta.net

Alcuni link interessanti:

Pagina Facebook di Regole

Il sito di Meritocrazia il precedente saggio di Roger Abravanel

Il blog di Meritocrazia sul Corriere della Sera

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SINOSSI DEL LIBRO

1. IL CAPITALISMO DELLE REGOLE

L’importanza delle regole e della rule of law per la nascita e per lo sviluppo del capitalismo.

2. LE DIFFICILI REGOLE DEL MONDO DI OGGI

L’aumento del numero e della complessità delle regole causato dallo sviluppo del settore dei servizi nell’economia mondiale.

3. IL RITARDO STRUTTURALE DELL’ECONOMIA ITALIANA

Il ritardo accumulato dall’Italia rispetto alle altre economie dell’Occidente, in particolare nel settore dei servizi.

4. PICCOLO É BRUTTO, ANZI BRUTTISSIMO

Le regole che oggi bloccano lo sviluppo dei servizi in Italia, favorendo il «piccolo» (le piccole aziende, gli artigiani, le professioni, il commercio) e limitando lo sviluppo delle grandi imprese.

5. I RISCHI DELLE REGOLE DEL NUOVO MILLENIO

Il futuro delle regole: la crescita dei rischi e dei costi in settori chiave dell’economia mondiale (sanità, ambiente, finanza). Nuove problematiche hanno bisogno di «nuove regole », che nessuno ha ancora trovato.

6. OPPORTUNITÀ DEL FUTURO IN RITARDO MA RISCHI PUNTUALISSIMI

Come stiamo affrontando in Italia le sfide regolatorie del futuro nella sanità, nell’ambiente e nella finanza? Corriamo gli stessi rischi degli altri ma spesso non ce ne accorgiamo e perdiamo così l’occasione di gestirli con intelligenza.

7. IL CIRCOLO VIRTUOSO DELLE REGOLE

Come le società evolute affrontano il problema delle regole e le trasformano in un vantaggio competitivo: attraverso un processo di sperimentazione e miglioramento progressivo delle nuove regole, guidato da una società che vigila sul loro rispetto e sulla loro efficacia mediante l’educazione dei cittadini, la giustizia civile, i media e i regolatori.

8. IL CIRCOLO VIZIOSO DELLE REGOLE IN ITALIA

Il malfunzionamento del «circolo virtuoso delle regole» nel nostro paese (dove diventa un «circolo vizioso»): leggi e regolamenti, spesso sbagliati, non vengono fatti rispettare, l’illecito diviene diffuso ed è giustificato, il che produce regole sempre peggiori perché la società italiana non vigila.

9. LA MALEDUCAZIONE CIVICA DEGLI ITALIANI

La prima delle cause della scarsa vigilanza della società: la mancanza di educazione nella società italiana. Le colpe della scuola, dell’università e del mondo delle imprese.

10. MEDIA CHE NON VIGILANO LA SOCIETÀ

La mancata vigilanza dei media in Italia e le sue cause: una società poco educata non crea un mercato per media indipendenti e di qualità.

11. UNA GIUSTIZIA CIVILE CON I TEMPI DEL GABON

Il fallimento del terzo pilastro della vigilanza sul rispetto delle regole in Italia: una giustizia civile dai tempi lunghissimi, che crea costi enormi alla società e favorisce chi non rispetta i patti.

12. I SEMI DELLE REGOLE

Quando il circolo virtuoso delle regole funziona anche nel nostro paese: quattro esempi nel mondo della sanità, del business delle scommesse, nella giustizia civile e nella scuola.

13. LA GUERRA LAMPO DELLE REGOLE

Cinque proposte per invertire il circolo vizioso italiano nell’economia dei servizi, nell’organizzazione della scuola e della giustizia e nella governance della RAI.

 

 

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1 pensiero su “Un altro treno perso”

  1. http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/28/treno-italia-rimane-fermo-in-stazione/1299810/
    Questa sorta di miracolo negativo è avvenuto per la curiosa idea di riverniciare un treno fermo nella strana convinzione che, una volta cambiato aspetto, il treno fermo avrebbe ripreso la corsa, applaudito da tutti. Riverniciare un treno fermo è un progetto non rapidissimo, persino se si adotta l’espediente (che favorisce gli errori) di accelerare ogni gesto, come nelle vecchie comiche.
    Furio Colombo

    "Mi piace"

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