Il titolo e il sottotitolo sono già abbastanza eloquenti riguardo le principali chiavi di lettura su cui si sviluppa il libro: oltre l’euro non c’è nessun baratro, nessuna catastrofe irrimediabile, ma c’è soltanto un futuro che tocca a noi riscrivere e immaginare. E infatti prima di riprendercelo il nostro futuro, dobbiamo essere bravi ad immaginarlo. In caso contrario ci faremo incastrare, con o senza euro, in una nuova gabbia da cui sarà sempre più difficile e complicato sfuggire. La propaganda di regime, oggi più agguerrita che mai, cerca di congelare il dibattito su una presunta salvifica idea di stabilità, da cui per spontanea inerzia dovrebbero venire chissà quali miracoli. Tuttavia se un paese è in crisi profonda e non fa nulla per venire fuori dalla crisi, cullandosi in un fragile immobilismo, è chiaro che la crisi non potrà che peggiorare. Non sappiamo il motivo esatto per cui gli attuali governanti continuano ad assistere impassibili alla distruzione del paese e alla sofferenza del popolo. Opportunismo, servilismo, sudditanza, incompetenza, corruzione, malafede, volontà di controllo e di dominio di una massa di gente sfiduciata, impoverita, disperata. Molte possono essere le cause. Ma nessuna di queste giustifica il nostro immobilismo, quello di noi semplici cittadini che siamo le vittime sacrificali del massacro.