martedì 17 dicembre ore 17 – LIBRI IN SCENA
Andrea Baravelli – GLI INTELLETTUALI ITALIANI DEL VENTENNIO E IL TRADIMENTO DI UNA MISSIONE
In occasione dello spettacolo “Gli indifferenti” di e con Fabrizio Gifuni, in cartellone nella Stagione di Prosa 2013/2014 del Teatro Comunale di Ferrara dal 19 al 21 dicembre
L’intervento prenderà le mosse dalla Prima Guerra Mondiale, periodo che, come mai prima, vide la piena affermazione sociale della figura dell’intellettuale. Nei primi anni Venti furono gli intellettuali a guidare le trasformazioni politiche, sia sul versante della destra (come non pensare a D’Annunzio) sia su quello della sinistra (con le lucidissime osservazioni di Gramsci). Da un certo punto di vista anche il fascismo, pur carico di pulsioni ambivalenti, si rappresentò come apogeo della capacità degli intellettuali di influenzare i grandi processi. L’affermazione e il consolidamento del regime avrebbe invece dimostrato la debolezza morale della grande maggioranza degli intellettuali italiani. A fronte della resistenza isolata di alcuni grandi personaggi – Croce e Salvemini su tutti – nel suo complesso il mondo intellettuale italiano avrebbe preferito la vita comoda e narcotizzata che il regime mussoliniano offriva loro. La comunicazione prenderà in esame alcuni percorsi significativi, fino ad affrontare il nodo del complesso e spesso opaco periodo della resistenza
A cura dell’Associazione Amici della Biblioteca Ariostea

L’intervento prenderà le mosse dalla Prima Guerra Mondiale, periodo che, come mai prima, vide la piena affermazione sociale della figura dell’intellettuale. Nei primi anni Venti furono gli intellettuali a guidare le trasformazioni politiche, sia sul versante della destra (come non pensare a D’Annunzio) sia su quello della sinistra (con le lucidissime osservazioni di Gramsci). Da un certo punto di vista anche il fascismo, pur carico di pulsioni ambivalenti, si rappresentò come apogeo della capacità degli intellettuali di influenzare i grandi processi. L’affermazione e il consolidamento del regime avrebbe invece dimostrato la debolezza morale della grande maggioranza degli intellettuali italiani. A fronte della resistenza isolata di alcuni grandi personaggi – Croce e Salvemini su tutti – nel suo complesso il mondo intellettuale italiano avrebbe preferito la vita comoda e narcotizzata che il regime mussoliniano offriva loro. La comunicazione prenderà in esame alcuni percorsi significativi, fino ad affrontare il nodo del complesso e spesso opaco periodo della resistenza
A cura dell’Associazione Amici della Biblioteca Ariostea